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Mormorazioni

Posté par atempodiblog le 11 mai 2014

Mormorazioni dans Citazioni, frasi e pensieri San-Francesco-di-Sales

Un sussurrio in latino vuol dire un mormorio, il piccolo rumore o sussurro che producono quei piccoli ruscelli nei quali ci sono pietre che, facendo fluttuare e ondeggiare le acque, impediscono loro di scorrere senza rumore, come fanno invece i grandi fiumi, che corrono così dolcemente che quasi non si vede il movimento perpetuo di quelle acque. La gente del mondo sparla con grande libertà, grida i peccati e i difetti del suo prossimo, semina discordie, cova malevolenze e odi mortali, non fa attenzione alcuna alle avversioni, che ritiene odio, e non smette di contristare o a fare del male a coloro verso i quali ne ha. […]

Noi possiamo certamente confessare i nostri peccati veniali ad alta voce e chiaramente davanti a tutti, principalmente quando si tratta di umiliare noi stessi; ma non possiamo farlo con i nostri peccati mortali, perché non siamo padroni della nostra stessa reputazione, a maggior ragione non siamo tenuti a rendere pubblici quelli del prossimo, quando sono segreti.

San Francesco di Sales – Trattenimenti Spirituali

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Madre di Dio e Madre della Chiesa

Posté par atempodiblog le 11 mai 2014

Madre di Dio e Madre della Chiesa
di padre Livio Fanzaga – Il Timone
Tratto da: La nuova Bussola Quotidiana

Madre di Dio e Madre della Chiesa  dans Angeli Nostra-Signora

Quando San Bernardo affermava che riguardo alla Madonna non si parla e non si scrive mai abbastanza («De Maria numquam satis») si rendeva conto che la Madre di Dio è un mistero inafferrabile e inesauribile, perché ha un intimo rapporto con le verità fondamentali della fede cristiana, le quali si riflettono in lei come i raggi di sole in una goccia d’acqua purissima. Se uno recita le litanie lauretane col cuore, soffermando l’attenzione su ognuna di esse, rimane stupito dalla straordinaria varietà di titoli con cui Maria è invocata e come ognuno di essi colga un aspetto particolare della sua eccelsa grandezza e della sua divina bellezza. Eppure hai l’impressione che le parole si dissolvano una ad una senza riuscire a introdurti nel cuore del mistero.

La Madonna è Madre
Per quanto Maria sia un mistero inesauribile e per quanto numerosi siano i titoli con i quali è invocata, fin dal suo primo apparire all’orizzonte della storia della salvezza viene presentata come madre. Nessun nome come questo potrebbe cogliere l’identità di Maria nella sua insondabile profondità. Essere madre è la sua essenza, la sua natura e la sua missione. Ciò che caratterizza Maria nei Vangeli è il mistero della sua divina maternità. Noi la vediamo nel momento più solenne della sua vita, anzi della stessa storia del mondo, mentre l’angelo le dice: «Non temere Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (Lc 1,30).

Maria esordisce nella storia della salvezza con la vocazione ad essere madre. Non comprenderemo mai la Madonna se non la guardiamo in questa prospettiva. Da quel momento, essere madre è il suo destino, un intreccio di gioie e di dolori che pulseranno nel suo cuore fino alla fine dei secoli. Si tratta di una maternità che va oltre ogni nostra concezione ed esperienza. Nessuna donna potrebbe mai essere madre come Maria. La sua è una maternità divina e universale che riguarda non solo il Figlio del Padre, che ha portato nel suo grembo, ma anche tutti gli uomini di tutti i tempi, dalle origini della storia fino alla fine del mondo. Tuttavia è una maternità vera, reale, concreta, fino al punto da poter dire che ogni maternità non è che un tenue riflesso della sua. Col nome di “Madre di Dio” e di “Nuova Eva” la Chiesa dei primi secoli ha ben colto l’essenza di Maria. Il suo volto, i suoi occhi, il suo sorriso, il suo cuore, la sua anima, tutto il suo essere, sono quelli di una madre che realizza la maternità al di là di ogni umana possibilità. Possiamo chiamare la Madonna con tutti i titoli che vogliamo, da quelli più semplici a quelli più regali. Nessuno di essi però sarà essenziale e necessario come quello di madre.

