La festa della Divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 27 avril 2014

La festa della Divina Misericordia
Essa è stata istituita da san Giovanni Paolo II e il tema della misericordia è costantemente presente nel Magistero di papa Francesco. Ma in che cosa consiste esattamente la Divina misericordia?
di Marco Invernizzi – Comunità Ambrosiana

Domenica della Divina Misericordia dans Beato Michele Sopocko Ges-Misericordioso

La gioia della conversione
Dio manifesta la sua onnipotenza paterna attraverso la sua infinita misericordia, afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica (cfr. n. 270) e quest’ultima è resa manifesta da molti atteggiamenti di Cristo, in modo particolare per la sua predilezione verso i peccatori, per la conversione dei quali esplode una grande gioia nei cieli (cfr. Lc 15,10). Del resto, quale gioia è più grande di quella che un cristiano prova quando una persona torna a Cristo, chiedendo perdono dei suoi peccati? La misericordia divina quindi accompagna tutta la storia dell’Antico e del Nuovo Testamento come caratteristica fondamentale del Dio della Scrittura, che ama le persone, le cerca e le attende, come un Padre buono. Tuttavia è nell’epoca moderna che la divina misericordia si diffonde attorno alla figura di santa Faustina Kowalska (1905-1938), la suora polacca alla quale il Signore si rivolse direttamente negli Anni Trenta perché diventasse la « segretaria » della Divina misericordia e diffondesse in tutto il mondo questa devozione, rivolta soprattutto alla salvezza degli uomini assistendoli in particolare negli ultimi momenti della loro vita, quando si scatena l’ultima lotta fra il demonio e Dio per la conquista dell’anima che sta per morire.

Gli Anni Trenta e il Patto fra nazionalsocialismo e comunismo
Gli Anni Trenta del secolo scorso, soprattutto in Polonia, erano gli anni in cui si manifestava in modo particolarmente violento l’odio seminato dalle ideologie nel secolo ideologico per eccellenza. Alla fine di quegli anni, con il Patto Molotov-Ribbentrop, nazismo e comunismo si spartivano la Polonia aggredendola coi rispettivi eserciti da est e da occidente. Di fronte al male che si manifestava in quel modo e che sarebbe presto sfociato nel passaggio dall’alleanza alla guerra (come spesso accade fra le ideologie), Dio poneva un limite al male diffondendo la strategia della misericordia, attraverso una giovane suora.

Santa Faustina
Giovanni Paolo II conobbe già nella sua Cracovia la devozione alla Divina misericordia e ad essa dedicò la sua seconda enciclica, Dives in misericordia (1980). Il Santo Padre non volle ancora menzionare santa Faustina probabilmente perché era ancora troppo recente la diffidenza dell’ex Sant’Uffizio verso questa devozione, sembra per via di alcuni errori di traduzione che avevano favorito dei fraintendimenti della dottrina.

L’apostolato della Divina misericordia
Se riflettiamo sulla situazione del mondo moderno comprendiamo l’opportunità di questa devozione nel nostro tempo. Il mondo moderno infatti, almeno in Occidente, è nato da una generale e progressiva apostasia che ha avuto i suoi eccessi di violenza nell’epoca delle ideologie, fra il 1789 e il 1989. Dopo questo tempo, noi oggi viviamo l’epoca della dittatura del relativismo, come l’ha definita Benedetto XVI, dominata da un profondo nichilismo che conduce gli uomini a non credere a nulla, neppure agli errori, e a predisporsi a una radicale forma di disperazione. Sazi e disperati, come li definì il card. Giacomo Biffi, gli uomini possono tuttavia convertirsi, anche perché più o meno consciamente cercano una via d’uscita a una situazione esistenziale non certamente entusiasmante. La devozione alla Divina misericordia secondo la dottrina contenuta nell’enciclica di Giovanni Paolo II e nel processo di canonizzazione di santa Faustina è la strada che la Provvidenza di Dio sembra aver preparato per gli uomini della nostra epoca, perché siano aiutati a vedere nel Signore Colui che li ama e li aspetta, il Dio buono e misericordioso che non cerca il peccatore per condannarlo ma per salvarlo.

Per due secoli, dopo la Rivoluzione del 1789, il mondo delle potenze dominanti ha cercato di eliminare la presenza cristiana. Ma ha fallito, pur lasciando un mondo devastato e senza speranza. Oggi, si cerca di eliminare anche la stessa presenza umana, alterandone i connotati. È l’ideologia di genere. In fondo al cuore, tuttavia, gli uomini sanno che un Dio ricco di misericordia li aspetta. I cattolici siano sempre più impegnati in questo apostolato della Divina misericordia che la Provvidenza ha suscitato nella Chiesa.

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Lettera del Papa all’Eco di Bergamo: santità di Giovanni XXIII, grande dono per la Chiesa

Posté par atempodiblog le 26 avril 2014

La santità di Giovanni XXIII è un “grande dono” per la Chiesa: lo scrive Papa Francesco in una lettera inviata a L’Eco di Bergamo nell’imminenza della canonizzazione di Papa Roncalli, che da sacerdote fu “apprezzato collaboratore” del giornale.
di Sergio Centofanti – News.va

Lettera del Papa all'Eco di Bergamo: santità di Giovanni XXIII, grande dono per la Chiesa dans Articoli di Giornali e News j5xkb7

Una lettera inviata ai “cari amici bergamaschi”, non solo ai cattolici “ma anche a coloro che non appartengono alla Chiesa e all’intera comunità civile” per ringraziare il Signore “per il grande dono” che la santità di Giovanni XXIII “è stata per la Chiesa universale”. Il Papa incoraggia “a custodire la memoria del terreno nel quale essa è germinata: un terreno fatto di profonda fede vissuta nel quotidiano, di famiglie povere ma unite dall’amore del Signore, di comunità capaci di condivisione nella semplicità”.

