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La morte: aurora di vita eterna

Posté par atempodiblog le 31 juillet 2014

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“Tu non devi rallentare, affievolire alcuna attività spirituale, serafica, apostolica per l’avvicinarsi e imminenza della morte. Essa non spegne lo spirito-anima; l’avvia sempre più in crescente giovinezza immortale; è aurora di vita eterna, tramonto della vita temporale”.

Beato Giustino M. Russolillo

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La santa indifferenza

Posté par atempodiblog le 31 juillet 2014

La santa indifferenza dans Anticristo 6ej8l4

Per discernere lo spirito buono dallo spirito cattivo possiamo fare riferimento alla dottrina di sant’Ignazio di Loyola che, nei sui Esercizi Spirituali, ribadisce che per sostenere la propria vita spirituale è necessaria una grande purezza di cuore, che sant’Ignazio chiama “indifferenza”, ovvero la predisposizione alla massima disponibilità nei confronti della volontà di Dio. Con questa apertura di cuore, senza avere già nel cuore inclinazioni e desideri da assecondare si possono discernere le ispirazioni: se lo spirito di Dio a parlare, potrà dapprima chiedere qualcosa di duro e faticoso, ma lascerà una profonda pace nell’anima; se invece è lo spirito cattivo ad agire, ecco che prima presenterà qualcosa di seducente e accattivante per lasciare poi profonda insoddisfazione e inquietudine. Purezza di cuore, libertà dai desideri, santa indifferenza. Ma anche una profonda umiltà, poiché l’onnipotenza di Dio si manifesta laddove trova la miseria e la nullità dell’uomo in quanto Dio fa grazie agli umili. Allora, in questo quadro di umiltà e di distacco, di rinuncia interiore alla propria fame di mondo, allora si che si riesce a discernere lo spirito buono dalla spirito cattivo.

Tratto da: L’ora di Satana (L’attacco del Male al mondo contemporaneo) di Padre Livio Fanzaga con Diego Manetti, Ed. Piemme

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La più bella delle avventure: la vita

Posté par atempodiblog le 30 juillet 2014

La più bella delle avventure: la vita dans Citazioni, frasi e pensieri Beato-don-Giustino-Maria-della-Santissima-Trinit-Russolillo

“La vita è un lungo e grande cammino dalla terra al cielo, attraverso mari, deserti, città, altopiani, vallate ecc… e bisogna percorrerlo intero”.

Beato Giustino M. Russolillo

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Entrare con cortesia nella vita degli altri

Posté par atempodiblog le 30 juillet 2014

Sentite bene questo: saper entrare con cortesia nella vita degli altri. E non è facile, non è facile. A volte invece si usano maniere un po’ pesanti, come certi scarponi da montagna! L’amore vero non si impone con durezza e aggressività. Nei Fioretti di san Francesco si trova questa  espressione: «Sappi che la cortesia è una delle proprietà di Dio… e la cortesia è sorella della carità, la quale spegne l’odio e conserva l’amore» (Cap. 37).

Papa Francesco

Entrare con cortesia nella vita degli altri dans Amicizia egvatc

“Nell’altro non si entra come in una fortezza, ma come si entra in un bosco in una bella giornata di sole. Bisogna che sia un’entrata affettuosa per chi entra come per chi lascia entrare, da pari a pari, rispettosamente, fraternamente. Si entra in una persona, non per prenderne possesso, ma come ospite, con riguardo, con venerazione: non per spossessarlo ma per tenergli compagnia, per aiutarlo a meglio conoscersi, per dargli consapevolezza di forze ancora inesplorate per dargli una mano a essere se stesso”.

Don Primo Mazzolari - Della Tolleranza

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Papa Francesco, dieci consigli per vivere meglio

Posté par atempodiblog le 30 juillet 2014

Buoni consigli
Papa Francesco, dieci consigli per vivere meglio
Lucia Capuzzi e Nello Scavo – Avvenire

Papa Francesco, dieci consigli per vivere meglio dans Fede, morale e teologia spkxlk

Esiste la ricetta della felicità? Forse no, ma papa Francesco prova a sintetizzare in un decalogo alcuni principi che di sicuro possono aiutare le persone a vivere meglio. Ecco i dieci punti elencati nella prima intervista a un giornale argentino, il supplemento “Viva” di Clarín:

1) Vivi e lascia vivere
 “A Roma c’è un detto e potremmo prender­lo come principio guida per spiegare tale formula. Vai avanti e lascia che gli altri facciano altrettanto”.