Gesù e Maria: un legame indissolubile
Ciò che colpisce nel cristianesimo è il legame inscindibile che vi è fin dalle origini fra il Figlio e la Madre. Non si trova nulla del genere nella storia dell’umanità. Dal momento in cui Maria ha pronunciato il suo «sì», dando l’assenso alla sua divina maternità, il Figlio che ha concepito nel grembo è divenuto la ragione e il fine ultimo della sua esistenza. Da quel momento, non solo nell’arco della sua vita mortale ma anche dopo la sua dipartita dalla terra, lungo il corso dei millenni fino ai nostri giorni, il nome di Maria è pronunciato insieme con quello di Gesù e ogni tentativo di separarli è destinato a fallire. Non è possibile parlare di Gesù senza parlare nel medesimo tempo di Maria e viceversa. Da quando la Vergine di Nazareth ha concepito il Figlio, non vi è mai stato un solo istante in cui la sua mente e il suo cuore non siano stati rivolti a Lui. Anche nelle ore angosciose della sepoltura, la Madre non ha cessato di credere e di sperare. In terra come in cielo, Gesù e Maria sono sempre uniti. Nulla nel tempo e nell’eternità ha mai potuto separarli.

La natura di questa unione va ben al di là del legame di sangue che vi è fra la madre e il figlio. Quando il Creatore ha stabilito che «l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne» (Gn 2,24), ha voluto sottolineare la superiorità del patto d’amore fra uomo e donna sul legame carnale fra madre e figlio. Quest’ultimo, per quanto profondo, non è mai tale da condizionare la vita di una persona. Fra Gesù e Maria vi è infinitamente di più di un rapporto naturale. Ciò che li unisce è un progetto divino che sta al centro dell’opera della salvezza. Maria guarda a Gesù non solo come una madre guarda al figlio, ma come una creatura guarda al Creatore e come una figlia di Eva guarda al Redentore. Colui che la Madre abbraccia come Figlio è anche il Signore che adora e del quale si proclama l’ancella. Nel medesimo tempo, Gesù guarda a Maria come a Colei che, accogliendo il messaggio dell’angelo, ha accettato il piano divino della redenzione culminante con la Croce. Il Figlio e la Madre sono un cuore solo e un’anima sola nel compimento della volontà del Padre.

La maternità di Maria ha dunque vincoli soprannaturali. Sono quelli della fede, della speranza e della carità. Mediante essi, il Verbo si incarna e diviene suo Figlio. Mettendosi totalmente a disposizione del piano divino, diviene Madre del Verbo per l’eternità. Anche in cielo Maria chiama Gesù col nome di figlio. Nel medesimo tempo, il Salvatore guarda a Maria con occhi ben diversi con cui il figlio più devoto guarda a sua madre. Lo cogliamo nelle parole stesse di Gesù quando, alla donna che proclama beato il grembo che lo ha portato e il seno che lo ha allattato, risponde con parole incomprensibili alla mentalità carnale: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano» (Lc 11,27-28). Gesù sa bene chi è sua Madre. È colei che ha creduto nell’adempimento della parola del Signore (cfr Lc 1,46).

La maternità di Maria si realizza nella fede ancor più di quella di Abramo. Gesù sa che sua Madre è la prima credente in Lui ed è la Madre di tutti i credenti. Che cosa cerca Gesù sulla terra se non la fede? Non però una fede qualsiasi, ma quella nell’Amore infinito che si incarna e si offre in sacrificio per la redenzione del mondo. In chi Gesù ha trovato questa incondizionata adesione ai progetti misericordiosi di Dio se non in Maria? Solo lei è la creatura che ha perseverato nella fede fino alla fine. Ha creduto nel Figlio perché ne era la madre? Niente affatto! La fede di Maria precede la sua maternità e la sostiene. Questo è ciò che rende cara Maria a Gesù e che fonda il misterioso legame che li unisce.

