Bruno Peres: “A gloria è de Deus”…
Posté par atempodiblog le 30 novembre 2014
“A gloria è de Deus”, la gloria è di Dio. La frase (e la storia) l’ha scritta Bruno Peres
Torino, Bruno Peres: gol alla Bale nel derby con la Juve. Arriva dal Santos e…
di Ivan Palumbo – La gazzetta dello sport
Bruno Peres, 24 anni, esulta dopo il gol alla Juve. LaPresse
L’esterno granata sulla scelta del numero 33: “Si dice siano gli anni di Cristo. Devo tutto a Gesú, sono un giocatore devoto a Cristo. Ho scelto questo numero in suo onore”.
Lo spettacolare coast-to-coast del brasiliano ha messo fine a un digiuno di 12 anni dei granata contro i bianconeri: costato 2 milioni, è in ritiro dal primo giorno ma è stato tesserato solo l’1 settembre. Fuori dalla lista dell’Europa League, ma in A ha sempre giocato titolare da quando ha preso il posto di Molinaro.
“A gloria è de Deus”, la gloria è di Dio. La frase (e la storia) l’ha scritta Bruno Peres: l’ha mostrata al mondo dopo una corsa di 78 metri che è già nella leggenda. Juventus-Torino, minuto 22: un ragazzo di 24 anni, semisconosciuto, prende palla al limite della sua area di rigore, aggira Pogba che lo molla subito, poi parte sulla destra e affronta Evra, lo salta con facilità, Vidal prova a raddoppiare ma nel momento stesso in cui si avvicina ci ripensa, quasi magicamente sballottato dalla forza centrifuga dell’avversario. A Bruno Peres resta da firmare l’ultimo capolavoro: dopo 11 secondi col turbo azionato, entra in area e fa partire un destro pazzesco, la palla sbatte sul palo e si infila in rete. È l’1-1. È la magia del calcio. “Io ho la propensione a questo tipo di azione. Mi hanno dato spazio e ne ho approfittato, per fortuna è andata bene”, ha spiegato lui all’intervallo. “Lo dedico a mia moglie e ai tifosi del Torino, spero siano contenti”. Per un’ora e un quarto, prima della beffarda doccia gelata di Pirlo, lo sono stati senz’altro: era da 12 anni che i granata non facevano gol nel derby, forse è valso la pena aspettare.
Magie — Gol così ne abbiamo già visti. Nicola Berti al Bayern Monaco (1988), George Weah al Verona (1996), Gareth Bale al Barcellona (primavera 2014). Poi però lo segna Bruno Peres e l’estasi è raddoppiata dall’effetto sorpresa. Semisconosciuto, dicevamo, forse facendogli un torto. Tutto sommato giocava nel Santos, non una squadra qualsiasi e gol capolavoro ne aveva già fatti in Brasile tra un sinistro all’incrocio (sì, sa calciare con entrambi i piedi) e uno slalom da urlo. Il Toro lo voleva già a gennaio, poi non se ne fece nulla.
Tormento — Il destino ha vestito comunque di granata Bruno Peres. Si presenta il 30 giugno all’Hotel Boston di via Massena, a Torino, per il ritiro anticipato. C’è l’Europa League, la squadra di Ventura è la prima della A a radunarsi. Peccato che per Bruno Peres l’Europa tanto sognata resta un miraggio. Le pratiche legate allo status di comunitario di Sanchez Miño costringono il Toro a tesserare il brasiliano soltanto l’1 settembre, ultimo giorno di mercato. E il giorno dopo Ventura lo esclude dalla lista dell’Europa League. Forse non era convinto neppure lui, non avendolo mai visto in partite ufficiali. Poi, però, Peres esordisce col Verona alla terza giornata: 21 minuti, uno spezzone. Alla gara successiva è titolare e da allora lo è sempre con Molinaro in panchina e Darmian dirottato a sinistra: 10 partite consecutive, una sola sostituzione, media voto Gazzetta 6,10 destinata a impennarsi dopo il coast-to-coast. Chi è Bruno Peres? Da oggi nessuno lo chiederà più.
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