La mormorazione

Posté par atempodiblog le 9 juin 2014

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Quando uno si mette gli occhiali verdi, vede tutto verde; e se mette gli occhiali scuri, tutto davanti a lei si oscura. Così, quando c’è l’invidia nel cuore, tutto è interpretato in male, anche le azioni migliori; e si cerca negli altri – diciamo così – il pelo nell’uovo, mentre che poi noi stessi, o con la mormoratrice medesima, commette cose più gravi.
E quello che rileva nelle altre, non dipende forse da ciò: che nel suo animo vi è l’invidia, vi è l’orgoglio?

La mormorazione fa danno alla persona di cui si mormora.
Perché fai perdere la stima? È minor peccato rubare i soldi. Perché l’uomo, ogni uomo ha tre beni: ha i beni di persona, ha i beni di fortuna e ha i beni di stima.
Beni di persona, quindi che ognuno rispetti la persona altrui, non si può mica percuotere, ad esempio.
Beni di fortuna si può mica rubare, ma più preziosi sono i beni di stima, l’onore.
E la Scrittura dice: è meglio un buon nome che molte ricchezze. Dunque, voglio dire, è minor male rubare molto, che togliere la stima alle persone. Togliere la stima alle persone!

Allora occorre pensare sempre a noi. Vi sono delle persone che hanno un cattivo istinto: guardano i difetti degli altri. E vi sono persone che disturbano così alle volte le comunità, che non si può più disporre, non si può più compiere quello che si dovrebbe fare. Non c’è più la libertà, ecco!
E queste persone, forse, vedranno solo al Giudizio il male che han fatto. Ma è meglio che lo conoscano prima specialmente negli Esercizi, per toglierlo, togliere la causa di questo.
Oh! Non aggraviamoci ancora dei peccati altrui, che ne abbiam già troppi noi! da confessare e da espiare, da riparare, da correggere. Sì.
Non fare agli altri quello che ragionevolmente non vuoi fatto a te stesso. E fa agli altri quello che ragionevolmente vorresti fatto a te.
Vi sono autori, libri, che sopra la mormorazione hanno delle parole roventi.

Eppure c’è questa tendenza: si portano due bisacce: nella bisaccia davanti, si mettono i difetti degli altri e si guardano e si conoscono; e i nostri li mettiamo nella bisaccia di dietro. E proprio quelle che fan bene in comunità, stanno a guardare le altre e rilevano e giudicano, e condannano l’operato della Superiora e l’operato delle sorelle. E se poi una cosa va male, oh!, lì la colpa è di tutte fuorché di loro, fuorché di loro. E forse è andata male proprio per causa loro, perché non han lavorato, perché non han messo il loro impegno, perché han lasciato mancare la preghiera per la comunità e per le sorelle, perché non hanno dato il buono esempio.

Beato Don Giacomo Alberione

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