I peccati miei e degli altri
Posté par atempodiblog le 17 octobre 2014
Se il mio peccato mi sembra in qualche modo inferiore a quello degli altri, meno riprovevole, non riconosco affatto il mio esser peccatore. Il mio peccato deve per forza essere il più grande, il più grave, il più riprovevole di tutti.
Per i peccati degli altri ci pensa l’amore fraterno a trovare sempre qualche scusante, mentre per il mio non ce ne sono. Per questo è il più grave. A questo livello di umiltà deve giungere chi voglia servire i fratelli nella comunione.
Come potrei infatti non essere ipocrita nel servire umilmente anche colui che in tutta serietà mi risulta peccatore più di me? Non è inevitabile che mi metta al di sopra di lui? Mi è consentito avere ancora speranza per lui? Sarebbe un servizio ipocrita.
«Non credere di aver fatto progressi nella tua santificazione, se non hai un profondo sentimento della tua inferiorità rispetto agli altri».
di Dietrich Bonhoeffer - Vita comune
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