Potremmo dunque affermare che Maria è divenuta la Madre di Dio perché si è offerta come l’Ancella del Signore. É divenuta Madre di Colui al quale si è consacrata, donandogli incondizionatamente la sua vita. In lei l’amore della creatura per il Creatore è divenuto l’amore della Madre per il Figlio. Come il Figlio ha compiuto incondizionatamente e con totale dedizione la volontà del Padre, così anche Maria. Questo è il legame che li unisce per l’eternità.

Al cuore del cristianesimo
Non sarà mai possibile relegare la Madonna ai margini del cristianesimo per la semplice ragione che l’evento fondante della fede cristiana vede lei come protagonista umana insostituibile. Sottolineare che la Vergine di Nazareth è una creatura e come tale infinitamente distante dalla divinità non può portare a misconoscere la sua centralità nel compimento della redenzione. Sono molti gli uomini che Dio ha scelto come figure di valore nella storia della salvezza, nell’antica e nella nuova alleanza, ma nessuno di essi ha un rapporto così intimo e decisivo con l’Incarnazione come la Vergine Maria. È proprio la maternità di Maria che ci aiuta a comprendere l’essenza del cristianesimo che, specialmente oggi, ha bisogno di essere fortemente affermata, perché il sale della fede non divenga scipito. Il cristianesimo prima ancora di essere una dottrina è un avvenimento. Al suo centro vi è la persona Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio, unico Salvatore del genere umano. Se questo è il cristianesimo, allora la Madre di Dio vi svolge un ruolo centrale e unico. Non solo, ma il riconoscimento di Maria come “Madre di Dio” e quindi della sua incommensurabile grandezza è una garanzia insostituibile a protezione dell’integrità della fede.

Esisterebbe ancora la fede cristiana nella sua originaria verità, se non si professasse che la Vergine di Nazareth è la “Madre di Dio”? Chi si è illuso o si illude di emarginare la Madre in realtà ha posto le premesse per lo sgretolamento della fede nella divinità del Figlio. Il motivo per cui tutte le generazioni proclamano Maria beata è il riconoscimento della sua divinità maternità. La fede nella divinità del Figlio e la gratitudine per la mirabile salvezza che egli ci ha ottenuto rendono spontanea la celebrazione della Madre. La fede nella divinità di Gesù Cristo e quella nella divina maternità di Maria si richiamano e si condizionano a vicenda. È palesemente contraddittorio cercare di sminuire il ruolo di Maria al fine di esaltare quello di Gesù. Ed è illusorio raccomandare ai fedeli di onorare di meno la Madonna per timore che vada persa la centralità di Gesù.

Non tutti si rendono contro che la Madre di Dio svolge nella Chiesa un ruolo insostituibile nella protezione del cuore della fede. Si è spesso polemizzato contro le deviazioni della devozione mariana, e persino dei grandi mariani come il Montfort e Paolo VI hanno sentito il bisogno di sottolineare in che cosa consiste la vera devozione alla Madonna. Le devozioni spurie sono sempre possibili e vanno incessantemente purificate, anche se poi purtroppo nessuno si preoccupa del minimalismo mariano di non pochi teologi e operatori della pastorale. Quest’ultimo è assai più pericoloso, perché minimizzare la Madonna rischia di infliggere un colpo mortale al cuore della fede. Maria infatti è “Madre di Dio”, come ha solennemente ed entusiasticamente proclamato il Concilio di Efeso nel 431. Come si potrebbe minimizzare questo titolo? Misconoscendone la grandezza del contenuto e le conseguenze che ne derivano, si rischia di minimizzare la stessa persona di Gesù Cristo, riducendolo a una dimensione puramente umana. È un fatto che i Padri Conciliari a Efeso, in una delle assisi più partecipate, anche a livello popolare, della storia della Chiesa, hanno voluto difendere la divinità di Gesù Cristo affermando la divina maternità di Maria.

