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La Chiesa del Gesù Vecchio di Napoli e la devozione del “sabato privilegiato”

Posté par atempodiblog le 4 janvier 2014

La Chiesa del Gesù Vecchio
di Luigi Vinciguerra – Radici Cristiane

La Chiesa del Gesù Vecchio di Napoli e la devozione del “sabato privilegiato” dans Apparizioni mariane e santuari Ges_Vecchio_Napoli

La Chiesa del Gesù Vecchio sorse come prima chiesa dell’ordine della Compagnia di Gesù a Napoli. Resasi insufficiente la vecchia diaconia dei Santi Giovanni e Paolo che sorgeva sullo stesso luogo, i Gesuiti commissionarono fin dal 1563 la costruzione di un nuovo convento e di una nuova chiesa, quest’ultima eretta su disegno di padre Pietro Provedo, grazie al generoso patronato di Tommaso Filomarino.

transetto_destra dans Fede, morale e teologia

Al secolo XVII risale gran parte della ricca decorazione interna, ma la chiesa subì profonde trasformazioni dopo il 1767, anno in cui furono espulsi i gesuiti del Regno di Napoli.

transetto_sinistra dans Venerabile Placido Baccher

La chiesa mutò il nome in quello del Santissimo Salvatore, quasi per cancellare il ricordo dell’ordine fondato da sant’Ignazio di Loyola e il convento, con l’annesso bellissimo chiostro, divenne sede dell’Università degli Studi (attualmente ospita la biblioteca dell’Istituto). La chiesa rischiò di essere trasformata in aula magna o in teatro e subì un periodo di decadenza.

don_placido_baccher

Ritornati a Napoli nel 1804, i Gesuiti rientrarono in possesso della chiesa solo per breve tempo, in quanto fin dal 1806 la chiesa divenne Rettoria e nel 1811 fu affidata al venerabile Placido Baccher, figura carismatica di quei tempi che istallò il culto per l’Immacolata. Il nuovo rettore fece di tutto per far tornare la chiesa agli antichi splendori.
Questa è ad unica navata con cappelle laterali e grande crociera. Il transetto destro fu eseguito su disegno del Fanzago, al quale sono attribuite anche le due statue di Isaia e Geremia, mentre la pala con San Francesco Saverio è di Cesare Fracanzano (1641).
Nell’altro transetto le sculture di Giosuè e di Gedeone sono del Bottiglieri (1724) e la pala con Sant’Ignazio è del Solimena.

Ges_Vecchio_di_Napoli

L’altare maggiore è una modesta costruzione tardo barocca che racchiude la venerata scultura dell’Immacolta fatta realizzare da don Placido.
La chiesa riserva però altre notevoli opere tra le quali si segnalano dei dipinti di Marco Pino da Siena (Trasfigurazione, Madonna e Santi, Circoncisione), il San Luigi Gonzaga di Battistello Caracciolo (1627) (terza cappella a sinistra); alcune tele di Girolamo Cenatiempo (1712) (prima, terza e quarta cappella a sinistra); la decorazione della terza cappella a destra, su disegno del Vinaccia con la statua di sab Francesco Borgia, è di Pietro Ghetti.
In sacrestia è da notare la grande pala con la Madonna che indica il monogramma di Cristo a san Luigi Gonzaga di Francesco De Mura, opera della metà del XVIII secolo, un tempo forse sull’altare maggiore. Quivi sono conservate anche varie statue destinate alle processioni o all’esposizione in occasione delle rispettive solennità e il presepe, anch’esso fatto realizzare da don Placido, conscio dell’importanza che esso aveva per la devozione popolare.

La devozione del “sabato privilegiato”

Sabato_Privilegiato

Con la nomina di don Placido Baccher a suo rettore, la basilica (divenuta poi pontificia) del Gesù Vecchio divenne un centro mariano ed eucaristico importantissimo. Lo stesso Papa si compiaceva dell’elevata partecipazione dei fedeli al “Sabato privilegiato” dedicato a Maria e del gran numero di Comunioni distribuite. Una devozione che permane fino ai nostri tempi: basti pensare che in pochi anni si distribuirono circa 20.000 comunioni.
La statua della Madonna, realizzata da Nicola Ingaldi, scultore popolare autore anche di numerose altre statue a soggetto religioso e di vari “pastori” del presepe napoletano, è di dimensioni ridotte (36x54cm) e di umili materiali (legno, gesso e stoffa): ha le sembianze della visione che il venerabile ebbe l’ultima notte della sua prigionia in Castel Capuano, prima di essere miracolosamente liberato a pochi istanti dall’esecuzione della sua condanna a morte; la statua, comunque complessa e piena di significati mariani e liturgici, fu abbellita da una corona d’oro donata da una commissione pontificia nel 1826 e da un arco d’argento offerto dai fedeli come ex voto al termine dell’epidemia di colera 1837.

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Ogni anno, il primo sabato successivo al 30 dicembre (giorno dell’incoronazione della statua), si celebra il “Sabato privilegiato”, in memoria della promessa fatta dall’Immacolata a don Placido: “Beati i sacerdoti che celebreranno al mio altare e i fedeli che vi faranno la Santa Comunione il primo sabato dopo la mia Incoronazione”.

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Anche ai nostri giorni, in tempi di indifferenza religiosa e dei grandi sconvolgimenti politici e sociali, la chiesa si è sempre affollata da fedeli che fanno la fila per ore per ricevere l’Eucarestia e per salire la rampa che porta sopra all’altare e pregare al cospetto della “Madonnina” di don Placido.

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Napoli e la devozione dei “sabati privilegiati” all’Immacolata

Posté par atempodiblog le 4 janvier 2014

Napoli e la devozione dei “sabati privilegiati” all'Immacolata dans Apparizioni mariane e santuari 20jifeh

Il primo sabato dopo il 30 dicembre la chiesa del Gesù Vecchio a Napoli si riempie di fedeli che partecipano in massa alla devozione annuale del istituita due secoli fa dal venerabile don Placido Baccher, un sacerdote dalla figura mite e dalla religiosità eroica, sostenuto per tutta la propria travagliata esistenza dalla fede nell’Immacolata.

di Gianandrea de Antonellis

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Per leggere del venerabile Placido Baccher e della devozione dei “sabati privilegiati” all’Immacolata cliccare qui 2e2mot5 dans Diego Manetti “A Gesù per Maria”

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