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Il male del nostro secolo

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2014

Il male del nostro secolo dans Charles Péguy Il-male-del-nostro-secolo

“L’amnesia dell’eterno é il male del nostro secolo”.

Charles Péguy

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Napoli avrà presto una nuova beata: Maria Cristina di Savoia

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2014

Napoli avrà presto una nuova beata: Maria Cristina di Savoia dans Articoli di Giornali e News 219xe8p

Sabato 25 gennaio 2014 alle ore 11.00, S. Eminenza il Cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei Santi con il rito di Beatificazione, proclamerà Beata la venerabile Serva di Dio Maria Cristina di Savoia. La Liturgia Eucaristica sarà presieduta da S. Eminenza il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. I riti si svolgeranno nella Basilica di Santa Chiara dei Frati Minori, in cui riposano le spoglie mortali della prossima Beata. La Basilica e il Convento sorgono a Napoli, città che l’ha vista giungere giovane sposa, regina e madre di un figlio vissuto nel ricordo della Reginella Santa. La Chiesa potrà venerare tra i suoi Beati anche la figura di questa donna che nel quotidiano, anche se di Regina, ha saputo mantenersi coerente con la propria Fede, nella costante attenzione verso gli ultimi, le donne e le giovani.

Il Rito sarà seguito da un momento di amicizia nell’antico refettorio del Complesso Monumentale a cui parteciperanno Autorità Religiose, Civili, Ospiti, ma soprattutto “Cristine” perché a loro, con il sostegno costante di Preghiere e con l’appoggio concreto delle loro forze, si deve la conclusione dell’iter di questa Causa e la realizzazione di quella che sarà una giornata indimenticabile, fortemente perseguita, voluta e sognata dai Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia.

Tratto da: Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia

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Cuori puri e umili

Posté par atempodiblog le 11 janvier 2014

Messaggio di Medjugorje a Mirjana del 02/01/2014

Cuori puri e umili dans Fede, morale e teologia 24mhjx4

“Cari figli,
per poter essere miei apostoli e per poter aiutare coloro che sono nelle tenebre affinché conoscano la luce dell’amore di mio Figlio, dovete avere cuore puro e umile. Non potete aiutare affinché mio Figlio nasca e regni nei cuori di coloro che non lo conoscono, se Egli non regna nel vostro cuore. Io sono con voi, cammino con voi come madre, busso al vostro cuore che non si può aprire se non è umile. Io prego, ma pregate anche voi, figli miei amati, affinché possiate aprire a mio Figlio il vostro cuore puro e umile e ricevere così i doni che vi ha promesso. Solo allora sarete guidati dall’amore e dalla forza di mio Figlio, solo allora sarete miei apostoli, coloro che intorno a loro diffondono i frutti dell’amore di Dio. Da voi e attraverso di voi, opererà mio Figlio, perché sarete tutt’uno con Lui. A questo anela il mio cuore materno, all’unione di tutti i miei figli, per mezzo di mio Figlio. Con grande amore benedico e prego per i prescelti di mio Figlio, i vostri pastori.
Vi ringrazio”.

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 gennaio 2014

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[...] Tante volte la Madonna ha parlato di cuori puliti, ma questa volta ha voluto aggiungere umili. Perché? Perché nel momento in cui uno dice di avere un cuore pulito, in quel medesimo momento si insudicia con quel fango spirituale che è l’orgoglio, la superbia. Come il fariseo che dice: “Signore, io non sono come tutti gli altri”, “io seguo la Gospa, io ho fatto 50, 100 pellegrinaggi…, ho fatto questo, ho fatto quello…”. Ce ne sono di questi che hanno il record dei pellegrinaggi, di rosari, di conoscenze di veggenti…, ma poi hanno i cuori sporchi di superbia.

A Mirjana la Madonna ha detto che alcuni vengono all’Apparizione, dicono rosari, ma hanno i cuori sporchi, perché sono nel male, sono nel peccato.

Anche se abbiamo realmente i cuori puliti diciamo ugualmente che siamo dei peccatori (come dice Papa Francesco), siamo dei poveretti, perché è realmente così, se non avessimo sulla testa la mano di Dio saremmo magari peggiori di tanti altri. L’umiltà è la chiave che apre la porta della santità, senza umiltà non c’è nemmeno la santità.

