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L’amore che Gesù Cristo ci porta

Posté par atempodiblog le 2 juin 2014

L'amore che Gesù Cristo ci porta dans Citazioni, frasi e pensieri Ges

“Oh, se intendessimo l’amore che arde per noi nel Cuore di Gesù!… Ci ha tanto amati, che se mettessimo insieme tutto l’amore di cui sono capaci gli uomini, i Santi e gli Angeli, non arriveremmo che alla millesima parte dell’amore che Gesù Cristo ci porta”.

Sant’Alfonso Maria de Liguori

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Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori

Posté par atempodiblog le 2 juin 2014

Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori dans John Ronald Reuel Tolkien 20iue83

Nella nostra cultura occidentale la tradizione cavalleresca è ancora forte, benché, come prodotto della cristianità (e tuttavia tutta un’altra cosa dall’ etica cristiana) i tempi le siano ostili. Idealizza l’amore – e può essere una cosa positiva, perché comprende molto più che il piacere fisico e prescrive se non proprio la purezza, almeno la fedeltà, e quindi la negazione di sé, il «servizio», la cortesia, l’onore e il coraggio.

Il suo punto debole è, naturalmente, la sua origine di divertimento artificiale praticato nelle corti, un modo di godere dell’amore in sé stesso, senza nessun riferimento (anzi negandone la validità) al matrimonio. Il suo centro non era Dio, ma divinità artificiose, l’Amore e la Dama. Tende tuttora a fare della Dama una specie di faro-guida o di divinità: un assioma ormai passato di moda.[...] Anche la donna è un essere umano caduto e anche la sua anima è in pericolo. [Questa tradizione] penso che presenti dei pericoli. Non è completamente vera e non è perfettamente «teo­centrica ». Distoglie, e ha distolto in passato, gli occhi del giovane dalle donne così come sono veramente, compagne nelle avversità della vita e non stelle-guida. Fa dimenticare i desideri, i bisogni, le tentazioni delle donne. Inculca la tesi esagerata dell’«amore vero» come di un fuoco che viene dal di fuori, un’esaltazione permanente, che non prende in considerazione gli anni che passano, i figli che arrivano, la vita di tutti i giorni ed è svincolata dalla volontà e dagli obiettivi. (Uno dei risultati è quello di far cercare ai giovani un «amore» che li tenga sempre al caldo, riparati da un mondo freddo, senza che debbano sforzarsi in nessun modo; e gli inguaribilmente romantici vanno avanti a cercare questo amore a costo di affrontare lo squallore delle cause di divorzio ).

[...] E’ un mondo corrotto, il nostro, e non c’è armonia tra i nostri corpi, la nostra mente e l’anima. Tuttavia, la caratteristica di un mondo corrotto è che il meglio non si può ottenere attraverso il puro godimento, o quella che è chiamata la realizzazione di sé (che di solito è un modo elegante per definire l’autoindulgenza, nemica della realizzazione degli altri); ma attraverso la rinuncia, la sofferenza. La fede nel matrimonio cristiano implica questo: grande mortificazione. Per un cristiano non c’è alternativa. Il matrimonio può aiutarlo a santificare e a dirigere verso un giusto obiettivo i suoi impulsi sessuali; la sua grazia può aiutarlo nella battaglia; ma la battaglia resta. Il matrimonio non lo potrà soddisfare – come un affamato può essere soddisfatto da pasti regolari.[...] Queste cose non vengono quasi mai dette – nemmeno a quelle persone cresciute nella fede della Chiesa. Quelle che vivono al di fuori sembra che non ne abbiano mai sentito parlare. Quando l’innamoramento è passato o quando si è un po’ spento, pensano di aver fatto un errore e di dover ancora trovare la vera anima gemella. Per vera anima gemella troppo spesso si scambia la prima persona sessualmente attraente che si incontra. Qualcuno che forse davvero avrebbero fatto meglio a sposare, se solo… Da qui il divorzio, per risolvere quel «se solo». E naturalmente di solito hanno ragione: avevano fatto un errore. Solo un uomo molto saggio, arrivato al termine della sua vita, potrebbe esprimere un equo giudizio su quale persona, fra tutte, avrebbe fatto meglio a sposare! Quasi tutti i matrimoni, anche quelli felici, sono errori: nel senso che quasi certamente (in un mondo migliore, o anche in questo, pur se imperfetto, ma con un po’ più di attenzione) entrambi i partner avrebbero potuto trovare compagni molto più adatti. Ma la vera anima gemella è quella che hai sposato. Di solito tu scegli ben poco: lo fanno la vita e le circostanze (benché, se c’è un Dio, queste non siano che i Suoi strumenti o la Sua manifestazione).[...]

