“Io e mia madre: una sola vita di una sola opera”

Posté par atempodiblog le 31 mai 2014

“Io e mia madre: una sola vita di una sola opera” dans Citazioni, frasi e pensieri Maria-e-la-Trinit

La stessa missione divina del Verbo incarnato in te per opera dello Spirito Santo si rivela nella tua prima visitazione e poi si svolge in tutte le altre visitazioni.

Nelle parole di Gesù: “Io e mio Padre siamo una sola vita, di una sola natura”, sento come le altre: “Io e mia madre siamo una sola vita di una sola opera, la santificazione delle anime”.

Beato Giustino M. Russolillo

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Per la scienza l’embrione è “uno di noi”

Posté par atempodiblog le 31 mai 2014

Un Manifesto scientifico presentato alla Commissione europea ribadisce che l’embrione è un essere umano e dunque non può essere oggetto di sperimentazioni
Alla Commissione europea va riconosciuta una eccezionale tempestività. Il verdetto con il quale ha deciso che la petizione Uno di Noi non dovesse arrivare con proposta legislativa in Europarlamento, è stato emesso appena due giorni dopo la pubblicazione di un Manifesto scientifico che raccoglie e accredita i contenuti della campagna di Uno di Noi.
di Federico Cenci – Zenit

Medjugorje e l'aborto dans Aborto abortozPer la scienza l'embrione è “uno di noi” dans Aborto

Il Manifesto, preparato in prima bozza in Italia diversi mesi fa e sistemato da alcuni esperti di importanti Fondazioni e università internazionali, è stato tradotto in tutte le lingue parlate nell’Unione europea e presentato alla Commissione.

L’obiettivo principale del Manifesto è “riaffermare che l’embrione è un essere umano a tutti gli effetti”, spiega a ZENIT l’on. Gian Luigi Gigli, tra gli estensori della prima bozza. “È un dato che, se non fosse per motivi utilitaristici o ideologici, sarebbe chiaro a chiunque”, rimarca il deputato di Scelta Civica nonché docente di Neurologia all’Università di Udine.

“Già nei manuali di medicina sui quali studiavo quand’ero studente – ricorda Gigli – apprendevo che è implicito che vi sia una continuità di sviluppo dell’embrione umano fino alla nascita e alla vita sociale, senza alcun salto qualitativo tra le varie fasi”. Pertanto, la dignità umana dell’embrione è un dato appurato. Che oggi viene confermato dagli “sviluppi della genetica” e dalle nuove conoscenze “sul rapporto madre-figlio che si determina in utero”.

Dato che non viene caldeggiato solo dalla scienza, ma anche da una sentenza della Corte di giustizia europea. Quella che nel 2011, a proposito di una controversia tra un’industria e Greenpeace per quanto riguarda la commercializzazione di embrioni umani, ha sancito il divieto di brevettare medicinali ricavati dalla distruzione di embrioni umani e ha dunque dichiarato questi ultimi “esseri umani” a tutti gli effetti.

La recente decisione della Commissione stride con quella sentenza e suscita delle domande. “Si tratta dunque di capire – spiega Gigli – se tutti gli esseri umani nascono portatori di diritti oppure se c’è qualcuno che questi diritti li attribuisce dall’esterno”, a propria personale discrezione e a prescindere dalla fase in cui si trova la vita.

Altro punto che approfondisce il Manifesto è l’assenza di dimostrazioni scientifiche circa l’utilità a fini terapeutici degli embrioni umani. Tesi che, al contrario, la Commissione ha presentato come motivo della propria scelta. “Ad oggi – afferma Gigli – tutte le terapie che vengono effettuate con staminali, si servono di staminali adulte o di cordone ombelicale. Non ce n’è una che sia basata sulle staminali embrionali”.

Una ragione in più per chiedere che la libertà della scienza non vada a ledere la dignità umana. “Se l’embrione, come appunto è dimostrato, costituisce ‘uno di noi’, non può essere utilizzato come un oggetto di sperimentazioni”, commenta Gigli.

