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Il mondo digiuna col Papa l’unico “politico” credibile

Posté par atempodiblog le 7 septembre 2013

Il mondo digiuna col Papa l’unico “politico” credibile
L’inerme Francesco illumina il mondo con un annuncio: la forza della preghiera e del digiuno può vincere gli eserciti e i massacratori
di Antonio Socci – Libero

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Progressisti e tradizionalisti, nella Chiesa, si trovano puntualmente d’accordo. Ed entrambi sbagliano, fuorviati dal pregiudizio e dall’ideologia. Anche sul pontificato di Francesco avevano affermato, da sponde opposte, che Bergoglio stava annichilendo il papato.
Era bastato loro la sua frase di presentazione come “vescovo di Roma” per emettere questo drastico verdetto. Gli uni (i conservatori) con toni apocalittici, gli altri (i progressisti) con trionfalismo.
Per la verità aveva provveduto lo stesso Francesco, nella conferenza stampa improvvisata sull’aereo di ritorno dal Brasile, a spiegare che essersi presentato come “vescovo di Roma” voleva dire semplicemente ricordare il primo dei titoli del Papa, quello da cui deriva il primato petrino. Ma non poteva essere letto come una soppressione del suo ruolo nella Chiesa universale. Chi aveva fantasiosamente immaginato tutto questo era fuori strada.

QUELLO CHE STA ACCADENDO
E quello che sta accadendo sotto i nostri occhi in questi giorni – con buona pace di tradizionalisti e progressisti – esalta la figura e la missione del Vicario di Cristo come non si ricordava da tempo.
Papa Francesco infatti è visto come una grande luce non solo dalla Chiesa, ma dal mondo. E parla non solo a nome della Chiesa tutta, ma addirittura dell’intera umanità.
Lo si è visto nell’ormai celebre Angelus di domenica scorsa, quello in cui ha “lanciato” l’iniziativa del digiuno e della preghiera di oggi: “vorrei farmi interprete del grido che sale da ogni parte della terra, da ogni popolo, dal cuore di ognuno, dall’unica grande famiglia che è l’umanità, con angoscia crescente: è il grido della pace!”.
E’ stupefacente non solo il vigore con cui Francesco ha preso in pugno il timone della barca di Pietro e la sta rinnovando, con la piena autorità del Vicario di Cristo, ma anche la centralità morale che il Papa ha assunto sulla scena mondiale a difesa della pace e delle popolazioni inermi e massacrate.
Al G20 di San Pietroburgo, apertosi giovedì, è risuonata come voce al di sopra di tutti proprio la lettera di Francesco ai grandi della terra, lettera dove si evidenzia, con realismo e razionalità, che non c’è alcuna soluzione militare perché sarebbe solo un’inutile strage. L’unica via è la trattativa, il dialogo, la ricerca di un giusto compromesso, cioè il ritorno vero della politica.

LA POVERTA’ DI GESU’
Certo, c’è qualcosa del papato, come si è conosciuto negli ultimi secoli, di cui Francesco si sta disfacendo. Lo ha spiegato lui stesso quando ha scelto di non andare a vivere nell’appartamento pontificio: non vuole più che il papa sia o sembri un sovrano rinascimentale.
Il papa deve essere visibilmente l’evangelico e povero successore del pescatore di Cafarnao, la cui autorità deriva esclusivamente dall’investitura di Gesù Cristo e dal Vangelo. E non da commistioni con i poteri di questo mondo, da fronzoli e paramenti sacrali, da cerimonie e corti terrene.
Lo ha fatto capire con molti altri gesti. Per esempio quando – in diverse occasioni – alla folla che lo acclamava “Francesco! Francesco!”, ha chiesto di gridare piuttosto un altro nome: “Gesù Gesù!”. Sono piccoli segni di una pedagogia molto importante.
E’ nella linea del rinnovamento che era stato deciso dal Concilio Vaticano II: un ritorno all’essenzialità evangelica su cui già si erano incamminati Paolo VI, papa Luciani, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Francesco realizza ancora più clamorosamente e visibilmente questa scelta, questo rifiuto di ogni mondanità, questo ritorno della Chiesa al semplice Vangelo, questo scelta del pastore di stare fra le pecore e non nei palazzi del potere.
E – ecco il luminoso paradosso – proprio nel momento in cui il papato sceglie visibilmente l’inermità evangelica, la sua autorevolezza morale nel mondo ne esce ingigantita.
Nel momento in cui la Santa Sede si concentra sull’annuncio della Buona novella e della misericordia di Dio, e quindi è più impolitica, proprio allora il suo peso politico si fa grande.