2) Datti agli altri
 “Se uno si chiude corre il rischio di diventare egoista. E l’acqua stagnante fa in fretta a diventare putrida”.

3) Muoviti con serenità
“La capacità di muoversi con benevolenza e umiltà sono la vera oasi di serenità per la vita. Gli anziani possiedono questa saggezza, sono la memoria del popolo”.

4) Gioca con i figli
“E’ difficile: i genitori vanno a lavorare presto, a volte quando escono di casa i bambini ancora dormono. E’ difficile ma si deve fare”. “Il consumismo ci ha fatto perdere la sana cultura dell’ozio, della lettura, del guardare un’opera d’arte”.

5) Trascorri la domenica in famiglia
“L’altro giorno, a Campobasso, sono andato a una riunione tra il mondo universitario e il mondo operaio: tutti reclamavano la domenica non lavorativa. La domenica è per la famiglia”.

6) Aiutiamo i giovani a trovare un lavoro
“Dobbiamo essere creativi in tale questione. Se non trovano opportunità cadono nella droga”.

7) Rispetta la natura
“Si deve rispettare il creato e non lo stiamo facendo”.

8) Scordati rapidamente delle cose negative
“La necessità di parlar male degli altri indica una bassa autostima. Come dire: mi sento così in basso che, invece di tentare di elevarmi, cerco di abbassare l’altro”.

9) Rispetta chi la pensa in modo differente
“Il proselitismo religioso è la cosa peggiore che ci sia: paralizza. “Parlo con te, per convincerti”, no. Ciascuno dialoga in base alla sua prospettiva. La Chiesa cresce per attrazione, non per proselitismo”.

10) Cerca attivamente la pace
“La pace, a volte, si confonde con la quiete. In realtà, però, non è mai quiete: è sempre una pace attiva”.

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La relazione tra un uomo e un cane

Posté par atempodiblog le 28 juillet 2014

 La relazione tra un uomo e un cane dans Citazioni, frasi e pensieri jggmtg

“So che la relazione tra un uomo e un cane è una vera relazione… l’uomo storico, attraverso tutta la sua storia, ha avuto un cane e non ha mai dimenticato il cane; come si può vedere in Tobia o in Ulisse”.

Gilbert Keith Chesterton - Dal saggio La storia delle Nazioni
Tratto da: G.K. Chesterton

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Abiti da sposa, al Monastero di S. Rita a Cascia sono gratuiti

Posté par atempodiblog le 28 juillet 2014

Abiti da sposa, al Monastero di S. Rita a Cascia sono gratuiti
Al Monastero di Santa Rita, a Cascia, l’abito da sposa è gratuito. Ce ne sono più di 300, tutti di seconda mano, donati per solidarietà o devozione a Santa Rita. Incaricata dell’ufficio è suor Maria Laura, con un passato da sarta. Questa attività caritatevole nasce negli Anni Cinquanta, quando ne usufruivano solo le “Apette”, giovani ospiti dell’Alveare di Santa Rita per ragazze in difficoltà. Oggi l’iniziativa è aperta a tutte le future spose, credenti o laiche.

di Elisa Sartarelli – Radio Vaticana

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Una stanza all’interno della Clausura racchiude il tesoro di centinaia di abiti da sposa, divisi per taglia e in attesa di chi li indosserà. In passato, le future spose venivano accolte fuori dalla Clausura e avevano a disposizione solo un piccolo specchio. Ma dall’ottobre 2013, visto l’aumento degli abiti e delle richieste, è aumentato anche lo spazio per loro e ora possono specchiarsi a figura intera. Vista tanta generosità, molte lasciano un’offerta. Paola Raspetti è arrivata a Cascia da Acquasparta, in provincia di Terni, dopo aver sentito l’esperienza di alcune sue amiche:

“La scelta che io ho fatto è stata proprio per sperimentare questa Provvidenza che ci ha accompagnato in tante scelte, sia proprio nella scelta di sposarci, sia nella scelta della casa, nella scelta del ricevimento… tante piccole cose attraverso le quali abbiamo potuto sperimentare che nell’organizzazione non eravamo soli”.