In questi giorni si sta svolgendo a Salerno il convegno Stem Cell Research Italy, durante il quale un consesso di esperti si confronta sul tema delle staminali. Particolare attenzione viene rivolta alle cellule staminali pluripotenti indotte, la cui produzione è valsa al professore giapponese Shinya Yamanaka il premio Nobel per la medicina nel 2012. Questo tipo di cellule si ottengono partendo da cellule staminali adulte, per esempio della pelle, e quindi “non sacrificano l’embrione umano”, spiega Gigli. Il lavoro di Yamanaka è l’esempio di come ricerca ed etica si possano coniugare. Coniugazione a cui ha dimostrato di non credere la Commissione europea.

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Un Rosario di piccoli atti di virtù

Posté par atempodiblog le 31 mai 2014

Un Rosario di piccoli atti di virtù dans Don Dolindo Ruotolo 2wg626q

Onorate la Madonna con un Rosario di piccoli atti di virtù, ispirati ai misteri che si contemplano con qualche particolare e più bella mortificazione e con tre atti di amore a Dio.

Ad esempio:

- Un saluto cordiale quando si è nervosi (Primo Gaudioso)

- Un atto di carità, prestando aiuto (Secondo Gaudioso)

- Un atto di semplicità per amore di Gesù Bambino (Terzo Gaudioso)

- Un’offerta di sé nella Messa (Quarto Gaudioso)

- Una preghiera per i peccatori che si smarriscono (Quinto Gaudioso)

Don Dolindo alla Sig.na Celani, 1°. 5. 1966

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La debolezza e la forza

Posté par atempodiblog le 31 mai 2014

La debolezza e la forza dans Andrej Tarkovskij 2mi4vpt

La debolezza è potenza, e la forza è niente. Quando l’uomo nasce è debole e duttile, quando muore è forte e rigido, così come l’albero: mentre cresce è
tenero e flessibile, e quando è duro e secco, muore. Rigidità e forza sono compagne della morte, debolezza e flessibilità esprimono la freschezza dell’esistenza.

Andrej Arsen’evič Tarkovskij

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Quello che abbiamo imparato da Gesù

Posté par atempodiblog le 30 mai 2014

Quello che abbiamo imparato da Gesù dans Citazioni, frasi e pensieri Beato-Charles-De-Foucauld-e-Ges

Ogni cristiano deve guardare ogni essere umano come un fratello amato; se è un peccatore, nemico di Dio, si tratta di un fratello malato, molto malato; bisogna avere per lui profonda pietà e cure fraterne come per un fratello insensato… I non-cristiani possono essere nemici di un cristiano, un cristiano è sempre un tenero amico di ogni essere umano, egli ha per ogni essere umano i sentimenti del Cuore di Gesù. Essere caritatevoli, dolci, umili verso tutti gli uomini: è questo che abbiamo imparato da Gesù. Non essere militanti verso nessuno: Gesù ci ha insegnato ad andare “come agnelli tra i lupi”, non a parlare con asprezza, con durezza, a insultare, a prendere le armi.

Beato Charles de Foucauld

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Solo l’infinito appaga l’uomo

Posté par atempodiblog le 29 mai 2014

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Or dunque: la Chiesa pone sempre di nuovo l’uomo davanti a quel fatto, che lo porta al retto atteggiamento: davanti all’Assoluto. Pone l’uomo davanti all’Assoluto: allora questi di­viene cosciente di non essere egli stesso illuminato, ma nasce in lui il desiderio di un’esi­stenza libera dalle mille dipendenze della vita terrena, giunta alla pienezza interiore. Lo pone davanti all’eterno. E allora diviene consapevole di essere perituro, ma destinato a vita im­mortale. Lo pone davanti all’infinito ed egli si fa infinitamente consapevole di essere finito in tutto il suo essere, ma che solo l’infinito lo appaga.

Romano Guardini

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Il cristianesimo è una realtà vivente

Posté par atempodiblog le 29 mai 2014

Il cristianesimo è una realtà vivente dans Citazioni, frasi e pensieri John-Henry-Newman

Il cristianesimo è una realtà vivente che non invecchierà mai. Alcuni ne parlano come se fosse un fatto della storia, che pesa solo indirettamente sulla vita di oggi. Esso ha, certo, le sue radici in un glorioso passato; ma la sua forza è forza presente.

