San Giovanni Nepomuceno, martire del confessionale

Posté par atempodiblog le 5 avril 2014

Santuario di San Giovanni Nepomuceno

San Giovanni Nepomuceno, martire del confessionale dans Articoli di Giornali e News Santuario

A poco meno di un centinaio di chilometri da Praga si trova la cittadina Žďár nad Sázavou. Sopra una bella collina ricca di boschi si trova la Chiesa di San Giovanni Nepomuceno, una delle più originali chiese cristiane. In riconoscimento del suo valore unico, l’intero complesso della Chiesa del pellegrinaggio di San Giovanni Nepomuceno a Zelena Hora è stato posto sulla prestigiosa lista UNESCO del Patrimonio Mondiale nel 1994. La pianta della chiesa ha una forma insolita: è una stella a cinque punte. La realizzazione di questo capolavoro architettonico fu opera di Giovanni Biagio Santini-Aichl.

Altra peculiarità dell’edificio è data dalla sua forma gotica, e dalle finestre come pure dagli archi ogivali. Tutti questi elementi vennero utilizzati al fine di creare la tipica atmosfera delle antiche cattedrali gotiche. Giovanni Biagio Santini-Aichl fu l’unico ad impiegare questo originale elemento nelle sue opere.

All’inizio del Diciottesimo Secolo uno stile architettonico senza pari nel resto d’Europa si è sviluppato in Boemia. Conosciuto come barocco gotico in quanto ha coinvolto la trasposizione di elementi gotici in forma barocca. Questo è lo stile nel quale il Santuario di San Giovanni Nepomuceno a Zelena Hora è stato costruito tra gli anni 1719-1722. È un’opera d’arte unica e indiscutibilmente rappresenta l’edificio più originale progettato dal geniale architetto boemo di origine italiana Jan Blazej Santini-Aichl. Si tratta di un edificio che sfuggiva alle regole architettoniche convenzionali e alle panacee del tempo, e colpisce ancora oggi con le sue complesse forme di interconnessione spaziale, il dinamismo dei volumi e la sua ascensione verso l’alto, che sembra sfidare il peso della struttura.

La fondazione della chiesa è legata ai preparativi per la beatificazione e canonizzazione di Giovanni Nepomuceno dopo l’apertura della sua tomba nella cattedrale di San Vito a Praga e la constatazione della sua lingua che miracolosamente era intatta.

Tratto da: Informagiovani

Divisore dans San Francesco di Sales

San Giovanni Nepomuceno, martire del confessionale
Tratto da: Il Sussidiario.net

San Giovanni Nepomuceno, martire del confessionale dans Articoli di Giornali e News San-Nepomuceno

Il 20 marzo di ogni anno la Chiesa Cattolica celebra San Giovanni Nepomuceno, sacerdote e martire della Boemia. Giovanni è nato a Nepomuk, in Boemia, nel 1330 ed è morto a Praga, sempre in Boemia, nel 1383. Intraprese gli studi ecclesiastici a Praga, diventò sacerdote per opera dell’arcivescovo e si dedicò alla predicazione. Re Venceslao lo prese a corte come predicatore e dopo poco l’arcivescovo elesse Giovanni canonico della cattedrale e l’imperatore gli promise il ruolo di vescovo a Leitometitz. Il canonico, un po’ timoroso per gli onori e le responsabilità, persuase il re a revocare la sua proposta. Nel frattempo la moglie del re, Giovanna di Baviera, avendolo conosciuto, gli diede il ruolo di suo confessore. Ma il re Venceslao, che era corrotto, aveva il sospetto che sua moglie Giovanna lo tradisse e la assillava per sapere cose che invece erano solo sue fantasie. Allora si rivolse a Giovanni allo scopo di conoscere il contenuto delle confessioni di sua moglie, ma Giovanni si rifiutò con fermezza nonostante le minacce del re. In seguito a supplizi e torture, senza alcun risultato, il re lo condannò a morte gettandolo nel fiume Moldava. Infatti nel 1383 Giovanni fu gettato dal ponte cittadino tra sesto e settimo pilastro.

Il significato del nome Giovanni deriva dall’ebraico e significa dono del Signore. Il suo emblema è una palma, le cinque stelle e l’abito talare. Giovanni di Nepomuk è da sempre protettore dei fiumi e delle acque. Ma la sua storia ha i contorni sfocati tanto che all’inizio dello scorso secolo si dubitò della sua esistenza e molte statue furono abbattute oppure rimosse. Nella tradizione antica, di cui dubitavano i protestanti, si parlava dell’eroismo di “Magister Jan”, un originario della città di Nepomuk nella Boemia, che, per non rivelare il segreto di una confessione venne gettato, come detto, nella Moldava, dove morì per annegamento. Il re artefice della condanna era vizioso e corrotto ed era stato ribattezzato come “re fannullone”. La povera regina, che trovava conforto nella fede ai ripetuti tradimenti del marito, trascorreva ore in preghiera e confessandosi da padre Giovanni, un ottimo predicatore e curatore di coscienze. Ma la mente malata del re, accecato dalla gelosia, gli aveva fatto immaginare che la moglie avesse una relazione con il prete stesso e anche con un amante che il prete copriva. Quando il re pensa di esserne certo lo svergogna durante un pranzo davanti ad ospiti. Giovanni gli intima di fare il suo dovere di sovrano ma soprattutto di cristiano. Allora il Re Venceslao giura di vendicarsi e un giorno, con le minacce, ordina a Giovanni di dirgli cosa sua moglie gli dicesse in confessione, sperando di sapere qualcosa sui presunti amanti. Ma Giovanni, con una volontà ferma ed eroica, convinto assolutamente dell’inviolabilità del sacramento della confessione e rifiuta nettamente. Il re Venceslao si vendica e lo fa gettare nel fiume di notte il 20 marzo del 1393.

Ancora oggi è indicato il luogo esatto da cui venne gettato e le persone passando si tolgono il cappello, venerando il prete Giovanni come martire e invocandolo contro i danni che vengono dall’acqua. Il mattino dopo nel fiume galleggiava il suo cadavere che era circondato dalla luce. La città si indignò per il misfatto del loro re e Giovanni fu portato in processione, alla chiesa vicina di S. Croce, mentre tutti i fedeli piangendo, accorrevano a baciare i piedi e a chiedere intercessioni. Poi, durante la Controriforma, i Gesuiti, in polemica con i protestanti che rifiutano il sacramento della confessione rendono Giovanni da Nepomuk il “martire del confessionale”.

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