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Il Rosario, un ambiente in cui sostare fa bene all’anima

Posté par atempodiblog le 6 mai 2014

Il Rosario, un ambiente in cui sostare fa bene all’anima dans Fede, morale e teologia 2jg46k6

Nelle cose più nobili non si cerca l’utilità, perché hanno in se stesse il valore. Così è di un valore infinito respirare in questa purezza, rifugiandosi nella pace di questa intimità con Dio.

[…] L’uomo ha bisogno di ristorarsi in un santo riposo dove giunga a lui l’alito divino, dove gli vengano incontro le grandi figure della fede.

Questo luogo è, in fondo, la inaccessibilità di Dio stesso, che in Cristo si è rivelato all’uomo. Ogni preghiera incomincia col silenzio interiore, col raccoglimento dei propri pensieri, col pentimento del proprio peccato e col volgersi dell’anima a Dio. Così si apre a noi il mondo sacro, non solo il regno della pace dell’anima e del raccoglimento spirituale, ma veramente il regno di Dio.

Abbiamo sempre bisogno di questo: ma in particolare quando lo sconvolgimento dei tempi ci manifesta una cosa che è sempre vera, ma viene spesso dimenticata in tempi di prosperità e di tranquillità: la nostra condizione di senza-patria. Allora si richiede a noi un coraggio speciale: ci si richiede non solo di essere preparati a perder tutto e a vivere con maggior grandezza d’animo, ma di continuare a sopportare questo esilio di cui in altri tempi non ci accorgiamo. E così abbiamo bisogno più che mai di quel riposo di cui parlavamo, non per accomodarvici pigramente, ma per ritrovare il centro delle cose, per ridiventare calmi e fiduciosi. Perciò è tanto importante il Rosario in un tempo come il nostro, purché naturalmente si metta da parte ogni esagerazione e ogni sdolcinatura e lo si intenda nella sua chiara forza originaria; tanto più importante in quanto esso non richiede una speciale preparazione: chi prega non è obbligato a richiamare pensieri di cui in genere o, almeno, sul momento non si sente capace. Egli entra in un mondo ordinato, incontra figure che gli sono familiari e vi trova le vie che lo conducono all’essenziale.

Recitare il Rosario è trattenersi, raccolti, in un mondo silenzioso e santo, il che appare più chiaro se lo si confronta con la Via Crucis. Questa si presenta appunto come una via e chi prega dopo avere seguito il Signore da una «stazione» all’altra, alla fine ha la sensazione di essere giunto alla mèta. Il Rosario invece non è una via, ma un ambiente e non ha mèta, ma profondità. Sostarvi, fa bene all’anima.

In questo ambiente, chi prega può richiamare anche i propri bisogni. La seconda parte dell’Ave Maria è una preghiera impetratoria, che si può riempire di tutto di ciò che si ha sul cuore. La Madre del Signore invero non è una dea che viva nella sua gloria al di sopra degli uomini senza curarsi di loro: ciò che le avvenne lo accettò per amore degli uomini, Colui che fu suo Figlio è il nostro Salvatore; Ella è una di noi, sebbene il destino comune a noi tutti sia stato da Lei conosciuto in modo tutto particolare. Il cuore cristiano ha sempre sentito in Lei l’amore misericordioso a cui gli uomini possono rivolgersi con confidenza illimitata, e questo sentimento ha espresso nel nome affettuoso di «Madre» datoLe fin dai primi tempi del cristianesimo. Fin da allora il cuore cristiano ha compreso che Maria, perché Madre di Cristo, è anche nostra Madre. Lo stesso mistero della sua maternità include con Cristo, «primogenito fra molti fratelli» (Rm 8, 29), anche noi: perciò i cristiani hanno sempre chiesto il soccorso di Maria, sicuri di far bene.

Ed è bello il modo con cui nell’Ave Maria si esprime la somma dei bisogni umani: ch’Ella interceda per noi con le sue preghiere «adesso e nell’ora della nostra morte». Senza entrare nel particolare, vi si comprendono tutte le miserie dell’umanità, di tutti e di ognuno, raggruppate nei due momenti che decidono della nostra esistenza: l’«adesso», quello dunque in cui dobbiamo compiere la volontà di Dio, scegliere tra bene e male e decidere così il modo della nostra vita eterna; l’altro, «l’ora della nostra morte», che chiude la vita e da a tutto il passato il carattere che importa per l’eternità.

di Romano Guardini – Il Rosario della Madonna, Ed. Morcellina

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La devozione a Maria: corso accelerato di perfezione

Posté par atempodiblog le 6 mai 2014

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“La devozione a Maria è corso accelerato di perfezione; è compendio perfetto d’ogni mezzo di salute; corrispondente al fatto che Maria è pienezza di grazia e sintesi di santificazione”.

Beato Giustino M. Russolillo

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Solo per il Signore

Posté par atempodiblog le 6 mai 2014

“Gesù dice: ‘La vanità non fa bene’. E alcune volte, noi facciamo cose cercando di farci vedere un po’, cercando la vanità. E’ pericolosa, la vanità, perché ci fa scivolare subito sull’orgoglio, la superbia e poi tutto e finito lì. E mi faccio la domanda: io, come seguo Gesù? Le cose buone che io faccio, le faccio di nascosto o mi piace farmi vedere?”.

Papa Francesco

Solo per il Signore  dans Fede, morale e teologia 2iscaj5

Una sera don Bosco chiamò i suoi piccoli cantori, bisognava recarsi al Santuario della Consolata per cantare alla funzione serale. Anche Domenico cantò con i compagni e cantò anche da solo. “Chi è quel ragazzo che canta così bene?”. “Oh, canta veramente bene”.
Domenico Savio: “Sigh! Sigh!”.
Don Bosco: “Che cos’hai Domenico? Ti senti male?”.
Domenico: “No, no”.
Don Bosco: “E… allora perché piangi?”
Domenico: “Vede Don Bosco… quando cantavo in chiesa… sentivo di cantar bene e dentro di me… mi sono un po’ insuperbito e poi sono venute anche quelle persone a lodarmi e così tutto il merito se n’è andato. Volevo cantare solo per il Signore e invece…”

Vita di san Domenico Savio (audio) – Radio Maria

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