John Henry Newman

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La filosofia di san Tommaso d’Aquino

Posté par atempodiblog le 29 mai 2014

La filosofia di san Tommaso d'Aquino dans Citazioni, frasi e pensieri jufriq

La filosofia di san Tommaso si fonda sull’universale senso comune che le uova sono uova. L’Hegeliano potrebbe dire che le uova in verità sono la gallina, perché parte dell’infinito processo del Divenire; il Berkeleiano potrebbe sostenere che le uova in camicia esistono solo come esiste un sogno; il Pragmatista può credere che noi perdiamo il meglio delle uova stra­pazzate dimenticando che erano sempre uova e ricordando solo che erano strapazzate. Ma nessun scolaro di san Tommaso ha bisogno di rompersi il cervello per rompere adeguata­mente le sue uova; mettere la testa in quel determinato angolo per guardare le uova, o sbir­ciare di traverso le uova, o chiudere un occhio per vedere una nuova semplificazione delle uova. Il Tomista sta nell’ampia luce solare della fratellanza umana, nella comune consapevo­lezza che le uova non sono galline, né sogni, o semplici presunzioni pratiche; ma cose atte­state dalla autorità dei sensi che vengono da Dio.

Gilbert Keith Chesterton

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Appello della parrocchia di Medjugorje per le zone colpite dall’alluvione

Posté par atempodiblog le 23 mai 2014

Appello della parrocchia di Medjugorje per le zone colpite dall'alluvione dans Articoli di Giornali e News 29uyp85

La notizia delle alluvioni senza precedenti che hanno colpito parte della Croazia, della Bosnia e della Serbia si è diffusa nel mondo. Perciò molti pellegrini ci hanno chiesto se Medjugorje sia stata colpita ed in che modo si possano aiutare coloro che sono stati colpiti dal maltempo. Medjugorje è distante dalle zone colpite, ma desidera essere vicina a tutti coloro che hanno subito e stanno subendo le conseguenze di questa grande catastrofe naturale. Perciò invitiamo tutti i pellegrini, gli uomini di buona volontà e gli amici di Medjugorje a rispondere e ad aiutare secondo le proprie possibilità. È possibile farlo tramite la nostra Associazione umanitaria “Medjugorje Mir – Majčino selo”, (che già in tempo di guerra smistava i vostri aiuti), facendo la vostra donazione sul conto corrente:

Hypo Alpe-Adria-Bank d.d.  Mostar

Kneza Branimira 2b,
BiH – 88 000 Mostar
KM: 3060130000884555;
IBAN:BA393060203720765924;
SWIFT: HAABBA22

Contatto:
Međugorje Mir – Majcino selo
Bijakovići
88266 Međugorje
Bosna i Hercegovina
Tel:  +387-36-651-704
Faks: +387-36-650-670
E-mail: medjugorje.caritas@tel.net.ba
http://www.mothersvillage.org

I vostri aiuti, soprattutto quelli materiali, possono essere inviati anche tramite l’Associazione “Pane di Sant’Antonio”, che appartiene alla Provincia francescana di Bosnia di cui fanno parte i territori colpiti:

Humanitarno – karitativna organizacija “Kruh sv. Ante”
Zagrebačka 18, BiH – 71000 Sarajevo
Tel.:  +387 33 711 121
NUMERO DI CONTO PER AIUTI A CAUSA DELL’ALLUVIONE:
UNICREDIT BANK D.D. Sarajevo
Transakcijski račun: 338 320 22 6723 7172
IBAN: BA 393383204892993804
SWIFT: UNCRBA22

La vostra generosità, già tangibile, ci spinge a ringraziarvi fin d’ora, pregando affinché tutti i vostri sforzi e le vostre vite siano accompagnate dall’intercessione della Beata Vergine Maria, Regina della pace!

Fonte: Medjugorje.hr
Tratto da:
Ascolta tua Madre

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A Maria SS. della perpetua visitazione

Posté par atempodiblog le 22 mai 2014

Preghiera a Nostra Signora della perpetua visitazione utilizzabile sia come novena sia come triduo. Può essere recitata in preparazione della festa liturgica, il 31 maggio, dal 22 al 30 maggio, o in qualsiasi momento per le proprie necessità.

