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La presenza di Gesù in quella parte di umanità sofferente

Posté par atempodiblog le 9 février 2014

La presenza di Gesù in quella parte di umanità sofferente dans Citazioni, frasi e pensieri 27xmiyo

“La dignità della persona non si riduce mai alle sue facoltà o capacità, e non viene meno quando la persona stessa è debole, invalida e bisognosa di aiuto. Penso anche alle famiglie, dove è normale prendersi cura di chi è malato; ma a volte le situazioni possono essere più pesanti… Tanti mi scrivono, e oggi vorrei assicurare una preghiera per tutte queste famiglie, e dico loro: non abbiate paura della fragilità! Aiutatevi gli uni gli altri con amore, e sentirete la presenza consolante di Dio”.

“L’atteggiamento generoso e cristiano verso i malati – ha ribadito – è sale della terra e luce del mondo” ed ha invocato la Vergine Maria affinché “ci aiuti a praticarlo, e ottenga pace e conforto per tutti i sofferenti”.

Papa Francesco

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Forse non si mette sufficientemente in luce che Bernadette non è soltanto l’esempio vivente di come si accetta e si offre la malattia, ma è anche il modello luminoso di come bisogna guardare al malato. A Lourdes, sia chi soffre e sia chi allevia la sofferenza trova nella persona della veggente un punto di riferimento irrinunciabile. Questo aspetto specifico, che contraddistingue Lourdes nel mondo, sarebbe inspiegabile senza Bernadette. E’ attraverso di lei che la Madonna ha voluto richiamarci la dignità del  malato e il grande valore della carità nei suoi confronti.

[…] in quegli anni trascorsi all’ospizio scoprì la presenza di Gesù in quella parte di umanità sofferente sulla quale noi preferiamo stendere un velo. Scoprì che l’amore per Dio si concretizza in un atteggiamento pieno di delicatezza, di amore e di sacrificio verso i più malati, i più fragili e i più poveri degli uomini.

“Amo molto i poveri – scrive in una lettera -, mi piace curare gli ammalati; io resterò presso le suore di Nevers. Mi hanno affidato un’ammalata da curare; quando mi sento bene, nessuno se ne occupa tranne me. Rimarrò da loro”. […]

dal libro «Sui passi di Bernadette» di Padre Livio Fanzaga

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9 febbraio: beata Anna Katharina Emmerick

Posté par atempodiblog le 9 février 2014

9 febbraio: beata Anna Katharina Emmerick dans Beata Anna Katharina Emmerick 2881h6q