La Chiesa, guidata dallo Spirito, favorendo la vera devozione mariana fin dalle origini, non ha affatto creato una alternativa femminile a Gesù Cristo, o posto un diaframma fra noi e il Salvatore, ma piuttosto ha indicato in Maria Colei nella quale l’evento cristiano si è realizzato ed è perciò la custode eterna della fede. Qualcuno si meraviglia che tempi come i nostri, segnati dal secolarismo, dalla crisi della fede e persino da un’apostasia vasta e silenziosa, vedano una fioritura globale della devozione mariana. Questo avviene perché la devozione alla Madonna è un baluardo invalicabile posto da Dio a difesa della fede. Maria infatti è Madre di Dio e questo suo titolo ci richiama immediatamente il cuore della fede che è il Verbo incarnato.

La Chiesa ha bisogno di guardare incessantemente a Maria per cogliere l’essenza della fede e per custodirla intatta nel corso dei secoli. Infatti, la fede della Chiesa, che ha negli apostoli i testimoni e gli annunciatori, è quella che per prima è stata professata da Maria. La Vergine di Nazareth, infatti, è colei che ha creduto senza esitazioni nella divinità del bimbo da lei concepito. Forse non si sottolinea abbastanza che la Vergine di Nazareth è stata la prima creatura a credere che Gesù è Dio, perseverando fino alla fine in questa fede. Lei stessa è la prima che ha creduto nella sua divina maternità, rendendo possibile l’evento dell’Incarnazione. Questa fede di Maria è anche quella della Chiesa fino al compimento della storia. La devozione mariana per sua natura mantiene salda la fede in quello che è il suo centro, Gesù Cristo, Figlio di Dio e unico Salvatore del genere umano. La professione di fede nella sua divina maternità è un muro invalicabile, costruito dalla divina Provvidenza, a difesa dell’essenza del cristianesimo.

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Il Papa ordina 13 sacerdoti: siate misericordiosi, Gesù è venuto a perdonare non condannare

Posté par atempodiblog le 11 mai 2014

“Ma io vi dico, davvero, a me fa tanto dolore quanto trovo gente che non va più a confessarsi perché è stata bastonata – male – sgridata; hanno sentito che le porte delle chiese gli si chiudevano in faccia! Per favore, non fate questo: misericordia, misericordia!”.
“Non  stancatevi mai di essere misericordiosi”: così, Papa Francesco nella Messa di ordinazione di 13 nuovi presbiteri, nella Basilica di San Pietro. Tra questi 6 italiani, 4 originari dell’America Latina, uno dal Pakistan, uno dalla Corea del Sud, uno dal Vietnam. Nella Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, Papa Francesco ha chiesto la “capacità di perdono” sottolineando che i sacerdoti non sono “padroni della dottrina” ma alla dottrina piuttosto devono essere fedeli. Francesco ha quindi espresso il suo dolore per quanti nella Confessione hanno sentito “che le porte delle chiese gli si chiudevano in faccia”.
di Fausta Speranza – Radio Vaticana

Il Papa ordina 13 sacerdoti: siate misericordiosi, Gesù è venuto a perdonare non condannare dans Fede, morale e teologia 2afd2fd

“Configurati a Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote”. Così, Francesco fotografa la missione dei sacerdoti. Per poi raccomandare loro di conformarsi
alla Misericordia di Dio:

Qui voglio fermarmi e chiedervi, per l’amore di Gesù Cristo: mai stancatevi di essere misericordiosi! Per favore! Abbiate quella capacità di perdono che ha avuto il Signore, che non è venuto a condannare, ma a perdonare! Abbiate misericordia, tanta! E se viene in voi lo scrupolo di essere troppo perdonatori, pensate a quel santo prete del quale vi ho parlato, che andava davanti al
Tabernacolo e diceva: ‘Signore, perdonami se ho perdonato troppo. Ma sei Tu che mi hai dato il cattivo esempio!’. E’ così… »

Poi, Papa Francesco torna sulla responsabilità della Confessione:

“Ma io vi dico, davvero, a me fa tanto dolore quanto trovo gente che non va più a confessarsi perché è stata bastonata – male – sgridata; hanno sentito che le porte delle chiese gli si chiudevano in faccia! Per favore, non fate questo: misericordia, misericordia!
Il Buon Pastore entra per la porta e la porta della misericordia sono le piaghe del Signore: se voi non entrate nel vostro ministero per le piaghe del Signore, non sarete buoni pastori”.