La visitazione perpetua di Maria dans Citazioni, frasi e pensieri Maggio-con-Maria-Rosa-Mistica

O SS. Maria, quando conosco Gesù come vivente in te, la mia conoscenza è più luminosa; quando amo Gesù come tuo figlio, il mio amore è più affettuoso; quando ti seguo e ascolto Gesù in te, la mia scuola è più profittevole.

Quando lo servo e glorifico in te, il mio servizio e la mia lode di gloria è più gradita; quando aderisco e mi unisco a Gesù in te, l’adesione è più durevole, l’unione più intima. Poiché tu, allora, mi comunichi qualcosa della tua mente nel conoscerlo, qualcosa del tuo cuore nell’amarlo, qualcosa della tua vita nel servirlo e glorificarlo.

In te comunico in questo modo col Padre Iddio e con lo Spirito Santo nell’amare e nel glorificare Gesù, e con te, o Maria, divengo strumento delle effusioni della bontà del Signore, nella santificazione delle anime.

Sia gloria al Signore in te, sia gloria a te nel Signore, o santa Maria, poiché con te cessa l’obbrobrio della mia sterilità, della mia decadenza, della mia vecchiaia spirituale.

Nella tua santa visitazione, presenza e permanenza tua nella casa delle anime, viene Gesù e ricevo Gesù vita mia, ed egli diviene in me fonte di bene per tante anime, frutto di gloria per la SS. Trinità.

Beata te, o SS. Maria, perché hai bene accolta l’annunciazione, nella perfezione della tua umiltà; nella perfezione della tua fede hai creduto alla realtà dell’angelo che ti appariva e alla rivelazione che ti faceva, all’ambasciata che ti portava da parte di Dio Padre!

Beata te, o SS. Maria, perché hai creduto alla missione del Dio Figlio, hai creduto all’opera dello Spirito Santo in te e sei entrata nella piena luce dei misteri della Trinità e dell’incarnazione e redenzione!

E hai avuto in te il divin Verbo incarnato, Figlio di Dio e Figlio tuo.

Vieni nella tua santa visitazione a insegnarmi la perfezione della fede e dell’umiltà, a portarmi la beatitudine della fede e dell’umiltà, a lasciarmi la benedizione della fede e dell’umiltà.

Beato Giustino M. della SS. Trinità Russolillo

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Breve triduo a Maria Ausiliatrice proposto da Don Bosco

Posté par atempodiblog le 21 mai 2014

Triduo a Maria Ausiliatrice proposto da San Giovanni Bosco
Tratto da: Preghiere per la famiglia

Breve triduo a Maria Ausiliatrice proposto da Don Bosco dans Preghiere b3jwc8

1° giorno
O Maria Ausiliatrice, Figlia prediletta del Padre,
Tu fosti da Dio costituita quale potente aiuto dei cristiani,
in ogni pubblica e privata necessità.
A te ricorrono continuamente gli infermi nelle loro malattie,
i poveri nelle loro strettezze, i tribolati nelle loro afflizioni,
i viaggiatori nei pericoli, i moribondi nella sofferenza dell’agonia,
e tutti ricevono da te soccorso e conforto.
Ascolta dunque benigna anche le mie preghiere,
o Madre pietosissima.
Assistimi sempre amorosa in tutte le mie necessità,
liberami da tutti i mali e guidami alla salvezza.

Ave Maria, …
Maria, Aiuto dei cristiani, prega per noi.

2° giorno
O Maria Ausiliatrice, Madre benedetta del Salvatore,
validissimo è il tuo aiuto in favore dei cristiani.
Per te le eresie furono sconfitte e la Chiesa uscì vittoriosa da ogni insidia.
Per te le famiglie e i singoli furono liberati ed anche preservati
dalle più gravi disgrazie.
Fa’, o Maria, che sia sempre viva la mia fiducia in te,
affinché in ogni difficoltà possa anch’io sperimentare che tu sei veramente
il soccorso dei poveri, la difesa dei perseguitati, la salute degli infermi,
la consolazione degli afflitti, il rifugio dei peccatori e la perseveranza dei giusti.

Ave Maria, …
Maria, Aiuto dei cristiani, prega per noi.

