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Adorare Gesù anche in estate

Posté par atempodiblog le 10 juillet 2014

Adorare Gesù anche in estate dans Fede, morale e teologia 2d6poh2

“Venite in disparte e riposatevi un po’” (Mc 6,31)
Questo invito di Gesù risuona adatto per l’estate, quando noi sentiamo il desiderio di vacanza, di rilassarci… e Lui ci invita ad andare alla Sua presenza per ritrovare la Sua forza.

“Quando arrivo in una nuova città, la prima cosa che chiedo è se c’è una chiesa dove si adora l’Eucarestia. Una volta trovata, non la lascio più. Diventa la calamita della mia giornata. Devo per forza trovare magari solo mezz’ora per stare con Gesù, perché quando incontro l’Amico è per me come respirare aria di montagna, è come salire una vetta e provare le vertigini dell’altezza.
Adorare Gesù è per me come bere acqua di sorgente. E’ restare immobile a contemplare, amando, Colui che ti ama per primo, è riempire il silenzio della Sua Presenza, è stare a guardare e sentirsi guardato. Lui ti conosce, tu Lo conosci; Lui si dona, tu ti doni, Lui ti ama, tu lo ami”. (
Dal libro Davanti a Gesù” di Padre Gianni Fanzolato)

Tratto da: Parrocchia San Giuseppe di Bovolone

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Il Papa alle vittime di abusi: chiedo perdono, nessuna tolleranza per questo crimine

Posté par atempodiblog le 8 juillet 2014

Nella cappella della Casa Santa Marta si è vissuto, questo lunedì mattina, un momento di straordinaria intensità e commozione. Papa Francesco ha infatti celebrato una Messa alla presenza di un gruppo di sei vittime degli abusi sessuali da parte di membri del clero. Il Pontefice, parlando in spagnolo, ha sottolineato che nella Chiesa “non c’è posto” per coloro che commettono abusi ed ha affermato con forza l’impegno “a non tollerare” questo crimine.
di Alessandro Gisotti – Radio Vaticana
Il Papa alle vittime di abusi: chiedo perdono, nessuna tolleranza per questo crimine dans Fede, morale e teologia 20fanip
Vi chiedo perdono e piango con voi. L’intensità di un incontro commovente è tutto racchiuso in queste parole del Papa. All’inizio dell’omelia, Francesco richiama l’immagine di Pietro che, guardando Gesù uscire dall’interrogatorio che prelude alla sua morte, incrocia lo sguardo con il Signore e piange. Oggi, ha sottolineato, “il cuore della Chiesa guarda gli occhi di Gesù” nei bambini abusati “e vuole piangere, chiede la grazia di piangere”. E piange per i suoi figli “che hanno tradito la loro missione” e hanno abusato di “innocenti”. Da tempo, ha affermato il Papa guardando negli occhi le vittime degli abusi, “sento nel cuore un profondo dolore”. Esprime dunque il suo “dolore per il fatto che alcuni sacerdoti e vescovi hanno violato l’innocenza di minori e la propria vocazione sacerdotale abusandoli sessualmente”. Si tratta, ammonisce, di qualcosa di “più che di atti deprecabili”. “E’ come un culto sacrilego, perché questi bambini e bambine erano stati affidati al carisma sacerdotale, per condurli a Dio ed essi li hanno sacrificati all’idolo della loro concupiscenza”. Questi hanno profanato “la stessa immagine di Dio alla cui immagine siamo stati creati”. Questi “atti esecrabili di abuso perpetrati contro minori”, ha detto ancora, “hanno lasciato cicatrici per tutta la vita”.

So, ha affermato il Papa, che queste “ferite sono una fonte di profonda e spesso implacabile pena emotiva e spirituale, e anche di disperazione”. Rivolge il pensiero alle famiglie delle vittime. “Alcuni – ha rammentato – hanno anche sofferto la terribile tragedia del suicidio di una persona cara”. La morte di questi amati figli di Dio, ha confidato, “pesa sul cuore e sulla mia coscienza, e di quella di tutta la Chiesa. A queste famiglie offro i miei sentimenti di amore e di dolore”.