Predicatori del Vangelo, pastori del Popolo di Dio e presiederanno le azioni di culto, specialmente nella celebrazione del sacrificio del Signore. Lo ricorda mettendo l’accento sull’esercizio del ministero della sacra dottrina, per poi sottolineare:

“Sia dunque nutrimento al Popolo di Dio la vostra dottrina, che non è vostra e voi non siete padroni della dottrina! E’ la dottrina del Signore e voi dovete essere fedeli alla dottrina del Signore! Sia dunque nutrimento al Popolo di Dio la vostra dottrina. Gioia e sostegno ai fedeli di Cristo il profumo della vostra vita, perché con la parola e l’esempio edifichiate la casa di Dio, che è la Chiesa”.

Partecipi della missione di Cristo, che – sottolinea Francesco – è “unico Maestro”. Dispenserete a tutti quella Parola di Dio, – dice ancora – che voi stessi avete ricevuto con gioia, dalle vostre mamme, dalle vostre catechiste”. Anche qui una raccomandazione:

Leggete e meditate assiduamente la Parola del Signore per credere ciò che avete letto, insegnare ciò che avete appreso nella fede, vivere ciò che avete insegnato”.

E poi l’invito alla fedeltà alla Parola:

“Riconoscete ciò che fate, imitate ciò che celebrate”.

“Il  Signore Gesù è il solo Sommo Sacerdote del Nuovo Testamento, ma in Lui anche  tutto il Popolo Santo di Dio è stato costituito popolo sacerdotale”. Lo ricorda Papa Francesco sottolineando che “non di meno fra tutti i suoi discepoli, il Signore Gesù vuole sceglierne alcuni in particolare, perché esercitando pubblicamente nella Chiesa il suo nome e l’ufficio sacerdotale a favore di tutti gli uomini continuassero la sua personale missione di Maestro, Sacerdote e Pastore”. Dunque prosegue: “Consapevoli di essere stati scelti fra gli uomini e costituiti in loro per attendere alle cose di Dio esercitate in letizia e in carità sincera l’opera sacerdotale di Cristo”. Ancora un’esortazione: “unicamente intenti a piacere a Dio e non a voi stessi”:

“E pensate quello che diceva Sant’Agostino dei pastori che cercavano di piacere a se stessi, che usavano le pecorelle del Signore come pasto e per vestirsi, per indossare la maestà di un ministero che non si sapesse che fosse di Dio. Infine partecipando alla missione di Cristo, Capo e Pastore, in comunione filiale con il vostro vescovo, impegnatevi ad unire i fedeli in un’unica famiglia per
condurli a Dio Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo. Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire e per cercare di salvare ciò che era perduto ».

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Ogni giorno nel nome di Gesù e di Maria facciamo la santa battaglia

Posté par atempodiblog le 11 mai 2014

Messaggio di Medjugorje a Mirjana del 02/05/2014

“Cari figli,
io, vostra Madre, sono con voi per il vostro bene, per le vostre necessità e per vostra personale istruzione. Il Padre Celeste vi ha dato la libertà di decidere da soli e di conoscere da soli. Io desidero aiutarvi. Desidero essere per voi Madre, maestra di verità, affinché con la semplicità di un cuore aperto conosciate l’immensa purezza e la luce che da essa proviene e dissolve le tenebre, la luce che porta speranza. Io, figli miei, capisco i vostri dolori e le vostre sofferenze. Chi potrebbe capirvi meglio di una Madre! Ma voi, figli miei? È piccolo il numero di coloro che mi capiscono e mi seguono. Grande è il numero degli smarriti, di coloro che non hanno ancora conosciuto la verità in mio Figlio. Perciò, apostoli miei, pregate ed agite. Portate la luce e non perdete la speranza. Io sono con voi. In modo particolare sono con i vostri pastori. Li amo e li proteggo con Cuore materno, perché essi vi guidano al Paradiso che mio Figlio vi ha promesso.
Vi ringrazio!”.

