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Il male del nostro secolo

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2014

Il male del nostro secolo dans Charles Péguy 2dhy24y

“L’amnesia dell’eterno é il male del nostro secolo”.

Charles Péguy

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Napoli avrà presto una nuova beata: Maria Cristina di Savoia

Posté par atempodiblog le 14 janvier 2014

Napoli avrà presto una nuova beata: Maria Cristina di Savoia dans Articoli di Giornali e News 219xe8p

Sabato 25 gennaio 2014 alle ore 11.00, S. Eminenza il Cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei Santi con il rito di Beatificazione, proclamerà Beata la venerabile Serva di Dio Maria Cristina di Savoia. La Liturgia Eucaristica sarà presieduta da S. Eminenza il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. I riti si svolgeranno nella Basilica di Santa Chiara dei Frati Minori, in cui riposano le spoglie mortali della prossima Beata. La Basilica e il Convento sorgono a Napoli, città che l’ha vista giungere giovane sposa, regina e madre di un figlio vissuto nel ricordo della Reginella Santa. La Chiesa potrà venerare tra i suoi Beati anche la figura di questa donna che nel quotidiano, anche se di Regina, ha saputo mantenersi coerente con la propria Fede, nella costante attenzione verso gli ultimi, le donne e le giovani.

Il Rito sarà seguito da un momento di amicizia nell’antico refettorio del Complesso Monumentale a cui parteciperanno Autorità Religiose, Civili, Ospiti, ma soprattutto “Cristine” perché a loro, con il sostegno costante di Preghiere e con l’appoggio concreto delle loro forze, si deve la conclusione dell’iter di questa Causa e la realizzazione di quella che sarà una giornata indimenticabile, fortemente perseguita, voluta e sognata dai Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia.

Tratto da: Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia

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Cuori puri e umili

Posté par atempodiblog le 11 janvier 2014

Messaggio di Medjugorje a Mirjana del 02/01/2014

Cuori puri e umili dans Fede, morale e teologia 24mhjx4

“Cari figli,
per poter essere miei apostoli e per poter aiutare coloro che sono nelle tenebre affinché conoscano la luce dell’amore di mio Figlio, dovete avere cuore puro e umile. Non potete aiutare affinché mio Figlio nasca e regni nei cuori di coloro che non lo conoscono, se Egli non regna nel vostro cuore. Io sono con voi, cammino con voi come madre, busso al vostro cuore che non si può aprire se non è umile. Io prego, ma pregate anche voi, figli miei amati, affinché possiate aprire a mio Figlio il vostro cuore puro e umile e ricevere così i doni che vi ha promesso. Solo allora sarete guidati dall’amore e dalla forza di mio Figlio, solo allora sarete miei apostoli, coloro che intorno a loro diffondono i frutti dell’amore di Dio. Da voi e attraverso di voi, opererà mio Figlio, perché sarete tutt’uno con Lui. A questo anela il mio cuore materno, all’unione di tutti i miei figli, per mezzo di mio Figlio. Con grande amore benedico e prego per i prescelti di mio Figlio, i vostri pastori.
Vi ringrazio”.

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 gennaio 2014

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[...] Tante volte la Madonna ha parlato di cuori puliti, ma questa volta ha voluto aggiungere umili. Perché? Perché nel momento in cui uno dice di avere un cuore pulito, in quel medesimo momento si insudicia con quel fango spirituale che è l’orgoglio, la superbia. Come il fariseo che dice: “Signore, io non sono come tutti gli altri”, “io seguo la Gospa, io ho fatto 50, 100 pellegrinaggi…, ho fatto questo, ho fatto quello…”. Ce ne sono di questi che hanno il record dei pellegrinaggi, di rosari, di conoscenze di veggenti…, ma poi hanno i cuori sporchi di superbia.

A Mirjana la Madonna ha detto che alcuni vengono all’Apparizione, dicono rosari, ma hanno i cuori sporchi, perché sono nel male, sono nel peccato.

Anche se abbiamo realmente i cuori puliti diciamo ugualmente che siamo dei peccatori (come dice Papa Francesco), siamo dei poveretti, perché è realmente così, se non avessimo sulla testa la mano di Dio saremmo magari peggiori di tanti altri. L’umiltà è la chiave che apre la porta della santità, senza umiltà non c’è nemmeno la santità.

Il Papa, quando era in Sardegna, ha parlato ai carcerati, alle guardie, alle autorità e ha detto: “Qui siamo tutti uguali: siamo tutti peccatori”.

Ecco cosa vuole dire la Madonna, quando dice: “cuori puri e umili”.

L’umiltà dei cuori è quella, dunque, che apre la porta a tutte le grazie.