“So quanto bene volete a Papa Giovanni, e quanto lui ne voleva alla sua terra – scrive Papa Francesco – Dal giorno della sua elezione al Pontificato, il nome di Bergamo e di Sotto il Monte”, dove è nato il 25 novembre 1881, “sono diventati familiari in tutto il mondo e ancora oggi, a più di cinquant’anni di distanza, essi sono associati al suo volto sorridente e alla sua tenerezza di padre”.

“Certo – prosegue Papa Francesco – da allora il mondo è cambiato, e nuove sono anche le sfide per la missione della comunità cristiana. Tuttavia, quell’eredità può ispirare ancora oggi una Chiesa chiamata a vivere la dolce e confortante gioia di evangelizzare, ad essere compagna del cammino di ogni uomo, ‘fontana del villaggio’ alla quale tutti possono attingere l’acqua fresca del Vangelo. Il rinnovamento voluto dal Concilio Ecumenico Vaticano II – osserva – ha aperto la strada, ed è una gioia speciale che la canonizzazione di Papa Roncalli avvenga assieme a quella del beato Giovanni Paolo II, che tale rinnovamento ha portato avanti nel suo lungo pontificato”.

Il Papa si dice “certo che anche la società civile potrà sempre trovare ispirazione dalla vita del Papa bergamasco e dall’ambiente che lo ha generato, ricercando modalità nuove ed adatte ai tempi per edificare una convivenza basata sui valori perenni della fraternità e della solidarietà”.

“Vi chiedo di pregare per me – conclude Papa Francesco – mentre assicuro il mio ricordo e la preghiera per tutti voi, in particolare per i sofferenti, per gli ammalati – ricordando l’Ospedale cittadino che avete voluto dedicare a Papa Giovanni – e per il Seminario diocesano, tanto caro al suo cuore”.

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SHAKESPEARE/ Cattolico o protestante?

Posté par atempodiblog le 23 avril 2014

SHAKESPEARE/ Cattolico o protestante?
di Elisabetta Sala – Il Sussidiario.net

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Il 23 aprile, 450° anniversario della nascita di Shakespeare, è anche la festa di san Giorgio, il patrono d’Inghilterra che piacque tanto agli inglesi da non essere spodestato neppure dalla « riforma ». Felice coincidenza, dunque; soprattutto se aggiungiamo che il grande drammaturgo morì nel medesimo giorno, cinquantadue anni dopo.

Parafrasando il motto gentilizio da lui acquisito, che recitava Non sancz droit, diremo però che quando si parla di Shakespeare è sempre « non senza polemiche »; infatti, proprio mentre gli inglesi andavano sempre più identificandolo con il poeta nazionale, un raffinato sapientone di Oltremanica (tale Voltaire) lo definiva come un rozzo selvaggio, per quanto geniale. Il che, naturalmente, non fece che alimentare il fuoco dell’orgoglio britannico, per cui gli inglesi lo posero su piedistalli sempre più elevati, fino a che il celebre attore David Garrick, nel primo giubileo shakespeariano da lui organizzato (nel 1769), giunse a esaltarlo come un semidio, dando così un impulso fondamentale al susseguente fenomeno detto « bardolatria ».

Peccato che, mentre la sua grandezza sprizzava da ogni poro di ogni dramma, la sua fedeltà politica e religiosa al regime protestante non fosse per nulla esplicita: anzi. A rompere le uova nel paniere intervenne il ritrovamento di un misterioso testamento spirituale del padre, John Shakespeare. Un documento sovversivo, inequivocabilmente e irrimediabilmente cattolico.

Pubblicato nel 1790, e ormai privo delle prime due pagine, il documento creò un certo scalpore, finché non si ritenne opportuno considerarlo un falso, prodotto dai soliti papisti menzogneri. Fu in tale contesto che, quattro anni dopo, il giovane William Henry Ireland divulgò la notizia di aver rinvenuto, in un misterioso baule, parecchie tessere mancanti dell’enigma shakespeariano. Nell’entusiasmo generale vennero mostrati al pubblico diversi documenti originali e autografati che finalmente inquadravano il Bardo come modello di integrità morale e politica. Ireland esibì diversi contratti legali testimonianti il successo di Shakespeare come uomo d’affari; una lettera al suo mecenate (il conte di Southampton) con tanto di risposta autografa; alcuni contratti teatrali; una lettera d’amore e una poesia dedicate alla moglie, insieme a una ciocca dei capelli di lei, che ne mettevano in luce la fedeltà coniugale; una lettera, in tono estremamente confidenziale, vergata per lui dalla Regina Vergine in persona; soprattutto, tra quelle carte, emerse una professione di fede chiaramente protestante. Ireland rinvenne anche alcune brutte copie dei drammi, che dimostravano che le battute volgari erano state aggiunte in un secondo tempo dai suoi volgari colleghi. Incredibile: quei documenti erano in perfetta sintonia con i desideri di ogni bravo e rispettabile suddito britannico. Fu così che il Bardo divenne icona, anzi, iconcina, del politically (and religiously) correct.

Purtroppo per gli entusiasti, però, il grande critico Edmond Malone ci mise pochissimo a smascherare Ireland, dimostrando che quei documenti erano tutti falsi. Il giovane ci rimise la faccia per tutto il resto della vita e l’enigma di Shakespeare tornò ad essere tale.

Fu invece, e paradossalmente, proprio quel documento cattolico che riguardava tanto da vicino la sua famiglia a dimostrarsi, dopotutto, autentico: si scoprì infatti, ma solo a inizio Novecento, che si trattava dell’Ultima volontà dell’anima, un testamento spirituale che era stato redatto da san Carlo Borromeo in persona per i fedeli milanesi che morivano (di peste) senza l’assistenza spirituale. I missionari inglesi in transito per Milano ritennero che esso si adattasse perfettamente ai cattolici d’Inghilterra, che, perseguitati dal regime, molto spesso morivano senza ricevere gli ultimi sacramenti.

