L’invito a sperare in Gesù, ad accogliere gli immigrati e a salvaguardare il creato; il no all’illegalità e alla corruzione: sono stati questi gli importanti compiti che il Papa ha consegnato durante la Messa presieduta davanti alla Reggia di Caserta, alla presenza di oltre 200mila persone. Francesco dopo aver ringraziato per la calorosa accoglienza ha poi annunciato che entro l’anno sarà anche a Napoli.
di Francesca Sabatinelli – Radio Vaticana
Non lasciatevi rubare la speranza! Con questo appello il Papa ha concluso l’omelia davanti alle decine di migliaia di fedeli che a Caserta lo hanno atteso per ore, anche sotto la pioggia, in attesa proprio della sua parola di incoraggiamento. A tutti loro, Francesco ha detto che la speranza è Gesù ed è Lui il tesoro che trasforma l’esistenza degli uomini una volta che lo hanno trovato. Attraverso le parabole del ricco mercante e del povero contadino, e quindi delle ricchezze da loro scoperte, una perla e un tesoro, Francesco ha lasciato il suo messaggio: “Gesù insegna che cosa è il Regno dei cieli, come lo si trova, cosa fare per possederlo” perché le due parabole “fanno capire che il regno di Dio si fa presente nella persona stessa di Gesù”. La gioia del contadino e del mercante quanto trovano i loro tesori è la stessa gioia di ogni uomo quando scopre nella sua vita la vicinanza e la presenza di Gesù:
“Una presenza che trasforma l’esistenza e ci rende aperti alle esigenze dei fratelli; una presenza che invita ad accogliere ogni altra presenza, anche quella dello straniero e dell’immigrato. E’ una presenza accogliente, è una presenza gioiosa, è una presenza feconda. Così è il regno dentro di noi”.
Per ogni fedele l’incontro con Gesù avviene in modo diverso, c’è chi lo desidera, c’è chi lo scopre all’improvviso, ma sempre – ha proseguito il Papa - “è Lui che ci cerca e si fa trovare anche da chi non lo cerca”, in luoghi insoliti e in tempi inattesi:
“E Gesù è fra noi, Lui è qui oggi. L’ha detto Lui: ‘Quando voi siete riuniti nel mio nome, io sono fra voi’. Il Signore è qui, è con noi, è in mezzo a noi!”.
La reazione è però una quando Lo si trova: se ne rimane affascinati, conquistati, si lascia con gioia il consueto modo di vivere, talvolta arido e apatico, “per abbracciare il Vangelo, per lasciarci guidare dalla logica nuova dell’amore e del servizio umile e disinteressato”. Ed ecco che Francesco come già fatto in passato, ha invitato i fedeli ad avere sempre vicino il Vangelo, per leggerne quotidianamente un brano:
“Quanti di voi, ogni giorno, leggono un brano del Vangelo? Ma quanti di voi, forse, si affrettano a fare il lavoro per non perdere la telenovela… Avere il Vangelo tra le mani, avere il Vangelo sul comodino, avere il Vangelo nella borsa, avere il Vangelo in tasca e poi aprirlo per leggere la Parola di Gesù: così il regno di Dio viene. Il contatto con la Parola di Gesù ci avvicina al regno di Dio. Pensate bene: un Vangelo piccolo sempre a portata di mano, si apre in un punto a caso e si legge cosa dice Gesù, e Gesù è lì”.
Per possedere il Regno di Dio, però, ha avvertito, non basta l’entusiasmo, occorre mettere Lui al primo posto:
“Dare il primato a Dio significa avere il coraggio di dire no al male, no alla violenza, no alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune”.
Quando una persona scopre Dio, quindi, “abbandona uno stile di vita egoistico e cerca di condividere con gli altri la carità che viene da Dio”. Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura, ha proseguito Francesco, toccando un aspetto molto doloroso della vita di questa terra, dal sottosuolo avvelenato dai rifiuti letali:
“Io so che voi soffrite per queste cose. Oggi, quando sono arrivato, uno di voi si è avvicinato e mi ha detto: ‘Padre, ci dia la speranza’. Ma io non posso darvi la speranza, io posso dirvi che dove è Gesù lì è la speranza; dove è Gesù si amano i fratelli, ci si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute, anche rispettando l’ambiente e la natura. Questa è la speranza che non delude mai, quella che dà Gesù!”.
La vostra terra, ha quindi proseguito, richiede di essere tutelata e preservata:
“…richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità – tutti sappiamo il nome di queste forme di corruzione e di illegalità – richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell’attenzione al povero e all’escluso.Attendere al povero e all’escluso! La Bibbia è piena di queste esortazioni. Il Signore dice: voi fate questo e quest’altro, a me non importa, a me importa che l’orfano sia curato, che la vedova sia curata, che l’escluso sia accolto, che il Creato sia custodito. Questo è il regno di Dio!”.
Francesco, in conclusione, ha ricordato che in questo giorno Caserta festeggia la sua Santa patrona, Anna:
“A me piace chiamarla la nonna di Gesù e oggi è un bel giorno per festeggiare le nonne. Quando incensavo ho visto una cosa bellissima: la statua di Sant’Anna non è incoronata, la figlia, Maria, è incoronata. E questo è bello. Sant’Anna è la donna che ha preparato sua figlia per diventare regina, per diventare la regina dei cieli e della terra. Ha fatto un bel lavoro questa donna! Un bel lavoro!”.
Ha quindi rivolto l’invito “a vivere la festa patronale libera da ogni condizionamento, espressione pura della fede di un popolo che si riconosce famiglia di Dio e rinsalda i vincoli della fraternità e della solidarietà”, e si è congedato dal popolo con un appello:
“Abbiate speranza, la speranza non delude. E a me piace ripetervi: non lasciatevi rubare la speranza!”.