Ma anche nei paesi dove la tradizione romantica ha tanto influenzato le consuetudini sociali da far credere alla gente che la scelta di un compagno riguardi esclusivamente il giovane, solo un raro colpo di fortuna fa sì che si incontrino un uomo e una donna «destinati» l’uno all’altra e in grado di interessare un grande e splendido amore. Questa possibilità ci incanta, ci prende alla gola: moltissime poesie e moltissimi racconti sono stati scritti su questo argomento, probabilmente più numerosi che le storie d’amore reali (e tuttavia le migliori di queste storie non parlano del matrimonio felice di questi grandi amanti, ma della loro tragica separazione; come se persino nella dimensione del racconto la grandezza e lo splendore, in questo mondo corrotto, si raggiungano attraverso il fallimento e la sofferenza). In questi grandi amori, spesso amori a prima vista, cogliamo la visione, suppongo, di quello che sarebbe stato il matrimonio in un mondo incorrotto. In questo mondo corrotto abbiamo come unica guida la prudenza e la saggezza (rare nella gioventù e inutili nella ma­turità), un cuore puro e forza di volontà. [...] La mia stessa storia è così fuori dal comune, così sbagliata e imprudente che mi riesce difficile consigliarti di essere cauto. Tuttavia, le eccezioni possono giustificare la norma [...].

Al di là di questa mia vita oscura, tanto frustrata, io ti propongo l’unica grande cosa da amare sulla terra: i Santi Sacramenti. [...] Qui tu troverai avventura, gloria, onore, fedeltà e la vera strada per tutto il tuo amore su questa terra, e più di questo: la morte. Per il divino paradosso che solo il presagio della morte, che fa terminare la vita e pretende da tutti la resa, può conservare e donare realtà ed eterna durata alle relazioni su questa terra che tu cerchi (amore, fedeltà, gioia), e che ogni uomo nel suo cuore desidera.

Da una lettera di John R. R. Tolkien al figlio Michael (6-8 marzo 1941)

Tratto da: John R. R. Tolkien, La realtà in trasparenza, Bompiani 2001.

Dal blog di Costanza Miriano

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Perché amare l’Italia

Posté par atempodiblog le 2 juin 2014

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Perché amare l’Italia? E’ una domanda che purtroppo affiora sempre più spesso. Dico purtroppo perché dovrebbe essere già evidente, soprattutto a chi ci vive, di quante e quali meraviglie è costellata la penisola. Questo è il Paese di tutto e del suo contrario, dei falsi invalidi e dei veri eroi, del passato difficile e dell’antichità gloriosa, della mancata sobrietà istituzionale e del vino che tutti vorrebbero bere; la patria delle trasformazioni e dei valori immutabili; il giardino della Storia e il nido dell’Arte; il posto dove tutti si sentono a casa, anche quelli che lasciano la propria per visitarlo.

Da noi il caffè è buono anche quando è amaro e la speranza corre più volentieri sopra le macerie, perché non riusciamo ad evitare i crolli però, quando è il momento, sappiamo ricostruire. Siamo gli architetti del riscatto, gli ambasciatori più credibili di quella rinascita alla quale, talvolta, non crediamo neppure noi. In Italia parliamo tante lingue diverse: c’è chi preferisce quella dell’onestà e del coraggio, chi predilige quella della presunta furbizia e altri ancora, purtroppo, quella muta dell’indifferenza. Abbiamo insomma tanti vocabolari, eppure dimoriamo nella stessa biblioteca. E quando facciamo silenzio e riflettiamo su dove abbiamo il privilegio di vivere – in Italia – la nostra espressione dice sempre una cosa sola: meraviglia.

di Giuliano Guzzo

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