“I peccati di abuso sessuale contro minori da parte di membri del clero – ha poi riconosciuto con amarezza – hanno un effetto dirompente sulla fede e sulla speranza in Dio”. Alcuni, ha commentato, “si sono aggrappati alla fede, mentre per altri il tradimento e l’abbandono hanno eroso la loro fede in Dio”. Ma, ha detto, “la vostra presenza qui parla del miracolo della speranza che ha il sopravvento sulla più profonda oscurità. Senza dubbio, è un segno della misericordia di Dio che noi abbiamo oggi l’opportunità di incontrarci, di adorare il Signore, di guardarci negli occhi e di cercare la grazia della riconciliazione”. “Davanti a Dio e al suo popolo – ha ripreso Francesco – sono profondamente addolorato per i peccati e i gravi crimini di abuso sessuale commessi da membri del clero nei vostri confronti e umilmente chiedo perdono”. Chiedo perdono, ha detto il Papa, “anche per i peccati di omissione da parte dei capi della Chiesa che non hanno risposto in maniera adeguata alle denunce di abuso presentate da familiari e da coloro che sono stati vittime di abuso”. Questo, ha ammesso, “ha recato una sofferenza ulteriore a quanti erano stati abusati e ha messo in pericolo altri minori che si trovavano in situazione di rischio”.

Dall’altra parte, ha affermato, “il coraggio che voi e altri avete dimostrato facendo emergere la verità è stato un servizio di amore”, per aver “fatto luce su una terribile oscurità nella vita della Chiesa”. Ed ha denunciato con forza che: “Non c’è posto nel ministero della Chiesa per coloro che commettono abusi sessuali; e mi impegno a non tollerare il danno recato ad un minore da parte di chiunque, indipendentemente dal suo stato clericale”. Tutti i vescovi, è stata la sua esortazione, “devono esercitare il loro servizio di pastori con somma cura per salvaguardare la protezione dei minori e renderanno conto di questa responsabilità”. Per tutti noi, ha quindi affermato, “vale il consiglio che Gesù dà a coloro che danno scandalo: la macina da mulino e il mare” Francesco ha assicurato che si continuerà “a vigilare sulla preparazione al sacerdozio”, contando anche sul lavoro dei “membri della Pontificia Commissione per la Protezione dei Minori”. Tutti i minori, “a qualsiasi religione appartengano – ha soggiunto – sono i piccoli che il Signore guarda con amore”. Ed ha chiesto “ausilio” affinché sia aiutato “a far sì che possiamo disporre delle migliori politiche e procedimenti nella Chiesa universale per la protezione dei minori e per la formazione di personale della Chiesa”. “Dobbiamo fare tutto il possibile – ha ripreso – per assicurare che tali peccati non si ripetano più nella Chiesa”.

“Voi e tutti coloro che hanno subito abusi da parte di membri del clero – ha poi affermato – siete amati da Dio. Prego affinché quanto rimane dell’oscurità che vi ha toccato sia guarito dall’abbraccio del Bambino Gesù e che al danno recatovi subentri una fede e una gioia rinnovata”. “Ringrazio per questo incontro – ha concluso – e per favore, pregate per me, perché gli occhi del mio cuore vedano sempre con chiarezza la strada dell’amore misericordioso e Dio mi conceda il coraggio di seguire questa strada per il bene dei bambini” e “non permettere che alcun lupo entri nel gregge”.

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Novena alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo

Posté par atempodiblog le 7 juillet 2014

Novena alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (dal 7 al 15 Luglio)

Novena alla Beata Vergine Maria del Monte Carmelo dans Preghiere Novena-alla-Beata-Vergine-Maria-del-Monte-Carmelo-dal-7-al-15-Luglio

1. O Maria, ai piedi di quel trono d’immensa luce su cui risplendi coronata di gloria, ecco che umilmente prostrati ti supplichiamo di volgere su di noi uno sguardo pietoso e di accendere nel nostro cuore una scintilla del tuo amore per cominciare bene questa novena che intendiamo fare in tuo onore, affinché riesca a Te cara e per noi vantaggiosa.

Ave Maria… 

2. O Madre di grazia, quale straordinaria finezza d’amore manifestò il nostro Dio quando ti chiese di scendere dal Cielo e renderti visibile qui sulla terra, al solo fine di donarci il Sacro Scapolare, con cui segnasti fra tutti, come tuo, l’Ordine carmelitano! O Maria, se ognuno di noi riflettesse sulla grandezza di questo dono, con quale maggiore stima porterebbe il tuo Santo Abito e con quanta maggiore devozione lo onorerebbe. 

