Benson, apologia da romanzo

Posté par atempodiblog le 11 octobre 2014

Cento anni fa moriva l’autore del «Padrone del mondo». Figlio del primate anglicano, divenne cattolico e prete.
di Lorenzo Fazzini – Avvenire

Benson, apologia da romanzo dans Articoli di Giornali e News j7svpi
Robert Hugh Benson (1871-1914) in collare romano da sacerdote cattolico.
Piace sia a Ratzinger sia a Bergoglio.

Pochi anni di vita (solo 43: nato nel  1871, morì un secolo fa, il 19 ottobre  1914), ancor meno quelli da  scrittore (10, dal 1904 alla prematura  scomparsa), 15 romanzi; un  vero, grande capolavoro, Il padrone  del mondo  (disponibile in due edizioni italiane, quella ‘storica’ di Jaca Book e quella di Fede & Cultura, che ne sta riproponendo  diversi titoli). 

Robert Hugh Benson oggi non è in cima alle classifiche,  ma a suo tempo furoreggiava come autore  di bestseller: «I miei libri stanno vendendo bene, gli editori mi stanno offrendo termini sempre  più vantaggiosi» confidava a un amico sul finire  della vita. Qualche cifra? La luce invisibile, scritto sulla soglia del passaggio al cattolicesimo,  aveva già venduto 5 mila copie (siamo agli inizi del Novecento) quando  Con quale autorità?, romanzo storico sullo scontro tra cattolici  e anglicani nel ’500, raggiunse la IV edizione e Vieni ruota! Vieni forca!  la settima, come certifica  il suo (primo) biografo in italiano, il giovane anglista Luca Fumagalli.

Una biografia molto documentata, che inserisce la vicenda esistenziale e culturale di Benson nel quadro più ampio del Regno Unito del tempo, ovvero gli spinosi ma anche fecondi rapporti tra anglicani e cattolici. Fumagalli si sofferma sulla genesi e il retroterra di quei libri apologetici, tutti  romanzi storici, che Benson vergava sulla spinta  dell’adesione alla fede cattolica, lui ultimo figlio  dell’arcivescovo di Canterbury, primate anglicano. 

Sono numerose le scoperte sull’autore amato  dagli ultimi due pontefici: sia Ratzinger (da cardinale) che Bergoglio (da arcivescovo e pure da papa) hanno dichiarato di aver letto in maniera appassionata
Il padrone del mondo. Un libro – molto lodato per il suo tratto profetico anche dal filosofo Augusto Del Noce – che fece esplodere la notorietà dell’autore: Benson fu protagonista  di 3 viaggi negli Stati Uniti per conferenze dove brillava come sagace  oratore. In Italia i suoi testi, tradotti in almeno 10 lingue, arrivarono già negli anni Venti. «Quasi ogni  famiglia cattolica in Inghilterra aveva almeno un libro di Benson» annota Fumagalli. 

Nel saggio vengono messi in evidenza diversi legami  culturali di Benson, che per un certo tempo  fu amico e collaboratore letterario dello scrittore  Frederick Rolfe, famoso per il suo AdrianoVII (di recente ristampato da Neri Pozza). Benson collaborò con Rolfe per un libro su Tommaso Becket, progetto che però fece venire a galla la diversità incolmabile tra i due: tanto  rigoroso e ricco di dirittura morale Benson,  soprattutto dopo il sacerdozio ricevuto  a Roma nel 1903 (il suo ingresso nel cattolicesimo risaliva al 1902), quanto bohémien e polemico Rolfe. 

Ma sono numerosi gli incontri intellettuali  di prestigio che Benson intesse nella  sua breve vita. Il suo cammino verso il cattolicesimo riceve un impulso decisivo dagli  scambi epistolari  con padre Vincent  McNabb, domenicano   irlandese che  predicava ogni domenica   nei giardini  londinesi di Hyde  Park (Chesterton lo  definì «il più grande  uomo in assoluto  nell’Inghilterra del  nostro tempo’);  McNabb aiutò Benson  a chiarire il valore dell’infallibilità papale, principale  scoglio di incomprensione tra cattolici e anglicani. Anche uno scrittore come Hilaire Belloc  spese parole di estrema stima per Benson: «Mi è incredibilmente piaciuto. Ho trovato il suo lavoro di storico davvero unico».

Nel 1904 a Roma ecco poi due incontri quanto mai diversi: il 24 giugno l’udienza privata con Pio X, con un aneddoto curioso: «Il Papa si tolse  lo zucchetto, prese quello di Hugh, e li scambiò.  Hugh si abbassò per la benedizione, il copricapo  cadde, entrambi tentarono di raccoglierlo  e sbatterono le teste»… Sempre nella Capitale  Benson ebbe un faccia a faccia pure con Romolo Murri, il sacerdote-politico marchigiano  che sarà poi sospeso a divinis; i due si incontrano  «a tarda notte, nascosti da grandi cappelli  e lunghi mantelli, per non dare nell’occhio e non suscitare eccessivi mormorii nel mondo dell’intransigentismo romano».

Laisser un commentaire