Il luogo della nascita di Gesù

Posté par atempodiblog le 18 décembre 2013

Il luogo della nascita di Gesù
Fonte: The Franciscans of the Holy Land
Tratto da: Storia Libera

Il luogo della nascita di Gesù dans Fede, morale e teologia 23le990

Dopo i vangeli, la più antica testimonianza sul luogo della nascita di Gesù (verso la metà del II sec.) è del filosofo e martire Giustino, originario di Flavia Neapolis, odierna Nablus, in Palestina: «Al momento della nascita del bambino a Betlemme, poiché non aveva dove soggiornare in quel villaggio, Giuseppe si fermò in una grotta prossima all’abitato e, mentre si trovavano là, Maria partorì il Cristo e lo depose in una mangiatoia, dove i Magi, venuti dall’Arabia lo trovarono». In particolare la menzione della grotta come abitazione di fortuna, va riconosciuta come un’eco della viva tradizione locale, attestata anche nell’antichisssimo apocrifo detto “Protoevangelo di Giacomo” (II sec.), ripetuta da Origene (III sec.) e alla base di tutta la storia successiva del santuario betlemitano. Questa medesima grotta fu circondata dalle magnifiche costruzioni dell’imperatore Costantino e di sua madre Elena non molto dopo il 325 d. C., come ci narra lo storico Eusebio di Cesarea, contemporaneo ai fatti. Nel 386, san Girolamo si stabilì nei pressi della basilica, con la nobile matrona romana Paola e altri seguaci, vivendo vita monastica, dedicandosi allo studio della Bibbia e producendo la sua celebre versione latina (Vulgata), che divenne poi ufficiale nella chiesa d’Occidente. Il suo sepolcro, così come quello dei suoi compagni e compagne, fu scavato nelle immediate vicinanze della grotta medesima.

La basilica del IV sec. fu sostituita nel VI sec. da un’altra di dimensioni maggiori, che è quella ancora oggi in piedi. In epoca crociata (XII sec.) le pareti furono abbellite di preziosi mosaici dai fondi incrostati d’oro e di madreperla, dei quali rimangono ampi frammenti con scene del nuovo Testamento (nel transetto, con iscrizioni latine) e la rappresentazione simbolica di concili ecumenici (nella navata, con iscrizioni greche). Al di sopra delle colonne della navata in una fila di medaglioni sono raffigurati gli antenati di Gesù (con diciture latine). Uno degli angeli adoranti della parete sinistra ha ai piedi una iscrizione (in latino e in siriaco) con il nome dell’artista, il pittore Basilio. Scavi fatti negli anni 1934-35 (dal governo mandatario inglese) hanno riportato alla luce considerevoli avanzi dei mosaici pavimentali della basilica costantiniana, alcuni dei quali sono visibili tanto nella navata che nel transetto della basilica.

I francescani, che dimorano a Betlemme dal 1347, posseggono accanto alla basilica della Natività il proprio convento e una chiesa (dedicata alla santa martire Caterina) che serve principalmente per le necessità della comunità cristiana cattolica locale di rito latino; da questa chiesa si scende alle grotte di S. Girolamo.

Un antico pellegrino anonimo, citato dal monaco benedettino Pietro Diacono (XII sec.), ci parla dei ricordi sacri presenti nei dintorni Betlemme: «Non lontano di là c’è una chiesa detta dei Pastori, dove un grande giardino è accuratamente chiuso tutto intorno da un muro; e c’è in quel luogo una grotta molto luminosa, che ha un altare là dove un angelo, apparso ai pastori veglianti, annunciò la nascita di Cristo». Anche san Girolamo (fine IV sec.) menziona più volte questo luogo, associandolo alla biblica Migdal-Eder (Torre di Eder o del gregge) e la chiesa di Gerusalemme vi celebrava una festa la vigilia del Natale. Il vescovo Arculfo (VII sec.) ricorda la presenza dei sepolcri dei tre pastori nella chiesa. Prima dell’arrivo dei crociati la chiesa fu distrutta ma, nonostante ciò, le rovine continuarono ad essere visitate dai pellegrini.

Tradizionalmente il luogo era segnalato a Deir er-Ra’wat, sul margine meridionale della pianura sottostante Betlemme, dove esistono notevoli rovine di un antico edificio sacro. La chiesa inferiore o cripta, pressocché integra, servì anche da chiesa parrocchiale per i greci ortodossi fino al 1955. Nel 1972 si procedette allo scavo (a cura di V. Tzaferis) e al restauro del monumento; una chiesa moderna affianca l’antica.

La localizzazione tradizionale venne messa in questione dalle scoperte di C. Guarmani (1859) e, successivamente, dagli scavi di p. Virgilio Corbo (1951-52) a Siyar el-Ghanam, sopra un poggio situato a una certa distanza dal luogo precedente. Vi furono ritrovati i resti di un insediamento agricolo risalente al I sec. d. C. (con pressoi per olio, grotte e colombario) e di un monastero bizantino (chiesa, cortili, cisterne, panetteria, ambienti mosaicati) fiorito tra il IV e l’VIII sec. d. C. Il nuovo santuario, dedicato ai SS. Angeli, fu fatto costruire dalla Custodia di Terra Santa nel 1954 (arch. A. Barluzzi).

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