Oggi, dopo anni e anni di studi e pubblicazioni, gli studiosi hanno individuato numerosissimi indizi (relativi sia alla vita che alle opere) del probabile cattolicesimo shakespeariano, tanto che persino l’ex arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, lo ha pubblicamente riconosciuto. D’altro canto, nessuno ha recentemente pubblicato studi che giustifichino il protestantesimo del grande drammaturgo.

Fine delle polemiche, dunque? Assolutamente no, perché nel Novecento fu la volta dei cosiddetti « antistratfordiani ». Di qualcuno di loro tutti hanno sentito parlare, se non altro attraverso il grande schermo. Si tratta di una corrente snob, che raccoglie tutti coloro secondo i quali lo zotico William Shakespeare di Stratford, che non frequentò mai l’università, debba essere stato troppo stupido e ignorante (chissà poi perché) per aver davvero composto quelle opere immortali: al limite sarà stato un prestanome per qualcuno che voleva restare in incognito.

Costoro si dividono in varie scuole che avanzano le ipotesi più fantasiose e strampalate, attribuendo i drammi al defunto Christopher Marlowe, oppure a Francis Bacon, al conte di Oxford o persino alla regina in persona. La teoria più divertente è senz’altro la « pista siciliana », in cui, sferrando un potente pugno nello stomaco al nazionalismo britannico, si sostiene che William Shakespeare sia stato un calvinista siculo di nome Crollalanza, emigrato in Inghilterra per sfuggire alla persecuzione religiosa. Il gioco di parole nel calco lessicale dei cognomi è senz’altro curioso; tutto il resto è puro « wishful thinking ».

Nessuna delle varie ipotesi antistratfordiane potrebbe mai quadrare, essenzialmente per due motivi. Uno, nelle opere sono stati rinvenuti diversi riferimenti a Stratford, alla campagna del Warwickshire e persino ai suoi abitanti, il che confermerebbe un’identità tra uomo e autore peraltro mai messa in dubbio per secoli. Due: dalla lettura dei drammi emerge un autore profondamente diverso da tutti i possibili candidati, rigorosamente protestanti. Esattamente come William Shakespeare, intorno al quale ancora a fine Seicento circolava la voce tanto inquietante quanto vera che fosse morto papista.

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“Io che dovevo essere un vegetale”… L’inno alla vita di Cristian diventa virale

Posté par atempodiblog le 23 avril 2014

“Io che dovevo essere un vegetale”… L’inno alla vita di Cristian diventa virale
Tratto da: Redattore Sociale

“Io che dovevo essere un vegetale”… L’inno alla vita di Cristian diventa virale dans Riflessioni 1pwg8y

Un disabile argentino mette su Youtube un video per dire semplicemente, a chi pensa al suicidio, come lui ha trovato uno scopo nella vita e come tutti possono e devono farlo. Boom di visite in soli 4 giorni.

Dovevo essere un vegetale… e invece eccomi qua. Si intitola proprio “El vegetal” il video realizzato dell’argentino Cristian Mariano Deppeler insieme ad alcuni amici, che in soli quattro giorni ha raggiunto più di 110 mila visualizzazioni su YouTube (nella versione in spagnolo), mentre la sua pagina Facebook è già diventata il luogo di incontro tra le persone che lo ringraziamo per il suo messaggio o raccontano la loro storia.

Il suo proposito è semplice: incoraggiare le persone ad andare avanti. “Abbiamo conosciuto tutti qualcuno che era vicino al suicidio – ha scritto su Facebook – Alcuni di noi hanno perso gli amici per questo motivo, perché non trovavano un scopo per vivere”. Cristian ha 35 anni, è di Villa Angela, provincia di Chaco, ed è nato con una disabilità a causa dell’anestesia praticata alla mamma per il parto cesareo, che per una negligenza medica ha colpito lui. È nato che non respirava, viola e con poche possibilità di una vita normale; il medico ha detto alla madre che sarebbe stato un vegetale. I giovani genitori hanno fatto tutti i trattamenti necessari perché la previsione del medico non si avverasse. Grazie al suo ottimismo e al suo amore per la vita, Cristian ha studiato fino a completare i suoi studi nella Università e si è laureato in Scienze delle Comunicazioni. I suoi amici, Nicolas Mango Marri, Adrian Hauros e Cristian Hauros, descrivono così lo scopo del video: “Abbiamo piantato la bandiera della vita. Noi crediamo e sappiamo che i problemi si risolvono e che la vita vale la pena, nonostante tutte le cose negative che dobbiamo affrontare ogni giorno”.

Ecco il testo completo del messaggio di Cristian.

“Ciao! come stai? Chi sono io? Cristian Mariano Deppeler. Mi ricordo… bah. Mi hanno raccontato i miei genitori che quando sono nato l’anestesia di mia madre mi ha colpito e sono nato con questo problema, con questa difficoltà fisica. Ai miei genitori, di 19 anni, avevano detto che sarei stato un vegetale. E invece il vegetale ha frequentato la scuola media, in una scuola normale, le superiori nel Collegio Nazionale di Villa Angela Chaco, in Argentina e l’Università a Entre Rios in Argentina. Disabile io? Perché?

Questo video è per te che a volte pensi al suicidio. Perché ti ha lasciato tua moglie, o tuo marito, o forse perché sei come me, hai la mia stessa disabilità. Voglio che tu sappia che c’è una via d’uscita, che i problemi si possono risolvere. C’è tanta gente che dice: non servo a nulla, che si chiede ‘perché sono nato’. Sei nato per fare molto, tu sei prezioso. Tante volte mi chiedevo perché. Guardavo i miei compagni di scuola giocare a calcio e dicevo: perché io non posso giocare?

