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Basket NBA, Belinelli re del tiro da tre!

Posté par atempodiblog le 16 février 2014

Basket NBA, Belinelli re del tiro da tre!
L’azzurro vince il concorso individuale nell’All Star Saturday, superando Bradley Beal nello spareggio della finale. “E’ un sogno che si avvera”
Tratto da: TuttoSport

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NEW YORK – Se a New Orleans, tre anni fa, Marco  Belinelli trovò la nobilità NBA, ora nella stessa città ha trovato la  consacrazione, vincendo la gara del tiro da tre dell’All Star Saturday,  battendo nello spareggio della finale Bradley Beal per 24-18. In  precedenza, Belinelli (capace di riprendersi da un paio di airball)  aveva sgominato la concorrenza dei tiratori convocati per l’ovest, cioè  Kevin Love, Damian Lillard e Stephen Curry, tre che giocheranno l’All  Star Game vero e proprio.

ALBO D’ORO – Dopo  essere stato il primo azzurro a vincere una serie di playoff, Belinelli è  il primo italiano a vincere un concorso individuale all’All Star Game. “E’ un sogno che si avvera”  ha detto il 27enne bolognese dei San Antonio Spurs, che entra in una  galleria di vincitori di altissimo livello, con Larry Bird (che vinse le  prime tre edizioni), Glen Rice, lo specialista Steve Kerr, Peja  Stojakovic, Ray Allen, Dirk Nowitzki, Paul Pierce e, negli ultimi due  anni, Kevin Love e Kyrie Irving.

LA GIOIA – «Volevo questo trofeo, ero venuto qui  per vincere. Per tutta la mia famiglia che mi ha sostenuto e per i miei  compagni. Questo è un momento bellissimo ma i miei obiettivi sono altri: voglio l’anello NBA. Questo successo per me vuol dire tantissimo, mette il mio nome in bella evidenza. E’ troppo presto per capire che  cosa significhi davvero questa vittoria, dovrò metabolizzare. Sono nell’albo d’oro insieme a uno come Larry Bird».

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Non riversare sul prossimo il veleno dell’ira e della calunnia

Posté par atempodiblog le 16 février 2014

Non riversare sul prossimo il veleno dell’ira e della calunnia dans Fede, morale e teologia no_alla_mormorazione_in_chiesa

«Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; … Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio» (vv. 21-22). Con questo, Gesù ci ricorda che anche le parole possono uccidere! Quando si dice di una persona che ha la lingua di serpente, cosa si vuol dire? Che le sue parole uccidono! Pertanto, non solo non bisogna attentare alla vita del prossimo, ma neppure riversare su di lui il veleno dell’ira e colpirlo con la calunnia. Neppure sparlare su di lui. Arriviamo alle chiacchiere: le chiacchiere, pure, possono uccidere, perché uccidono la fama delle persone! È tanto brutto chiacchierare! All’inizio può sembrare una cosa piacevole, anche divertente, come succhiare una caramella. Ma alla fine, ci riempie il cuore di amarezza, e avvelena anche noi. Vi dico la verità, sono convinto che se ognuno di noi facesse il proposito di evitare le chiacchiere, alla fine diventerebbe santo! È una bella strada! Vogliamo diventare santi? Sì o no? [Piazza: Si!] Vogliamo vivere attaccati alle chiacchiere come abitudine? Sì o no? [Piazza: No!] Allora siamo d’accordo: niente chiacchiere! Gesù propone a chi lo segue la perfezione dell’amore: un amore la cui unica misura è di non avere misura, di andare oltre ogni calcolo.
[...] Da tutto questo si capisce che Gesù non dà importanza semplicemente all’osservanza disciplinare e alla condotta esteriore. Egli va alla radice della Legge, puntando soprattutto sull’intenzione e quindi sul cuore dell’uomo, da dove prendono origine le nostre azioni buone o malvagie.

Tratto da: l’Angelus di Papa Francesco (Domenica, 16 febbraio 2014)

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Giovani: In piazza San Pietro i fidanzati, «giovani controcorrente»

