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“L’abuso sui fanciulli? E’ dell’Onu”

Posté par atempodiblog le 7 février 2014

“L’abuso sui fanciulli? E’ dell’Onu”
Parla il filosofo Scruton: “Il rapporto contro il Vaticano è in sé una violenza sui bambini, con obbligo di aborto. Questa violenza non avviene in un oratorio, ma a cielo aperto. E’ la burocrazia degli esperti d’infanzia”
Tratto da: Il Foglio

“L’abuso sui fanciulli? E’ dell’Onu”  dans Articoli di Giornali e News whh5z4“Rimozione degli stereotipi di genere dai libri di testo delle scuole cattoliche”. “Pianificazione familiare e salute riproduttiva, in modo da prevenire gravidanze indesiderate”. “Revisione della propria posizione sull’aborto che mette ovviamente a rischio la vita e la salute delle ragazze incinte”. “Accesso alla contraccezione così come all’informazione sessuale e riproduttiva”. Queste sono soltanto alcune delle numerose ingiunzioni ideologiche che la commissione dell’Onu per i Diritti dell’infanzia ha rivolto al Vaticano, accusato di collusione e di promozione della pedofilia nel clero. Il Vaticano è persino criticato perché non aderisce a un linguaggio “gender inclusive” e perché parla di “complementarità” del ruolo maschile e femminile, e non della loro “uguaglianza”. Le interviste sulla stampa italiana a Maria Rita Parsi, membro di quella commissione del Palazzo di vetro, spiegano bene il senso di una offensiva culturale che va ben oltre la pedofilia.

“Ovviamente ci sono e ci sono stati preti che hanno abusato dell’infanzia di bambini, ma l’abuso sessuale spopola anche fra i laici, compresi i burocrati delle Nazioni Unite, perché l’abuso sessuale fa parte della natura dell’essere umano”, dice al Foglio Roger Scruton, 69 anni, intellettuale conservatore, docente alla St. Andrews University e tra i più celebri filosofi anglosassoni. “I preti che abusano dei bambini sono la grande eccezione, non la regola”. Con una completa assenza di note e riferimenti precisi, il rapporto dell’Onu parla di “decine di migliaia” di bambini vittime dei preti pedofili. “Il rapporto dell’Onu sulla chiesa cattolica è una operazione politica e morale”, ci dice Scruton. “E’ la questione dell’ideologia sessuale e del ‘buon sesso’ che l’Onu e altri stanno diffondendo nelle democrazie occidentali. Il sesso è il legame della società e anche la forza che esplode in essa, oltre che il grande catalizzatore delle pulsioni anticristiane. Se si legge il rapporto delle Nazioni Unite ci si accorge di quanto questa ideologia sia essa stessa un gigantesco abuso sessuale di gran lunga peggiore di qualsiasi sopruso commesso da un sacerdote. Perché è un abuso universale, generalizzato, in progressione, vincente. Per questo la chiesa cattolica deve stare attenta a restare sulla difensiva, questo non la aiuterà. Il rapporto dell’Onu dimostra quella che Karl Marx chiamava ‘ideologia’, ovvero come una collezione di idee senza autorità possa mistificare la realtà sociale. Se un sacerdote abusa del bambino nel segreto della sua coscienza e di un oratorio, questa ideologia Onu propone l’abuso sessuale a cielo aperto e senza vergogna, si tratta di un sacrificio umano, di una guerra alla famiglia e più in generale alla stessa condizione umana. L’aborto rientra in questa ideologia in quanto rappresenta la massima distruzione della riproduzione e del concepimento”.

Il bambino astratto, virtuale, “liberato”
L’Onu impone al Vaticano una revisione dei libri di testo usati nelle scuole cattoliche. “La famiglia è diventata una istituzione sovversiva, una cospirazione occulta”, spiega Scruton. “Così nei libri di testo la donna è single, i padri non vengono citati, e l’educazione sessuale è precisamente diretta alla rescissione di ogni legame fra il sesso e la famiglia”.