3° giorno
O Maria Ausiliatrice, Sposa amabilissima dello Spirito Santo,
Madre amorosa dei cristiani,
io imploro il tuo aiuto per essere liberato dal peccato
e dalle insidie dei miei nemici spirituali e temporali.
Fa’ che in ogni momento io possa provare gli effetti del tuo amore.
O cara Madre, quanto desidero venire a contemplarti in Paradiso.
Ottienimi dal tuo Gesù il pentimento dei miei peccati
e la grazia di fare una buona confessione;
affinché io possa vivere in grazia tutti i giorni della mia vita fino alla morte,
per giungere in Cielo e godere con te l’eterna gioia del mio Dio.

Ave Maria,..
Maria, Aiuto dei cristiani, prega per noi.

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IL PIANTO DI CERCI/ Se anche un pallone ci ricorda che siamo creature finite

Posté par atempodiblog le 20 mai 2014

IL PIANTO DI CERCI/ Se anche un pallone ci ricorda che siamo creature finite dans Articoli di Giornali e News actx1x

«Non amo che le rose / che non colsi. Non amo che le cose / che potevano essere e non sono / state» (Guido Gozzano). La vita ha il sapore dell’incompiutezza. Ci giochiamo una partita, infatti, c’entra poco con la favola dell’“impegnati e ce la farai”.

Io non so come abbia fatto lui a dormire l’altra notte, se già io ho fatto fatica. Dopo che gli è accaduto un fatto che, d’accordo, non sarà il primo e non sarà l’ultimo, ma proprio per questo, anzi, in altri tempi ci avrebbero raccontato un mito, perché un attimo ha svelato la tragica incompiutezza dell’esistenza. Parlo di Alessio Cerci. Sì, il calciatore del Torino e della nazionale. Ce lo scriverei io, un mito. Se fossi almeno Gramellini, o meglio ancora Euripide. Esiste già il mito di Circe; da oggi, perché no?, ci sarà quello di Cerci.

Ultimo secondo dell’ultimo minuto dell’ultima giornata del campionato di calcio. Sul 2-2 il Toro vedeva sfumare, rassegnatamente, la possibilità di qualificarsi per l’Europa League. Per un punto soltanto. Ma l’imprevedibile accade. L’arbitro fischia un rigore, al 93’. Cioè il destino mette Cerci sul dischetto del rigore. Gli offre, ormai inattesa, l’occasione dell’anno. Un attimo dopo l’arbitro avrebbe fischiato la fine. Del campionato. E il Toro allora sì, giustamente premiato, ci sarebbe andato, in Europa.

Forse non è chiaro, per chi non segue il calcio e per chi lo sottovaluta. Quel rigore era sì un duello fra un attaccante e un portiere. Ma non era solo quello. La realtà non era appena una persona davanti a una palla. C’era un’intera stagione da chiudere in gloria. C’erano vent’anni di astinenza europea di una squadra (epica). Erano due. Ma c’era un po’ d’Italia a guardarli. E nei suoi piedi, che erano solo suoi, tremendamente soltanto suoi, c’era un popolo intero, quello granata. E vent’anni, di fallimenti e di tradimenti, di cadute e di false partenze. Erano Achab e la balena bianca. Era il kairòs (che, per i meno esperti di greco antico, non è lo storpiamento del cognome presidenziale Cairo).

Ma il rigore, l’eroe, l’ha sbagliato. E dopo è scoppiato a piangere. L’avrà fatto per dieci minuti. Sono andati ad abbracciarlo i compagni. E poi sono andati gli avversari. Pepito Rossi. E Montella. E lui inconsolabile. Non l’hanno fermato le pacche sulle spalle, né forse le sagge parole del dopopartita. Perché in quelle lacrime c’era un anno buttato al vento. C’era lo schianto dell’aereo a Superga 65 anni fa, la tragedia in agguato tra i fiori di cinque scudetti consecutivi e di undici campioni in nazionale. C’erano, mischiate, le lacrime di Baggio vent’anni fa in America, e quelle di Sara Errani, poche ore prima a Roma, tradita dai muscoli nel bel mezzo della finale a casa sua: e quando le ricapita?