Il Papa, quando era in Sardegna, ha parlato ai carcerati, alle guardie, alle autorità e ha detto: “Qui siamo tutti uguali: siamo tutti peccatori”.

Ecco cosa vuole dire la Madonna, quando dice: “cuori puri e umili”.

L’umiltà dei cuori è quella, dunque, che apre la porta a tutte le grazie.

Se abbiamo il cuore pulito, il cuore pentito, contrito, umile, abbiamo confessato il peccato, abbiamo ricevuto l’assoluzione, abbiamo ricevuto la pace della coscienza come dono di Dio e ci siamo impegnati alla vita di grazia, senza peccato mortale, umili e pentiti, e sappiamo di essere  peccatori, nei nostri cuori Cristo viene ad abitare, perché c’è quel profumo che Lui ama: la purezza e l‘umiltà, Gesù nasce e rimane.

Se i nostri cuori non sono nell’umiltà la Madonna bussa, Gesù bussa, ma i cuori sono chiusi, perché il peccato mortale e l’orgoglio sono una porta blindata che non li fa entrare, lì si annida la serpe del demonio. [...]

Tratto da: Medjugorje Liguria

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Coscienza di essere peccatori

Posté par atempodiblog le 10 janvier 2014

Coscienza di essere peccatori dans Citazioni, frasi e pensieri wtyqkn

Ogni uomo, nella sua debolezza, è peccatore. Senza avere la coscienza di essere peccatori non possiamo rivolgerci a nessuno senza ingiustizia, presunzione, pretesa, attacco, calunnia e menzogna!
Nella coscienza dell’essere peccatori, al contrario, sorgono la possibilità di una discrezione, la nostalgia di una verità per sé e per l’altro, il desiderio che almeno l’altro sia più buono di sé, e l’umiltà.

Don Luigi Giussani

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Cosa Don Fabrizio scrisse al Papa prima di morire

Posté par atempodiblog le 9 janvier 2014

Cosa Don Fabrizio scrisse al Papa prima di morire dans Stile di vita 2mnn3tkIl 1° gennaio 2014 è morto a 31 anni don Fabrizio De Michino, un giovane sacerdote della diocesi di Napoli, che da anni lottava contro una grave malattia. Una persona ancora giovane muore per un tumore: un fatto che, purtroppo, non è unico. E non è unico neanche il fatto che lo stesso giovane viva in maniera santa, con una grande serenità, gli anni del dolore e della sofferenza fisica, come è accaduto a don Fabrizio. Storie che molti di noi hanno incontrato, ma di cui non si parla mai sui media. Eppure costituiscono una “notizia” ben più importante di tante altre, perché contengono le ragioni stesse del vivere, che sono la cosa più preziosa che possiamo chiedere.

I nostri amici lettori Leo e Cinzia ci hanno inviato una lettera che don Fabrizio ha scritto pochi giorni prima di morire a papa Francesco e letta durante il suo funerale. Della vita di don Fabrizio, di cosa abbia fatto, non sappiamo nulla ma la lettera, nella sua semplicità, ci esprime l’essenziale. E per questo ve la proponiamo:

A sua santità Francesco
Santo Padre Nelle mie quotidiane preghiere che rivolgo a Dio, non smetto di pregare per Lei e per il ministero che il Signore stesso Le ha affidato, affinchè possa darle sempre forza e gioia per continuare ad annunciare la bella notizia del Vangelo. Mi chiamo Fabrizio De Michino e sono un giovane sacerdote della Diocesi di Napoli. Ho 31 anni e da cinque sacerdote. Svolgo il mio servizio sia presso il Seminario Arcivescovile di Napoli come educatore del gruppo dei diaconi, che in una parrocchia a Ponticelli, che si trova alla periferia est di Napoli.

La Parrocchia, ricordando il miracolo avvenuto sul colle Esquilino, è intitolata alla Madonna della Neve e nel 2014 celebrerà il primo centenario dell’Incoronazione della statua lignea del 1500, molto cara a tutti gli abitanti. Ponticelli è un quartiere degradato con molta criminalità e povertà, ma ogni giorno scopro davvero la bellezza di vedere quello che il Signore opera in queste persone che si fidano di Dio e della Madonna. Anch’io da quando sono in questa parrocchia ho potuto ampliare sempre più il mio amore fiducioso verso la Madre Celeste, sperimentando anche nelle difficoltà la sua vicinanza e protezione.

