Posté par atempodiblog le 28 mars 2014
“Tutti abbiamo bisogno di migliorare, di cambiare in meglio. La Quaresima ci aiuta a lottare contro i nostri difetti”.
Papa Francesco
“Che io comprenda tutto quello che nell’anima mia resta ancora di male da mortificare nelle mie quaresime, da immolare nelle mie settimane di passione, per dispormi alle settimane maggiori!
Settimane maggiori per maggiori grazie di unione con Gesù Cristo nel suo divino sacrificio e nel suo divino sacramento, nel mistero della morte e della vita, sepoltura e risurrezione dell’uomo in Cristo.
Che siano così profondi i miei cambiamenti in meglio e così alti i miei progressi nel bene, da essere vere resurrezioni… Oh, come vorrei svolgere, con magnificenza, questo programma nel mio anno liturgico…”.
Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo – Ascensione
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Posté par atempodiblog le 28 mars 2014
“Si custodisce e si preserva l’originalità della Penitenza cristiana solo in comunione viva con Cristo”.
Nota pastorale della CEI n.230
“Tempo di tentazione! Chi entra nel deserto con Gesù, non si meravigli che ci trovi la tentazione, poiché anche Gesù ce la volle trovare, e a posta ci volle andare. Ogni tempo della vita presente è tempo di tentazione, perché tempo di prova. Forse la Quaresima lo è maggiormente. Dunque, vigilate et orate. Preghiamo affinché fatti degni di somigliare a Gesù nell’esser tentati, gli rassomigliassimo anche nel combattere a modo e nel vincere trionfalmente.
Così sia”.
Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo
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Posté par atempodiblog le 28 mars 2014
Il Cardinale Schönborn ricorda la conversione del grande scrittore britannico Clive Staples Lewis, che aveva letto un’opera in dodici volumi su questi miti*, ed era giunto alla conclusione che anche questo Gesù, che prese in mano il pane e disse: “Questo è il mio corpo”, fosse soltanto “un’altra divinità del grano, un re del grano che offre la sua vita per la vita del mondo”. Un giorno, tuttavia udì in una conversazione “un ateo convinto […] osservare che le prove della storicità dei Vangeli sarebbero sorprendentemente persuasive”. Allora pensò: “Strana faccenda. Tutta la storia del Dio che muore – pare che, una volta, sia accaduta realmente”. Si è accaduta realmente. Gesù non è un mito, è un uomo fatto di carne e di sangue, una presenza tutta reale nella storia. Possiamo visitare i luoghi e seguire le vie che Egli ha percorso. Possiamo, per il tramite dei testimoni, udire le sue parole. Egli è morto ed è risorto. Il mistero della passione del pane l’ha per così dire aspettato, si è proteso verso di Lui, e i miti hanno aspettato Lui, in cui il desiderio è diventato realtà. Lo stesso vale per il vino. Anch’esso reca una passione; è stato pigiato, e così l’uva si è trasformata in vino. I Padri hanno interpretato ulteriormente questo linguaggio nascosto dei doni eucaristici. Vorrei aggiungere qui un solo esempio. Nella cosiddetta Didaché (un’opera che con buona probabilità risale intorno all’anno 100) si prega sul pane destinato all’Eucaristia: “Come questo pane spezzato era disperso sui monti e, raccolto, è divenuto uno, così la tua Chiesa sia raccolta dalle estremità della terra nel tuo regno” (IX,4)
*della morte e della resurrezione della divinità, di cui il pane era diventato il punto di partenza.
Tratto da Gesù di Nazaret di Benedetto XVI
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Posté par atempodiblog le 28 mars 2014
“Tante volte capita che una persona viene e dice: ‘Ma, non mi confesso da tanti anni, ma, ho avuto questo problema, ho lasciato la confessione perché ho trovato un sacerdote e mi ha detto questo’, e si vede l’imprudenza, la mancanza di amore pastorale in quello che racconta la persona. E si allontanano, per una cattiva esperienza nella confessione. Se è questo atteggiamento di padre, che viene dalla bontà di Dio, non succederà mai, questa cosa”.
“La Confessione non è un tribunale di condanna, ma esperienza di perdono e di misericordia!”.
Papa Francesco
Domanda: Molti cristiani provano un certo malessere davanti al Sacramento della Riconciliazione; quest’iniziativa è un modo di far avvicinare a questo Sacramento con gioia e non con angoscia?
Mons. Rino Fisichella – E’ vero: spesso si hanno esperienze negative che purtroppo allontanano dalla Confessione. Penso che dovremmo essere capaci di dare al meglio il segno dell’incontro, il segno dell’amore e il segno della misericordia, unito anche al segno della gioia. Il Signore accoglie quanti ritornano a lui con il cuore sincero. Noi desideriamo che, come scrive Papa Francesco nella “Evangelii Gaudium”, il sacramento della Riconciliazione possa essere vissuto come un momento in cui si sperimenta la grazia del perdono, la vicinanza di Dio, che comprende, che guarda nel più profondo del cuore e soprattutto – per usare le sue parole – non dare l’esperienza che il confessionale sia una sala di tortura: non è questo, non può essere questo. Deve essere solo ed esclusivamente il momento in cui, pur mettendoci come peccatori davanti a Dio e pronti al suo giudizio, sperimentiamo però la grandezza della sua misericordia.
Tratto da: Radio Vaticana
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Posté par atempodiblog le 28 mars 2014
“Questo è il nostro Padre, il Dio che ci aspetta. Sempre. ‘Ma, padre, io ho tanti peccati, non so se Lui sarà contento’. ‘Ma prova! Se tu vuoi conoscere la tenerezza di questo Padre, va da Lui e prova, poi mi racconti’. Il Dio che ci aspetta. Dio che aspetta e anche Dio che perdona. E’ il Dio della misericordia: non si stanca di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere il perdono, ma Lui non si stanca. Settanta volte sette: sempre; avanti con il perdono. E dal punto di vista di un’azienda, il bilancio è negativo. Lui sempre perde: perde nel bilancio delle cose, ma vince nell’amore”.
“La vita di ogni persona, di ogni uomo, ogni donna, che ha il coraggio di avvicinarsi al Signore, troverà la gioia della festa di Dio. Così, che questa parola ci aiuti a pensare al nostro Padre, Padre che ci aspetta sempre, che ci perdona sempre e che fa festa quando noi torniamo”.
Papa Francesco
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Posté par atempodiblog le 28 mars 2014
“Quivi non è arte di pennelli, onde sia stato fatto il volto della Vergine, ma cosa divina veramente”.
Michelangelo Buonarroti sull’affresco di Francesco Bocchi, la SS. Annunziata, Firenze 1592.
Tratto da: La SS. Annunziata di Firenze. Santuario dell’Ordine dei Servi di Maria
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