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Un mondo nuovo senza Dio

Posté par atempodiblog le 2 février 2014

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Dietro all’inganno dell’uomo che vuole essere dio scorgiamo Lucifero che per primo si è ribellato al Creatore, inoculando poi questo veleno nel cuore dell’uomo, facendone la tentazione propria di ognuno. Questo non significa però che la storia semplicemente si ripeta, bensì siamo chiamati a riconoscere dei momenti in cui il rifiuto di Cristo da parte dell’umanità è più radicale che in altre epoche. Questo è quanto sta accadendo ai nostri giorni. Pensiamo agli auguri Natalizi del 2010 di Benedetto XVI alla Curia romana, allorché affermò che si assisteva ormai alla fine di un mondo:

«Il mondo con tutte le sue nuove speranze e possibilità è, al tempo stesso, angustiato dall’impressione che il consenso morale si stia dissolvendo, un consenso senza il quale le strutture giuridiche e politiche non funzionano (…). Non possiamo neppure tacere circa il (…) mercato della pornografia concernente i bambini (…), il turismo sessuale (…), il problema della droga, che con forza crescente stende i suoi tentacoli di polipo intorno all’intero globo terrestre – espressione eloquente della dittatura di mammona che perverte l’uomo. Ogni piacere diventa insufficiente e l’eccesso nell’inganno dell’ebbrezza diventa una violenza che dilania intere regioni, e questo in nome di un fatale fraintendimento della libertà, in cui proprio la libertà dell’uomo viene minata e alla fine annullata del tutto».

Una descrizione cruda, che riecheggia il monito di Giovanni Paolo II: l’umanità è ormai giunta a un bivio e può scegliere se ridurre a un cumulo di macerie il pianeta su cui vive o farne uno splendido giardino. Papa Wojtyla esprime analoga preoccupazione per il futuro del mondo in due encicliche:
la Dominum et vivificantem

«Sull’orizzonte della civiltà contemporanea, specialmente di quella più sviluppata in senso tecnico-scientifico, i segni e i segnali di morte sono diventati particolarmente presenti e frequenti. Basti pensare alla corsa agli armamenti e al pericolo, in essa insito, di un’autodistruzione nucleare» (n. 57)

e la Salvifici doloris

«La seconda metà del nostro secolo, quasi in proporzione agli errori e alle trasgressioni della nostra civiltà contemporanea, porta in sé una minaccia così orribile di guerra nucleare che non possiamo pensare a questo periodo se non in termini di accumulo incomparabile di sofferenze, fino alla possibile autodistruzione dell’umanità» (n. 8).

Le parole quei due grandi Papi che sono Giovanni Paolo II e Benedetto XVI mettono bene in luce il rapporto tra il rischio di autodistruzione del mondo e di perdizione eterna dell’umanità, cioè delle due facce del piano di Satana che vuol trasformare la terra in un Inferno.

Il primo passo su questa nefasta strada è la negazione di Dio, cioè la ribellione della creatura al Creatore: si tratta di quel peccato di orgoglio e di superbia che Lucifero ha compiuto per primo, scegliendo di adorare se stesso al posto di Dio. Perché alla fine a questo si riduce in realtà il tanto sedicente ateismo: non tanto alla negazione radicale della divinità, quanto al vano tentativo di porre se stessi al posto di Dio, adorandosi come tali. Molti che si dicono atei non sono dunque altro che idolatri che bramano di essere padroni del mondo e signori della propria vita.

Il secondo passo – dopo aver scelto di vivere e morire senza Dio – consiste nell’erigersi a signori del mondo e della vita al posto dell’unico Signore: ecco dunque che l’uomo stabilisce che l’embrione non è persona, dunque si può usare per gli esperimenti, si può abortire; la vita umana è tutta qui, quindi si ha il diritto di scegliere l’eutanasia per evitare qualsiasi sofferenza e rinunciare a una vita che non sarebbe più “di qualità”; infine, i rapporti tra individui non sono più secondo natura – per cui la famiglia è l’unione tra uomo e donna, stabile e indissolubile, aperta alla vita – bensì secondo cultura, relativismo ed edonismo per cui ci sta di tutto perché non ci sono più uomini e donne ma semplicemente individui accoppiabili e interscambiabili a piacimento.

Insomma, la negazione di Dio diventa la negazione dell’uomo, il rifiuto della verità sull’uomo, e degenera nel dominio dell’uomo sull’uomo perché alla fine il partito dei potenti di turno pretende di imporre a tutti la propria visione distorta della vita. La negazione di Dio conduce alla soppressione dell’opera di Dio, cioè della creazione: l’uomo si riduce a una bestia che tenta invano di soggiogare il mondo e il pianeta è a rischio di autodistruzione.

