Una caratteristica del pseudo-cristianesimo
Posté par atempodiblog le 22 juillet 2014
È caratteristica del pseudo-cristianesimo che, mentre pretende di essere giustificato da Dio, dalla fede, o dalle opere di fede e di carità, fa semplicemente funzionare una macchina per scusare il peccato invece di confessarlo e perdonarlo, una macchina per produrre la sensazione di essere nel giusto e che tutti gli altri sono peccatori. Se diventa un espediente per commettere un assassinio, sia mediante linciaggio sia mediante una tirannia inquisitoria, ecco che l’assassinio diventa un atto di santa giustizia. Opprimere e perseguitare gli altri diventa un’affermazione della propria libertà religiosa e del proprio coraggio dinanzi a Dio, un segno di forza cristiana.
E come viene rafforzata questa fede? Come vengono confermati i fratelli nella loro testimonianza? Con la ripetizione di questi atti eccitanti, violenti e drammatici che gli “estranei” denunciano come delitti e atti colpevoli. Il modo per dimostrare a se stesso di essere virtuoso e non criminale consiste nel rinnovare l’atto, ripeterlo in continuazione e, se necessario, farsi processare e assolvere da un giuri di pari della stessa congrega e così provare che l’atto non era criminale ma giusto e santo.
In tal modo la decisione di pervertire la coscienza cristiana diventa a poco a poco una funzione della “chiesa”, forse anche la sua prima funzione. E questa diventa, inevitabilmente, il segno del giudizio di Dio su quella “chiesa”. La spaventosa innocenza di questi “giusti” sta scritta sulla loro fronte come il marchio di Caino, il marchio di uno che nessuno puo toccare, perché è messo da parte per l’inferno.
Thomas Merton
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