Se abbiamo il cuore pulito, il cuore pentito, contrito, umile, abbiamo confessato il peccato, abbiamo ricevuto l’assoluzione, abbiamo ricevuto la pace della coscienza come dono di Dio e ci siamo impegnati alla vita di grazia, senza peccato mortale, umili e pentiti, e sappiamo di essere  peccatori, nei nostri cuori Cristo viene ad abitare, perché c’è quel profumo che Lui ama: la purezza e l‘umiltà, Gesù nasce e rimane.

Se i nostri cuori non sono nell’umiltà la Madonna bussa, Gesù bussa, ma i cuori sono chiusi, perché il peccato mortale e l’orgoglio sono una porta blindata che non li fa entrare, lì si annida la serpe del demonio. [...]

Tratto da: Medjugorje Liguria

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Coscienza di essere peccatori

Posté par atempodiblog le 10 janvier 2014

Coscienza di essere peccatori dans Citazioni, frasi e pensieri wtyqkn

Ogni uomo, nella sua debolezza, è peccatore. Senza avere la coscienza di essere peccatori non possiamo rivolgerci a nessuno senza ingiustizia, presunzione, pretesa, attacco, calunnia e menzogna!
Nella coscienza dell’essere peccatori, al contrario, sorgono la possibilità di una discrezione, la nostalgia di una verità per sé e per l’altro, il desiderio che almeno l’altro sia più buono di sé, e l’umiltà.

Don Luigi Giussani

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Cosa Don Fabrizio scrisse al Papa prima di morire

Posté par atempodiblog le 9 janvier 2014

Cosa Don Fabrizio scrisse al Papa prima di morire dans Stile di vita 2mnn3tkIl 1° gennaio 2014 è morto a 31 anni don Fabrizio De Michino, un giovane sacerdote della diocesi di Napoli, che da anni lottava contro una grave malattia. Una persona ancora giovane muore per un tumore: un fatto che, purtroppo, non è unico. E non è unico neanche il fatto che lo stesso giovane viva in maniera santa, con una grande serenità, gli anni del dolore e della sofferenza fisica, come è accaduto a don Fabrizio. Storie che molti di noi hanno incontrato, ma di cui non si parla mai sui media. Eppure costituiscono una “notizia” ben più importante di tante altre, perché contengono le ragioni stesse del vivere, che sono la cosa più preziosa che possiamo chiedere.

I nostri amici lettori Leo e Cinzia ci hanno inviato una lettera che don Fabrizio ha scritto pochi giorni prima di morire a papa Francesco e letta durante il suo funerale. Della vita di don Fabrizio, di cosa abbia fatto, non sappiamo nulla ma la lettera, nella sua semplicità, ci esprime l’essenziale. E per questo ve la proponiamo:

A sua santità Francesco
Santo Padre Nelle mie quotidiane preghiere che rivolgo a Dio, non smetto di pregare per Lei e per il ministero che il Signore stesso Le ha affidato, affinchè possa darle sempre forza e gioia per continuare ad annunciare la bella notizia del Vangelo. Mi chiamo Fabrizio De Michino e sono un giovane sacerdote della Diocesi di Napoli. Ho 31 anni e da cinque sacerdote. Svolgo il mio servizio sia presso il Seminario Arcivescovile di Napoli come educatore del gruppo dei diaconi, che in una parrocchia a Ponticelli, che si trova alla periferia est di Napoli.

La Parrocchia, ricordando il miracolo avvenuto sul colle Esquilino, è intitolata alla Madonna della Neve e nel 2014 celebrerà il primo centenario dell’Incoronazione della statua lignea del 1500, molto cara a tutti gli abitanti. Ponticelli è un quartiere degradato con molta criminalità e povertà, ma ogni giorno scopro davvero la bellezza di vedere quello che il Signore opera in queste persone che si fidano di Dio e della Madonna. Anch’io da quando sono in questa parrocchia ho potuto ampliare sempre più il mio amore fiducioso verso la Madre Celeste, sperimentando anche nelle difficoltà la sua vicinanza e protezione.

Purtroppo sono tre anni che mi trovo a lottare contro una malattia rara: un tumore proprio all’interno del cuore e da qualche mese anche nove metastasi al fegato e alla milza. In questi anni non facili, però, non ho mai perso la gioia di essere annunciatore del Vangelo. Anche nella stanchezza percepisco davvero questa forza che non viene da me ma da Dio che mi permette di svolgere con semplicità il mio ministero.

C’è un versetto biblico che mi sta accompagnando e che mi infonde fiducia nella forza del Signore, ed è quello di Ezechiele: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno Spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.” (Ez 36, 26) In questo tempo molto vicina è la presenza del mio Vescovo, il Card. Crescenzio Sepe, che mi sostiene costantemente, anche se a volte mi dice di riposarmi un po’ per non affaticarmi troppo. Ringraziando Dio anche i miei familiari e i miei amici sacerdoti mi aiutano e sostengono soprattutto quando faccio le varie terapie, condividendo con me i vari momenti d’inevitabile sofferenza. Anche i medici mi assistono tantissimo e fanno di tutto per trovare le giuste terapie da somministrarmi.

