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Il Papa: la Quaresima è per cambiare la vita, no agli ipocriti “truccati” da santi

Posté par atempodiblog le 18 mars 2014

Il Papa: la Quaresima è per cambiare la vita, no agli ipocriti “truccati” da santi
La Quaresima è un tempo per “aggiustare la vita”, “per avvicinarsi al Signore”. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di stamani a Casa Santa Marta. Il Papa ha messo in guardia dal sentirsi “migliori degli altri”. Gli ipocriti, ha avvertito, “si truccano da buoni” e non comprendono che “nessuno è giusto da se stesso”, tutti “abbiamo bisogno di essere giustificati”.

di Alessandro Gisotti – Radio Vaticana

Il Papa: la Quaresima è per cambiare la vita, no agli ipocriti “truccati” da santi dans Fede, morale e teologia 14iq3iw

Conversione. Papa Francesco ha iniziato la sua omelia sottolineando che questa è la parola chiave della Quaresima, tempo propizio “per avvicinarci” a Gesù. E commentando la prima Lettura, tratta dal Libro di Isaia, ha osservato che il Signore chiama alla conversione due “città peccatrici” come Sodoma e Gomorra. Questo, ha affermato, evidenzia che tutti “abbiamo bisogno di cambiare la vita”, di guardare “bene nella nostra anima” dove sempre troveremo qualcosa. La Quaresima dunque, ha soggiunto, è proprio questo “aggiustare la vita”, avvicinandosi al Signore. Lui, ha detto, “ci vuole vicini” e ci assicura che “ci aspetta per perdonarci”. Tuttavia, ha ammonito, il Signore vuole “un avvicinamento sincero” e ci mette in guardia dall’essere ipocriti:

“Cosa fanno gli ipocriti? Si truccano, si truccano da buoni: fanno faccia di immaginetta, pregano guardando al cielo, facendosi vedere, si sentono più giusti degli altri, disprezzano gli altri. ‘Mah – dicono – io sono molto cattolico, perché mio zio è stato un grande benefattore, la mia famiglia è questa e io sono… ho imparato… conosciuto il vescovo tale, il cardinale tale, il padre tale… Io sono…’. Si sentono migliori degli altri. Questa è l’ipocrisia. Il Signore dice: ‘No, quello no’. Nessuno è giusto da se stesso. Tutti abbiamo bisogno di essere giustificati. E l’unico che ci giustifica è Gesù Cristo”.

Per questo, ha soggiunto, dobbiamo avvicinarci al Signore: “Per non essere cristiani truccati, che quando passa questa apparenza, si vede la realtà che non sono cristiani”. Qual è, allora, “la pietra di paragone per cui noi non siamo ipocriti e ci avviciniamo al Signore?” La risposta, ha sottolineato il Papa, ce la dà il Signore stesso nella prima Lettura quando dice: “Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni, cessate di fare il male, imparate a fare il bene”. Questo è l’invito. Ma, si chiede Francesco, “qual è il segno che andiamo su una buona strada?”:

“‘Soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova’. Avere cura del prossimo: del malato, del povero, di quello che ha bisogno, dell’ignorante. Questa è la pietra di paragone. Gli ipocriti non sanno fare questo, non possono, perché sono tanto pieni di se stessi che sono ciechi per guardare gli altri. Quando uno cammina un po’ e si avvicina al Signore, la luce del Signore gli fa vedere queste cose e va ad aiutare i fratelli. Questo è il segno, questo è il segno della conversione”.

Certo, ha osservato, “non è tutta la conversione”, quella infatti “è l’incontro con Gesù Cristo”, ma “il segno che noi siamo con Gesù Cristo è questo: curare i fratelli, quelli più poveri, quelli ammalati, come il Signore ci insegna” e come leggiamo nel capitolo 25 del Vangelo di Matteo:

“La Quaresima è per aggiustare la vita, sistemare la vita, cambiare la vita, per avvicinarsi al Signore. Il segno che noi siamo lontani dal Signore è l’ipocrisia. L’ipocrita non ha bisogno del Signore, si salva da se stesso, così pensa, e si traveste da santo. Il segno che noi ci siamo avvicinati al Signore con la penitenza, chiedendo perdono, è che noi abbiamo cura dei fratelli bisognosi. Il Signore ci dia a tutti luce e coraggio: luce per conoscere cosa succede dentro di noi e coraggio per convertirci, per avvicinarci al Signore. E’ bello essere vicino al Signore”.

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Ricetta Zeppole di San Giuseppe – Cucina Napoletana

Posté par atempodiblog le 18 mars 2014

Ricetta Zeppole di San Giuseppe – Cucina Napoletana
di Fabiana Carelli – Napoli da vivere

Ricetta Zeppole di San Giuseppe – Cucina Napoletana dans Cucina e dintorni 23k3wi9

Le zeppole di San Giuseppe sono un dolce la cui tradizione è molto sentita dai napoletani, pur non essendo una ricetta esclusivamente partenopea.