Molte spose riportano l’abito al monastero ma per altre separarsene è difficile:

“Io ancora non l’ho riportato indietro, in realtà, perché questo vestito è piaciuto tantissimo, anche a mia sorella. Io ho una sorella più piccola che mi ha detto: ‘Teniamolo, perché questo vestito è bellissimo, magari un giorno me lo metterò anch’io’. Però, sicuramente si riconsegnerà”.

Elisa Galeotti, bolognese, ha scoperto questa iniziativa grazie al Servizio orientamento giovani di Assisi. Ad accompagnarla, c’era una sua amica:

“Quasi nessuno lo conosceva, come attività, e appena l’ho raccontato alla mia amica, lei subito ha detto: ‘Ah, finalmente ho trovato un posto per il mio abito. Vengo con te: io dono il mio e tu ne prendi un altro’”.

Un abito da sposa gratuito può fare gola… ma spesso non è il motivo economico a muovere le future spose:

“Direi che anche se avessi avuto una grandissima disponibilità economica, stride un po’ spendere così tanti soldi per un vestito che si indossa un giorno solo. Un vestito che ti viene donato acquista un valore che non si raggiunge neanche con le stoffe più ricercate del mondo!”.

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Francesco a Caserta: sperare in Gesù, accogliere esclusi, tutelare ambiente

Posté par atempodiblog le 27 juillet 2014

L’invito a sperare in Gesù, ad accogliere gli immigrati e a salvaguardare il creato; il no all’illegalità e alla corruzione: sono stati questi gli importanti compiti che il Papa ha consegnato durante la Messa presieduta davanti alla Reggia di Caserta, alla presenza di oltre 200mila persone. Francesco dopo aver ringraziato per la calorosa accoglienza ha poi annunciato che entro l’anno sarà anche a Napoli.
di Francesca Sabatinelli – Radio Vaticana

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Non lasciatevi rubare la speranza! Con questo appello il Papa ha concluso l’omelia davanti alle decine di migliaia di fedeli che a Caserta lo hanno atteso per ore, anche sotto la pioggia, in attesa proprio della sua parola di incoraggiamento. A tutti loro, Francesco ha detto che la speranza è Gesù ed è Lui il tesoro che trasforma l’esistenza degli uomini una volta che lo hanno trovato. Attraverso le parabole del ricco mercante e del povero contadino, e quindi delle ricchezze da loro scoperte, una perla e un tesoro, Francesco ha lasciato il suo messaggio: “Gesù insegna che cosa è il Regno dei cieli, come lo si trova, cosa fare per possederlo” perché le due parabole “fanno capire che il regno di Dio si fa presente nella persona stessa di Gesù”. La gioia del contadino e del mercante quanto trovano i loro tesori è la stessa gioia di ogni uomo quando scopre nella sua vita la vicinanza e la presenza di Gesù:

“Una presenza che trasforma l’esistenza e ci rende aperti alle esigenze dei fratelli; una presenza che invita ad accogliere ogni altra presenza, anche quella dello straniero e dell’immigrato. E’ una presenza accogliente, è una presenza gioiosa, è una presenza feconda. Così è il regno dentro di noi”.

Per ogni fedele l’incontro con Gesù avviene in modo diverso, c’è chi lo desidera, c’è chi lo scopre all’improvviso, ma sempre – ha proseguito il Papa -  “è Lui che ci cerca e si fa trovare anche da chi non lo cerca”, in luoghi insoliti e in tempi inattesi:

“E Gesù è fra noi, Lui è qui oggi. L’ha detto Lui: ‘Quando voi siete riuniti nel mio nome, io sono fra voi’. Il Signore è qui, è con noi, è in mezzo a noi!”.