Ave Maria…

3. O Maria, come potremmo esaltare questo tuo dono così grande con il quale hai voluto contraddistinguerci? Se questo fu un effetto del tuo grande amore, fa’, o Vergine, che sia anche un forte stimolo per tutti noi per non essere ingrati ai tuoi doni e al tuo affetto. 

Ave Maria…

 

PREGHIERA
Vergine Benedetta, piena di grazia. Regina dei Santi, quanto mi è dolce venerarti con questo titolo di Madonna del Monte Carmelo! Esso mi richiama ai tempi profetici di Elia, quando tu fosti raffigurata sul Carmelo in quella piccola nube che poi, allargandosi, si aprì in una pioggia benefica, simbolo delle grazie santificatrici che ci provengono da Te.

Sin dai tempi apostolici Tu fosti onorata con questo misterioso titolo e ora mi rallegra il pensiero di unirmi ai tuoi primi devoti e con essi ti saluto, dicendoti: O Splendore del Carmelo, o Vergine delle vergini, ricordati di me miserabile, e mostra di essermi Madre.

Diffondi in me sempre la luce di quella fede che ti fece Beata: infiammami di quell’amore celestiale onde Tu amasti tuo Figlio Gesù Cristo.

Molti dolori dell’anima e del corpo mi stringono da ogni parte e io mi rifugio come figlio all’ombra della tua protezione materna. Tu, Madre di Dio, che tanto puoi e tanto vali, ottienimi da Gesù benedetto i doni celesti dell’umiltà, della castità, della mansuetudine; concedimi di essere forte nelle tentazioni e nelle amarezze che spesso mi travagliano.

Veglia con amore su di me che sono tuo figlio rivestito del tuo Santo Scapolare e risplendi sul mio cammino perché giunga alla vetta del monte che è Cristo Gesù, tuo Figlio e mio Signore. E quando si compirà, secondo il volere di Dio, la giornata del mio pellegrinaggio terreno, fa’ che all’anima mia sia donata, per i meriti di Cristo e per la tua intercessione, la gloria del Paradiso. Amen.

Salve, o Regina… 

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Basilica Santuario del Carmine Maggiore di Napoli

Posté par atempodiblog le 7 juillet 2014

Basilica Santuario del Carmine Maggiore di Napoli
Fonti:
Arte.it
Turismo in Campania

Basilica Santuario del Carmine Maggiore di Napoli dans Apparizioni mariane e santuari wv6cxu

La chiesa attuale fu edificata nel 1301 sul luogo di una precedente chiesetta dove si venerava l’icona della Madonna detta la Bruna, un dipinto su tavola di scuola toscana del XIII secolo esposto nella cappella dietro l’abside.

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Nell’edificio è sepolto Corradino di Svevia, giustiziato nel 1268 nella vicina piazza del Mercato per il suo tentativo di difendere la dinastia degli Hohenstaufen: le ceneri sono conservate nel piedistallo del monumento postumo (1847) commissionato da Massimiliano re di Baviera e collocato lungo la navata. Nel chiostro della chiesa, inoltre, il 16 luglio 1647 fu colpito a morte Masaniello.

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DA SAPERE: Ogni anno, il 16 luglio, in occasione della festa della Madonna del Carmine il campanile della chiesa, che con i suoi 75 metri è il più alto della città, è illusionisticamente incendiato da un gioco di fuochi d’artificio. Il fuoco si spenge solo all’arrivo dell’immagine della Madonna del Carmine. In origine al posto del campanile c’era un finto castello costruito dai pescivendoli di Marina che rievocavano la vittoria dei cristiani contro i turchi nella battaglia della Goletta. Dopo la rivolta di Masaniello, avvenuta proprio durante la festa, il governo decise di eliminare l’assalto al castello, temendo altre insurrezioni popolari.

Miracolo del crocifisso, il crocifisso ligneo, esposto scenograficamente sotto l’arco trionfale, è protetto in una teca chiusa, poiché secondo la tradizione il Cristo avrebbe chinato il capo schivando il colpo di bombarda durante l’assedio di Alfonso d’Aragona del 1439. La pietra è ancora conservata nel piccolo museo della chiesa

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Particolarmente pregevole è l’aspetto interno della chiesa, interamente progettato, nelle decorazioni a commesso marmoreo degli altari, negli ornati lignei e a stucco dall’architetto Nicola Tagliacozzi Canale fra il 1755 e il 1766, e messo in opera dai fratelli Cimafonti.