Nell’adolescenza la domanda è cambiata: ho cominciato a chiedermi ‘qual è il mio scopo’. Sai una cosa? Ho trovato tante risposte… Ho capito lo scopo della mia vita. Ma c’è una cosa più importante ed è che tu capisca lo scopo della tua vita. Tu sei qua per un motivo… Forse lo scopo della mia vita è salvare te che mi ascolti in questo video… O forse è un altro. Però ho capito che ogni giorno ha uno scopo e io l’ho trovato. Quando questo video terminerà, pensaci. Ciao… Che Dio ti benedica”.

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La lettera d’amore per te, scritta col sangue

Posté par atempodiblog le 23 avril 2014

La lettera d'amore per te, scritta col sangue dans Antonio Socci qrwx2e

Il 9 aprile scorso, durante l’Udienza generale in Piazza San Pietro, una persona dalla folla ha gridato verso il Pontefice: “Papa Francesco, sei unico!”. Il Santo Padre gli ha risposto: “Anche tu, anche tu sei unico. Non ci sono due come te”.
Con quella semplice battuta ha espresso una verità immensa, che caratterizza il cristianesimo. Infatti per il mondo il singolo è solo un numero, sostituibile con tanti altri, cioè sacrificabile al potere.
Le ideologie moderne poi considerano come protagonisti della storia dei soggetti collettivi (la Razza, la Classe, la Nazione, l’Umanità) o entità astratte come il Mercato, il Capitale, il Partito e lo Stato. 

RIVOLUZIONE
Invece con l’avvenimento cristiano accade qualcosa di rivoluzionario: l’unico Dio che scende sulla terra e ha pietà di ogni singola persona, specie del miserabile, del peccatore incallito, del malato, di ciascun uomo.
Per compassione il Figlio di Dio lo abbraccia, lo risana, lo perdona, addirittura si inginocchia davanti a lui e gli lava i piedi (ovvero fa quello che facevano gli schiavi agli ospiti). Fino a morire per lui, per quel singolo essere (insignificante per il mondo).
Davvero una rivoluzione, un totale capovolgimento dell’ordine costituito da millenni, da sempre basato sui sacrifici umani, in molte forme (a partire dallo schiavismo, fondamento delle economie antiche).
Lo colse bene il più fiero avversario moderno del Nazareno, ovvero Friedrich Nietzsche che scrisse: “L’individuo fu tenuto dal cristianesimo così importante, posto in modo così assoluto, che non lo si poté più sacrificare, ma la specie sussiste solo grazie a sacrifici umani… La vera filantropia vuole il sacrificio per il bene della specie – è dura, è piena di autosuperamento, perché abbisogna del sacrificio dell’uomo. E questo pseudoumanesimo che si chiama cristianesimo, vuole giungere appunto a far sì che nessuno venga sacrificato”.
Noi neanche più ce ne rendiamo conto. Ma il cristianesimo è entrato nel mondo proclamando la fine di tutti i sacrifici umani.
In quale modo lo ha fatto? Col sacrificio del Figlio di Dio. L’editto di liberazione è scritto sulla sua stessa carne.
Lo ha spiegato il filosofo René Girard: Gesù è letteralmente “l’Agnello di Dio” (il capro espiatorio) che si offre in olocausto affinché tutti vengano liberati dalla schiavitù del male e nessun essere umano venga più sacrificato agli dèi della menzogna e della morte.
Ma – attenzione – ancora una volta Gesù non si offre a quella morte orrenda per un’astratta Umanità, bensì per ogni singolo, per me che scrivo questo articolo, per te che leggi.
La dottrina cattolica è arrivata ad affermare che, agli occhi di Dio, la salvezza di un singolo essere umano vale più dell’intero creato.
E la mistica ci ha fatto scoprire che – in un modo misterioso – in quelle ore di atroci sofferenze Gesù pensò proprio a ognuno di noi, nome per nome, ai nostri volti. Uno per uno.
Fa impressione accostare questa rivelazione dei mistici alle fasi del supplizio di Gesù.
La Sindone ci dà la perfetta immagine fisica di quelle atroci torture che il Vangelo elenca in modo scarno, quasi freddo. Vediamole. 

LETTERA DI SANGUE
Le tante tumefazioni sul volto sono i segni dei pugni sopportati (con gli sputi e gli insulti) nelle fasi concitate dell’arresto. Però il naso rotto, l’occhio gonfio e i sopraccigli feriti (evidenti sulla Sindone) sono anche la traccia della bastonata in faccia subita da Gesù durante l’interrogatorio del Sinedrio (Gv 18, 22-23).
Poi c’è quell’inedita macellazione dei 120 colpi di flagello romano (a tre punte) che gli hanno devastato tutto il corpo strappandogli la carne in più di trecento punti (un supplizio del tutto anomalo anche per i crocifissi).
Ma una delle cose più dolorose per Gesù è il peso ruvido della traversa della croce che, lungo il tragitto del Calvario, letteralmente gli scopre le ossa delle spalle provocando sofferenze indicibili.
Poi Gesù avrà la testa trafitta da circa 50 lunghe spine (la corona beffarda dei soldati romani), qualcosa che non è umanamente sopportabile.
Ma la Sindone mostra anche ferite al volto e alle ginocchia dovute alle cadute mentre andava al Calvario (avendo le braccia legate alla traversa della Croce, non poteva ripararsi la faccia).
Infine le ferite dei chiodi, per la crocifissione, e le ore trascorse a respirare dovendosi appoggiare proprio sugli arti inchiodati.
Bisognerebbe fissare una per una queste atroci sofferenze ricordando che in quel momento Gesù pensava a me e a te, sopportava tutto per me e te, al posto mio e tuo, perché non fossimo sacrificati alle crudeli divinità delle tenebre. 