La reazione è però una quando Lo si trova: se ne rimane affascinati, conquistati, si lascia con gioia il consueto modo di vivere, talvolta arido e apatico, “per abbracciare il Vangelo, per lasciarci guidare dalla logica nuova dell’amore e del servizio umile e disinteressato”. Ed ecco che Francesco come già fatto in passato, ha invitato i fedeli ad avere sempre vicino il Vangelo, per leggerne quotidianamente un brano:

“Quanti di voi, ogni giorno, leggono un brano del Vangelo? Ma quanti di voi, forse, si affrettano a fare il lavoro per non perdere la telenovela… Avere il Vangelo tra le mani, avere il Vangelo sul comodino, avere il Vangelo nella borsa, avere il Vangelo in tasca e poi aprirlo per leggere la Parola di Gesù: così il regno di Dio viene. Il contatto con la Parola di Gesù ci avvicina al regno di Dio. Pensate bene: un Vangelo piccolo sempre a portata di mano, si apre in un punto a caso e si legge cosa dice Gesù, e Gesù è lì”.

Per possedere il Regno di Dio, però, ha avvertito, non basta l’entusiasmo, occorre mettere Lui al primo posto:

“Dare il primato a Dio significa avere il coraggio di dire no al male, no alla violenza, no alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune”.

Quando una persona scopre Dio, quindi, “abbandona uno stile di vita egoistico e cerca di condividere con gli altri la carità che viene da Dio”. Chi diventa amico di Dio, ama i fratelli, si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute anche rispettando l’ambiente e la natura, ha proseguito Francesco, toccando un aspetto molto doloroso della vita di questa terra, dal sottosuolo avvelenato dai rifiuti letali:

“Io so che voi soffrite per queste cose. Oggi, quando sono arrivato, uno di voi si è avvicinato e mi ha detto: ‘Padre, ci dia la speranza’. Ma io non posso darvi la speranza, io posso dirvi che dove è Gesù lì è la speranza; dove è Gesù si amano i fratelli, ci si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute, anche rispettando l’ambiente e la natura. Questa è la speranza che non delude mai, quella che dà Gesù!”.

La vostra terra, ha quindi proseguito, richiede di essere tutelata e preservata:

“…richiede di avere il coraggio di dire no ad ogni forma di corruzione e di illegalità – tutti sappiamo il nome di queste forme di corruzione e di illegalità – richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile di vita evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell’attenzione al povero e all’escluso.Attendere al povero e all’escluso! La Bibbia è piena di queste esortazioni. Il Signore dice: voi fate questo e quest’altro, a me non importa, a me importa che l’orfano sia curato, che la vedova sia curata, che l’escluso sia accolto, che il Creato sia custodito. Questo è il regno di Dio!”.

Francesco, in conclusione, ha ricordato che in questo giorno Caserta festeggia la sua Santa patrona, Anna:

“A me piace chiamarla la nonna di Gesù e oggi è un bel giorno per festeggiare le nonne. Quando incensavo ho visto una cosa bellissima: la statua di Sant’Anna non è incoronata, la figlia, Maria, è incoronata. E questo è bello. Sant’Anna è la donna che ha preparato sua figlia per diventare regina, per diventare la regina dei cieli e della terra. Ha fatto un bel lavoro questa donna! Un bel lavoro!”.

Ha quindi rivolto l’invito “a vivere la festa patronale libera da ogni condizionamento, espressione pura della fede di un popolo che si riconosce famiglia di Dio e rinsalda i vincoli della fraternità e della solidarietà”, e si è congedato dal popolo con un appello:

“Abbiate speranza, la speranza non delude. E a me piace ripetervi: non lasciatevi rubare la speranza!”.