Nacque nel 1774 a Flamschen, in casa di poveri contadini della Westfalia, e fu sempre gracile e malaticcia. A ventotto anni riuscì a farsi ammettere come monaca agostiniana nel monastero di Dülmen, dove rimase nove anni. Poi l’invasione napoleonica impose la chiusura dei monasteri e la Emmerick passò i dodici anni che le restavano in una misera stanza messale a disposizione da benefattori, sempre malata e senza mai poter alzarsi dal letto. Quinta di nove figli, fin da piccola aveva sentito l’impulso di pregare per poter addossarsi le sofferenze degli altri. Le appariva Gesù Bambino e si intratteneva con lei, rivelandole i segreti delle erbe medicinali. La ragazzina era convinta che tutti vedessero quel che vedeva lei, ma raccoglieva solo incredula commiserazione (fu così che imparò a tenere per sé le sue visioni). Poté frequentare la scuola per pochissimo, in compenso imparò a cucire. Cresciuta, cercò di farsi ammettere in tre diversi monasteri, ma nessuno la volle per via della salute cagionevole e l’estrema povertà (a quel tempo i vestiti, le lenzuola, la biancheria e gli asciugamani dovevano essere confezionati a mano e costavano: i conventi, vivendo di elemosine, non potevano accollarsi una suora priva di dote).
Intanto, le sue visioni si arricchivano di profezie: “vide” la Rivoluzione francese, la morte del re di Francia sulla ghigliottina, l’avvento di Napoleone, la prigionia del papa Pio VI, la Restaurazione… A venticinque anni, mentre pregava in chiesa, le apparve il Cristo che le porgeva due corone, una di fiori ed una di spine. Lei scelse la seconda e da quel momento dovette nascondere le stimmate sul capo sotto una cuffia da contadina. Andò a servizio a casa di un organista, la cui figlia finì per farsi agostiniana e pose come condizione al suo ingresso in monastero che venisse accolta anche la Emmerick. Le monache accettarono perché avevano bisogno di una che sapesse suonare l’organo. La Emmerick lavorava in giardino e gli uccelli venivano a posarsi sulle sue spalle. Era in grado di conversare col suo angelo custode e spesso trascorreva la notte davanti al Santissimo. Il confessore delle monache la prese a benvolere: era il francese Martin Lambert, prete “refrattario” fuggito dalla Francia per non aver voluto prestare il giuramento scismatico “costituzionale”.
La Emmerick, spesso malata per via del suo caricarsi (soprannaturale) dei dolori altrui, nel 1802 avvertì un forte dolore al petto e si ritrovò con una stigmata a forma di croce impressa sulla pelle. Nel 1811, causa l’abolizione degli ordini religiosi, il monastero venne chiuso d’autorità e le monache rimandate in famiglia. Il Lambert prese in affitto una casa e vi alloggiò la Emmerick, ormai così malata da non poter lasciare il letto. Fu fatta venire una sua sorella, Gertrud, per accudirla, ma questa si rivelò rozza e limitata, di carattere bisbetico e insensibile. Intanto, Anna Katharina subiva estasi che duravano ore, ma anche sofferenze indicibili. Nel 1812 ebbe altre due stimmate a forma di croce sul petto e i segni della Passione su mani, piedi e torace. Si sparse la voce e la cosa incuriosì il medico razionalista Franz Wilhelm Wesener, che si recò al capezzale della stigmatizzata per smascherare l’imbroglio. Quando la veggente lo vide entrare gli rivelò particolari biografici che solo lui poteva conoscere. Il Wesener si convertì e non lasciò più la suora. La vedeva andare in estasi e divenire insensibile a tutto, tranne all’acqua benedetta e alle benedizioni impartite da un prete, anche a distanza o lontano: in quel momento la Emmerick si faceva il segno della croce. Il medico attestò anche un altro fenomeno: la Emmerick visse per anni di sola acqua e di comunione. Non poteva mangiare nulla di solido, perché rimetteva. Intanto, la gente arrivava sempre più copiosa e il vicario della diocesi, August von Droste Vischering, volle vederci chiaro. Ordinò una severa inchiesta che fu condotta dal medico, massone, von Druffel. Questi cercò per settimane di curare le piaghe della Emmerick ma dovette arrendersi e certificare che non erano prodotte artatamente. Intanto, la veggente ogni venerdì soffriva i dolori della Passione, compresi quelli della flagellazione e della crocifissione. A questo univa una capacità tutta soprannaturale di riconoscere le reliquie vere in mezzo a quelle false e di dare informazioni dettagliate sul martire cui appartenevano. A visitarla arrivarono importanti personaggi come il conte Stolberg (amico di Goethe e poi convertitosi al cattolicesimo), la famosa poetessa Luise Hensel (anch’ella