SCOPERTE RECENTI
In questi giorni si è saputo che un’équipe di studiosi veneti, lavorando sulla Sindone, ha scoperto altri particolari impressionanti.
I ricercatori Matteo Bevilacqua, direttore del reparto di Fisiopatologia Respiratoria dell’Ospedale di Padova e Raffaele De Caro, direttore dell’Istituto di Anatomia Normale dell’Università di Padova, hanno lavorato insieme con Giulio Fanti, professore del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Ateneo padovano che già in passato ha pubblicato studi sulla Sindone che ne accreditano l’antichità.
Dunque questi specialisti hanno provato a riprodurre ciò che fu inflitto all’uomo della Sindone: la simulazione ha comportato due anni di lavoro.
Hanno concluso che le mani del crocifisso probabilmente furono bucate dai chiodi due volte, evidentemente perché non si riusciva a fissarle ai solchi già prefissati sulla croce.
“Per i piedi invece la situazione cambia”, spiega Bevilacqua (le sue dichiarazioni sono riportate dal Mattino di Padova). “Il piede di destra aveva sia due chiodi che due inchiodature: era stato infilato un chiodo a metà piede per assicurare l’arto sulla trave, poi è stato infilato un altro chiodo lungo due centimetri per riuscire ad accavallare il calcagno del piede sinistro sulla caviglia del piede destro”.
Atrocità che si aggiungono a quelle già note, riferite dai Vangeli. Del resto la crocifissione, nel caso di Gesù, “è stata particolarmente brutale” affermano questi specialisti “perché fatta su un soggetto paralizzato che aveva perso molto sangue e che era stato abbondantemente flagellato”.
Ma perché l’uomo della Sindone era in parte “paralizzato”?
Questi specialisti spiegano che la traversa della croce, di una cinquantina di chili, in una delle cadute avrebbe provocato un grave trauma al collo, con una lesione dell’innervazione e una conseguenze paralisi del braccio destro.
Per questo i soldati romani costrinsero Simone di Cirene a portare la croce che Gesù non poteva più sostenere. I ricercatori padovani – i quali aggiungono che l’uomo della Sindone aveva pure una lussazione della spalla – spiegano anche le cause cardiache della morte.

PROVA DELLA RESURREZIONE
Tutti dati reperibili sulla Sindone che però porta anche le tracce della resurrezione. Per la connessione di questi tre dati.
Primo: i medici legali che hanno lavorato in passato su quel lenzuolo hanno appurato che esso ha sicuramente avvolto il cadavere di un uomo morto per crocifissione.
Secondo: gli scienziati americani dello Sturp che analizzò la Sindone, con strumenti assai sofisticati, conclusero che quel corpo morto non rimase dentro al lenzuolo più di 40 ore perché non vi è alcuna traccia di putrefazione.
Terzo. Costoro accertarono che i contorni della macchie di sangue provano che non vi fu alcun movimento fra il corpo e il lenzuolo. Il mancato strappo dei coaguli ematici rivela che il corpo non si spostò, né fu spostato, ma uscì dal lenzuolo come passandovi attraverso.
E con il misterioso sprigionarsi, dal corpo stesso, di una energia sconosciuta che ha fissato quell’immagine (tuttora senza spiegazione scientifica).
Arnaud-Aaron Upinsky osservò che “la Sindone porta la prova di un fatto metafisico”. In effetti è la resurrezione di Gesù. Che ha sconfitto il male e la morte per ciascuno di noi. Uno per uno. E ci regala l’immortalità.

di Antonio Socci – Libero

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«Nulla mi può separare dall’amore di Dio». Ayrton Senna, che non aveva paura di correre né di credere

Posté par atempodiblog le 23 avril 2014

«Nulla mi può separare dall’amore di Dio». Ayrton Senna, che non aveva paura di correre né di credere dans Sport 25fim2wSiamo al 7° giro del Gp di San Marino del 1 maggio 1994, circuito di Imola, ore 14:17. Ayrton Senna è in testa alla gara, imbocca la curva del Tamburello ai 240 km/h quando il piantone del volante della sua Williams FW16 cede di schianto. L’impatto contro il muro, violentissimo, è inevitabile.

Angelo Orsi, fotografo, si precipitò sul luogo dell’incidente. Ma quelle foto non usciranno mai da un cassetto perchè – disse – “non si riconosce Ayrton che veniva a casa mia a San Lazzaro e che io andavo a trovare in Brasile”. A bordo pista perse tre litri di sangue, la frattura del cranio (ben visibile al lato destro della fronte) lasciò subito poche speranze. Fu trasportato a Bologna in elicottero dove, alle 18:40, morì. Aveva 34 anni.

Per molti Ayrton Senna è stato uno dei più grandi piloti di Formula 1, se non il più grande. Aveva tutto per farsi voler bene e per scatenare la passione dei fans dei motori. Una classe innata che, fin dagli esordi del 1984 su Toleman-Hart, diede grandi risultati. Dopo la Toleman alcuni anni alla Lotus, su quella memorabile macchina nera che affascinava tutti. Poi fu la McLaren dove vinse alla grande, infine, per un ultimo tragico anno, la Williams. Alla fine ha collezionato tre titoli mondiali, 161 Gp vinti e 65 pole position.