MODELLO VON GALEN
E’ quello che un grande pensatore come Böckenförde aveva chiamato “il modello von Galen” che – secondo lui – rappresentava la via della Chiesa nei tempi moderni.
Von Galen è l’eroico vescovo che – nella Germania degli anni Trenta – proclamò la radicale opposizione e inconciliabilità fra cristianesimo e nazismo e tuonò contro il regime hitleriano per il suo disprezzo della vita dei più deboli: “le prediche sull’eutanasia del vescovo di Münster scrive Böckenförde “erano al tempo stesso annuncio e azione politica e quest’ultima tanto più in quanto non si poteva loro rimproverare di oltrepassare i limiti del compito ecclesiastico della predicazione”.
In effetti anche Francesco non fa che predicare il Vangelo. Non cerca egemonie o privilegi per al Chiesa, non ha un suo potere da affermare, neanche una sua immagine personale.
E la sua semplicità evangelica in fondo è vera finezza politica, perché egli spinge i grandi della terra verso il negoziato e la pace sia con la forza della sua autorità morale, che interpreta la volontà dei popoli, sia con la sua diplomazia vaticana, che sa dialogare con tutti, sia con la partecipazione corale al gesto planetario del digiuno e della preghiera di milioni di donne e uomini concreti, che di solito sono tagliati fuori dalle decisioni degli “statisti”.
Chiedendo a tutti i credenti di partecipare a questa preghiera e a questo digiuno il Papa ricorda una grande verità, che i cristiani forse hanno dimenticato, cioè che la preghiera (specie con la penitenza) può tutto e può anche fermare le guerre (come ha ripetuto la Madonna a Fatima e a Medjugorje).
Inoltre proponendo il gesto del digiuno a tutti, anche ai non credenti (e stanno aderendo persone inimmaginabili qualche tempo fa), il Papa – sulla scia di grandi testimoni, come Gandhi – mostra che si cambia il mondo e si ferma il male non con la violenza e la forza, ma – al contrario – con la non-violenza e l’inerme offerta di se stessi, cioè con un gesto di sacrifico e di amore.

REALISMO
Papa Francesco domenica ha proclamato: “C’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire! Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza!”.
La storia, anche di questi anni recenti, mostra che le parole del Papa sono la pura verità. Fra l’altro – noto “en passant” – la limpidezza di Francesco smaschera l’ipocrisia di sedicenti progressisti come Obama e Hollande, a parole pacifisti, ma nella realtà smaniosi di andare a bombardare e di affermare i propri disegni di potere e i propri interessi imperiali. Senza il consenso dei loro popoli e senza credibilità.
Stendiamo un pietoso velo poi sui cosiddetti “cattolici” Biden e Kerry che, per il potere (sono rispettivamente vicepresidente e segretario di stato Usa), se ne infischiano dell’appello della Chiesa e del Papa e stanno con i bombardieri.
D’altra parte l’evento di oggi mostra come tutte le confessioni cristiane (a cominciare dalle chiese ortodosse) e le grandi religioni del pianeta, guardino al papa con una stima e un desiderio di collaborazione che è un segno promettente per tutta l’umanità.
Con questo pontificato la storia sembra avere una di quelle accelerazioni che, nel giro di pochissimo tempo, cambia tutte le coordinate e anche gli scenari geopolitici: basta sommare insieme il crollo di credibilità della fallimentare presidenza Obama, l’irrilevanza dell’Europa e la centralità che la Chiesa ha nell’asse tra Paesi emergenti, come il Brasile, la Russia e la Cina.
Ma questa è materia per gli analisti e gli storici. Ciò che già dalle cronache appare chiaro è che c’è una sola voce che oggi ha piena autorevolezza, credibilità e parla al cuore dei popoli: quella di papa Francesco. Un segno dei tempi.

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“Vi chiedo solo preghiera e digiuno!” – Padre Slavko

Posté par atempodiblog le 7 septembre 2013

“Vi chiedo solo preghiera e digiuno!” - Padre Slavko dans Digiuno nixz

Il digiuno è di sicuro un messaggio molto importante, ma purtroppo anche dimenticato da noi cattolici; e un messaggio biblico ed è un messaggio della tradizione della Chiesa. Sappiamo bene che la Madonna fin dall’inizio ci ha invitati proprio a digiunare e a pregare. Non dobbiamo dimenticare che ha detto che con il digiuno e la preghiera si possono fermare le guerre e anche allontanare le catastrofi naturali.