Purtroppo sono tre anni che mi trovo a lottare contro una malattia rara: un tumore proprio all’interno del cuore e da qualche mese anche nove metastasi al fegato e alla milza. In questi anni non facili, però, non ho mai perso la gioia di essere annunciatore del Vangelo. Anche nella stanchezza percepisco davvero questa forza che non viene da me ma da Dio che mi permette di svolgere con semplicità il mio ministero.

C’è un versetto biblico che mi sta accompagnando e che mi infonde fiducia nella forza del Signore, ed è quello di Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno Spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.” (Ez 36, 26) In questo tempo molto vicina è la presenza del mio Vescovo, il Card. Crescenzio Sepe, che mi sostiene costantemente, anche se a volte mi dice di riposarmi un po’ per non affaticarmi troppo. Ringraziando Dio anche i miei familiari e i miei amici sacerdoti mi aiutano e sostengono soprattutto quando faccio le varie terapie, condividendo con me i vari momenti d’inevitabile sofferenza. Anche i medici mi assistono tantissimo e fanno di tutto per trovare le giuste terapie da somministrarmi.

Santo Padre, sarò stato un po’ lungo in questo mio scritto, ma volevo solamente dirLe che offro al Signore tutto questo per il bene della Chiesa e per Lei in modo particolare, perché il Signore La benedica sempre e La accompagni in questo ministero di servizio e amore. Le chiedo, nelle Sue preghiere di aggiungere anche me: quello che chiedo ogni giorno al Signore è di fare la Sua volontà, sempre e comunque. Spesso, è vero, non chiedo a Dio la mia guarigione, ma chiedo la forza e la gioia di continuare ad essere vero testimone del suo amore e sacerdote secondo il suo cuore. Certo delle Sue paterne preghiere, La saluto devotamente.
Don Fabrizio De Michino

Tratto da: La nuova Bussola Quotidiana

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“La cannabis non è una droga leggera”. La cannabis fa male, perché legalizzarla?

Posté par atempodiblog le 9 janvier 2014

“La cannabis non è una droga leggera”. La cannabis fa male, perché legalizzarla? dans Articoli di Giornali e News maux4m

I politici di ogni schieramento nelle loro proposte e decisioni sulle droghe interpellino i competenti. Gli studi scientifici, già da qualche tempo, hanno dimostrato le conseguenze dannose per chi aveva fatto uso di cannabis. Solo l’ideologia radicale, cara ad alcuni politici, riconosce la validità del binomio fumo-innocuità.

Tra la solita disinvoltura dei mezzi di comunicazione si è diffusa la convinzione che le cosiddette canne siano inoffensive. «Fa più male l’alcol quando ci si sbronza», si dice, come se il problema fosse di scegliere il meno dannoso di due veleni, dimenticando il particolare, non proprio secondario, che entrambe le sostanze avvelenano l’esistenza umana.

Giovanni Battista Cassano, rinomato docente dell’Università di Pisa, denunciava che «Questa droga (la marijuana, ndr) agisce nelle stesse strutture del cervello interessate dalla cocaina e dalla morfina, e costituisce un gradino, sia per l’assunzione delle droghe “pesanti”, sia come attivatore di patologie psichiatriche […] di tipo paranoide […] o crisi di depersonalizzazione».

Nel 2002 una relazione ministeriale sulle tossicodipendenze in Italia ha confermato gli effetti dannosi del tetracannabinolo, il principio attivo presente nella cannabis. Esso provoca «Le paranoie, il risentimento, una sorta di vischiosità del pensiero, una subdola forma di depersonalizzazione, con ostilità e irritabilità non presenti nei tratti caratteristici del paziente […]».

L’anno successivo fu consegnato al Ministro della salute Girolamo Sirchia, un documento dal titolo “La cannabis non è una droga leggera”. Il documento preparato dal Consiglio superiore della Sanità denunciava da una parte la relazione esistente tra utilizzo di cannabis e disturbi mentali e dall’altra il silenzio dei mass media sulla pericolosità della sua fruizione. Credo proprio che valga il lavoro scientifico prodotto da parte di alcuni medici americani che sostengono che «l’impiego di cannabis è un fattore a rischio per una successiva assunzione di cocaina o di oppioidi».