poi fattasi cattolica) e soprattutto il massimo poeta romantico tedesco, Clemens Brentano. Quest’ultimo, dai trascorsi burrascosi (tra cui due matrimoni falliti), andò a Dülmen per curiosità, spinto dalla Hensel (di cui era vanamente innamorato). La veggente, appena lo vide, gli disse che era lui l’uomo che, per rivelazione divina, aspettava. Finì che il Brentano si stabilì a Dülmen e per sei anni non lasciò il capezzale della Emmerick. Fu lui a mettere per iscritto le visioni di lei. Riempì diciassettemila pagine che composero diversi volumi. L’opera, in seguito pubblicata via via, ebbe un clamoroso successo e fu seguendone le indicazioni che alcuni archeologi trovarono la casa della Madonna ad Efeso.
I prodigi intorno alla Emmerick sembravano senza fine: durante le estasi eseguiva gli ordini che il sacerdote le impartiva in latino (lei, che non aveva studiato); una volta, in una sola notte – e al buio più completo – cucì un incredibile numero di abitini per bambini poveri; toccando un oggetto sapeva dire tutto del suo proprietario; rispondeva alle domande formulate mentalmente di Brentano che le teneva la mano… Nel 1819 il governo prussiano, inquietato dall’affluenza di gente a Dülmen, decise di procedere a un’inchiesta sulla monaca stigmatizzata e mandò i gendarmi. La Emmerick fu prelevata di forza e portata su una barella in un’altra casa: qui per tre settimane la tennero in una stanza illuminata giorno e notte, sorvegliata ininterrottamente e a vista da squadre di uomini che si davano il cambio, con interrogatori continui e reiterate ispezioni delle sue stimmate. Minacciata, perquisita, costretta a ingoiare cibo che regolarmente vomitava, non si riuscì a farle “confessare” il suo “inganno”. La povera donna, che era in grado di esprimersi solo in dialetto e non sapeva scrivere, subì ogni sorta di vessazione inutilmente, perché anche l’inchiesta statale dovette gettare la spugna. Finalmente la riportarono a casa e il Brentano poté riprendere con i suoi appunti su quel che lei dettava.
La precisione con cui la Emmerick descriveva luoghi e usanze giudaiche e dettagli degli abiti del tempo di Gesù era stupefacente. Come si è detto, era quasi analfabeta e non si era mai mossa dalla Westfalia. Ma anche il Brentano non aveva alcuna preparazione teologica o storica. Però quel che venne scritto delle visioni della Emmerick aveva una precisione incredibile (il poeta Paul Claudel si convertì dopo aver letto i resoconti della Passione dettati dalla monaca). Nel 1819, dopo anni di preghiere, le ferite della stigmatizzata si chiusero (aveva chiesto a Dio di toglierle l’imbarazzo che le procuravano e lasciarle solo i dolori): si riaprivano solo il Venerdì Santo. Il 9 febbraio 1824, come aveva profetizzato da mesi, la Emmerick morì di paralisi polmonare. Due mesi dopo, corsa la voce che il suo corpo era stato trafugato a scopo di studio, venne riaperta la sua tomba e il cadavere fu trovato assolutamente fresco e incorrotto.
Brentano durante la sua vita riuscì a far pubblicare solo i volumi La dolorosa passione di Nostro Signor Gesù Cristo e Vita della santa Vergine Maria. Il volume Anni di insegnamento di Gesù vide la luce solo dopo la sua morte, avvenuta nel 1842. Nel 1869 uscì I segreti dell’Antico e del Nuovo Testamento. Nel 1881, seguendo le indicazioni contenute in questi libri, due archeologi ritrovarono in Turchia, nei paraggi dell’antica Efeso, la casa dove Maria aveva trascorso gli ultimi anni prima della sua Assunzione, Meryem- Ana-Evi, che Paolo VI visitò nel 1967 e Giovanni Paolo II nel 1979. È bene ricordare che tutti i testi ricavati da Brentano dalle visioni della Emmerick hanno ricevuto l’imprimatur.

di Rino Cammilleri – Il Timone

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La vera Chiesa

Posté par atempodiblog le 9 février 2014

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“Se io non fossi cattolico e volessi trovare quale sia oggi, nel mondo, la vera Chiesa, andrei in cerca dell’unica Chiesa che non va d’accordo con il mondo. Andrei in cerca della Chiesa che è odiata dal mondo. Infatti, se oggi nel mondo Cristo è in qualche Chiesa, Egli dev’essere tuttora odiato come quando viveva sulla terra. Se dunque oggi vuoi trovare Cristo, trova la Chiesa che non va d’accordo con il mondo… Cerca quella Chiesa che i mondani vogliono distruggere in nome di Dio come crocifissero Cristo. Cerca quella Chiesa che il mondo rifiuta, come gli uomini rifiutarono di accogliere Cristo”.

del venerabile Fulton John Sheen

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