Posté par atempodiblog le 16 février 2014

Le testimonianze delle coppie arrivate da tutta Italia e non solo per l’incontro con Papa Francesco. Francesca (18 anni), con Michele (23): «È bello iniziare ad essere felici già da giovanissimi»
Tratto da: RomaSette
Giovani: In piazza San Pietro i fidanzati, «giovani controcorrente» dans Riflessioni 280po5k
Poco prima delle 11, continuavano ancora ad arrivare a frotte, l’aria allegra nonostante molti di loro abbiano dovuto viaggiare tutta la notte, per essere presenti all’appuntamento con il Papa. Sono i fidanzati [...] i protagonisti di piazza San Pietro, finalmente baciata da un sole primaverile dopo i molti giorni di pioggia. “Giovani controcorrente”, li ha definiti monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ha organizzato questa udienza speciale. Come Francesca Calò e Michele Padovano, giovanissimi, 18 anni lei e 23 lui fidanzati già da due anni e mezzo. Vengono da San Giovanni Rotondo, si sono conosciuti nella parrocchia di san Leonardo Abate, che frequentano tuttora. «È bello iniziare ad essere felici già da giovanissimi», racconta con una semplicità disarmante Francesca. «All’inizio era una cosa adolescenziale – dice Michele – poi però abbiamo scoperto lati diversi di ognuno di noi, siamo cresciuti insieme». Seduti dietro di loro, ci sono i loro genitori: «Siamo fieri di loro», esclamano. E Michele: «Scrivilo, mi raccomando!». «È vero, andiamo controcorrente, ma con gioia!», testimoniano all’unisono Francesca e Michele: «Crediamo in quello che facciamo. È facile, quando si mette Dio al centro».

Luca e Serena Romano si sono sposati solo due mesi fa, lei fa vedere con orgoglio la fede al dito. Vengono da Napoli, dalla parrocchia di Monte di Procida, hanno preso un treno alle quattro di mattina. Fino a due mesi fa, erano “colleghi” dei fidanzati che oggi affollano questa piazza: il loro fidanzamento è durato due anni e mezzo. Luca ha 36 anni e Serena 32, lei sta ancora studiando e lui ha un lavoro. «Ci vuole coraggio e incoscienza per sposarsi oggi», dice Luca, che però ci tiene a consigliare ai fidanzati di non metterci troppo a fare il grande passo: «Se sono convinti, il mio consiglio è sposarsi quanto prima, non ha senso trascinarsi. Non bisogna far precedere il matrimonio da un fidanzamento lunghissimo: è bello continuare a scoprirsi anche dopo il matrimonio, altrimenti il rischio è quello di diventare “sterili”». Luigi Bruno e Manuale Mirabelli vengono da Petilia, diocesi di Crotone, hanno rispettivamente 24 e 22 anni. «È la prima volta che vediamo il Papa», dicono facendo trapelare l’attesa per l’incontro. Per essere qui oggi, hanno preso un treno alle 24 e hanno viaggiato tutta la notte. Sono fidanzati da quattro anni, ma si sposerebbero subito, assicurano, se solo avessero un lavoro. Ma nessuno dei due ce l’ha: anche su questo aspettano una parola di Papa Francesco.

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L’abbraccio di Papa Francesco ai fidanzati: “Entrare con cortesia nella vita degli altri”

Posté par atempodiblog le 16 février 2014

L'abbraccio di Papa Francesco ai fidanzati: “Entrare con cortesia nella vita degli altri” dans Fede, morale e teologia fidanzati

“Signore, dacci oggi il nostro amore quotidiano”. È un suggerimento per la preghiera quello che Papa Francesco ha voluto dare ai fidanzati di tutto il mondo, ispirandosi al Padre Nostro. Ha chiesto di ripeterlo più volte in Piazza. Rispondendo alle domande di tre coppie, il Pontefice ha fatto un quadro della società contemporanea: “Tante persone – ha detto – hanno paura di fare scelte definitive, per tutta la vita, sembra impossibile”. “Oggi – ha aggiunto – tutto cambia rapidamente, niente dura a lungo”. Eppure, ha spiegato il Papa nel suo primo incontro ufficiale coi fidanzati, l’amore è una relazione, “è una realtà che cresce”, “che si costruisce come una casa. E la casa si costruisce assieme, non da soli”: “Costruire – ha proseguito – qui significa favorire e aiutare la crescita”:

“Cari fidanzati, voi vi state preparando a crescere insieme, a costruire questa casa, per vivere insieme per sempre. Non volete fondarla sulla sabbia dei sentimenti che vanno e vengono, ma sulla roccia dell’amore vero, l’amore che viene da Dio. La famiglia nasce da questo progetto d’amore che vuole crescere come si costruisce una casa che sia luogo di affetto, di aiuto, di speranza, di sostegno. Ma tutti insieme: affetto, aiuto, speranza, sostegno! Come l’amore di Dio è stabile e per sempre, così anche l’amore che fonda la famiglia vogliamo che sia stabile e per sempre. Per favore non dobbiamo lasciarci vincere dalla “cultura del provvisorio”! Questa cultura che oggi ci invade tutti, questa cultura del provvisorio. Questo non va!”.

Di fronte alla “paura del ‘per sempre’”, la “cura” giorno per giorno è quella di affidarsi “al Signore Gesù in una vita che diventa un cammino spirituale quotidiano, fatto di passi, di crescita comune, di impegno a diventare donne e uomini maturi nella fede”. Perché, ha spiegato il Papa, il “per sempre” non è solo una questione di durata:

“Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani”.