“Pregate e digiunate! Vi chiedo solo preghiera e digiuno!” (14.12.81)

Io direi che dobbiamo almeno pregare per ottenere questa grazia di poter digiunare e poter vivere così come la Madonna ci invita. Ma se incominciamo a digiunare e a pregare, di sicuro capiremo anche la volontà di Dio, la potremo accettare e vinceremo la nostra propria volontà. Non dobbiamo dimenticare che la volontà di Dio è veramente il nostro bene.

Molte volte quando stiamo bene non diciamo che “è la volontà di Dio”, ma se qualche cosa va male diciamo facilmente che “è la volontà di Dio”: cosi possiamo proprio presentare Dio in una luce non giusta, non buona. Anche quando noi combiniamo qualche guaio, la volontà di Dio è trasformare tutto per il bene.

Una volta S. Agostino ha detto: “felice colpa”. Allora anche il nostro peccato, tutte le esperienze del peccato e tutte le ferite, il Signore le vuole guarire, vuole che tutto sia trasformato per il nostro bene e per la gloria di Dio.

Scoprendo la volontà di Dio, di sicuro diventeremo “apostoli dell’amore”.

Forse molte volte abbiamo sentito la domanda o abbiamo noi stessi chiesto: “come posso aprirmi al Signore?”. Ecco la risposta: nella preghiera. Ma la preghiera che ci apre al Signore è la preghiera per la quale prendiamo tempo. Una preghiera veloce o breve o superficiale di sicuro non può aprirci; così come un fiore non si può aprire se non ha le condizioni della terra, dell’acqua…. Chiediamo al Signore la grazia di una preghiera profonda, di una preghiera fatta con amore, di una preghiera del cuore. E´ veramente bello guardare un fiore che si apre ai raggi mattutini del sole, ma più bello è vedere o fare l´esperienza di questa apertura a Dio nella preghiera, perché, aprendoci così a Dio, faremo l´esperienza dell’amore, della pace, della gioia, della speranza e anche della guarigione interiore. La Madonna ci incoraggia a non aver paura.

Tutto e dono. Anche voler pregare e digiunare, anche poter credere e un dono. Qualche volta qualcuno si chiedeva: “Che cosa viene prima? Prima la preghiera e dopo l’apertura del cuore o prima l’apertura del cuore e dopo la preghiera?”. Non c’è bisogno quà di una teoria o di una filosofia. In questo momento, sentendo questo messaggio, se ci decidiamo per la preghiera, il cuore si aprirà, il cuore farà questa esperienza di Dio e di sicuro accetterà il dono della conversione e riceverà anche la forza di lasciare il male, di superare il male. La conversione è uno dei messaggi principali che la Madonna ha dato quì a Medjugorje. Conversione significa lasciare il male, superare il male, le abitudini del peccato e aprirci sempre di più al Signore, camminare verso il Signore con Maria.

La Madonna ci assicura che solo accettando il dono della conversione, capiremo “l´importanza della grazia in questi tempi”. questi tempi sono tempi di grazia e insieme sono tempi in cui abbiamo bisogno della grazia. Tutti coloro che hanno cominciato ad accettare e a vivere i messaggi della Madonna, di sicuro capiscono come è importante la grazia. Le scienze umane ci offrono tante possibilità e così tutti noi siamo un po´ tentati a contare su noi stessi, sulla tecnica, sulla medicina. Tutto bene, ma la grazia è più importante, la grazia non si può sostituire. Se ci apriremo così a Dio, la Madonna ci assicura: “Dio vi diventerà più vicino”. Non è che Dio si sia allontanato da noi, ma noi possiamo allontanarci da Dio. Allora saremo più capaci nel cuore a capire che Lui è veramente con noi. Il Suo desiderio e di aiutarci ad incontrare Gesù nella Parola e nell´Eucarestia. E quando cominciamo a capire e ad accettare la Sua Parola, quando cominciamo ad aprirci all´Eucarestia, ecco che sentiremo Dio vicino a noi Lo scopo e la gioia dell´EMMANUELE (Dio con noi) è proprio di rimanere con noi, con il Suo popolo, con i Suoi figli.

Commento di Padre Slavko Barbaricwww.medjugorje.org – [Info da Medju] -
Tratto da: Ascolta tua Madre

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