Tratto da: Medjugorje e il futuro del mondo, di Padre Livio con Diego Manetti. Ed. PIEMME

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L’apostasia dell’Occidente

Posté par atempodiblog le 2 février 2014

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[…] basta osservare che, credenti o non credenti, tutti ci chiediamo quale sia il futuro del mondo. Ci interroghiamo in tal modo perché non siamo più così sicuri, come invece eravamo in passato, che la storia sia destinata a un infallibile progresso. Anzi, quella che un tempo era una certezza sempre più si rivela una illusione. L’uomo ha per la prima volta la capacità di annientare il pianeta sul quale vive e dunque un po’ tutti ci interroghiamo su quali siano le prospettive future del genere umano. Non si tratta soltanto di temere gli effetti della crisi – economica e sociale – che ha segnato questi ultimi anni, bensì della paura che l’inquinamento morale e spirituale dell’umanità e l’offuscamento dell’intelligenza siano ormai giunti a un livello tale da permettere al male di prevalere. La mancanza di punti di riferimento, il crollo delle ideologie, la dissoluzione dei valori e delle tradizioni… tutto questo porta a domande angosciose e a interrogativi cui noi cristiani siamo chiamati a dare risposta con la fede. E, bada bene, non intendo la fede nel senso superficiale di un banale ottimismo, bensì come consapevolezza e come coscienza globale della realtà: è la fede infatti che ci fa intuire le trame del Demonio dietro al male presente nel mondo, ed è la fede che ci rende certi della vittoria totale e definitiva di Cristo.
Con questa positiva certezza dobbiamo cercare di comprendere dunque il nostro presente per prefigurare poi lo scenario futuro che ci attende. Già ora la Regina della Pace, con la sua presenza ultratrentennale a Medjugorje, prepara la battaglia finale descritta dal capitolo 12 dell’Apocalisse: la Donna vestita di sole e con la corona di dodici stelle che si oppone al Dragone infernale. Una lotta che caratterizza questo nostro tempo presente in cui Satana è sciolto dalle catene (cfr. messaggio dell’1 gennaio 2001) e che è destinata a una escalation di violenza e di perversione fi no allo scontro ultimo. Uno scontro il cui esito però è già certo: la vittoria di Cristo sul Demonio. Perché, come abbiamo detto ne L’ora di Satana, se il Diavolo è potente, Dio è Onnipotente. Quando allora si guarda al titolo scelto per questo libro – Medjugorje e il futuro del mondo – si coglie subito la profonda relazione tra le apparizioni della Regina della Pace e il compito di Maria che è incaricata di esortare l’umanità alla conversione, conducendola a suo Figlio Gesù e alla salvezza eterna. Se l’uomo contemporaneo sente una profonda inquietudine quando si interroga sul proprio domani, è pur vero che la Madonna a Medjugorje ha consegnato un grande messaggio di speranza all’umanità, esortando a non temere per il futuro bensì a pregare e a confidare in Lei.
Bisogna però aggiungere che la Regina della Pace con altrettanta chiarezza, soprattutto nei messaggi dei tempi più recenti, ha anche indicato quella che è la negatività più perniciosa del nostro presente, cioè il fatto che l’umanità sta abbandonando suo Figlio:

«Cari figli, da così tanto tempo io sono con voi e già da così tanto tempo vi sto mostrando la presenza di Dio e il suo sconfinato amore, che desidero tutti voi conosciate. Ma voi, figli miei? Voi siete ancora sordi e ciechi; mentre guardate il mondo attorno a voi non volete vedere dove sta andando senza mio Figlio. State rinunciando a Lui, ma Egli è la fonte di tutte le grazie. Mi ascoltate mentre vi parlo, ma i vostri cuori sono chiusi e non mi sentite. Non state pregando lo Spirito Santo affinché vi illumini. Figli miei, la superbia sta regnando. Io vi indico l’umiltà. Figli miei, ricordate: solo un’anima umile brilla di purezza e di bellezza, perché ha conosciuto l’amore di Dio. Solo un’anima umile diviene un paradiso, perché in essa c’è mio Figlio. Vi ringrazio. Di nuovo vi prego: pregate per coloro che mio Figlio ha scelto, cioè i vostri pastori» (2 febbraio 2012);

e ancora:

