La storia del Dio che muore è accaduta realmente
Posté par atempodiblog le 28 mars 2014
Il Cardinale Schönborn ricorda la conversione del grande scrittore britannico Clive Staples Lewis, che aveva letto un’opera in dodici volumi su questi miti*, ed era giunto alla conclusione che anche questo Gesù, che prese in mano il pane e disse: “Questo è il mio corpo”, fosse soltanto “un’altra divinità del grano, un re del grano che offre la sua vita per la vita del mondo”. Un giorno, tuttavia udì in una conversazione “un ateo convinto […] osservare che le prove della storicità dei Vangeli sarebbero sorprendentemente persuasive”. Allora pensò: “Strana faccenda. Tutta la storia del Dio che muore – pare che, una volta, sia accaduta realmente”. Si è accaduta realmente. Gesù non è un mito, è un uomo fatto di carne e di sangue, una presenza tutta reale nella storia. Possiamo visitare i luoghi e seguire le vie che Egli ha percorso. Possiamo, per il tramite dei testimoni, udire le sue parole. Egli è morto ed è risorto. Il mistero della passione del pane l’ha per così dire aspettato, si è proteso verso di Lui, e i miti hanno aspettato Lui, in cui il desiderio è diventato realtà. Lo stesso vale per il vino. Anch’esso reca una passione; è stato pigiato, e così l’uva si è trasformata in vino. I Padri hanno interpretato ulteriormente questo linguaggio nascosto dei doni eucaristici. Vorrei aggiungere qui un solo esempio. Nella cosiddetta Didaché (un’opera che con buona probabilità risale intorno all’anno 100) si prega sul pane destinato all’Eucaristia: “Come questo pane spezzato era disperso sui monti e, raccolto, è divenuto uno, così la tua Chiesa sia raccolta dalle estremità della terra nel tuo regno” (IX,4)
*della morte e della resurrezione della divinità, di cui il pane era diventato il punto di partenza.
Tratto da Gesù di Nazaret di Benedetto XVI
Laisser un commentaire
Vous devez être connecté pour rédiger un commentaire.