Ogni giorno nel nome di Gesù e di Maria facciamo la santa battaglia dans Medjugorje ibjtpc

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 maggio 2014

Questi splendido messaggio, dove tante volte troviamo la parola luce, è un messaggio tipicamente pasquale però nel quale la Madonna definisce il suo ruolo, quello che fa Dio, quello che fa Lei, che si fa da Madre, e quello che facciamo noi che siamo suoi figli, ma rispondiamo in un numero molto piccolo.

Vediamo questo messaggio diviso in quattro parti.

Nella prima parte la Madonna ci dice perché è qui da quasi 33 anni, perché è qui da così tanto tempo. La Madonna è qui perché è Madre a cui Cristo ci ha affidato: “sono vostra Madre, sono con voi”, per quello che fanno le madri per i figli, “per il vostro bene, per le vostre necessità” d’ogni genere, materiale e spirituale, “per la vostra personale istruzione”. La Madonna sottolinea anche questo aspetto, cioè con i messaggi ci istruisce. Quindi la Madonna definisce il suo compito, l’Onnipotente l’ha inviata qui per il nostro bene, per le nostre necessità, per la nostra personale istruzione.

Poi ribadisce il carattere comunque di libertà nella quale noi ci troviamo: possiamo accoglierLa o non accoglierLa, possiamo accogliere l’invito di Dio, o possiamo anche non accoglierlo. “Il Padre Celeste vi ha dato la libertà di decidere da soli e di conoscere da soli”. “Però io come madre voglio darvi una mano, e cioè voglio aiutarvi, voglio essere per voi una Madre”. Quindi definisce il ruolo di Madre: “maestra di verità”.

La madre è quella che prima di tutto insegna la verità, che indica la strada giusta ai figli. “Sono qui per essere per voi madre e maestra di verità, affinché con la semplicità di un cuore aperto”, cioè con la semplicità dei bambini che pendono dalle labbra della madre, “conosciate l’immensa purezza e la luce che da essa proviene”.

La Madonna è maestra di verità, cioè Madre di Cristo che è la verità ed è qui perché noi conosciamo Cristo che è la luce del mondo, che è la verità, che è la via, che è la vita e conosciamo l’immensa purezza e la luce che questa verità che è Cristo, emana e che dissolve le tenebre di questo mondo, questa luce che porta la speranza.

Sono qui a insegnarvi, a farvi conoscere mio Figlio, sono qui per il vostro bene, per le vostre necessità, per la vostra personale istruzione, sono maestra di verità”, questo è il suo ruolo. Dio l’ha inviata per questo, in questo tempo di tenebra, di apostasia, di rinnegamento della verità, di rifiuto di Cristo, è qui per questo, maestra di verità, “affinché con la semplicità di un cuore aperto conosciate l’immensa purezza e la luce che da essa proviene e dissolve le tenebre, la luce che porta la speranza” in particolare in questo momento della storia dove il mondo è nella tenebra senza speranza.

Questa è la prima parte del messaggio, la Madonna è qui per farci conoscere Suo Figlio, per il nostro bene, per le nostre necessità, per la nostra personale istruzione.

Nella seconda parte del messaggio la Madonna dice “Io figli miei capisco i vostri     dolori e le vostre sofferenze, chi potrebbe capirvi meglio di una Madre! Ma voi figli miei? È piccolo il numero di coloro che mi capiscono e mi seguono”, “io come Madre ho fatto tutto quello che potevo fare, ma voi cosa state facendo, in quanti avete risposto?”

Già altre volte la Madonna ha fatto questi bilanci, il bilancio è la parola “piccolo”, come ebbe a dire la Madonna un giorno, è piccolo il numero di quelli che vanno direttamente in Paradiso, “è piccolo il numero di coloro che mi capiscono e mi seguono”, magari saranno tanti i pellegrini, ma quelli che veramente capiscono è un numero piccolo.