Scruton critica il concetto stesso di “abuso dei bambini”, su cui è stata “eretta una vasta burocrazia in tutto il mondo occidentale e che suggerisce una condizione sociale e psicologica che soltanto degli ‘esperti’ sono in grado di gestire. Si tratta di una ideologia che indietro risale  a Michel Foucault, che mitizza il bambino in quanto simbolo di una perfetta innocenza, così che l’abuso dei bambini è rimasto l’unico crimine sessuale, ma in verità questa ideologia rende il bambino un essere astratto, virtuale, e alla fine lo distrugge, perché vorrebbe ‘liberare’ i bambini dalla famiglia e renderli liberi di godere dei ‘diritti del proprio corpo’, insegnando loro che gli unici rischi del sesso sono di natura medica. Questa spudoratezza sostenuta dalla educazione sessuale nelle nostre scuole incoraggia i bambini a un interesse precoce e spersonalizzato alla propria sessualità, insegna loro a disfarsi degli esseri umani come se fossero i condom che gli fanno scartare in classe, e allo stesso tempo fa diventare tutti noi isterici al pensiero di tutti quei pedofili là fuori”.

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Così l’Est e il Sud del Mondo rilanciano la corsa alle armi

Posté par atempodiblog le 7 février 2014

Così l’Est e il Sud del Mondo rilanciano la corsa alle armi
Le spese per la difesa in salita per la prima volta dal 2009
di Fabrizio Dragosei – Corriere della Sera
Tratto da: Spogli

Così l’Est e il Sud del Mondo rilanciano la corsa alle armi dans Articoli di Giornali e News 11ca52x

La corsa agli armamenti è ripresa, nonostante gli anni di crisi economica che hanno ridotto le spese statali in quasi tutti i Paesi del mondo. Un po’ come ai tempi della Guerra fredda, quando la sicurezza, la difesa da possibili aggressioni, la battaglia per stabilire la supremazia del proprio sistema di valori aveva la precedenza su tutto. Solo che i protagonisti non sono più Unione Sovietica e Stati Uniti i quali si fronteggiavano con i loro arsenali nucleari che, comunque, erano già in grado di distruggere più volte l’intero globo.
Oggi si spende quasi unicamente in armi convenzionali e i Paesi che si dissanguano in questo settore e che fanno registrare continui incrementi di spesa sono altri. Quelli che si trovano nelle aree più calde del mondo. La Russia, principale erede dell’Urss, che deve modernizzare l’armata ed è impegnatissima a rafforzare la sua egemonia regionale. Poi Cina, Corea del Sud, Giappone, Australia, Singapore, tutti Paesi interessati a varie dispute territoriali, come quella sulle isole che Pechino rivendica.
La spesa militare cresce a Sud e ad Est, con il Medio Oriente sempre purtroppo protagonista. Sei dei dieci Paesi che hanno visto aumentare gli stanziamenti tra il 2012 e l’anno scorso, sono in questa regione.
Il rapporto sui budget della difesa compilato da «IHS Jane’s», la più autorevole pubblicazione del settore, non lascia spazio a dubbi. Il voluminoso dossier sarà presentato ai clienti di «Jane’s» il 13 febbraio, ma una parte del suo contenuto è stata resa disponibile per il Corriere della Sera. L’anno prossimo la spesa per armi in tutto il mondo sarà di 1.547 miliardi di dollari, in crescita per la prima volta dal 2009. «I budget di molti Paesi Nato continueranno a contrarsi nei prossimi 12 mesi e quindi il centro di gravità delle spese di difesa si sposterà ancora di più a Sud e ad Est», ha spiegato Paul Burton, direttore di «IHS Jane’s». Nel 2021 poi, la spesa dei Paesi non-Nato supererà quella dell’intera Alleanza.

Africa
È partita alla grande anche la corsa agli armamenti nella zona sub-sahariana dove nazioni poverissime sembrano aver deciso che la loro vera priorità sia quella delle armi, soprattutto nuovi aerei. In tutta la regione i quattrini «investiti» in questo settore sono cresciuti del 18%. L’Angola, da solo, ha aumentato le spese del 39%.
Naturalmente questi andamenti globali preoccupano il quartier generale dell’Alleanza Atlantica. Il segretario generale Anders Fogh Rasmussen ha dichiarato alla Bbc : «Altre potenze investono sempre di più nella difesa e alla fine questo vorrà dire che noi avremo meno influenza sulla scena internazionale. Il vuoto sarà riempito da altri che non necessariamente condividono i nostri interessi e i nostri valori».