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Preghiera a Sant’Anna rivelata a Santa Brigida

Posté par atempodiblog le 26 juillet 2014

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Nelle Rivelazioni di S. Brigida si legge che la Santa ebbe in dono dall’Abate di S. Paolo fuori mura di Roma una reliquia del Braccio di S. Anna che conservasi colà nella ricca cappella delle Reliquie. Ora mentre essa pensava al modo di collocare tali Reliquie della Santa Avola di Gesù per custodirle ed onorarle nel modo più degno, le apparve S. Anna stessa che le disse: “Io sono Anna, la Patrona di tutti i coniugati che furono prima delle legge di grazia; e sono la Madre di tutti i coniugati cristiani, perché Dio volle prendere carne dalla mia discendenza, e perciò tu, figlia mia, invocherai il Signore con questa preghiera:

Sii benedetto, o Gesù, Figlio di Dio e della Vergine, che ti degna­sti eleggerti per Madre Colei che fu il frutto del sacro coniugio di Anna e Gioacchino; per le preghiere di entrambi abbi pietà di tutti coloro che vivono nello stato coniugale, affinché si accre­sca il numero dei glorificatori di Dio. Così sia”.

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La forza della preghiera

Posté par atempodiblog le 26 juillet 2014

La forza della preghiera dans Fede, morale e teologia 24qinw9

Anche il credente che abbia poca dimestichezza con la preghiera, come il sottoscritto, ha in più occasioni la consapevolezza di cosa significhi nella vita di ogni giorno ritagliarsi qualche momento in cui ci si astrae dalla routine quotidiana, e, messi da parte il dormire, il mangiare, il lavorare, il begare… si cerca un contatto con Dio: cioè un attimo di pace, di serenità spirituale, nel quale le passioni si acquietano, i pensieri si elevano, lo sguardo, solitamente contratto e raggomitolato, si estende. Pregare significa accedere all’Origine e al Fine del nostro Essere, contemplare il mistero dell’Incarnazione di Dio, e così mettere a fuoco ciò che è importante e ciò che non lo è. Sei iroso? Nella preghiera trovi la calma e la quiete, una comprensione superiore dei fatti, grazie alla quale l’ira di prima appare inutile e cattiva. Sei in preda allo sconforto? La preghiera rinforza l’anima prostrata, come un bagno freddo che ritempra il corpo e lo rende tonico e forte. Sei in preda alla superbia? La preghiera ti rimette al tuo posto: sei creatura, non Dio, ma creatura amata, il cui unico bisogno non è la fama, l’onore, il potere, ma il Creatore, che è infinitamente di più di tutte le cose create e di tutte le aspirazioni mondane. Soprattutto la preghiera costante permette alla vita dell’uomo di non essere in balia delle onde, delle circostanze, delle situazioni contingenti e sempre cangianti. L’uomo di preghiera, per quanto possibile umanamente, sta, dum volvitur orbis, mentre tutto gira, cambia, muta.

A differenza del pagano, che pregava per ottenere qualcosa, il cristiano anzitutto dovrebbe ringraziare Dio di ciò che ha e lodarlo per i suoi doni; poi, certo, la preghiera è anche richiesta, persino di beni terreni, di aiuti concreti; ma soprattutto richiesta, spesso difficile, di saper vivere ciò che tocca vivere; di sapere  affrontare, ciò che non si vorrebbe affrontare; di saper essere, ciò che si fatica ad essere; di saper  portare ciò che non si vorrebbe portare… Per questo la preghiera cristiana non è fuga, come vorrebbero alcuni, ma, al contrario, coinvolgimento pieno, alla luce dell’Incarnazione.

Madre Teresa di Calcutta, esempio a noi cronologicamente vicino di questa forza della preghiera, era una donnina piccola e curva, in mezzo alle continue tempeste del mondo. Perché le sue suore, con lei, le affrontassero con la forza sufficiente, aveva messo come regola anche un’ora di adorazione davanti al Santissimo ogni sera. Insegnando così alle sue suore che è nella vita contemplativa che si trova la forza per affrontare cristianamente la vita attiva. Ad un visitatore che le chiedeva: “Non le pare troppo lungo questo tempo dedicato alla preghiera?”. No, rispose, perché “senza questo amore personale a Cristo, la nostra vita sarebbe impossibile”.

Ebbene, madre Teresa riassumeva così il suo pensiero: “Il frutto del silenzio è la preghiera / Il frutto della preghiera è la fede / Il frutto della fede è l’amore / Il frutto dell’amore è il servizio / Il frutto del servizio è la pace”. Dal silenzio, condizione prima della preghiera, ad una pace nutrita di fiducia, di amore, di servizio agli altri.

