Gli Angeli, messageri e coordinatori di Dio
Posté par atempodiblog le 29 septembre 2013
di Rosanna Brichetti Messori – Il Timone
Napoli: Chiesa di San Nicola da Tolentino, particolare dell’affresco della volta della navata raffigurante Angeli musicanti, opera di Vincenzo Galloppi, fine del XIV secolo. Calendario 2009 del Fondo Edifici di Culto (F.E.C.). Ministero dell’Interno.
In questi ultimi anni, come forse mai prima, abbiamo potuto assistere a filmati, trasmissioni televisive, pubblicazioni sugli angeli. Un vero boom. La New Age ha fatto di questo tema addirittura uno dei suoi cavalli di battaglia. Si voleva dimostrare che non solo questi esseri spirituali esistono, ma che sono in stretta relazione con noi uomini. Che intervengono nella nostra vita, spesso in modo anche visibile, per aiutarci, per assisterci in momenti di particolare bisogno fisico o morale. Esseri dunque che hanno come scopo quello di vegliare su di noi, di proteggerci, di guidarci.
Tutto bene, direte. Sì, ma… A questo punto, infatti, si pone inevitabile la domanda sul significato profondo di queste presenze accanto a noi, su quale sia la meta di questo loro infaticabile lavoro di assistenza. Per questo sarà interessante rivisitare, seppure brevemente, quello che crede la fede cristiana al proposito proprio per fondare correttamente la nostra devozione agli angeli. La Sacra Scrittura, sia nell’Antico come nel Nuovo Testamento, è ricchissima di queste presenze angeliche.
Dalla Genesi fino alla Apocalisse gli angeli partecipano attivamente all’avventura (straordinaria, ricca di colpi di scena, perché fondata sulla libertà) del rapporto tra Dio e l’uomo. Questa creatura fragile ed esposta all’errore, vivente dello spirito di Dio e tuttavia impastato di materia corruttibile verso la quale, però, tutto sembra convergere. Infatti, non solo la storia umana, ma legata ad essa la storia dell’intero universo, non è cieca, tende a un fine: ristabilire pienamente, dopo l’iniziale caduta, il Regno di Dio e mostrarlo visibilmente in Cieli nuovi e nuova Terra. Al centro di essa l’episodio fondamentale: l’incarnazione del Verbo, la sua passione, la sua morte, la sua risurrezione, la sua ascensione. Eventi tutti determinanti, perché lo Spirito di vita ritorni a soffiare con pienezza in ogni uomo che lo invochi e lo desideri. Tramite l’amore di quel Figlio che si è addossato tutto il fardello del male umano, è avvenuta la redenzione a cui, da quel momento in avanti, ogni uomo, unito a lui come tralcio alla vite, può attingere a piene mani.
Ebbene, in questa dinamica di amore e di salvezza, gli angeli sono costantemente presenti. Ordinati in nove cori gerarchici: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potenze, Principati, Arcangeli, Angeli, ognuno riflettente, dice san Bernardo, una particolare perfezione divina, essi lodano e glorificano costantemente quel Dio che contemplano faccia a faccia. Ma, al contempo, cooperano attivamente perché anche l’uomo, che a causa della caduta vive in una dimensione di fede, non più in una visione diretta, capisca sempre più profondamente il disegno di amore di Dio e vi aderisca di tutto cuore.
Così verso di noi essi si rivelano soprattutto come messaggeri del Signore e insieme come i collaboratori della provvidenza divina. Per questo li vediamo all’opera lungo tutta la storia della salvezza. Per citare solo alcuni esempi: chiudono il paradiso terrestre, trattengono la mano di Abramo che stava per uccidere Isacco, guidano il popolo di Israele verso la terra promessa, assistono i profeti nel loro compito. La stessa Legge, ci dicono gli Atti (7,53), viene comunicata a Mosé “per mano degli angeli”.
Nel Nuovo Testamento la vita di Gesù, dalla incarnazione fino alla ascensione è continuamente circondata dall’adorazione e dal servizio degli angeli. Essi annunziano a Maria la nascita del Redentore esultando poi sulla grotta di Betlemme; ne proteggono l’infanzia minacciata da Erode, lo servono nel deserto, lo confortano durante l’agonia, annunciano alle donne la sua risurrezione, accompagnano la sua ascensione. Facendo tutto questo non si limitano ad annunciare gli eventi, ma spesso li spiegano ai presenti, perché ne capiscano significato profondo, perché intuiscano in essi il piano di Dio. Per questo la Chiesa, riflettendo su tutto ciò, nel corso dei secoli ha promosso la devozione agli angeli. A quelli che vegliano sul disegno generale di salvezza, sul Cielo, sulla Terra, sulla Chiesa, sulle nazioni, sulle città ma anche su ognuno di noi. Perché sì, è verità di fede che ogni uomo abbia un angelo custode che ha il compito preciso di proteggerne la salute fisica e spirituale, facendosi mediatore della luce e della grazia divina che discendono dall’alto e che sono la vita dell’uomo. Ma anche delle preghiere di lode e al contempo delle richieste di aiuto che salgono al Cielo dai faticosi e turbolenti sentieri umani. In Gesù siamo tutti figli di Dio e come Lui è stato protetto dagli angeli del Padre così lo siamo anche noi. È una splendida e rasserenante certezza sulla quale contare.
Occorre tuttavia fare attenzione a non scambiare il mezzo con il fine. È il grave pericolo che esiste nella massiccia riproposizione New Age: fermare lo sguardo agli angeli, inducendoci così a pensare che essi possano essere potenze autonome, dotate cioè di energie salvatrici in proprio. Sarebbe un grave errore. Il loro ruolo, il loro potere trae senso e significato solo ed esclusivamente all’interno del piano divino di salvezza.
(continua)
Ricorda
“Non dimentichiamo che fuori di questo mondo materiale che conosciamo per mezzo dei sensi esiste un altro mondo che sfugge completamente a questa specie di conoscenza. Codesto mondo, composto di creature intelligenti buone o cattive, angeli o demoni, è in comunione reale, intima e misteriosa con noi. È però fuori del nostro ordine naturale, trovandosi su un piano completamente diverso. Esso costituisce, in relazione a noi, il mondo del preternaturale” (Antonio Royo Marin, Teologia della perfezione cristiana, Paoline, Roma 19656, p. 1032-3).
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