Russia
Rasmussen non lo ha detto, ma certo le iniziative di Mosca non tranquillizzano. Missili Iskander nell’enclave di Kaliningrad nel cuore dell’Europa, nuova difesa antiaerea, grande attivismo in Armenia e nell’Asia Centrale, continue pressioni sull’Ucraina. E un progetto di modernizzazione rapida delle forze armate.
Nonostante le difficoltà economiche e le spese colossali in altri settori (come per le Olimpiadi), la Russia incrementerà le sue uscite nel settore militare del 44% nei prossimi tre anni.È diventata il terzo Paese al mondo, superando la Gran Bretagna.

Medio Oriente
Mentre Israele mantiene quasi stabile il suo livello di spesa attorno ai 13 miliardi di dollari, altri Paesi sono impegnatissimi a fare acquisti. L’Arabia Saudita in primo luogo, che attualmente è al nono posto e l’anno prossimo passerà all’ottavo, subito dopo l’India. Nel 2013 ha speso 42,8 miliardi, il 19% più dell’anno precedente. Quest’anno salirà ancora, a 44,1 miliardi. In dieci anni ha triplicato la spesa. L’Oman l’ha raddoppiata dal 2011, passando da 4,7 a 9,2 miliardi. In grande crescita anche Bahrein, gli Emirati, l’Iraq.

Nato
Tutti i principali Paesi Nato tagliano la spesa militare o al massimo la mantengono stabile, prima di tutto gli Stati Uniti (che comunque restano al primo posto nella classifica mondiale): 664 miliardi nel 2012, 582 l’anno scorso e 575 previsti per il 2014. L’Italia scende dal dodicesimo al tredicesimo posto, superata dall’Australia.

Cina
La crisi delle isole Senkaku (secondo i giapponesi) o Diaoyu (secondo i cinesi) sta facendo miracoli per i mercanti di strumenti bellici. Entro il 2015 la spesa della Cina supererà quella di Gran Bretagna, Francia e Germania messe assieme (159,6 miliardi di dollari). Pechino sta modernizzando tutto il suo arsenale e questo, naturalmente, causa apprensione fra i suoi vicini a Est e ad Ovest.

Estremo Oriente
Salgono gli impegni militari del Giappone che è stabilmente al quinto posto nel mondo. Riarmano la Corea del Sud, l’Australia, l’Indonesia, l’India. Per non parlare della Corea del Nord che da un lato segue una strada tutta sua (atomica, missili intercontinentali), ma dall’altro guarda pure ai Paesi limitrofi.

Notizie decisamente sconfortanti per la maggior parte di noi. I clienti di «Jane’s» invece si stanno probabilmente già fregando le mani. Per loro che «operano nel settore», come si suol dire, in tutte queste regioni del mondo si profilano occasioni da non perdere.
Scrive uno degli analisti della rivista parlando della tragica situazione africana: «Anche se il mercato è in espansione, rappresenta ancora meno del 2% della spesa globale per la difesa. La crescita deve quindi continuare per far sì che nel lungo termine emergano nuove opportunità». 

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Annunciare Gesù Cristo

Posté par atempodiblog le 7 février 2014

Annunciare Gesù Cristo dans Citazioni, frasi e pensieri jk7u6f

“Ci farà bene oggi, a noi, domandarci sul nostro discepolato: annunziamo Gesù Cristo? Approfittiamo o non approfittiamo della nostra condizione di cristiani come se fosse un privilegio? Giovanni non si impadronì della profezia. Terzo: andiamo sulla strada di Gesù Cristo? La strada dell’umiliazione, dell’umiltà, dell’abbassamento per il servizio? E se noi troviamo che non siamo fermi in questo, domandarci: ‘Ma quando è stato il mio incontro con Gesù Cristo, quell’incontro che mi riempì di gioia?’. E tornare all’incontro, tornare alla prima Galilea dell’incontro. Tutti noi ne abbiamo una! Tornare là! Rincontrarci con il Signore e andare avanti su questa strada tanto bella, nella quale Lui deve crescere e noi venire meno”.

Papa Francesco

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