Santo Padre, sarò stato un po’ lungo in questo mio scritto, ma volevo solamente dirLe che offro al Signore tutto questo per il bene della Chiesa e per Lei in modo particolare, perché il Signore La benedica sempre e La accompagni in questo ministero di servizio e amore. Le chiedo, nelle Sue preghiere di aggiungere anche me: quello che chiedo ogni giorno al Signore è di fare la Sua volontà, sempre e comunque. Spesso, è vero, non chiedo a Dio la mia guarigione, ma chiedo la forza e la gioia di continuare ad essere vero testimone del suo amore e sacerdote secondo il suo cuore. Certo delle Sue paterne preghiere, La saluto devotamente.
Don Fabrizio De Michino

Tratto da: La nuova Bussola Quotidiana

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“La cannabis non è una droga leggera”. La cannabis fa male, perché legalizzarla?

Posté par atempodiblog le 9 janvier 2014

“La cannabis non è una droga leggera”. La cannabis fa male, perché legalizzarla? dans Articoli di Giornali e News maux4m

I politici di ogni schieramento nelle loro proposte e decisioni sulle droghe interpellino i competenti. Gli studi scientifici, già da qualche tempo, hanno dimostrato le conseguenze dannose per chi aveva fatto uso di cannabis. Solo l’ideologia radicale, cara ad alcuni politici, riconosce la validità del binomio fumo-innocuità.

Tra la solita disinvoltura dei mezzi di comunicazione si è diffusa la convinzione che le cosiddette canne siano inoffensive. «Fa più male l’alcol quando ci si sbronza», si dice, come se il problema fosse di scegliere il meno dannoso di due veleni, dimenticando il particolare, non proprio secondario, che entrambe le sostanze avvelenano l’esistenza umana.

Giovanni Battista Cassano, rinomato docente dell’Università di Pisa, denunciava che «Questa droga (la marijuana, ndr) agisce nelle stesse strutture del cervello interessate dalla cocaina e dalla morfina, e costituisce un gradino, sia per l’assunzione delle droghe “pesanti”, sia come attivatore di patologie psichiatriche […] di tipo paranoide […] o crisi di depersonalizzazione».

Nel 2002 una relazione ministeriale sulle tossicodipendenze in Italia ha confermato gli effetti dannosi del tetracannabinolo, il principio attivo presente nella cannabis. Esso provoca «Le paranoie, il risentimento, una sorta di vischiosità del pensiero, una subdola forma di depersonalizzazione, con ostilità e irritabilità non presenti nei tratti caratteristici del paziente […]».

L’anno successivo fu consegnato al Ministro della salute Girolamo Sirchia, un documento dal titolo “La cannabis non è una droga leggera”. Il documento preparato dal Consiglio superiore della Sanità denunciava da una parte la relazione esistente tra utilizzo di cannabis e disturbi mentali e dall’altra il silenzio dei mass media sulla pericolosità della sua fruizione. Credo proprio che valga il lavoro scientifico prodotto da parte di alcuni medici americani che sostengono che «l’impiego di cannabis è un fattore a rischio per una successiva assunzione di cocaina o di oppioidi».

In una lettera a un giovane consumatore di cannabis, il dottor Claudio Ferretti del servizio Asl di Modena scriveva: «Gli studi effettuati dimostrano che l’assunzione acuta di cannabis compromette la memoria recente, l’attenzione, la vigilanza, l’apprendimento verbale e altera l’orientamento nello spazio e nel tempo; questi effetti, possono compromettere il rendimento scolastico facilitando l’abbandono precoce della scuola». Quest’affermazione la direbbe lunga anche sullo scarso rendimento scolastico di tanti alunni. Lo scarso impegno scolastico è, infatti, una delle caratteristiche tipiche di chi consuma la canapa indiana. Oltretutto quanto si afferma è sostenuto da altre ricerche condotte anche a livello internazionale. Inoltre, uno studio del 2006 dimostra l’attinenza tra cannabis e indebolimento cognitivo.

Lo psicanalista Claudio Risé nel suo libro  sulla cannabis “Come perdere la testa e a volte la vita”, afferma: «Penso che il silenzio sui danni di questa droga, che di leggero non ha niente, sia causato soprattutto dalla sua diffusione, ormai inarrestabile. Fa parte di una mentalità comune tollerare con un omertoso silenzio ciò che si ritiene un fenomeno di massa. Il male comune spesso diventa costume con il tacito assenso di molti. Il consumo di cannabis, in questi ultimi vent’anni, ha ricevuto il benestare di politici, giudici e persino dei genitori che son soliti dire che si tratta di “erba”, di droga paragonabile alla birra. Le conseguenze negative tuttavia risultanti dal consumo della cannabis, sono tante».