Molti vanno per curiosità, per turismo, per altre cose, ma quelli che aprono il cuore e si convertono e diventano seguaci con Maria di Cristo sono un piccolo numero, “quelli che mi capiscono e mi seguono, mentre grande è il numero degli smarriti”.

Gli smarriti sono anche molti cristiani, la Madonna si rivolge a noi in modo particolare, si rivolge a quelli che sono battezzati, mica sta parlando ai musulmani o ai buddisti adesso.

Grande è il numero degli smarriti, di coloro che non hanno ancora conosciuto la verità in mio Figlio”, è questo occidente che rinnega Cristo, come aveva detto Giovanni Paolo II.

Questa è la seconda parte del messaggio, la Madonna ci capisce, capisce i nostri dolori, le nostre sofferenze, “sono una madre, chi più di me, ma voi… è piccolo il numero di coloro che mi capiscono e mi seguono, è grande il numero degli smarriti, di coloro che non hanno ancora conosciuto la verità in mio Figlio”.

Nella terza parte ci sprona, “perciò, apostoli miei, pregate e agite. Portate la luce e non perdete la speranza”, non perdiamo mai la speranza, come l’hanno persa gli apostoli davanti alla crocifissione di Cristo. “Io sono con voi”, perciò non perdiamo la speranza, perché la Madonna è con noi, diamoci da fare, non gettiamo mai la spugna, ogni giorno nel nome di Gesù e di Maria facciamo la santa battaglia.

Nella quarta parte poi la Madonna in modo particolare, come sempre fa nei messaggi a Mirjiana, indica nei pastori della Chiesa quelli che ci danno la grazia, la benedizione e la salvezza e ci indicano la strada per il Paradiso, come l’ha indicata Gesù al buon ladrone, così loro la indicano a noi. “In modo particolare sono con i vostri pastori”, chi sono i pastori: sono il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti uniti al Papa, questi sono i pastori; quelli che non sono uniti al Papa non sono pastori, sono falsi pastori, sono mercenari.

Li amo e li proteggo con Cuore materno, perché essi vi guidano al Paradiso che mio Figlio vi ha promesso”. Vi ringrazio”.

È un messaggio in cui si vede la Madre che parla con il cuore, con l’amore, con la luce, bussa ai cuori, cerca di svegliare le nostre anime che dormono il sonno della morte, il sonno della dimenticanza, il sonno della anime che sono prigioniere dell’oscurità e del male.

È qui per svegliarci, “pregate e agite figli miei, portate la luce, non perdete la speranza”.

Forza cari amici, abbiamo questa immensa grazia di essere qui, in questo grande tempo di grandi battaglie spirituali, la Madonna è qui con noi e aiuta la Chiesa in questo momento in cui, come ha detto la Madonna a Fatima e a Medjugorje, molte anime rischiano la perdizione eterna nel momento in cui satana è sciolto dalle catene, Lei è qui a guidare la Chiesa in questa santa battaglia. 

Come accogliere il messaggio della Madonna

 (i suggerimenti di Padre Slavko) 

1) RICEVETELO il giorno nel quale è stato donato

2) LEGGETELO una prima volta in spirito di preghiera

3) ACCOGLIETELO nel fondo del vostro cuore

4) CONSIDERATELO come un messaggio che la Vergine vi dà personalmente e siateLe riconoscenti!!

5) COPIATE il messaggio e mettetelo nel vostro messale, sul frigorifero, in ufficio, sullo specchio del bagno, sul parabrezza e dovunque, in modo da ricordarvelo sempre e che diventi il vostro compagno per tutto il mese. Con il permesso del vostro Parroco affiggetelo in parrocchia

6) CONDIVIDETE il messaggio con tutti quelli che incontrate: è un tesoro del Cielo! Fate in modo che Tutto il mondo ne parli, fatelo pubblicare

7) PREGATE il messaggio ogni giorno del mese; fate in modo che il messaggio dia il tono alla vostra vita spirituale. Vi farà crescere, vi aprirà al pentimento, alla guarigione ed alla speranza.

8) CERCATE nel Vangelo i passaggi nei quali Gesù dice cose analoghe a quelle suggerite dalla Madonna.

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

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