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Ai due lati della navata, sono collocati due organi costruiti alla “veneziana”, le cui casse sono state realizzate con un pregevole intaglio ligneo.

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In controfacciata domina il monumentale organo degli inizi del ‘900, il più grande di tutte le chiese della città. Dotato di 4800 canne, è stato il primo strumento a diffondere via radio (per l’allora EIAR) alcuni concerti d’organo tenuti dal maestro Franco Michele Napolitano.

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La tela dipinta da Mattia Preti è conservata nella seconda cappella di destra. Preti illustra la visione di san Simone Stock, frate carmelitano inglese morto nel 1265: la Vergine gli appare e gli dona una sopraveste, detto scapolare, che aveva il potere di proteggere chi lo indossava dalle fiamme dell’Inferno.

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Santa Barbara di Luca Giordano

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Assunta di Francesco Solimena (1708)

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La sagrestia, acessibile dal transetto d., su disegno del Tagliacozzi Canale (1736), con marmi di Gennaro Cimafonte e affreschi di Filippo Falciatore (1741).

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Dei due chiostri originali sopravvive oggi solo il Chiostro degli Affreschi, il cui ingresso è ubicato all’immediata sinistra della basilica.

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A circa duecento metri di distanza si trova la chiesa gotica di sant’Eligio maggiore. Al suo esterno vi è il quattrocentesco arco dell’orologio.

Per maggiori informazioni, consultare i siti ufficiali:

http://www.santuariocarminemaggiore.it/

http://www.festadelcarminenapoli.it/

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La mitezza e l’umiltà

Posté par atempodiblog le 6 juillet 2014

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“La mitezza e l’umiltà del cuore ci aiutano non solo a farci carico del peso degli altri, ma anche a non pesare su di loro con le nostre vedute personali, i nostri giudizi o le nostre critiche o la nostra indifferenza”.

Papa Francesco

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L’occhio destro e l’occhio sinistro

Posté par atempodiblog le 4 juillet 2014

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Quando Samuele unse re Saul, figlio di Kis della tribù di Beniamino, Nay Ammonita mosse con un grande esercito contro la città di Jabes nel Galaad. I cittadini, spaventati dalle minacce di quel potente nemico, gli si offersero per sudditi, purché cessasse di molestarli. Nay rispose che li avrebbe accettati a condizione però che fosse a tutti cavato l’occhio destro, non solo perché così fossero inabili alla guerra, ma anche perché fosse più obbrobriosa la loro schiavitù. Udita questa barbara condizione, gli abitanti di Jabes spedirono tosto ambasciatori a domandare aiuto a Saul il quale, sentita la scellerata pretesa dell’empio Nay, mandò subito verso di lui un esercito di trecentomila uomini che lo annientò, lo sbaragliò e lo disperse in un solo combattimento e liberò quei meschini dalla minacciata sciagura.

Ora, quello che voleva fare l’iniquo Nay ai cittadini di Jabes per accettarli come suoi sudditi, lo fa realmente spesso il demonio con noi quando ascoltiamo la divina Parola: ci cava l’occhio destro, cioè lo chiude, perché vediamo solo con l’occhio sinistro. E con l’occhio sinistro che cosa si vede?

L’occhio destro è la ragione, l’occhio sinistro è la passione; con l’occhio destro vediamo quello che conviene all’anima e quello che insegna la fede; che cosa contengono i divini precetti e che cosa richiedono i nostri doveri. Conosciamo le nostre debolezze, i mezzi per ripararle e, in una parola, sappiamo ciò che dobbiamo fare e ciò che dobbiamo schivare per conseguire l’eterna salvezza. Con l’occhio sinistro, invece, non si vede se non ciò che conviene al nostro amor proprio, che piace al nostro egoismo, che serve al nostro comodo. Si vedono solo i difetti degli altri e non i nostri, si trovano mancanze in questa o in quella e non si trovano in noi stessi, benché molto peggiori degli altri. Guardando le cose con l’occhio sinistro, spesso si chiama bene il male e male il bene, si crede prudenza ciò che non è che debolezza, si crede zelo e rigore di osservanza quello che è solo invidia, giustizia quello che è solo parzialità, diritto ciò che è solo capriccio, si giudica carità quello che è mormorazione, conveniente alla salute del corpo quello che è una pura accidia dello spirito; in breve, si stima virtù il vizio e il vizio virtù.

