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Ciro Immobile, dagli esordi nel Sorrento, la vesuviana, i gol, i sacrifici e un sogno: il Mondiale

Posté par atempodiblog le 30 avril 2014

Dagli esordi nel Sorrento, la vesuviana, i gol, i sacrifici e un sogno: il Mondiale

Ciro Immobile, dagli esordi nel Sorrento, la vesuviana, i gol, i sacrifici e un sogno: il Mondiale dans Sport 1zfrac1

La Campania è una regione che non regala nulla. Anzi, spesso ti toglie, e devi essere bravo a non cadere nei tranelli della vita. La vita ti da, la vita ti toglie, ma a Ciro Immobile sembra aver proprio fatto un grandissimo e preziosissimo regalo: l’abilità nel gioco del calcio. Quel 20 febbraio del 1990, a Torre Annunziata è nato un predestinato,  senza se e senza ma. Quei giocatori che hanno la Serie A nel DNA già da ragazzini. “Ma come diavolo fai a segnare gol del genere?” dicevano i suoi allenatori nelle giovanili del Sorrento. “So ancora prima di calciare dove finirà la palla” rispondeva. Beh, complimenti. Ma Immobile non è solo bravo nel calcio: è il figlio che qualsiasi mamma vorrebbe avere. Educato, responsabile, umile e legato ai valori tradizionali della famiglia, che al sud Italia è ancora un vincolo sacro e intoccabile.

GLI ESORDI: GOL, FATICA E SACRIFICI – Lo studio, ma soprattutto il calcio. Il pallone, presenza fissa della sua vita. Come ha detto il fratello Luigi al tg Piemonte: “Arrivava a casa da scuola, prendeva il borsone, e si faceva 40 minuti di treno all’andata e 40 al ritorno per andare a Sorrento a fare gli allenamenti. Arrivava a casa alle 8 di sera e andava subito a dormire.” I successi bisogna meritarseli, bisogna versare litri di sudore per diventare qualcuno. La strada deve essere stata tutta in salita, ma l’attaccante del Torino è stato bravo a non sbandare, a continuare sulla sua strada, con un obiettivo in testa: la Serie A. Già nelle giovanili del Sorrento si vedeva che aveva talento ma ancora prima, nella squadra di Torre Annunziata, strappava applausi a raffica ad Angelo Izzo, il tecnico di allora: “Ciro – ha detto al tg Piemonte – mi sbalordiva con dei gol incredibili che inventava dal nulla.”  Il fratello: “Qua al sud ha imparato a stare in area di rigore!”. Gol e sacrifici: il Messina lo scarta, l’Inter lo vuole ma lo prendo la Juventus. I 30 gol negli Allievi del Sorrento lo portano a Torino. E con i bianconeri, vince per due anni consecutivi il Torneo di Viareggio (2009 e 2010). Il 14 marzo 2009 debutta in Serie A, diventa l’orgoglio di Torre Annunziata, una città di mare che si riscatta con il figlio prodigo: nei minuti di recupero di Juventus-Bologna subentra ad Alessandro Del Piero. Mica uno qualunque.

IL RAPPORTO CON LA MAMMA E IL PAPA’– Quasi viscerale. “Prima che entri in campo gli mando un messaggio per fargli l’in bocca al lupo” ha detto la mamma. “E se non gioca bene – continua – glielo dico!”. Il papà, invece, si inorgoglisce parlando del figlio: “Qualcosa Ciro l’ha preso da me: anche io da ragazzo segnavo tanti gol”. I suoi occhi si inumidiscono e la voce trema: “Io lavoravo, pensavo alla casa e alla famiglia. Ciro, invece, aveva solo il calcio in testa. Mi dispiace non essergli stato più vicino negli anni più difficile, ma ormai è un uomo.” E il Mondiale? La mamma scherza: “Se Ciro va al Mondiale, ci andiamo pure noi in Brasile!”. Buona fortuna, Ciro. Te la meriti.

Fonte: ToroNews

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Torre Annunziata spinge Immobile ai Mondiali

È il capocannoniere della Serie A con 21 reti (nessuna su rigore), e la sua Torre Annunziata lo spinge direttamente in Brasile con gli Azzurri. «Ciro Immobile ai Mondiali in Brasile»  è la pagina Facebook creata dai suoi concittadini per spingere il ct della Nazionale Cesare Prandelli a scegliere il bomber oplontino del Torino.

Torrese di nascita, lo scorso 17 aprile aveva festeggiato con un tweet il ritorno nel calcio professionistico del Savoia, squadra di Torre Annunziata che ha appena stravinto il campionato di serie D.

Adesso, Torre Annunziata ricambia il piacere e lo spinge ai Mondiali in programma in Brasile. Attualmente è il miglior marcatore italiano della stagione e avrebbe tutti i numeri per guidare l’attacco della Nazionale. Naturalmente, la scelta definitiva spetta al ct Prandelli, ma per la sua città natale non ci sono dubbi: è lui il migliore attaccante italiano in circolazione.

Tratto da: Il Mattino

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