Un premio Nobel per la medicina come Alexis Carrel, nella prima metà del Novecento scrisse un libretto di poche pagine, intitolato “La preghiera”, nato anzitutto dall’osservazione dei malati che andavano a Lourdes, o di quelli che tornavano da quella cittadina francese, anche senza aver ottenuto alcuna guarigione fisica. Osservando quelle persone deboli e prostrate nel corpo, ma forti nello spirito, che non rimanevano schiacciate dalle contingenze, ma si elevavano al di sopra di esse, Carrel comprese che la forza della preghiera sta nel suo corrispondere ad un bisogno dell’animo umano: come il corpo ha bisogno di ossigeno e di cibo, così l’anima (e di conseguenza anche il corpo, che è ad essa unito) ha bisogno della preghiera.

Scriveva Carrel: “Anche quando è di scarso valore e consiste, soprattutto, nella recitazione macchinale di formule, la preghiera esercita un effetto sul comportamento. Essa fortifica, insieme, il senso del sacro e il senso morale. I luoghi dove si prega si distinguono per una certa persistenza del sentimento del dovere e della responsabilità, per minori gelosie e iniquità, per qualche bontà verso il prossimo. Sembra dimostrato che, a parità di sviluppo intellettuale, il carattere e il valore morale sono più elevati negli individui che pregano, anche poco, piuttosto che in coloro che non pregano mai. Quando la preghiera è abituale e veramente fervente, la sua influenza diventa evidentissima. La si può paragonare a quella di una ghiandola a secrezione interna, come, ad esempio, la tiroide e la ghiandola surrenale. Tale influenza consiste in una specie di trasformazione mentale ed organica, questo mutamento avviene progressivamente. Si direbbe che nella profondità della coscienza si accenda una fiamma. L’uomo si vede tale quale è. Scopre il suo egoismo, la sua cupidigia, i suoi errori di giudizio, il suo orgoglio…”.

di Francesco Angoli – Il Foglio
Tratto da: Libertà e Persona

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Moralisti demoralizzati

Posté par atempodiblog le 26 juillet 2014

Moralisti demoralizzati
“Nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti, ma raramente dei moralisti che non erano farabutti” (Indro Montanelli)

Moralisti demoralizzati dans Articoli di Giornali e News 2hnattg

Chissà se adesso Antonio Ricci, il satanasso di Canale 5 che ogni sera striscia le nequizie degli italiani, manderà lo scudiero Staffelli a Montecarlo a consegnare un super Tapiro all’amichetto Greggio? Venti milioni di euro non sono bruscolini, varrebbero invece la consegna di un Tapirone formato Cavallo di Troia in polistirolo, alto trenta piani e pieno di agenti del Fisco mascherati da veline. Già, stavolta il signor Ezio l’ha fatta grossa: 20 milioni di euro per fare la pace con l’Agenzia delle Entrate, una delle transazioni più alte mai pagate da un contribuente. Lo scoop è del Corriere della Sera che ha dato la notizia del grande accordo fiscale firmato dallo showman principe di Mediaset e gran sacerdote di Striscia la Notizia, il Tg satirico inventato da Antonio Ricci. 

Greggio, scrive il Corriere, aveva subìto l’avvio di un accertamento fiscale più di un anno fa, quando il Fisco aveva messo gli occhi sui 23 milioni di euro che Mediaset, tra il 2009 e il 2013, aveva pagato al conduttore di Striscia, Paperissima e Veline. Il contenzioso nasceva dal fatto che il Fisco sospettava rapporti poco chiari con la società irlandese Wolf Pictures Ltd, alla quale Greggio risultava aver ceduto tutti i diritti di sfruttamento economico della sua immagine poi venduti a Mediaset. E aveva da ridire anche sulla residenza a Montecarlo, che permetteva al conduttore di vedere tassati i propri redditi in misura molto minore che in Italia. Insomma, questione intricata e complessa che, in un primo tempo, Greggio pensava di poter districare e risolvere positivamente a suo favore. Le cose non andarono invece così e  Greggio, su consiglio dei consulenti tributari dello studio Crowe Horwath, si convinse che il gioco era troppo pericoloso e che «rischiava di dover sborsare, tra capitale, sanzioni e interessi, una cifra ben superiore (se non quasi doppia) a quei 20 milioni di euro». Da qui la decisione di pagare. Con tanti saluti non solo ai risparmi di una vita ma anche, e questo è forse il lato più imbarazzante, all’immagine del Grande Cacciatore di furbetti, fattucchiere e maghi della truffa che s’era pazientemente costruito in vent’anni di onorata e comica carriera.