C’era il «male di vivere» di Montale. Che io ho sempre intuito a partire da due versi di un’altra poesia: «Ma nulla paga il pianto del bambino / a cui fugge il pallone tra le case». Chi risponde a quel pianto? di quel bambino che ha perso quella palla? Alessio Cerci, domenica sera, era un bambino. Di un metro e ottanta, e velocissimo come Achille. Ma un bambino. Finché non capiremo lo strazio di quel pianto, non capiremo Montale. E dovremo chiudere i licei. Ma se guarderemo quel pianto, torneremo a scrivere opere d’arte, perché le tragedie si inoltrano nel tragico dell’esistenza. Nell’ingiusto, nell’incompiuto, nell’ineluttabile. Nel«cavallo stramazzato», nel «rivo strozzato», nel rigore sbagliato.

Le tragedie non sono questione di libri: nascono fuori, nell’attimo in cui l’uomo è messo di fronte non appena a un portiere, ma al destino. Che si compie, inevitabile. E non sarà il bel tweet del gemello Immobile a ridargli quella palla sul dischetto. Perché ha ragione De Gregori a sentenziare che «non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore»: un giocatore no, ma un fatto sì, va giudicato. Non va attenuato, perché noi non siamo al mondo per consolarci: «perché reggere in vita / chi poi di quella consolar convenga?» si domandava Leopardi. Né serve svicolare dal dolore, proiettandoci ottimisticamente in una palingenesi futura: “Si rifarà ai Mondiali”. Ma un successo ai Mondiali – che gli auguriamo, che ci auguriamo – non ripaga quel pianto. Perché un dolore non si toglie con una gioia, come un figlio vivo non compensa un figlio perso.

La ferita dell’eroe Alessio Cerci è quella dell’uomo che scopre che non basta essere bravo, né gli basta impegnarsi, ma che sente cos’è un fatto, l’evento da cui non si torna indietro, così diverso da ogni discorso (ne era certo il torinese Pavese: «nelle cose pensate manca sempre l’inevitabilità»).

Intanto la scuola, negli stessi giorni, sembra un’oasi protetta, senza sangue, senza lacrime definitive, dove tutti i fatti sono rimediabili. L’assenza programmata, l’interrogazione pilotata, la giustifica al momento giusto, l’interrogazione andata male con tanto di, immediato, “quando posso recuperare?”. Come se Cerci potesse chiedere: “posso tirarlo di nuovo, il rigore?”; oppure: “dài, arbitro, un altro quarto d’ora”.

Guardare le lacrime, senza annacquarle di consolazioni né scioglierle nel domani, ci fa sprofondare in un dolore antico: quello degli eroi che perdono e degli dèi che non si commuovono. I greci in quel rigore ci avrebbero visto chissà quali lotte nell’Olimpo: Giunone a maledire e Apollo a colpire a tradimento. E avevano ragione. Chi tifa Toro lo sa, come chi tifava Troia.

Liberi tutti di consolarti, e solo tu di rimanere inconsolabile. Piangi pure, Alessio: perché non è roba da uomini, stare di fronte a quelle lacrime: è roba da dèi. Da cieli che piovono lacrime. O almeno, come accadeva un tempo, da uomini tramortiti: «e tu, onore di pianti, Ettore, avrai». «Onore di pianti», non di pacche sulle spalle o di applausi. Chi paga, insomma, il pianto di Cerci, a cui fugge il pallone sul portiere?

di Valerio Capasa – Il Sussidiario.net

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Oltre Hitler. Prendere sul serio le parole di Grillo

Posté par atempodiblog le 20 mai 2014

Oltre Hitler. Prendere sul serio le parole di Grillo dans Angela Pellicciari 15etft1

Gesù è il Verbo di Dio. Noi siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. La parola è uno degli aspetti che ci distingue da ogni altro essere vivente. Dunque le parole vanno prese sul serio. Accusato da Berlusconi di essere un nuovo Hitler, Grillo ha risposto che lui è “oltre Hitler”.

