Breve ritratto di Santa Teresa d’Avila, dottore della Chiesa
Posté par atempodiblog le 14 octobre 2013
Santa Teresa d’Avila, riformatrice del Carmelo, fondatrice dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. Una donna che poteva dire, nel pieno della sua poderosa attività: “Non mi ricordo d’essermi mai lagnata. In questo senso, io non sono affatto donna. Ho il cuore duro”. Ma il suo cuore non era duro; era grande, e la magnanimità, unita alla umiltà, forma il carattere di questa grande mistica, che avvertiva costantemente accanto a sé la presenza di Dio e al tempo stesso, da grande asceta, la vicinanza del demonio.
Usciva da un’importante famiglia spagnola, nel tempo in cui la Spagna dominava il mondo. Il fratello del suo padrino fu il primo Viceré del Perù.
Entrata giovanissima nel Carmelo, fino a quarant’anni condusse una vita religiosa molto mitigata, per non dire mediocre, senza ardore di santità. Ma nel 1555, la carmelitana tiepida cessò di vivere per sé, e in lei cominciò a vivere Dio. Trasverberata dal fuoco divino, non conobbe incertezze, non ebbe debolezze, non temette avversità, persecuzioni e persino condanne, da parte dei “Carmelitani Calzati”, i quali le opposero una durissima resistenza.
Ella diceva: “Nostro Signore chiede e ama anime coraggiose, per quanto umili. Nella vita spirituale occorre intraprendere grandi cose”. Da parte sua, intraprese “grandi cose” attuando la riforma del Carmelo, anzi la fondazione di nuovi conventi, maschili e femminili, nei quali l’ascetismo non fosse una parola priva di significato.
Si mise a viaggiare, ella che amava la vita comoda, sopportando fatiche e disagi, nonostante la sua salute malferma e i continui disturbi. Ferita a una gamba, si rivolgeva a Dio con schiettezza di donna risoluta: “Signore, dopo tante noie, ci voleva anche questo guaio!”. Dio le rispose: “Teresa, io tratto così i miei amici”. E lei, di rimando: “Ah, Dio mio, ora capisco perché ne avete così pochi!”.
Qual fosse la sua attività d’instancabile fondatrice di Carmeli riformati, lo si può apprendere dalla Vita scritta da lei stessa: uno dei libri di avventura spirituale più coloriti e più sinceri. Fu la “mamma” di tutti i Carmelitani Scalzi, che si lasciarono guidare da lei, guidata da Dio per mezzo di visioni e intimi colloqui. Fu maestra di mistici, come il poeta San Giovanni della Croce. Fu direttrice di coscienze. Scrisse al Re Filippo II e ai personaggi più autorevoli della Spagna. Si occupò di tutto e, da brava madre, pensò anche alla parte economica delle sue fondazioni. “Teresa senza la grazia di Dio - diceva - è una povera donna. Con la grazia di Dio, una forza. Con la grazia di Dio e molti denari, una potenza”. E Santa Teresa fu veramente una potenza, che trascinò gran numero di anime elette nel vortice della sua passione mistica e ascetica. Fu definita “l’onore della Spagna e della Chiesa”. Ma più che onore, bisognerebbe parlare di amore, perché Santa Teresa morta nel 1582, a sessantasette anni fu esempio perfetto di “sposalizio spirituale” con Dio ed è stata proclamata dottore della Chiesa.
Tratto da: Mille santi del giorno di Piero Bargellini, Vallecchi Editore
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