La colpa, dice adesso Greggio, è della società irlandese che non avrebbe eseguito le trattenute e versato i tributi dovuti al Fisco italiano. La società, invece, si giustifica appellandosi a un presunto «errore interpretativo», mente lui ribadisce di non aver mai sospettato nulla sul comportamento evasivo degli irlandesi. È vero, ammette in sostanza il signor Ezio, ma lo facevano a sua insaputa. Già, come Scajola, come il Batman dei Parioli o il cassiere di Rutelli. Ma via, lei è un bel volpino.

Un anno fa, il Fatto Quotidiano fece i conti in tasca al conduttore viaggiatore che ogni giorno si divideva tra Montecarlo e gli studi di Cologno Monzese. Mediaset in quattro anni sborsa 23 milioni di euro per il volto di Striscia: di questi, più di 12 milioni sono stati versati direttamente a lui per le trasmissioni e quasi 2,5 per l’esclusiva. Mentre gli altri 8 milioni sono finiti alla società con sede a Dublino. Un triangolo, stando alla ricostruzione del Fatto, su cui l’Agenzia delle entrate ha voluto vederci più chiaro. Come sulla residenza a Monaco, grazie alla quale Greggio poteva cavarsela con una ritenuta alla fonte del 30 per cento su quanto ricevuto da Mediaset, invece di versare nel nostro Paese imposte con aliquote che per importi così elevati superano il 40 per cento. 

Ok, adesso con il trucco scoperto, il contenzioso si chiude a un prezzo salatissimo: 20 milioni di euro e, aggiungiamo noi, con la riabilitazione in massa di tutti quei meschinelli beccati da Striscia a vendere il Colosseo. Greggio, insomma, come tanti altri soloni da teleschermo, moralisti a sua volta demoralizzati. Impareranno la lezione? Il plurale, in questi casi, è d’obbligo perché la creatura di Ricci ha fatto tristemente scuola. Con Striscia è nato il giornalismo stalking, il teppismo a mezzo stampa. Non c’è programma di informazione che non segua lo stesso modello: chi è considerato responsabile di qualcosa viene pedinato con la telecamera e se non risponde il verdetto è subito servito: colpevole. Senza appello. Succede alle Iene, a Report, a Ballarò, a Servizio Pubblico e Piazza Pulita: i conduttori si sentono tutti dei piccoli Assange.

Il Trio Medusa, Gimmi Ghione, il Gabibbo, Capitan Ventosa, Brumotti: ecco le nuove star di questo giornalismo geneticamente modificato: fanno cronaca cabaret e ingaggiano attori e guitti per le loro inchieste. Non hanno bisogno di andare a caccia dei fatti: le notizie le inventano in studio, sono passate al montaggio e servite al pubblico.

Ricordate quel prete con tendenze gay adescato in confessionale da un finto penitente, filmato e sbattuto in video dalle Iene di Italia1? Quei pirlotti vestiti di nero avevano mandato una giovane comparsa a fare da esca, a stimolare nel sacerdote le inconfessabili passioni, a offrirsi come docile preda. La telecamera nascosta ha documentato tutto: le prime avances, le toccatine di assaggio fino all’assalto finale. Certo, il viso del prete veniva oscurato e pure la voce camuffata, ma nel filmato mandato in onda una decina di volte, c’erano indizi chiarissimi che portavano al riconoscimento del disgraziato, ma soprattutto l’inquadratura del santuario dove il prete esercitava il suo ministero. Qualche mese dopo, il sacerdote si gettò sotto un treno.