Rifacendosi al miracolo delle nozze di Cana, il Santo Padre ha ricordato ai fidanzati che “il Signore può moltiplicare” il loro amore e donarlo “fresco e buono ogni giorno” perché “ne ha una riserva infinita”, “lo rinnova”, “lo rafforza” e “lo rende ancora più grande quando la famiglia cresce con i figli”. In questo cammino, vanno osservate “delle regole”, già ricordate dal Papa incontrando le famiglie: permesso, grazie, scusa. “Permesso” è una “richiesta gentile”:

“Chiedere permesso significa saper entrare con cortesia nella vita degli altri. Ma sentite bene questo: saper entrare con cortesia nella vita degli altri non è facile! Non è facile! A volte invece si usano maniere un po’ pesanti, come certi scarponi da montagna! L’amore vero non si impone con durezza e aggressività”.

D’altra parte, ha riflettuto il Santo Padre, “nelle nostre famiglie, nel nostro mondo, spesso violento e arrogante, c’è bisogno di molta più cortesia”. Poi, ha parlato della gratitudine, altro “sentimento importante”:

“Nella vostra relazione, e domani nella vita matrimoniale, è importante tenere viva la coscienza che l’altra persona è un dono di Dio e ai doni di Dio si dice: ‘Grazie!’. Ai doni di Dio si dice: Grazie! E in questo atteggiamento interiore dirsi grazie a vicenda, per ogni cosa”.

Quindi, un esame di coscienza, perché “nella vita facciamo tanti errori, tanti sbagli”: l’uomo è portato “ad accusare l’altro e a giustificare se stesso”, è “un istinto che sta all’origine di tanti disastri. Impariamo a riconoscere i nostri errori e – ha aggiunto Papa Francesco – a chiedere scusa”; mai finire la giornata “senza fare la pace”:

“Sappiamo tutti che non esiste la famiglia perfetta, e neppure il marito perfetto, o la moglie perfetta. Non parliamo della suocera perfetta! Esistiamo noi, peccatori. Gesù, che ci conosce bene, ci insegna un segreto: non finire mai una giornata senza chiedersi perdono, senza che la pace torni nella nostra casa, nella nostra famiglia”.

Quindi, una riflessione sulla festa per le nozze: l’invito del Papa è stato quello a fare in modo “che sia una vera festa, una festa cristiana, non una festa mondana”, perché ciò che rende “pieno e profondamente vero” il matrimonio è “la presenza del Signore che si rivela e dona la sua grazia”. È “Lui il segreto della gioia piena, quella che scalda il cuore veramente”:

“E’ bene che il vostro matrimonio sia sobrio e faccia risaltare ciò che è veramente importante. Alcuni sono più preoccupati dei segni esteriori, del banchetto, delle fotografie, dei vestiti e dei fiori… Sono cose importanti in una festa, ma solo se sono capaci di indicare il vero motivo della vostra gioia: la benedizione del Signore sul vostro amore”.

Infine, un pensiero per questi giovani che hanno frequentato o stanno ancora vivendo i percorsi di preparazione al matrimonio, in vista delle nozze nei prossimi mesi: una riflessione sul matrimonio, come “lavoro di tutti i giorni”, “lavoro artigianale”, per “crescere anche in umanità, come uomo e come donna”:

“Arrivare a questo, arrivare a questo: farci crescere insieme, l’uno all’altro. E i figli avranno questa eredità di aver avuto un papà e una mamma che sono cresciuti insieme, facendosi – l’uno all’altro – più uomo e più donna!”.

Dopo le risposte del Papa alle coppie, la piazza ha recitato una “Preghiera dei fidanzati”, appositamente composta per l’occasione. Nel corso della mattinata era stato mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, a introdurre al Papa i fidanzati, definendoli “giovani controcorrente” perché “non hanno paura di sposarsi” e di creare una famiglia “in un mondo in cui si crede che è bene che ciascuno pensi a se stesso”:

“Tutti vediamo che voi rifiutate di edificare una casa sulle sabbie mobili dei sentimenti egocentrici che vanno e vengono, e spesso falsamente scambiati per amore, ma che piegano tutto e tutti a se stessi, anche con la violenza. Penso e preghiamo per quella fidanzata romana picchiata dal fidanzato e per tutte quelle ragazze che vengono umiliate da chi scambia per amore i propri sentimenti egocentrici. Basta con la violenza sulle donne sui bambini!”.

Proiettato un video sull’emergenza in Siria, per cui sono direttamente impegnati con programmi di solidarietà il Pontificio Consiglio per la Famiglia e Caritas Italiana, mons. Paglia e i presenti hanno ringraziato il Pontefice per aver donato a ciascuna coppia un cuscinetto portafedi, “la carezza del Papa” per i fidanzati, ha concluso il presule.

di Giada Aqulino – Radio Vaticana

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