In una lettera a un giovane consumatore di cannabis, il dottor Claudio Ferretti del servizio Asl di Modena scriveva: «Gli studi effettuati dimostrano che l’assunzione acuta di cannabis compromette la memoria recente, l’attenzione, la vigilanza, l’apprendimento verbale e altera l’orientamento nello spazio e nel tempo; questi effetti, possono compromettere il rendimento scolastico facilitando l’abbandono precoce della scuola». Quest’affermazione la direbbe lunga anche sullo scarso rendimento scolastico di tanti alunni. Lo scarso impegno scolastico è, infatti, una delle caratteristiche tipiche di chi consuma la canapa indiana. Oltretutto quanto si afferma è sostenuto da altre ricerche condotte anche a livello internazionale. Inoltre, uno studio del 2006 dimostra l’attinenza tra cannabis e indebolimento cognitivo.

Lo psicanalista Claudio Risé nel suo libro  sulla cannabis “Come perdere la testa e a volte la vita”, afferma: «Penso che il silenzio sui danni di questa droga, che di leggero non ha niente, sia causato soprattutto dalla sua diffusione, ormai inarrestabile. Fa parte di una mentalità comune tollerare con un omertoso silenzio ciò che si ritiene un fenomeno di massa. Il male comune spesso diventa costume con il tacito assenso di molti. Il consumo di cannabis, in questi ultimi vent’anni, ha ricevuto il benestare di politici, giudici e persino dei genitori che son soliti dire che si tratta di “erba”, di droga paragonabile alla birra. Le conseguenze negative tuttavia risultanti dal consumo della cannabis, sono tante».

Con forza lo psicanalista Claudio Risé chiede di non chiamare più la cannabis droga leggera. La leggerezza fa pensare che sia poco pericolosa. Oggi gli spinelli sono geneticamente modificati e potenziati per avere effetti sempre più micidiali, e causano gravi danni cerebrali. Di cannabis, oggi, si può anche morire, dice lo psicanalista. La cannabis è una bomba per il cervello, specie per gli adolescenti in via di sviluppo. Dà problemi di memoria e concentrazione, provoca apatia e demotivazione, disturbi nella capacità di formulare idee e risolvere problemi. Causa ansia e depressione, allucinazioni, attacchi di panico e paranoia. E gravi malattie mentali, come psicosi e schizofrenia.

Questi dati scientifici sulla cannabis purtroppo non serviranno  ai politici convinti che con la legalizzazione della sostanza toglieranno al narcotraffico l’illecito guadagno. Il prezzo da pagare sarà certamente in termini di qualità di salute mentale e di conseguenze di ordine sociale.​

di Don Chino Pezzoli – Avvenire

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Top Satellite Image of 2013 – And the Winner is… Mount Vesuvius!

Posté par atempodiblog le 8 janvier 2014

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Questa foto è la vincitrice della terza edizione del concorso annuale della DigitalGlobe come miglior immagine scattata dal satellite. Il Vesuvio ha vinto con più di 3000 voti inviati da Facebook, Pinterest, Google+ e Twitter. (6/01/2014)

Tratto da: DigitalGlobe

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Giudizi temerari

Posté par atempodiblog le 8 janvier 2014

Giudizi temerari dans Citazioni, frasi e pensieri San-Francesco-di-Sales

Non giudicare e non sarai giudicato, dice il Salvatore delle nostre anime; non condannare e non sarai condannato. Dice l’apostolo: Non giudicare  prima del tempo, ossia fino a che non venga il Signore che svelerà il segreto nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori. I giudizi temerari sono severamente riprovati da Dio! I giudizi emessi dai figli degli uomini sono temerari perché gli uomini non sono autorizzati ad emettere giudizi gli uni sugli altri; ciò facendo usurpano l’ufficio che Nostro Signore si è riservato; in più sono temerari perché la principale malizia del peccato dipende dall’intenzione e dal disegno del cuore, che è per noi il segreto delle tenebre; sono temerari perché ciascuno è sufficientemente occupato a giudicare se stesso, senza mettersi a giudicare anche il prossimo.

