Il maggior interesse della grande stampa per la Chiesa…
Posté par atempodiblog le 17 juillet 2014
La Chiesa, ed ogni sua espressione sia diretta che indiretta, sono dunque oggetto di manipolazione, di «rilettura» secondo criteri estranei.
Un esempio: è una tesi cara a molti settori del mondo «laico» quella secondo cui l’esperienza religiosa procede, si dimostra vitale ed utile per la società, nella misura in cui sorgono delle eresie rispetto alla fede affermata e proposta dalle Chiese in genere, e da quella cattolica in particolare: le eresie, infatti, sarebbero il versante vitale e «progressivo» dell’esperienza cristiana.
Ebbene, questo tipo di interpretazione sta alla base di buona parte della cosiddetta informazione religiosa della grande stampa.
Non c’è infatti conflitto fra qualche gruppo di base o parroco o singolo sacerdote e qualsiasi autorità ecclesiastica che non venga descritto a priori con toni favorevoli ai primi e contrari alla seconda. Chiunque abbia dei contrasti con l’episcopato o con la Santa Sede diviene automaticamente un eroe.
Qualsiasi presa di posizione stravagante di singoli cristiani o di gruppi anche minuscoli (purché «puzzi di eresia», anche magari senza essere sostanzialmente eterodossa) viene ripresa e diffusa con ampiezza, mentre le pastorali dei vescovi — tanto per fare un esempio — sono ignorate o commentate con poche righe, quando non finiscono per essere oggetto di deformazione e di attacchi tanto duri quanto preconcetti.
Rilevare tutto ciò — sia chiaro — non è vittimismo ma piuttosto realismo, a conferma del fatto che i cattolici non possono delegare ad altri un compito che è loro: quello di esprimere se stessi, di sostenere i propri giudizi e difendere e realizzare i propri progetti.
Da Luigi Giussani Luigi, Robi Ronza, Il Movimento di Comunione e Liberazione: Conversazioni con Robi Ronza, Jaca Book, 1987 p.106-107
Tratto da: Antonio Socci Facebook
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