di Sant’Agostino Roscelli
Fonte: Immacolatine.it

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Dio è in ogni essere umano

Posté par atempodiblog le 4 juillet 2014

Chiesa nel mondo
La voce di Francesco in difesa degli albini africani
di Radio Vaticana

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“Francis allargò le braccia con i palmi delle mani rivolti al cielo e disse: ‘Dio è in ogni essere umano. La vita di un essere umano vale quanto la vita dell’intera comunità. Se si offende una persona, si insulta Dio’”. È questa la frase che Papa Francesco ha scelto di leggere per l’audiolibro “Ombra Bianca” che racconta e denuncia la discriminazione e la sofferenza degli albini in Africa. Realizzato da Cristiano Gentili, il volume è legato anche ad una campagna internazionale lanciata il 25 giugno scorso in difesa delle violenze riservate agli albini africani con l’hashtag #HelpAfricanAlbinos (Aiutiamo gli albini africani), cui ha aderito lo stesso Pontefice.

Ambientato in Tanzania, dove lo scrittore – legato all’organizzazione Medici con l’Africa Cuamm – ha lavorato per molti anni, il  romanzo “Ombra bianca” narra la storia di una piccola bimba albina, Adimu, che, nonostante l’ambiente ostile e nemico che la circonda, non smette mai di cercare amore ed amicizia.

“Emarginati dalla società che non li considera africani – spiega il sito www.ombrabianca.com, sul quale è possibile ascoltare anche l’audio del Pontefice – dal mercato del lavoro, dagli stessi familiari che in molti casi li abbandonano alla nascita, gli albini africani sono vittime di omicidi rituali. La loro persecuzione è dovuta alla superstizione”. Stando alle credenze popolari, infatti, “le parti del loro corpo hanno forti poteri magici e donano ricchezza, fortuna, fertilità a chi se ne appropria” e per alimentare questo mercato, “le persone albine sono perseguitate, uccise, fatte a pezzi, le loro tombe vengono profanate ed i resti trafugati”. A tale dramma, si aggiungono “i gravi problemi di salute derivanti dalla mancanza di melanina e dalla costante esposizione al sole equatoriale, causa di ustioni, infezioni, cecità e, nella maggior parte dei casi, di tumori della pelle”, tanto che “l’80% degli albini tanzaniani non supera i 30 anni. Il cancro della pelle è un omicida silente. La loro speranza di vita è di 32 anni.

Per richiamare l’attenzione su questo dramma che colpisce migliaia di africani, dunque, è nata l’idea del primo “audiolibro sociale”. Chiunque, infatti, può seguire l’esempio del Santo Padre e donare la propria voce leggendo, in lingua italiana con sistema di traduzione multilingua, una frase del romanzo. Tale audiolibro darà simbolicamente voce a chi non ha voce. È stata, inoltre, lanciata una petizione in 6 lingue sul sito www.change.org per manifestare vicinanza e chiedere un aiuto concreto a favore degli albini africani grazie alla partnership con Medici con l’Africa-Cuamm. (I.P.)

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Torino, città del SS. Sacramento

Posté par atempodiblog le 4 juillet 2014

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Cara signorina Fischer,
scusi se  non ho scritto per un periodo così lungo, ma negli ultimi mesi ho avuto molto lavoro. Ieri a Torino ho vissuto il giorno del trionfo della nostra Fede. La mia città è chiamata del SS. Sacramento perché il 6 giugno 1453 un ladro che aveva trafugato in una chiesa di campagna diversi oggetti sacri ed il calice con l’ostensorio, appena giunto alle prime case della città, vide l’asino inginocchiarsi e l’Ostia Sacra salire in cielo. Più tardi Vescovi, tutte le Autorità cittadine ed il popolo si recarono a pregare Dio perché non abbandonasse la città.
Domenica c’è stata a Torino una solenne processione per ricordare questo miracolo. Non si può dire quante persone siano giunte da tutti i villaggi del Piemonte come uno sciame di api, e descriverne l’entusiasmo. Credo che sia stato come la domenica delle Palme in Gerusalemme, quando i fanciulli ed il popolo buttavano fiori sulle strade al passaggio di Gesù Cristo.