Tratto da: Filotea di San Francesco di Sales

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Bernadette: una pietra viva e preziosa nell’edificio della santa Chiesa

Posté par atempodiblog le 7 janvier 2014

7 gennaio 2014: 170° anniversario della nascita di Santa Bernadette Soubirous

Bernadette: una pietra viva e preziosa nell’edificio della santa Chiesa dans Libri 4pxp2t

A Lourdes arrivano circa cinque milioni di pellegrini ogni anno. Ognuno è importante e rappresenta un destino unico e irripetibile. Ti passano davanti agli occhi volti di ogni colore e su ciascuno vedi scritta una storia segreta di dolore e di speranza. Fra di essi sono molti i giovani. L’appuntamento con un Assoluto dal volto materno li attira e li affascina. Tutto è incominciato con uno di loro. Bernadette era una ragazza di soli quattordici anni, che ne dimostrava dieci. Era la più ignorante, la più povera e la più emarginata. Su di essa si è posato lo sguardo del Signore ed è proprio lei, la più inutile di tutti, che è stata scelta dalla Madre di Dio per il suo grandioso piano di misericordia.

“La santa Vergine mi ha raccolto come un ciottolo”. Hai proprio ragione, Bernadette! Che cos’è un ciottolo se non una cosa inutile e senza valore? Eri piccola e testarda come un ciottolo delle tue montagne. Ma il Signore ti ha visto quando nessuno si accorgeva di te e ha fatto della tua persona una pietra viva e preziosa nell’edificio della santa Chiesa.

dal libro «Sui passi di Bernadette» di Padre Livio Fanzaga

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L’amore a chi non ci sta simpatico

Posté par atempodiblog le 6 janvier 2014

L’amore a chi non ci sta simpatico dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Teresa-di-Lisieux

“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Mt 5,43-44). Certo, nel Carmelo non s’incontrano nemici, ma in realtà ci sono delle simpatie; ci si sente attratte da quella sorella mentre un’altra ti farebbe fare un lungo giro per evitare d’incontrarla, così, senza accorgersene, ella diventa un soggetto di persecuzione. Ebbene, Gesù mi dice che questa sorella debbo amarla, debbo pregare per lei, quando anche il suo modo di comportarsi mi portasse a credere che ella non mi ami: “Se amate coloro che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso”.

E non basta amare, bisogna provarlo. Naturalmente siamo felici di fare un dono a un amico, ci piace soprattutto fare delle sorprese, ma ciò non è la carità, poiché anche i peccatori lo fanno. Ecco cosa Gesù mi insegna ancora: “Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo”. Dare a tutte coloro che chiedono, è meno dolce che offrirsi spontaneamente col cuore… Se è difficile dare a chiunque chiede, lo è ancora di più lasciar prendere del proprio senza richiederlo. O Madre mia, dico che è difficile, dovrei dire piuttosto che sembra difficile, poiché il giogo del Signore è dolce e leggero (Mt 11,30). Quando l’accettiamo, ne sentiamo subito la dolcezza ed esclamiamo col salmista: “Corro per la via dei tuoi comandamenti, perché hai dilatato il mio cuore” (Sal 119,32). Solo la carità può dilatare il mio cuore, Gesù. Da quando questa dolce fiamma lo consuma, corro con gioia nella via del tuo comandamento nuovo (Gv 13,34).

[Santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa Manoscritto autobiografico C, 15v°-16r°]
Tratto da: Una casa sulla Roccia

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La Stella

Posté par atempodiblog le 5 janvier 2014

Vedemmo la Sua stella, O Maria SS., e siamo venuti ad adorarLo! Con noi portiamo i tesori della mente, del cuore, della vita per fargliene omaggio!

La Stella dans Citazioni, frasi e pensieri Beato-don-Giustino-Maria-della-Santissima-Trinit-Russolillo

Il mistero dell’Epifania è la festa dell’illuminazione delle anime.

Ogni illuminazione richiede una stella.

Conoscete Suor Luisa Napolitano?

Quella suora che esce da un convento, ed ha un desiderio molto ingenuo, molto intenso e molto pio di sapere, tra i titoli delle litanie, qual è il più bello.

Maria SS. e l’Angelo le dicono: “Stella Mattutina!”.

In questa invocazione la suora trova la formula del suo proprio apostolato.

Alla Madonna piace essere onorata come “Stella del Mattino”.

Ma prima questo titolo è rivolto a Gesù. Nell’Apocalisse Egli dice: “Io sono la stella splendida del mattino!”.

E’ di Maria nel senso che Essa è la luce che precede il giorno.

E’ di Gesù nel senso che Egli è l’astro del giorno.

Beato Giustino M. della SS. Trinità Russolillo

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Un’Epifania tutta nostra

Posté par atempodiblog le 5 janvier 2014

Un'Epifania tutta nostra dans Citazioni, frasi e pensieri Cometa

Ignoro se mai avete stabilito il vostro posto di anima nel mistero dell’Epifania, cioè dell’illuminazione spirituale, per la rivelazione soprannaturale.