Con forza lo psicanalista Claudio Risé chiede di non chiamare più la cannabis droga leggera. La leggerezza fa pensare che sia poco pericolosa. Oggi gli spinelli sono geneticamente modificati e potenziati per avere effetti sempre più micidiali, e causano gravi danni cerebrali. Di cannabis, oggi, si può anche morire, dice lo psicanalista. La cannabis è una bomba per il cervello, specie per gli adolescenti in via di sviluppo. Dà problemi di memoria e concentrazione, provoca apatia e demotivazione, disturbi nella capacità di formulare idee e risolvere problemi. Causa ansia e depressione, allucinazioni, attacchi di panico e paranoia. E gravi malattie mentali, come psicosi e schizofrenia.

Questi dati scientifici sulla cannabis purtroppo non serviranno  ai politici convinti che con la legalizzazione della sostanza toglieranno al narcotraffico l’illecito guadagno. Il prezzo da pagare sarà certamente in termini di qualità di salute mentale e di conseguenze di ordine sociale.​

di Don Chino Pezzoli – Avvenire

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Top Satellite Image of 2013 – And the Winner is… Mount Vesuvius!

Posté par atempodiblog le 8 janvier 2014

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Questa foto è la vincitrice della terza edizione del concorso annuale della DigitalGlobe come miglior immagine scattata dal satellite. Il Vesuvio ha vinto con più di 3000 voti inviati da Facebook, Pinterest, Google+ e Twitter. (6/01/2014)

Tratto da: DigitalGlobe

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Giudizi temerari

Posté par atempodiblog le 8 janvier 2014

Giudizi temerari dans Citazioni, frasi e pensieri San-Francesco-di-Sales

Non giudicare e non sarai giudicato, dice il Salvatore delle nostre anime; non condannare e non sarai condannato. Dice l’apostolo: Non giudicare  prima del tempo, ossia fino a che non venga il Signore che svelerà il segreto nascosto nelle tenebre e manifesterà i pensieri dei cuori. I giudizi temerari sono severamente riprovati da Dio! I giudizi emessi dai figli degli uomini sono temerari perché gli uomini non sono autorizzati ad emettere giudizi gli uni sugli altri; ciò facendo usurpano l’ufficio che Nostro Signore si è riservato; in più sono temerari perché la principale malizia del peccato dipende dall’intenzione e dal disegno del cuore, che è per noi il segreto delle tenebre; sono temerari perché ciascuno è sufficientemente occupato a giudicare se stesso, senza mettersi a giudicare anche il prossimo.

Tratto da: Filotea di San Francesco di Sales

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Bernadette: una pietra viva e preziosa nell’edificio della santa Chiesa

Posté par atempodiblog le 7 janvier 2014

7 gennaio 2014: 170° anniversario della nascita di Santa Bernadette Soubirous

Bernadette: una pietra viva e preziosa nell’edificio della santa Chiesa dans Libri 4pxp2t

A Lourdes arrivano circa cinque milioni di pellegrini ogni anno. Ognuno è importante e rappresenta un destino unico e irripetibile. Ti passano davanti agli occhi volti di ogni colore e su ciascuno vedi scritta una storia segreta di dolore e di speranza. Fra di essi sono molti i giovani. L’appuntamento con un Assoluto dal volto materno li attira e li affascina. Tutto è incominciato con uno di loro. Bernadette era una ragazza di soli quattordici anni, che ne dimostrava dieci. Era la più ignorante, la più povera e la più emarginata. Su di essa si è posato lo sguardo del Signore ed è proprio lei, la più inutile di tutti, che è stata scelta dalla Madre di Dio per il suo grandioso piano di misericordia.

“La santa Vergine mi ha raccolto come un ciottolo”. Hai proprio ragione, Bernadette! Che cos’è un ciottolo se non una cosa inutile e senza valore? Eri piccola e testarda come un ciottolo delle tue montagne. Ma il Signore ti ha visto quando nessuno si accorgeva di te e ha fatto della tua persona una pietra viva e preziosa nell’edificio della santa Chiesa.

dal libro «Sui passi di Bernadette» di Padre Livio Fanzaga

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Una tempesta di bastonate sui “Francescani dell’Immacolata” perché hanno fede e tante vocazioni

Posté par atempodiblog le 6 janvier 2014

IN VATICANO C’E’ UNA NUOVA INQUISIZIONE CATTO-PROGRESSISTA. PERSEGUITANO CON ACCANIMENTO I “FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA” PERCHE’ HANNO FEDE E TANTE VOCAZIONI. E’ UNA VERGOGNA!!!… MA IL PAPA LO SA?
di Antonio Socci – Libero
Tratto da: lo Straniero

Una tempesta di bastonate sui “Francescani dell’Immacolata” perché hanno fede e tante vocazioni dans Antonio Socci padre_stefano_manelli