Pier Giorgio Frassati a Maria Fischer, Torino il 17 maggio 1922
Tratto da: Lettere (1906-1925), Pier Giorgio Frassati. A cura di Luciana Frassati – Ed. Vita e Pensiero

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Riconoscere la Sua presenza a partire dai segni disponibili

Posté par atempodiblog le 3 juillet 2014

Tommaso si spinge fino a voler toccare ciò che altri avevano già visto; non ha creduto ai testimoni oculari, suoi amici.
Non fu rimproverato a Tommaso di aver voluto verificare toccando le ferite di Gesù, ma l’iniziale chiusura screditante la testimonianza di coloro che gli dicevano di aver visto il Signore vivo. Tommaso nel Vangelo odierno dice di non conoscere la via e Gesù la via gliela farà toccare: la via è Lui stesso, compresa la via della croce, con le sue ferite.
di Ruggero Sangalli – La nuova Bussola Quotidiana

Riconoscere la Sua presenza a partire dai segni disponibili dans Commenti al Vangelo 2w65lhf

[...] Un’imprecisa traduzione dal greco può avvalorare un’interpretazione che suggerisce l’idea che la vera fede sia quella che prescinde totalmente dai segni visibili. Invece quella di Gesù non è la richiesta di una fede cieca, ma la beatitudine di coloro che in umiltà riconoscono la Sua presenza a partire dai segni disponibili, credendo a testimoni affidabili: la fede della Chiesa. Il padre Ignace de la Potterie nota (in Storia e mistero. Esegesi cristiana e teologia giovannea) che Gesù, facendosi toccare le ferite da Tommaso, gli dice:  «E non diventare incredulo, ma diventa credente» (Gv 20,27). Spesso lo troviamo tradotto con il verbo “essere” invece del verbo “diventare”. Tommaso infatti, otto giorni dopo la Pasqua, non era ancora ne’ l’uno ne’ l’altro. Scrivere: «E non essere incredulo, ma credente» svia un po’ dal testo originale, che suggerisce l’idea di un divenire derivante dall’incontro con Gesù risorto.

Senza l’incontro con la realtà del Dio vivente non si può cominciare a credere. Solo dopo che ha visto Gesù vivo, Tommaso può cominciare a diventare “credente”. Eliminando questo movimento, si sottintenderebbe che la fede consista in una decisione statica, da prendersi a cura dell’uomo. I primi annunciatori sono stati invece i testimoni oculari di un fatto. Il cristianesimo è diventato “anche” una religione, perché la notizia trasmessa riguarda il Dio già noto dalle Scritture, profetizzato ed atteso.

Al dunque Tommaso vede Gesù e sulla base di questa esperienza, rompe gli indugi. Se al diventare si sostituisce l’essere sembra quasi che a Tommaso sia richiesta una fede preliminare per accostarsi alle sue piaghe; ma così sarebbe la fede a creare la realtà da credere. Al contrario è Dio a rivelarsi, ferite comprese. Tommaso alla fine per Giovanni è un grande teologo. La verifica gli varrà un lapidario: «Mio Signore e mio Dio» (Gv 20,28). Gesù non è solo il maestro ed il messia, ma è il Signore Dio. 

La predicazione dei primi apostoli non è stata ricca di sapienti parole e di ardite pastorali, ma capace, pur nei limiti dell’umana fragilità, di segni portentosi, a merito di Dio e non delle loro capacità. Sono i segni a dare conferma alle loro parole (Mc 16,20). I fatti nella spiritualità e nella fede cristiana non sono un intralcio, degli intrusi o concessioni all’umana debolezza: fanno parte dell’incarnazione.

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Luglio, mese dedicato al Preziosissimo Sangue

Posté par atempodiblog le 1 juillet 2014

“Gesù è morto dissanguato. Tutto il sangue l’ha versato con amore immenso per il mondo e ogni anima in particolare”.

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“Non temere, come sinora, di offrire il santo sacrificio per la conversione e santificazione di molti popoli, di tutte e singole le anime, come se per i molti da beneficiare si diminuisse la forza del beneficio quando si tratta del sacrificio del sangue preziosissimo di Gesù, tutti e singoli i bisogni di tutte e singole le anime, non esauriscono il suo valore”.

Beato Giustino Maria Russolillo

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