Certo, queste Iene della mutua si guarderebbero bene dallo spedire qualche muscoloso attore a fare le moine in un circolo Arcigay: sarebbero sommersi di proteste, contro di loro si scatenerebbe tutta la lobby Lgbt e dopo indignate interrogazioni in Parlamento le Iene sarebbero costrette a scusarsi e a mandare in onda, come riparazione, un’intervista di due ore a Nichi Vendola. Non occorre scomodare Montanelli quando scriveva: «nella mia vita ho conosciuto farabutti che non erano moralisti, ma raramente dei moralisti che non erano farabutti». Basta l’Agenzia delle Entrate, almeno una volta, a rimettere a posto i conti.

di Luigi Santambrogio – La nuova Bussola Quotidiana
Tratto da: Ascolta tua Madre

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Una speciale fonte di ricchezza dove attingere

Posté par atempodiblog le 25 juillet 2014

Una speciale fonte di ricchezza dove attingere dans Citazioni, frasi e pensieri Beato-don-Giustino-Maria-della-Santissima-Trinit-Russolillo

La Madonna è un mondo così grande di perfezione, di bellezza e ricchezza spirituale, che nessun’anima e nessuna opera può esaurirlo: perciò ognuno riceve come assegnata dal Signore un’opera speciale di Maria in cui onorarla e imitarla, una speciale fonte di ricchezza dove attingere, e in gran parte questo cielo particolare è indicato da quel titolo speciale sotto il quale si onora la Vergine Maria.

Beato Giustino M. Russolillo

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O Maria, Tu sei la gioia

Posté par atempodiblog le 25 juillet 2014

O Maria, Tu sei la gioia dans Citazioni, frasi e pensieri Amare-la-Madonna

È Lei (la Madonna) che mi ha insegnato ad amare interiormente Iddio e come adempire in tutto la Sua santa volontà. O Maria, Tu sei la gioia, poiché attraverso Te Iddio è sceso in terra e nel mio cuore.

Santa Faustina Kowalska

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La grande misericordia dei padri del deserto

Posté par atempodiblog le 25 juillet 2014

La grande misericordia dei padri del deserto
Tratta da: Vita e detti dei Padri del deserto

La grande misericordia dei padri del deserto dans Apoftegmi dei Padri del deserto 2ag4ytf

Achille – 1

1. Si recarono un giorno dal padre Achilla tre anziani, dei quali uno aveva una cattiva fama. Uno di essi chiese: «Padre, fammi una rete». «Non la faccio», rispose. Il secondo chiese: «Facci questa carità, perché possiamo avere un tuo ricordo nel nostro monastero». Ma egli rispose: «Non ho tempo». Disse poi il terzo, quello che aveva cattiva fama: «Fammi una rete, perché io abbia un oggetto fatto con le tue mani, padre». A lui rispose subito: «Te la farò». Gli altri due gli chiesero poi in disparte: «Perché alle nostre preghiere non hai voluto acconsentire e hai detto a lui: – Te la farò?». L’anziano disse loro: «A voi ho detto che non l’avrei fatto e voi non vi siete rattristati, sapendo che non ho tempo. Se invece non la facessi a lui, direbbe che non voglio perché ho saputo dei suoi peccati. E con questo spezzeremmo la corda. Invece ho voluto sollevare la sua anima, perché non sia sommersa dalla tristezza» (124bc; PJ X, 14).

Isidoro di Scete – 1

1. Raccontavano del padre Isidoro, presbitero a Scete, che se qualcuno aveva un fratello ostinato e debole, oppure negligente e protervo, e voleva cacciarlo, egli diceva: «Portatemelo qui». Lo accoglieva e con la sua pazienza lo salvava (220bc; PJ XVI, 5).

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Trattiamo il prossimo come vorremmo essere trattati noi al suo posto

Posté par atempodiblog le 25 juillet 2014

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“Ogni prossimo, che incontriamo nella nostra giornata, amiamolo così. Immaginiamo di essere nella sua situazione e trattiamolo come vorremmo essere trattati noi al suo posto. La voce di Dio che abita dentro di noi suggerirà l’espressione d’amore adatta ad ogni circostanza”.

Chiara Lubich

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