Ma il Papa sa quello che – a nome suo – stanno facendo ai “Francescani dell’Immacolata”? Appena due giorni fa Francesco ha giustamente proclamato che “il Vangelo non si annuncia con le bastonate, ma con amore e gentilezza”.
Eppure sui Francescani dell’Immacolata – senza alcun motivo e alcuna colpa da parte loro – si è abbattuta una tempesta di bastonate. Stanno radendo al suolo quello che è uno dei pochi ordini religiosi vivi, ortodossi e pieno di vocazioni (stimato e sostenuto da Benedetto XVI).
Il peggio è che la distruzione viene perpetrata in nome di Francesco. Ma è mai possibile che il Papa della gentilezza approvi questi metodi e questa persecuzione?

COLPISCONO I MIGLIORI
Fra l’altro i “Francescani dell’Immacolata”, nel disastro generale degli ordini religiosi (senza vocazioni, spesso in crisi dottrinale e disciplinare, con molti noti errori), dovrebbero essere portati ad esempio: infatti loro vivono radicalmente la povertà, vivendo solo di carità, hanno molte vocazioni, conducono una vita fortemente ascetica, fanno tante opere di carità per i poveri e i diseredati, annunciano la Buona Novella con zelo missionario e sono obbedienti alla Chiesa (in questi mesi di repressioni subiscono tutto con mitezza e nel silenzio).
Molti fedeli sono scandalizzati dall’accanimento con cui vengono colpiti. C’è gente che piange per i forzati allontanamenti di questi buoni frati dalle comunità dove hanno lavorato fino ad ora.
Io non ho mai avuto a che fare con loro, ma, da osservatore imparziale, li ammiro. E mi chiedo: perché tanta durezza contro religiosi che per i fedeli rappresentano un grande esempio di vita e un vero riferimento spirituale?
Eppure non si è avuto un tale accanimento nemmeno nei casi di religiosi, preti e teologi in cui c’erano grossi problemi di dottrina, disciplina e altro.
Il post-Concilio, per esempio, fu una catastrofe. A decine di migliaia buttarono l’abito religioso: “Si sono sparse a piene mani idee contrastanti con la Verità rivelata e da sempre insegnata” affermò Giovanni Paolo II, “si sono propalate vere e proprie eresie, in campo dogmatico e morale, creando dubbi, confusioni, ribellioni, si è manomessa anche la Liturgia; immersi  nel ‘relativismo intellettuale e morale’ e perciò nel permissivismo, i cristiani sono tentati dall’ateismo, dall’agnosticismo, dall’illuminismo vagamente moralistico, da un cristianesimo sociologico senza dogmi definiti e senza morale oggettiva”.

IL DISASTRO DEI GESUITI
Anche la Compagnia di Gesù, come Bergoglio sa bene, è stata nella tempesta e alcuni suoi membri hanno alimentato la confusione teologica. Eppure non sono mai stati presi provvedimenti come quelli adottati oggi contro i “Francescani dell’Immacolata”.
Secondo le statistiche ufficiali dal 1965 (quando finisce il Concilio) al 2005, i membri della Compagnia di Gesù (i gesuiti) sono crollati del 45 per cento, i salesiani del 24 per cento, i Frati minori del 41 per cento, i Cappuccini del 29 per cento, i Benedettini del 35 per cento, i Domenicani del 39 per cento.
Al contrario i “Francescani dell’Immacolata”, famiglia religiosa nata negli anni Settanta da padre Stefano Maria Manelli e da padre Gabriele Maria Pellettieri, hanno attratto subito tante vocazioni.
Riconosciuti dalla Chiesa nel 1990, con decreto pontificio del 1998, oggi sono circa 400 frati in 55 case nel mondo e altrettante suore con 47 case su tutto il globo. Anche le vocazioni – che in tutte le diocesi languono – fra loro crescono a ritmi impressionanti. Davvero una comunità benedetta da Dio.
Così l’11 luglio scorso la Congregazione vaticana dei religiosi ha deciso di colpire col commissariamento questa fiorente famiglia religiosa.