«Cari figli, con amore materno vi prego: datemi le vostre mani, permettete che io vi guidi. Io, come Madre, desidero salvarvi dall’inquietudine, dalla disperazione e dall’esilio eterno. Mio Figlio, con la sua morte in croce, ha mostrato quanto vi ama, ha sacrificato se stesso per voi e per i vostri peccati. Non rifiutate il suo sacrificio e non rinnovate le sue sofferenze con i vostri peccati. Non chiudete a voi stessi la porta del Paradiso. Figli miei, non perdete tempo. Niente è più importante dell’unità in mio Figlio. Io vi aiuterò, perché il Padre Celeste mi manda affinché insieme possiamo mostrare la via della grazia e della salvezza a tutti coloro che non Lo conoscono. Non siate duri di cuore. Confidate in me e adorate mio Figlio. Figli miei, non potete andare avanti senza pastori. Che ogni giorno siano nelle vostre preghiere. Vi ringrazio» (2 maggio 2012).

Ora, si tratta di due messaggi che alludono a una vera e propria apostasia dell’Occidente, alla quale occorre porre rimedio con urgenza dacché la Madonna stessa ci esorta a non perdere tempo. Però dobbiamo anche chiederci: a chi si sta rivolgendo la Regina della Pace?
Prima di tutto parla a Medjugorje, che si trova nel cuore dell’Europa, indicando proprio nel Vecchio Mondo l’epicentro di quella crisi spirituale che ormai dilaga sul pianeta. Diciamo che la crisi continentale della fede cristiana ha ormai intaccato varie parti del mondo, con una globalizzazione della prospettiva mai avuta prima. E questo si nota anche nelle apparizioni mariane: se da Rue du Bac a La Salette e a Lourdes i messaggi della Madonna – per quanto poi universalizzabili e attualizzabili – sono anzitutto dati a un certo popolo in quel preciso momento storico, da Fatima e fino a Medjugorje i messaggi della Madre di Dio assumono ormai una portata mondiale, globale, interpellando esplicitamente l’intera umanità.
Ora, se prendi una cartina dell’Europa e tiri una riga da Fatima a Medjugorje noterai che questa passa per Roma, sede del Papato, come a dire che l’attacco del Demonio non è solo alla fede dei popoli ma anche e soprattutto alla Chiesa e al Santo Padre.
È chiaro che anche in Asia o in America Latina la fede cristiana è in crisi, ma l’inizio dell’apostasia è in Europa, al punto che sul vecchio continente si posa la testa del serpente infernale che avvolge con le sue spire il mondo.
Parlando di apostasia intendo quella impostura antichistica di cui parla anche il Catechismo della Chiesa Cattolica (cfr. CCC 675) laddove prefigura l’abbandono da parte dell’umanità di Cristo Salvatore per accontentarsi di un messianismo terreno e politico a carattere umanistico, nel quale cioè l’uomo sia in grado di salvare se stesso e dunque si perda la realtà stessa della redenzione. Questo movimento di pensiero è quello che Giovanni Paolo II ha denunciato quando ha parlato della caduta delle ideologiedel male – cioè i totalitarismi del Novecento – cui sarebbe subentrata una nuova forma di pensiero totalitario, quello che Benedetto XVI ha poi indicato come «dittatura del relativismo». Tutto questo la Madonna lo aveva predetto a Medjugorje, nel messaggio del 30 ottobre 1981, dicendo:

«L’Occidente ha incrementato il progresso, ma senza Dio, come se non fosse lui il Creatore». Un monito che sarebbe riecheggiato ancora nel messaggio del 25 gennaio 1997: «Voi state creando un mondo nuovo senza Dio».

Ecco dunque la radice dell’odierna apostasia: il tentativo dell’uomo di erigersi a padrone del mondo espellendone colui che ne è l’unico Signore: Gesù Cristo. E questo accade in primis in Europa: se infatti negli USA il presidente può ringraziare Dio nei suoi discorsi ufficiali oppure pregare prima degli incontri di rappresentanza, mostrando senza timore la fede cristiana che appartiene alla storia americana, nei Paesi di antica cristianità non è così, anzi: ovunque in Europa si sentono slogan in favore del multiculturalismo e del relativismo in nome dei quali si dovrebbe nascondere la propria fede nell’ambito privato della coscienza, senza pretendere di poterla manifestare o rendere incisiva a livello pubblico.
La Madonna a Medjugorje sta dunque svelando il piano di Satana che vuol porre se stesso al posto di Dio e cacciare Gesù dal mondo. Questo è l’inganno in cui l’umanità sempre più oggigiorno cade, lasciando sempre meno spazio a Cristo.

Tratto da: Medjugorje e il futuro del mondo, di Padre Livio con Diego Manetti. Ed. PIEMME

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