Per i fini del Signore, occorre stabilirci maggiormente e inoltrarci coraggiosamente in questa illuminazione soprannaturale. Abbiamo bisogno di una Epifania tutta nostra, tutta per noi. Se già vi ci troviamo, si tratta di progredirvi.

E ogni progresso spirituale ha bisogno di un continuo impulso per essere costante, poiché dal peccato originale in poi noi tendiamo al basso.

Chiediamolo al Signore, per la grazia stessa dei misteri cristiani che si rinnovano ogni anno e in ogni anima di buona volontà.

Beato Giustino M. della SS. Trinità Russolillo

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La Chiesa del Gesù Vecchio di Napoli e la devozione del “sabato privilegiato”

Posté par atempodiblog le 4 janvier 2014

La Chiesa del Gesù Vecchio
di Luigi Vinciguerra – Radici Cristiane

La Chiesa del Gesù Vecchio di Napoli e la devozione del “sabato privilegiato” dans Apparizioni mariane e santuari Ges_Vecchio_Napoli

La Chiesa del Gesù Vecchio sorse come prima chiesa dell’ordine della Compagnia di Gesù a Napoli. Resasi insufficiente la vecchia diaconia dei Santi Giovanni e Paolo che sorgeva sullo stesso luogo, i Gesuiti commissionarono fin dal 1563 la costruzione di un nuovo convento e di una nuova chiesa, quest’ultima eretta su disegno di padre Pietro Provedo, grazie al generoso patronato di Tommaso Filomarino.

transetto_destra dans Fede, morale e teologia

Al secolo XVII risale gran parte della ricca decorazione interna, ma la chiesa subì profonde trasformazioni dopo il 1767, anno in cui furono espulsi i gesuiti del Regno di Napoli.

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La chiesa mutò il nome in quello del Santissimo Salvatore, quasi per cancellare il ricordo dell’ordine fondato da sant’Ignazio di Loyola e il convento, con l’annesso bellissimo chiostro, divenne sede dell’Università degli Studi (attualmente ospita la biblioteca dell’Istituto). La chiesa rischiò di essere trasformata in aula magna o in teatro e subì un periodo di decadenza.

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Ritornati a Napoli nel 1804, i Gesuiti rientrarono in possesso della chiesa solo per breve tempo, in quanto fin dal 1806 la chiesa divenne Rettoria e nel 1811 fu affidata al venerabile Placido Baccher, figura carismatica di quei tempi che istallò il culto per l’Immacolata. Il nuovo rettore fece di tutto per far tornare la chiesa agli antichi splendori.
Questa è ad unica navata con cappelle laterali e grande crociera. Il transetto destro fu eseguito su disegno del Fanzago, al quale sono attribuite anche le due statue di Isaia e Geremia, mentre la pala con San Francesco Saverio è di Cesare Fracanzano (1641).
Nell’altro transetto le sculture di Giosuè e di Gedeone sono del Bottiglieri (1724) e la pala con Sant’Ignazio è del Solimena.

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L’altare maggiore è una modesta costruzione tardo barocca che racchiude la venerata scultura dell’Immacolta fatta realizzare da don Placido.
La chiesa riserva però altre notevoli opere tra le quali si segnalano dei dipinti di Marco Pino da Siena (Trasfigurazione, Madonna e Santi, Circoncisione), il San Luigi Gonzaga di Battistello Caracciolo (1627) (terza cappella a sinistra); alcune tele di Girolamo Cenatiempo (1712) (prima, terza e quarta cappella a sinistra); la decorazione della terza cappella a destra, su disegno del Vinaccia con la statua di sab Francesco Borgia, è di Pietro Ghetti.
In sacrestia è da notare la grande pala con la Madonna che indica il monogramma di Cristo a san Luigi Gonzaga di Francesco De Mura, opera della metà del XVIII secolo, un tempo forse sull’altare maggiore. Quivi sono conservate anche varie statue destinate alle processioni o all’esposizione in occasione delle rispettive solennità e il presepe, anch’esso fatto realizzare da don Placido, conscio dell’importanza che esso aveva per la devozione popolare.