PERSECUZIONE
Da allora al fondatore, padre Stefano M. Manelli, è stato imposto l’isolamento (i suoi frati non possono né scrivergli, né telefonargli, né andare a trovarlo, né parlargli in alcun modo); tutti i frati che avevano ruoli di responsabilità sono stati esiliati in luoghi remoti, spesso all’estero; i movimenti laicali legati alla congregazione sono stati ibernati; il seminario è stato chiuso e sono state sospese le ordinazioni diaconali e sacerdotali.
Il commissario non ha potuto prendere in pugno le riviste dell’ordine perché appartengono ai laici, così ha proibito ai religiosi della congregazione di collaborarvi. In sostanza si è usato il pugno di ferro.
Nessuno può credere che il Pontefice della tenerezza abbia voluto o autorizzato una cosa simile. Troppo grande sarebbe la contraddizione fra il suo insegnamento (“amore e gentilezza, non bastonate”) e la pratica concreta che ricorda i fantasmi dell’Inquisizione.
E’ pur vero che in passato l’Inquisizione, i cui metodi furono spazzati via grazie a Joseph Ratzinger, nel corso della sua storia colpì diversi santi.
L’ultimo fu padre Pio. Com’è noto il santo cappuccino, fra 1960 e 1961, dovette subire – sotto il cosiddetto “Papa buono” – provvedimenti restrittivi e punitivi molto duri. Erano del tutto ingiusti, come poi ha dimostrato la piena riabilitazione voluta da Paolo VI e la canonizzazione del frate stigmatizzato fatta da Giovanni Paolo II.
Ma fa un certo effetto che si perseguitasse un santo come lui, proprio mentre nella Chiesa si portavano in palmo di mano teologi come Karl Rahner che Roncalli nominò fra i consultori del Concilio Vaticano II.
Rahner ha avuto un’influenza assai nefasta nella teologia post-conciliare (basti dire che Hans Kung è stato il suo degno allievo). La sua teoria dei “cristiani anonimi” fu un autentico veleno.
Tuttavia Rahner è intoccabile anche oggi. Ci sono teologi che si permettono di mettere in discussione i dogmi della  fede cattolica, la Madonna e i santi. Ma Rahner non si può discutere.
Invece fra le coraggiose iniziative di riflessione teologica che i “Francescani dell’Immacolata” hanno intrapreso negli anni passati c’è stato proprio un convegno di studi intitolato significativamente “Karl Rahner: un’analisi critica”. In netto contrasto con la “teologia progressista” oggi dominante.

INQUISITORI SINISTRI
Molti sospettano che fatti del genere abbiano contribuito a mettere i “Francescani dell’Immacolata” nel mirino del potere clericale, dove oggi siedono ecclesiastici che hanno avuto trascorsi nella “Teologia della liberazione”, come il cardinale brasiliano João Braz de Aviz che è proprio il capo della Congregazione vaticana che ha deciso il commissariamento.
In un’intervista di qualche tempo fa il prelato ha raccontato come visse quella fase della sua vita, ma curiosamente lì non ha fatto sua la condanna degli errori della Teologia della liberazione che fu firmata da Giovanni Paolo II e da Joseph Ratzinger.
Anzi ha affermato: “rimango convinto che in quella vicenda è passato comunque qualcosa di grande per tutta la Chiesa”.
Sì, una grande catastrofe. Ecco ora nuovi disastri “progressisti”, come l’annichilimento dei “Francescani dell’Immacolata”. Se questi frati fossero stati seguaci di Rahner, Kung o della Teologia della liberazione, la loro persecuzione avrebbe suscitato uno scandalo sui media. Invece sono fedeli alla Chiesa, dunque nessuno li difende.
C’è chi sostiene che si tratti di una sorta di vendetta trasversale contro Benedetto XVI per il “Motu proprio” che liberalizzò la messa tradizionale. Esso suscitò pesanti reazioni e opposizioni in Curia e fra i vescovi.
Mentre i “Francescani dell’Immacolata” attuarono fedelmente il “motu proprio” volendo essere in comunione col Papa. E’ questa la loro colpa?
Io credo che la loro distruzione danneggi tantissimo pure l’attuale papa. Perché annichilisce un carisma prezioso per la Chiesa e perché porta acqua al mulino dei lefebvriani che hanno attaccato pubblicamente Bergoglio. Adesso costoro possono dire: “vedete, nella Chiesa di Francesco c’è posto per tutti, meno che per i cattolici”.
Avendo sempre difeso il Pontefice da questi attacchi, io spero che, informato dei fatti, quanto prima egli metta fine a questa incredibile persecuzione e ristabilisca la verità e la giustizia.

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L’amore a chi non ci sta simpatico

Posté par atempodiblog le 6 janvier 2014

L’amore a chi non ci sta simpatico dans Citazioni, frasi e pensieri Santa-Teresa-di-Lisieux

“Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori” (Mt 5,43-44). Certo, nel Carmelo non s’incontrano nemici, ma in realtà ci sono delle simpatie; ci si sente attratte da quella sorella mentre un’altra ti farebbe fare un lungo giro per evitare d’incontrarla, così, senza accorgersene, ella diventa un soggetto di persecuzione. Ebbene, Gesù mi dice che questa sorella debbo amarla, debbo pregare per lei, quando anche il suo modo di comportarsi mi portasse a credere che ella non mi ami: “Se amate coloro che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso”.