Personalmente ricordo quel 1 maggio 1994. Ero a casa di amici a vedere la corsa, sulla via Emilia, dalle parti di Castel S.Pietro, tra Imola e Bologna. Ricordo che uscimmo sul terrazzo e seguimmo con lo sguardo quell’elicottero bianco che andava in direzione Bologna, come per accompagnarlo in quell’ultimo viaggio. A Castel S.Pietro Senna era solito soggiornare quando il circus della F1 faceva tappa ad Imola, sulle rive del Sillaro dormiva alla suite 200 di un noto albergo della zona. Su quell’ultima notte il giornalista Giorgio Teruzzi ha fatto un libro che viene presentato proprio in questi giorni, dopo vent’anni da quel tragico 1 maggio.

Quella sera prima della corsa Senna era andato a mangiare al ristornate “La Romagnola” e poi aveva dormito alla suite 200. Probabilmente non fu una notte molto tranquilla perchè quel GP pareva stregato.

Durante le prove libere del venerdì la Jordan di Rubens Barrichello prese il volo ribaltandosi più volte. Sabato, durante le qualifiche, il pilota austriaco Ratzenberger perse la vita schiantandosi con la sua Simtec a oltre 300 km/h. Senna rinunciò alle prove, ma la domenica scese in pista perchè “correre è il mio mestiere”. E Ayrton non aveva paura di correre.

Ayrton era un brasiliano, un uomo carismatico che portava con sé la gioia e la saudade, timido e coraggioso al tempo stesso. Prima della partenza di quel tragico Gp il suo amico Celso Frattini però lo trovò particolarmente pensieroso. Chissà quali sentimenti attraversarono l’anima di Senna in quel sabato notte alla suite 200 sulle rive del Sillaro.

Una volta disse: “Le cose ti riportano alla realtà di quanto tu sia fragile; ad un certo momento tu stai facendo qualcosa che nessun altro è capace di fare. In quello stesso momento sei visto come il migliore, il più veloce, ma sei enormemente fragile. Perchè in un piccolo secondo, è tutto finito.”

Questo senso del limite in qualche modo lo colmava con la fede in Dio. Mai nascosta, né ostentata. Per questo Alain Prost, l’eterno rivale, lo bollò in modo cinico: “Ayrton pensa di non poter morire perchè crede in Dio”.

Senna riposa al cimitero di Morumby, nella zona ovest di San Paolo del Brasile, la sua tomba è la numero 11. Sulla lapide sta scritto: “Nulla mi può separare dall’amore di Dio”, a testimonianza di un uomo che non aveva paura di correre, ma nemmeno di credere.

In un certo senso Prost aveva ragione, Senna sapeva che con la vita non tutto finisce. Perchè credeva in Gesù Cristo.

Tanta acqua è passata sotto i ponti dei fiumi Santerno e Sillaro in questi venti anni, e forse è questa la lezione più importante che ha lasciato Senna. Perchè “in un piccolo secondo tutto è finito” e solo in Dio si può trovare il vero senso della vita. Si avvicina la Pasqua, un occasione buona per riflettere. (La Voce di Romagna, 17/04/2014)

di Lorenzo Bertocchi
Tratto da: Libertà e Persona

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Contro i vuoti giudizi umani

Posté par atempodiblog le 23 avril 2014

Contro i vuoti giudizi umani dans Citazioni, frasi e pensieri ve652b

1. O figlio, poni saldamente il tuo cuore nel Signore; e se la coscienza ti proclama onesto e senza colpa, non temere il giudizio degli uomini. Cosa buona e santa è sopportare il giudizio umano; cosa non gravosa per chi è umile di cuore e confida in Dio, più che in se stesso.
C’è molta gente che parla tanto: e, perciò, poco è il credito che le si deve dare. Del resto, fare contenti tutti non è possibile. Ché, se Paolo cercò di piacere a tutti nel Signore e si fece «tutto per tutti» (1 Cor 9,22), tuttavia non diede alcuna importanza al fatto d’esser giudicato da questo tempo (1 Cor 4,3).
Egli operò grandemente, con tutto se stesso e con tutte le sue forze, per l’edificazione e la salvezza del prossimo; ma non poté impedire che talvolta fosse giudicato e persino disprezzato dagli altri. Per questo, tutto mise nelle mani di Dio, a cui tutto è noto. Con la pazienza e con l’umiltà egli si difese dalla sfrontatezza di quelli che dicevano iniquità o pensavano vuotaggini e cose mondane o buttavano fuori ogni cosa a loro capriccio: pur talvolta rispondendo, perché dal suo silenzio non nascesse scandalo ai deboli.

2. «Chi sei tu mai, per avere paura di un uomo mortale?» (Is 51,12). L’uomo, oggi c’è, e domani non lo si vede più. Temi Iddio, e non ti sgomenterai di ciò che può farti paura da parte degli uomini. Che cosa può un uomo contro di te, con parole e improperi? Egli nuoce a se stesso, più che a te; né potrà sfuggire al giudizio di Dio, chiunque egli sia. Per quanto ti riguarda, tu tienti fissi gli occhi in Dio, e «non volere opporti a lui, con parole di lamento» (2 Tm 2,14).
Che se, al momento, sembra che tu soccomba e che tu sia coperto di vergogna immeritata, non devi, per questo, sdegnarti; né devi fare che sia più piccolo il tuo premio, per difetto di pazienza. Guarda, invece, a me, in cielo: a me, cui è dato di strappare l’uomo da ogni umiliazione e da ogni ingiustizia, «rendendo a ciascuno secondo le sue opere» (Mt 16,27; Rm 2,6).

Imitazione di Cristo

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Novena mariana di maggio

Posté par atempodiblog le 22 avril 2014

Novena mariana di maggio
del beato Giustino Maria della SS. Trinità Russolillo

Novena mariana di maggio dans Don Giustino Maria Russolillo Maria-Regina

O SS. Maria, Vergine Madre di Dio! Ti contempliamo e veneriamo, nella gloria dei privilegi, delle dignità, delle missioni di cui ti ha ornata la SS. Trinità, e tu sola, o SS. Maria, hai fatto fiorire in Te da ogni grazia abituale e attuale, una stella meravigliosa di gloria alla SS. Trinità!