La devozione del “sabato privilegiato”

Sabato_Privilegiato

Con la nomina di don Placido Baccher a suo rettore, la basilica (divenuta poi pontificia) del Gesù Vecchio divenne un centro mariano ed eucaristico importantissimo. Lo stesso Papa si compiaceva dell’elevata partecipazione dei fedeli al “Sabato privilegiato” dedicato a Maria e del gran numero di Comunioni distribuite. Una devozione che permane fino ai nostri tempi: basti pensare che in pochi anni si distribuirono circa 20.000 comunioni.
La statua della Madonna, realizzata da Nicola Ingaldi, scultore popolare autore anche di numerose altre statue a soggetto religioso e di vari “pastori” del presepe napoletano, è di dimensioni ridotte (36x54cm) e di umili materiali (legno, gesso e stoffa): ha le sembianze della visione che il venerabile ebbe l’ultima notte della sua prigionia in Castel Capuano, prima di essere miracolosamente liberato a pochi istanti dall’esecuzione della sua condanna a morte; la statua, comunque complessa e piena di significati mariani e liturgici, fu abbellita da una corona d’oro donata da una commissione pontificia nel 1826 e da un arco d’argento offerto dai fedeli come ex voto al termine dell’epidemia di colera 1837.

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Ogni anno, il primo sabato successivo al 30 dicembre (giorno dell’incoronazione della statua), si celebra il “Sabato privilegiato”, in memoria della promessa fatta dall’Immacolata a don Placido: “Beati i sacerdoti che celebreranno al mio altare e i fedeli che vi faranno la Santa Comunione il primo sabato dopo la mia Incoronazione”.

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Anche ai nostri giorni, in tempi di indifferenza religiosa e dei grandi sconvolgimenti politici e sociali, la chiesa si è sempre affollata da fedeli che fanno la fila per ore per ricevere l’Eucarestia e per salire la rampa che porta sopra all’altare e pregare al cospetto della “Madonnina” di don Placido.

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Napoli e la devozione dei “sabati privilegiati” all’Immacolata

Posté par atempodiblog le 4 janvier 2014

Napoli e la devozione dei “sabati privilegiati” all'Immacolata dans Apparizioni mariane e santuari 20jifeh

Il primo sabato dopo il 30 dicembre la chiesa del Gesù Vecchio a Napoli si riempie di fedeli che partecipano in massa alla devozione annuale del istituita due secoli fa dal venerabile don Placido Baccher, un sacerdote dalla figura mite e dalla religiosità eroica, sostenuto per tutta la propria travagliata esistenza dalla fede nell’Immacolata.

di Gianandrea de Antonellis

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Per leggere del venerabile Placido Baccher e della devozione dei “sabati privilegiati” all’Immacolata cliccare qui 2e2mot5 dans Diego Manetti “A Gesù per Maria”

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Papa: “No a ‘tratta delle novizie’. Accettare peccatori, non i corrotti”

Posté par atempodiblog le 3 janvier 2014

«La Civiltà Cattolica» pubblica un resoconto del dialogo tra Francesco e i superiori degli ordini religiosi avvenuto a fine novembre: nei seminari «dobbiamo formare il cuore. Altrimenti formiamo dei piccoli mostri»
Andrea Tornielli – Vatican Insider

Papa: “No a 'tratta delle novizie'. Accettare peccatori, non i corrotti”  dans Andrea Tornielli 11l0uh0

«La Chiesa deve essere attrattiva. Svegliate il mondo. Siate testimoni di un modo diverso di fare, di agire, di vivere». È quanto ha detto Papa Francesco in una conversazione con l’Unione dei superiori generali degli Istituti religiosi maschili, ricevuti il 29 novembre scorso in Vaticano. Un resoconto ragionato del dialogo tra il primo Pontefice gesuita è riportato nel prossimo numero de «La Civiltà Cattolica». Nell’incontro con i superiori religiosi Francesco ha toccato molti temi, ha invitato a «formare il cuore» nei seminari per non creare dei «piccoli mostri», ha elogiato l’impegno di Benedetto XVI contro la pedofilia, ha chiesto di vigilare sul fenomeno della cosiddetta «tratta delle novizie», cioè il massiccio reclutamento di giovani suore nei Paesi extraeuropei da parte di alcune congregazioni per trapiantarle in Europa.