E non basta amare, bisogna provarlo. Naturalmente siamo felici di fare un dono a un amico, ci piace soprattutto fare delle sorprese, ma ciò non è la carità, poiché anche i peccatori lo fanno. Ecco cosa Gesù mi insegna ancora: “Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo”. Dare a tutte coloro che chiedono, è meno dolce che offrirsi spontaneamente col cuore… Se è difficile dare a chiunque chiede, lo è ancora di più lasciar prendere del proprio senza richiederlo. O Madre mia, dico che è difficile, dovrei dire piuttosto che sembra difficile, poiché il giogo del Signore è dolce e leggero (Mt 11,30). Quando l’accettiamo, ne sentiamo subito la dolcezza ed esclamiamo col salmista: “Corro per la via dei tuoi comandamenti, perché hai dilatato il mio cuore” (Sal 119,32). Solo la carità può dilatare il mio cuore, Gesù. Da quando questa dolce fiamma lo consuma, corro con gioia nella via del tuo comandamento nuovo (Gv 13,34).

[Santa Teresa del Bambin Gesù (1873-1897), carmelitana, dottore della Chiesa Manoscritto autobiografico C, 15v°-16r°]
Tratto da: Una casa sulla Roccia

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La Stella

Posté par atempodiblog le 5 janvier 2014

Vedemmo la Sua stella, O Maria SS., e siamo venuti ad adorarLo! Con noi portiamo i tesori della mente, del cuore, della vita per fargliene omaggio!

La Stella dans Citazioni, frasi e pensieri Beato-don-Giustino-Maria-della-Santissima-Trinit-Russolillo

Il mistero dell’Epifania è la festa dell’illuminazione delle anime.

Ogni illuminazione richiede una stella.

Conoscete Suor Luisa Napolitano?

Quella suora che esce da un convento, ed ha un desiderio molto ingenuo, molto intenso e molto pio di sapere, tra i titoli delle litanie, qual è il più bello.

Maria SS. e l’Angelo le dicono: “Stella Mattutina!”.

In questa invocazione la suora trova la formula del suo proprio apostolato.

Alla Madonna piace essere onorata come “Stella del Mattino”.

Ma prima questo titolo è rivolto a Gesù. Nell’Apocalisse Egli dice: “Io sono la stella splendida del mattino!”.

E’ di Maria nel senso che Essa è la luce che precede il giorno.

E’ di Gesù nel senso che Egli è l’astro del giorno.

Beato Giustino M. della SS. Trinità Russolillo

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Un’Epifania tutta nostra

Posté par atempodiblog le 5 janvier 2014

Un'Epifania tutta nostra dans Citazioni, frasi e pensieri Cometa

Ignoro se mai avete stabilito il vostro posto di anima nel mistero dell’Epifania, cioè dell’illuminazione spirituale, per la rivelazione soprannaturale.

Per i fini del Signore, occorre stabilirci maggiormente e inoltrarci coraggiosamente in questa illuminazione soprannaturale. Abbiamo bisogno di una Epifania tutta nostra, tutta per noi. Se già vi ci troviamo, si tratta di progredirvi.

E ogni progresso spirituale ha bisogno di un continuo impulso per essere costante, poiché dal peccato originale in poi noi tendiamo al basso.

Chiediamolo al Signore, per la grazia stessa dei misteri cristiani che si rinnovano ogni anno e in ogni anima di buona volontà.

Beato Giustino M. della SS. Trinità Russolillo

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La Chiesa del Gesù Vecchio di Napoli e la devozione del “sabato privilegiato”

Posté par atempodiblog le 4 janvier 2014

La Chiesa del Gesù Vecchio
di Luigi Vinciguerra – Radici Cristiane

La Chiesa del Gesù Vecchio di Napoli e la devozione del “sabato privilegiato” dans Apparizioni mariane e santuari Ges_Vecchio_Napoli

La Chiesa del Gesù Vecchio sorse come prima chiesa dell’ordine della Compagnia di Gesù a Napoli. Resasi insufficiente la vecchia diaconia dei Santi Giovanni e Paolo che sorgeva sullo stesso luogo, i Gesuiti commissionarono fin dal 1563 la costruzione di un nuovo convento e di una nuova chiesa, quest’ultima eretta su disegno di padre Pietro Provedo, grazie al generoso patronato di Tommaso Filomarino.

transetto_destra dans Fede, morale e teologia

Al secolo XVII risale gran parte della ricca decorazione interna, ma la chiesa subì profonde trasformazioni dopo il 1767, anno in cui furono espulsi i gesuiti del Regno di Napoli.

transetto_sinistra dans Venerabile Placido Baccher

La chiesa mutò il nome in quello del Santissimo Salvatore, quasi per cancellare il ricordo dell’ordine fondato da sant’Ignazio di Loyola e il convento, con l’annesso bellissimo chiostro, divenne sede dell’Università degli Studi (attualmente ospita la biblioteca dell’Istituto). La chiesa rischiò di essere trasformata in aula magna o in teatro e subì un periodo di decadenza.