Noi desideriamo nella divina grazia, far fiorire nel nostro cuore, da ogni dono che il Signore ci ha fatto, come una rosa di amore per offrirla a te perché la offra alla SS. Trinità, e ci ottenga che tutte poi portino nella nostra vita frutto di Spirito Santo nell’imitazione filiale Tua.

O SS. Maria, vergine madre di Dio! Accogli l’omaggio della nostra corona quotidiana e ottienici di presentartela sempre più bella e viva, sempre più meritoria di vita eterna, così da poter essere offerta, deposta avanti al trono di Dio nel culto dei cieli, tra quelle degli angeli e santi della corte dell’Agnello.

Ottienici che ogni posta del nostro rosario, sia una battaglia e una vittoria contro il nemico intraveduto in un difetto particolare, sia una battaglia e una conquista per il regno dei cieli intraveduto in una virtù particolare, sicché la commemorazione di ogni mistero gaudioso, doloroso, glorioso e ci sia fruttuosa nella verità.

O SS. Maria, vergine madre di Dio, ecco, ci raccogliamo intorno a Te, e viviamo con Te, la Tua vita!

Sii per noi, sebbene tanto immeritevoli, la mediatrice di tutte le grazie, l’ausiliatrice di tutte le anime, la Regina di tutti i santi, la Madre del bell’Amore!

Facci santi, o Maria, nella verità e nella carità!

Ci raccogliamo intorno a Te a pregare con Te, a partecipare del Tuo spirito di preghiera! Sia un cenacolo, o Regina degli apostoli, ogni oratorio che Ti si forma attorno, e Tu fa’ discendere su noi, su tutti, lo Spirito Santo che ci trasformi in grandi apostoli di Gesù Cristo, in perfetti religiosi di Dio secondo Gesù Cristo!

Ecco, o SS. Maria, o vergine madre di Dio, noi ogni giorno Ti supplichiamo specialmente per la grazia della santa morte! O Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, Trionfatrice dell’inferno, donaci la vittoria su ogni tentazione e illusione, su ogni assedio e assalto, su ogni insidia del nemico, in ogni ora della vita.

Dacci quella morte santa che sia la corona di una vita santa, tutta progressi spirituali, o Regina delle virtù, tutta fedeltà allo Spirito Santo, o Madre del buon divino consiglio, tutta fervore di Eucaristia o nostra Signora del SS. Sacramento, tutta corrispondenza all’amore di Dio, o nostra Signora del Sacro Cuore di Gesù.

O S. Giuseppe, vergine sposo di Maria, vergine padre di Gesù, ottienici la perfetta devozione a Maria, e per essa la perfetta unione con Gesù, nostra via, verità e vita. Amen.

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Buona Pasqua a tutti

Posté par atempodiblog le 20 avril 2014

Cristo è risorto! Alleluja! 

 Buona Pasqua a tutti dans Santa Pasqua fnscqa

Auguri a tutti per una Santa Pasqua di pace e di vera gioia che solo Cristo può donare.

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Maria è stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso

Posté par atempodiblog le 20 avril 2014

 Maria è stata la prima persona a cui Gesù risorto è apparso dans Citazioni, frasi e pensieri La-piet-di-Michelangelo

È cosa comunemente ammessa che Gesù apparve dopo la risurrezione, prima di tutto e separatamente, a sua Madre; prima di tutto, perché Ella lo meritava in modo speciale per essere rimasta ai piedi della croce del martirio; separatamente, poiché questa apparizione aveva un motivo per essere molto diversa dall’apparizione alle altre donne e ai discepoli. I discepoli doveva indurli a riacquistare la fede; Maria, invece, doveva essere ricompensata per averla.

Fu una scena d’indicibile pace e intimità. Maria, Madre di Gesù, si trovava da sola in una stanza. Fuori, la gente si preparava a una nuova giornata di lavoro, dopo il riposo del sabato. Ella, la Madre di Gesù, non pensava che a una cosa: risusciterà! In Maria non c’era posto per quella sorpresa che eccitò i discepoli a tal punto che soltanto lentamente ritornarono in sé. Come prima aveva presentito le sofferenze e le aveva affrontate con piena coscienza, così ora era preparata alla risurrezione a motivo della propria fede.

Franz  M. Willam

Divisore dans Fede, morale e teologia

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Prepariamoci con Maria alla gioia della Pasqua

Posté par atempodiblog le 19 avril 2014

Prepariamoci con Maria alla gioia della Pasqua dans Citazioni, frasi e pensieri epq6qe

Nel momento dello smarrimento e della notte della fede la Vergine Maria ha perseverato nella preghiera e ha creduto fermamente nella resurrezione del Figlio.
Prepariamoci con Maria alla gioia della Pasqua.