«È possibile vivere diversamente in questo mondo – ha spiegato Francesco – Stiamo parlando di uno sguardo escatologico, dei valori del Regno incarnati qui, su questa terra. Si tratta di lasciare tutto per seguire il Signore. No non voglio dire ‘radicale’. La radicalità evangelica non è solamente dei religiosi: è richiesta a tutti. Ma i religiosi seguono il Signore in maniera speciale, in modo profetico. Io mi attendo da voi questa testimonianza». Francesco ha sottolineato che i religiosi «devono essere uomini e donne capaci di svegliare il mondo» e ha ricordato che «la vita è complessa, è fatta di grazia e di peccato. Se uno non pecca, non è un uomo. Tutti sbagliamo e dobbiamo riconoscere la nostra debolezza. Un religioso che si riconosce debole e peccatore non contraddice la testimonianza che è chiamato a dare, ma anzi la rafforza, e questo fa bene a tutti. Ciò che mi aspetto è dunque la testimonianza», questa «testimonianza speciale».

Nei seminari, ha detto ancora il Papa, «dobbiamo formare il cuore. Altrimenti formiamo dei piccoli mostri. E questi piccoli mostri» poi «formano il popolo di Dio. Questo mi fa venire davvero la pelle d’oca». Sempre a proposito della formazione dei religiosi, Francesco ha detto che nei seminari vanno accettati i peccatori ma non i corrotti: «Non sto parlando di persone che si riconoscono peccatori: tutti siamo peccatori, ma non tutti siamo corrotti. Si accettino i peccatori ma non i corrotti». Parlando degli abusi sui minori, Bergoglio ha citato la grande decisione di Benedetto XVI nell’affrontare i casi di abuso, che «ci deve servire da esempio per avere il coraggio di assumere la formazione personale come sfida seria avendo in mente sempre il popolo di Dio».

Sempre a proposito di formazione, Francesco ha ricordato come ipocrisia e clericalismo possono minare la vita religiosa già dagli anni del noviziato. «L’ipocrisia, frutto del clericalismo, è uno dei mali più terribili… non si risolvono i problemi semplicemente proibendo di fare questo o quello, serve tanto dialogo, tanto confronto». Per quanto riguarda le vocazioni in crescita nelle Chiese giovani e il rischio di «reclutamento vocazionale», ribattezzato nel 1994 dai vescovi filippini «tratta delle novizie», il Papa ha invitato a «tenere gli occhi aperti su queste situazioni».

Francesco ha poi ricordato, a proposito dei carismi dei fondatori degli ordini religiosi, che «Il carisma è uno, ma, come diceva sant’Ignazio, bisogna viverlo secondo i luoghi, i tempi e le persone. Il carisma non è una bottiglia di acqua distillata. Bisogna viverlo con energia, rileggendolo anche culturalmente». «Ma così – ha aggiunto il Papa – c’è il rischio di sbagliare, direte, di commettere errori. È rischioso. Certo, certo: faremo sempre degli errori, non ci sono dubbi. Ma questo non deve frenarci, perché c’è il rischio di fare errori maggiori». Infatti, ha sottolineato Francesco, «dobbiamo sempre chiedere perdono e guardare con molta vergogna agli insuccessi apostolici che sono stati causati dalla mancanza di coraggio. Pensiamo, ad esempio, alle intuizioni pionieristiche di Matteo Ricci che ai suoi tempi sono state lasciate cadere». Un riferimento importante, quest’ultimo, alla realtà della Cina, dove il modello di evangelizzazione portato avanti dal missionario gesuita è tutt’oggi ricordato per la sua capacità di adattarsi alla cultura e alla mentalità cinesi.

«Sono convinto di una cosa – ha detto ancora il Papa nell’incontro con i superiori religiosi – I grandi cambiamenti della storia si sono realizzati quando la realtà è stata vista non dal centro, ma dalla periferia». Francesco ha anche rilanciato quanto affermava il generale dei gesuiti Pedro Arrupe, sul fatto che «è necessario un tempo di contatto reale con i poveri». «Per me – ha detto Bergoglio – questo è davvero importante: bisogna conoscere la realtà per esperienza, dedicare un tempo per andare in periferia per conoscere davvero la realtà e il vissuto della gente. Se questo non avviene, allora ecco che si corre il rischio di essere astratti ideologi e fondamentalisti, e questo non è sano».

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Per leggere integralmente il colloquio di Papa Francesco con i Superiori Generali cliccare qui Freccia dans Fede, morale e teologia «Svegliate il mondo!».

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