Chi era Hitler?  Uno che nella biblioteca privata aveva un bassorilievo raffigurante se stesso a braccetto di un cadavere e con il diavolo ben appoggiato col suo mento da caprone sulla sua spalla sinistra. Questa immagine raffigura bene il programma di governo di un uomo sedotto dalla morte che incedeva sicuro sotto la guida di Satana. Nel libro della Sapienza si legge: “Gli empi invocano su di sé la morte con gesti e con parole, ritenendola amica si consumano per essa e con essa concludono alleanza, perché son degni di appartenerle”; “la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono”.

Casaleggio fa propaganda di Grillo paragonandolo a Gesù: “Grillo è come il Messia”; il suo messaggio, afferma, proprio come un tempo quello di Gesù e degli apostoli, ci fa da guida per una nuova palingenesi: “una nuova democrazia diretta che eliminerà le barriere tra cittadino e Stato”.

Le parole vanno prese sul serio: abbiamo qualcuno che vuole essere votato perché oltre Hitler e perché nuovo Messia. Vale la pena di andare a votare e di parlarne con i ragazzi che sembrano interessati ad un simile profeta.

di Angela Pellicciari – La nuova Bussola Quotidiana

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…sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d’esser buono…

Posté par atempodiblog le 20 mai 2014

…sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d’esser buono… dans Riflessioni 9kqs8o

La citazione completa dai Cori dalla Rocca  di T.S. Eliot è: “Essi cercano sempre di evadere/ dal buio esteriore e interiore/ sognando sistemi talmente perfetti che più nessuno avrebbe bisogno d’esser buono”.

Mi ha colpito tale citazione che da tempo tra amici ripetiamo senza comprenderne il significato. Ora mi è chiaro che la lotta buona di alcuni per avere delle buone leggi ha finito con il diventare una lotta ideologica, prescindendo dall’impegno irrinunciabile di ciascuno ad “esser buono”.

Perché siamo liberi e la nostra libertà in ogni momento può fare delle scelte che nemmeno ci immaginavamo. Come conferma questo passaggio della Spe Salvi:

“Poiché  l’uomo rimane sempre libero e poiché la sua libertà è sempre anche fragile, non esisterà mai in questo mondo il regno del bene definitivamente consolidato. Chi promette un mondo migliore che durerebbe irrevocabilmente per sempre, fa una promessa falsa; anzi, egli ignora la libertà umana”. Anzi “se ci fossero strutture che fissassero in modo irrevocabile una determinata – buona – condizione del mondo, sarebbe negata la libertà dell’uomo, e, per questo motivo, non sarebbero per nulla  delle strutture buone (…) In altre parole: le buone strutture aiutano, ma da sole non bastano. L’uomo non può essere mai redento semplicemente dall’esterno” (Spe salvi, 24,45).

di Anna Vercors

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La pace di Gesù è una Persona, è lo Spirito Santo!

Posté par atempodiblog le 20 mai 2014

La pace di Gesù è una Persona, è lo Spirito Santo! dans Citazioni, frasi e pensieri jrv691

“La pace di Gesù è una Persona, è lo Spirito Santo! Lo stesso giorno della Resurrezione, Lui viene al Cenacolo e il saluto è: ‘La pace sia con voi. Ricevete lo Spirito Santo’. Questa è la pace di Gesù: è una Persona, è un regalo grande. E quando lo Spirito Santo è nel nostro cuore, nessuno può toglierne la pace. Nessuno! E’ una pace definitiva! Il nostro lavoro qual è? Custodire questa pace. Custodirla! E’ una pace grande, è una pace che non è mia, è di un’altra Persona che me la regala, di un’altra Persona che è dentro il mio cuore e che mi accompagna tutta la vita. Il Signore me la ha data!

[...] Se voi avete questa pace dello Spirito, se voi avete lo Spirito dentro di voi e siete consci di questo, non sia turbato il vostro cuore. Siete sicuri! Paolo ci diceva che per entrare nel Regno dei Cieli è necessario passare per tante tribolazioni. Ma tutti, tutti noi, ne abbiamo tante, tutti! Più piccole, più grandi… ‘Ma non sia turbato il vostro cuore’: e questa è la pace di Gesù. La presenza dello Spirito fa che il nostro cuore sia in pace. Non anestetizzato, no! In pace! Conscio, in pace: con quella pace che soltanto la presenza di Dio dà”.

Papa Francesco

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