Padre Livio Fanzaga

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Guardare in faccia Cristo

Posté par atempodiblog le 18 avril 2014

Guardare in faccia Cristo dans Citazioni, frasi e pensieri 25qxky0

Adesso c’è la Settimana Santa; se uno il Giovedì Santo, il Venerdì Santo, il Sabato Santo, la Pasqua, in questi quattro giorni va dentro senza guardare in faccia Cristo e basta, ma con la preoccupazione dei peccati o della perfezione oppure delle cose da meditarci su, viene fuori stanco e riprende le cose come prima. Guardare in faccia Cristo, invece, cambia. Ma perché cambi, bisogna guardargli in faccia veramente, col desiderio del bene, col desiderio della verità: «Di tutto sono capace Signore, se sto con te che sei la mia forza»; è un tu che domina, non delle cose da rispettare.
Provate a pensare come nessuno, nessuno, capisce queste cose: nessuno le pensa e nessuno le capisce. Invece è  questa l’unica rivoluzione nel mondo: la fede come conoscenza e la carità, guardare in faccia Cristo, come morale.

di don Luigi Giussani – Si può vivere così? Uno strano approccio all’esistenza cristiana. Ed. Rizzoli

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Gesù si sottomise alla flagellazione per i peccati impuri degli uomini

Posté par atempodiblog le 18 avril 2014

Gesù si sottomise alla flagellazione per i peccati impuri degli uomini dans Fede, morale e teologia 2hrcwuf

Quando andai all’adorazione, fui subito investita dal bisogno di raccoglimento interiore e vidi Gesù legato alla colonna, spogliato delle Sue vesti e sottoposto subito alla flagellazione. Vidi quattro uomini che a turno sferzavano coi flagelli il Signore. Il cuore mi si fermava alla vista di quello strazio. Ad un tratto il Signore mi disse queste parole: «Ho una sofferenza ancora maggiore di quella che vedi». E Gesù mi fece conoscere per quali peccati si sottopose alla flagellazione: sono i peccati impuri.

Oh, che tremende sofferenze morali patì Gesù, quando si sottomise alla flagellazione! Improvvisamente Gesù mi disse: «Guarda e osserva il genere umano nella situazione attuale». E in un attimo vidi cose tremende: i carnefici si allontanarono da Gesù, e si avvicinarono per flagellarLo altri uomini, che presero la sferza e sferzarono il Signore senza misericordia.

Erano sacerdoti, religiosi e religiose ed i massimi dignitari della Chiesa, cosa che mi stupì molto; laici di diversa età e condizione; tutti scaricarono il loro veleno sull’innocente Gesù. Vedendo ciò il mio cuore precipitò in una specie di agonia.

Quando Lo flagellarono i carnefici, Gesù taceva e guardava lontano; ma quando lo flagellarono le anime che ho menzionato sopra, Gesù chiuse gli occhi e dal Suo Cuore uscì un gemito represso, ma tremendamente doloroso. Ed il Signore mi fece conoscere nei particolari l’enorme malvagità di quelle anime ingrate: «Vedi, questo è un supplizio peggiore della Mia morte».

Tacquero allora le mie labbra e cominciai a provare su di me l’agonia e capivo che nessuno poteva consolarmi, né togliermi da quello stato, se non Colui che ad esso m’aveva condotto. Ed allora il Signore mi disse: «Vedo il dolore sincero del tuo cuore che ha procurato un immenso sollievo al Mio Cuore. Guarda ora e consolati».

E vidi Gesù inchiodato sulla croce. Dopo che Gesù era rimasto appeso per un momento, vidi tutta una schiera di anime crocifisse come Gesù. E vidi una terza schiera di anime ed una seconda schiera di anime. La seconda schiera non era inchiodata sulla croce, ma quelle anime tenevano saldamente la croce in mano. La terza schiera di anime invece non era né crocifissa né teneva la croce in mano, ma quelle anime trascinavano la croce dietro di sé ed erano insoddisfatte.

Allora Gesù mi disse: «Vedi quelle anime, che sono simili a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse saranno simili a Me anche nella gloria. E quelle che assomigliano meno a Me nella sofferenza e nel disprezzo: le stesse assomiglieranno meno a Me anche nella gloria». La maggior parte delle anime crocifisse appartenevano allo stato religioso; fra le anime crocifisse ho visto anche delle anime che conosco, la qual cosa mi ha fatto molto piacere. Ad un tratto Gesù mi disse: «Nella meditazione di domani riflettersi su quello che hai visto oggi».

Santa Faustina Kowalska

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Una sola cosa è necessaria, che il peccatore apra almeno un po’ le porte del suo cuore ai raggi della divina Misericordia

Posté par atempodiblog le 17 avril 2014

Una sola cosa è necessaria, che il peccatore apra almeno un po' le porte del suo cuore ai raggi della divina Misericordia dans Citazioni, frasi e pensieri 14b5iiu

O Dio incomprensibile, il mio cuore si strugge dalla gioia, poiché m’hai permesso di penetrare i misteri della Tua Misericordia. Tutto ha inizio dalla Tua Misericordia, e tutto termina nella Tua Misericordia… Ogni grazia deriva dalla Misericordia e l’ultima ora è piena di Misericordia per noi. Nessuno dubiti della bontà di Dio, anche se i suoi peccati fossero neri come la notte, la Misericordia di Dio è più forte della nostra miseria. Una sola cosa è necessaria, che il peccatore apra almeno un po’ le porte del suo cuore ai raggi della divina Misericordia: Dio farà il resto. Ma infelice quell’anima che perfino nell’ultima ora ha tenuto chiusa la porta alla Misericordia di Dio! Sono state queste anime che hanno immerso Gesù nell’Orto degli Ulivi in una tristezza mortale. Ciò nonostante dal Suo Cuore compassionevolissimo scaturì la divina Misericordia.

Santa Faustina Kowalska

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Santa Kateri Tekakwitha

Posté par atempodiblog le 17 avril 2014

Le ultime parole della santa: “Gesù, Maria, Vi amo!”

Santa Kateri Tekakwitha dans Santa Kateri Tekakwitha Santa-Kateri-Tekakwitha
Immagine tratta da: Mis ilustraciones

Kateri ci impressiona per l’azione della grazia nella sua vita in assenza di sostegni esterni, e per il coraggio nella vocazione tanto particolare nella sua cultura. In lei, fede e cultura si arricchiscono a vicenda! Il suo esempio ci aiuti a vivere là dove siamo, senza rinnegare ciò che siamo, amando Gesù!

Benedetto XVI

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