don_placido_baccher

Ritornati a Napoli nel 1804, i Gesuiti rientrarono in possesso della chiesa solo per breve tempo, in quanto fin dal 1806 la chiesa divenne Rettoria e nel 1811 fu affidata al venerabile Placido Baccher, figura carismatica di quei tempi che istallò il culto per l’Immacolata. Il nuovo rettore fece di tutto per far tornare la chiesa agli antichi splendori.
Questa è ad unica navata con cappelle laterali e grande crociera. Il transetto destro fu eseguito su disegno del Fanzago, al quale sono attribuite anche le due statue di Isaia e Geremia, mentre la pala con San Francesco Saverio è di Cesare Fracanzano (1641).
Nell’altro transetto le sculture di Giosuè e di Gedeone sono del Bottiglieri (1724) e la pala con Sant’Ignazio è del Solimena.

Ges_Vecchio_di_Napoli

L’altare maggiore è una modesta costruzione tardo barocca che racchiude la venerata scultura dell’Immacolta fatta realizzare da don Placido.
La chiesa riserva però altre notevoli opere tra le quali si segnalano dei dipinti di Marco Pino da Siena (Trasfigurazione, Madonna e Santi, Circoncisione), il San Luigi Gonzaga di Battistello Caracciolo (1627) (terza cappella a sinistra); alcune tele di Girolamo Cenatiempo (1712) (prima, terza e quarta cappella a sinistra); la decorazione della terza cappella a destra, su disegno del Vinaccia con la statua di sab Francesco Borgia, è di Pietro Ghetti.
In sacrestia è da notare la grande pala con la Madonna che indica il monogramma di Cristo a san Luigi Gonzaga di Francesco De Mura, opera della metà del XVIII secolo, un tempo forse sull’altare maggiore. Quivi sono conservate anche varie statue destinate alle processioni o all’esposizione in occasione delle rispettive solennità e il presepe, anch’esso fatto realizzare da don Placido, conscio dell’importanza che esso aveva per la devozione popolare.

La devozione del “sabato privilegiato”

Sabato_Privilegiato

Con la nomina di don Placido Baccher a suo rettore, la basilica (divenuta poi pontificia) del Gesù Vecchio divenne un centro mariano ed eucaristico importantissimo. Lo stesso Papa si compiaceva dell’elevata partecipazione dei fedeli al “Sabato privilegiato” dedicato a Maria e del gran numero di Comunioni distribuite. Una devozione che permane fino ai nostri tempi: basti pensare che in pochi anni si distribuirono circa 20.000 comunioni.
La statua della Madonna, realizzata da Nicola Ingaldi, scultore popolare autore anche di numerose altre statue a soggetto religioso e di vari “pastori” del presepe napoletano, è di dimensioni ridotte (36x54cm) e di umili materiali (legno, gesso e stoffa): ha le sembianze della visione che il venerabile ebbe l’ultima notte della sua prigionia in Castel Capuano, prima di essere miracolosamente liberato a pochi istanti dall’esecuzione della sua condanna a morte; la statua, comunque complessa e piena di significati mariani e liturgici, fu abbellita da una corona d’oro donata da una commissione pontificia nel 1826 e da un arco d’argento offerto dai fedeli come ex voto al termine dell’epidemia di colera 1837.

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Ogni anno, il primo sabato successivo al 30 dicembre (giorno dell’incoronazione della statua), si celebra il “Sabato privilegiato”, in memoria della promessa fatta dall’Immacolata a don Placido: “Beati i sacerdoti che celebreranno al mio altare e i fedeli che vi faranno la Santa Comunione il primo sabato dopo la mia Incoronazione”.

Chiesa_Ges_Vecchio

Anche ai nostri giorni, in tempi di indifferenza religiosa e dei grandi sconvolgimenti politici e sociali, la chiesa si è sempre affollata da fedeli che fanno la fila per ore per ricevere l’Eucarestia e per salire la rampa che porta sopra all’altare e pregare al cospetto della “Madonnina” di don Placido.

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Napoli e la devozione dei “sabati privilegiati” all’Immacolata

Posté par atempodiblog le 4 janvier 2014

Napoli e la devozione dei “sabati privilegiati” all'Immacolata dans Apparizioni mariane e santuari 20jifeh

Il primo sabato dopo il 30 dicembre la chiesa del Gesù Vecchio a Napoli si riempie di fedeli che partecipano in massa alla devozione annuale del istituita due secoli fa dal venerabile don Placido Baccher, un sacerdote dalla figura mite e dalla religiosità eroica, sostenuto per tutta la propria travagliata esistenza dalla fede nell’Immacolata.

di Gianandrea de Antonellis

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Per leggere del venerabile Placido Baccher e della devozione dei “sabati privilegiati” all’Immacolata cliccare qui 2e2mot5 dans Diego Manetti “A Gesù per Maria”

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