La leggenda, risalente addirittura ad epoca romana, vuole che siano attribuiti a San Giuseppe, il quale avrebbe inventato questo dolce durante la famosa fuga in Egitto.

Per questo motivo le gustose frittelle sono tipicamente associate alla festa del papà, e vengono preparate in genere nel periodo primaverile.

Ingredienti

  • 1/2 Kg. di farina
  • 500 ml di acqua
  • 1/4 di sugna (o di burro)
  • 1 pizzico di sale
  • 12 uova
  • 500 ml di latte intero
  • 200 gr. zucchero
  • 4 tuorli d’uovo
  • 70 gr. farina
  • 1 bustina di vanillina (o una stecca di vaniglia)

Preparazione

Prima di tutto preparate la crema pasticcera. Fate bollire il latte con la stecca di vaniglia (o bustina di vanillina), lasciate raffreddare e passate il tutto con il colino. A parte, sbattete le uova con lo zucchero, quindi aggiungete la farina. Unite il latte al composto e mescolate bene. Mettete il tutto in un tegame e cuocete a fuoco lento, girando continuamente e facendo attenzione ad evitare la comparsa di grumi. Quando la crema si sarà addensata, togliete dal fuoco e fate raffreddare.

Per l’impasto, fate bollire l’acqua e la sugna (o burro) in un tegame, poi togliete dal fuoco ed aggiungete la farina a pioggia, mescolando sempre. Una volta terminato, rimettete il tutto sul fuoco e fate cuocere a fuoco lento finché la pasta non si stacca dalle pareti del tegame.

Lasciate raffreddare la pasta, poi aggiungete le uova una alla volta, lavorando il composto energicamente con le mani, fino a quando non assume una consistenza densa. Preparate dei quadrati di carta da forno ed ungeteli leggermente con un po’ d’olio; mettete la pasta in una siringa per pasticceri, con beccuccio largo ed a stella, e versatene un po’ su ogni singolo quadrato formando una sorta di ciambella (la forma tipica delle Zeppole di S.Giuseppe).

Friggete le ciambelle (con la base di carta da forno) in una pentola con abbondante olio caldo. Quando l’olio sarà bollente e le ciambelle quasi cotte, si staccheranno dalla carta da forno; a quel punto fatele dorare e poi asciugare su della carta assorbente.

Una volta asciutte, guarnite con la crema pasticcera, amarene e zucchero a velo.

N.B.:
Di questo dolce si sta diffondendo sempre di più la variante certamente meno calorica delle zeppole al forno, che differisce soltanto per il tipo di cottura dell’impasto. Gli amanti di questo dolce spesso si dividono letteralmente in due fazioni per stabilire quale sia la migliore, tuttavia ormai sono entrambe entrate di diritto nella nostra tradizione culinaria.

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Napoli, striscione in onore del Grande Torino

Posté par atempodiblog le 18 mars 2014

Napoli, striscione in onore del Grande Torino
Fonte: Calcio News 24

Napoli, striscione in onore del Grande Torino dans Sport 2nunnzb

Ieri a Torino è arrivato il Napoli in trasferta e sul web in queste ore gira una foto che farà piacere ai molti tifosi granata.

ONORE AL TORO – La foto ritrae uno striscione, non gigantesco per la verità, dei tifosi del Napoli che omaggiano e rendono onore al Grande Torino, scomparso appunto dopo la strage di Superga e considerato una delle squadre più forti della storia. Come potete vedere dalla foto qui sotto i tifosi del Napoli hanno scritto: «Chi ama il calcio onora il Grande Toro». Finalmente un gesto da condividere.

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18 marzo: 478° anniversario dell’apparizione della Madonna di Misericordia, patrona di Savona

Posté par atempodiblog le 18 mars 2014

18 marzo: 478° anniversario dell’apparizione della Madonna di Misericordia, patrona di Savona dans Apparizioni mariane e santuari 2ng6h41

Il 18 marzo 1536 la Madonna di Misericordia appare ad Antonio Botta, un umile contadino dedito alla preghiera mariana e alla carità verso il prossimo.
“Misericordia e non giustizia” è il messaggio che la Vergine gli affida e che viene accolto dai savonesi come esortazione ad affrontare con fede e pietà cristiana il momento di crisi sociale ed economica in cui la città versa a seguito della sconfitta subita da parte dei genovesi nel 1528.
Il luogo dell’Apparizione diviene fin dal primo momento meta di culto: le cronache dell’epoca testimoniano la presenza giornaliera di circa 25.000 pellegrini provenienti dalla Liguria, dal Piemonte e dalla Lombardia.
Nel 1537 la Madonna di Misericordia diviene Patrona della città di Savona e sul luogo dell’evento miracoloso viene edificato il Santuario che Pio X  nel 1904 eleverà al titolo di Basilica Minore.
Ogni anno, il 18 marzo, in occasione dell’anniversario dell’Apparizione, si svolge la tradizionale processione votiva guidata dal Vescovo e seguita dalle Confraternite dell’intera Diocesi.

Fonte: Santuario di N.S. di Misericordia

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