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Il San Carlo per la Pace

Posté par atempodiblog le 6 septembre 2013

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“Un gesto di musica per la pace”. Il Teatro di San Carlo aderisce all’appello di Papa Francesco. Dedicato alla pace in Siria il concerto straordinario dell’8 settembre (ore 20). Sul podio Tito Ceccherini su musiche di Schubert, Haydn e Mozart.

Una preghiera laica, che parla con le note di Schubert, Haydn e Mozart, quella del Teatro di San Carlo. Il Massimo napoletano aderisce all’appello di Papa Francesco per sostenere la pace in Siria. Il San Carlo, sarà il primo teatro lirico ad unirsi ai moltissimi personaggi dello sport, dello spettacolo, della politica, dell’associazionismo, della società civile sposando appieno il messaggio del Pontefice, che chiuderà in un lungo abbraccio chiunque nel mondo crede che “non è mai l’uso della violenza che porta alla pace. Guerra chiama guerra, violenza chiama violenza”, come afferma con forza il Papa, che per tutta la giornata del 7 settembre osserverà un digiuno perché “l’umanità ha bisogno di vedere gesti di pace”.

Domenica 8 settembre alle ore 20 il Teatro di San Carlo riprende la sua attività musicale con uno speciale “gesto di musica per la Pace”: sul podio Tito Ceccherini - che torna al Massimo dopo aver diretto con successo l’inaugurazione della stagione sinfonica dello scorso anno, l’oratorio “Napucalisse” – alla guida dell’Orchestra stabile e dei solisti Cecilia Laca (violino), Luca Signorini (violoncello), Giuseppe Romito (oboe) e Maddalena Gubert (fagotto), tutte prime parti della compagine orchestrale sancarliana. Tre i brani in programma. Ad aprire la serata l’ Ouverture “nello stile italiano” in do maggiore Op.170 D591 di Franz Schubert. A seguire la Sinfonia Concertante n.105 in si bemolle maggiore per violino, violoncello, oboe, fagotto e orchestra di Franz Joseph Haydn. Infine la Sinfonia n.35 in re maggiore k385 “Haffner” di Wofgang Amadeus Mozart.

“Una musica che vuole riaffermare di essere cultura dell’incontro e non del conflitto, del dialogo e non della prevaricazione. L’unica in grado di costruire la convivenza tra i popoli, l’ unica strada  per la pace”, spiega la Sovrintendente Rosanna Purchia, che della sempre più ampia apertura al sociale del lirico napoletano è stata una accesa e determinata sostenitrice in questi ultimi anni. E’ con la musica di Mozart, Haydn e Schubert che il San Carlo, con tutti i suoi lavoratori e il suo pubblico, si unirà in un canto gioioso all’appello del Pontefice all’indomani della fine del digiuno del Santo Padre. Il San Carlo parlerà con il suo linguaggio, quello della ricerca dell’armonia e della condivisione, del rispetto dell’altro e dell’esaltazione della convivenza. Nella musica princìpi fondamentali. Quando l’uomo rimane a contatto con queste fonti di continua energia rinnovabile è difficile che nel suo cuore possa albergare e ristagnare il male ”. Prima dell’inizio del concerto sarà letto il discorso del Papa e la sovrintendente Purchia illustrerà i contenuti dell’adesione del teatro all’appello di pace in Siria.

Il Cardinale Crescenzio Sepe sarà presente alla serata.

AGGIUNGI UN PASTO A TAVOLA: in linea con la preghiera anche il “digiuno” laico del San Carlo, che in collaborazione con la Caritas ha attivato l’iniziativa “Aggiungi un pasto a tavola”, donazione libera per “un pasto donato a chi il digiuno è costretto a farlo ogni giorno in strada”. La sera del concerto sarà predisposto un banchetto di raccolta fondi della Caritas, sede Santa Brigida.

Fonte: Teatro San Carlo

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A Napoli arriva il Bateau Mouche

Posté par atempodiblog le 6 septembre 2013

Parigi? No, il litorale di Posillipo!
la redazione (arte.it)
Tratto da: La Stampa
A Napoli arriva il Bateau Mouche dans Articoli di Giornali e News 7tmj
Al posto della Senna: il Golfo di Napoli. Con questo programma l’assessore al turismo Nino Daniele, l’assessore alle politiche sociali Roberta Gaeta, il consigliere comunale Carmine Attanasio e il presidente di AliLauro Salvatore Lauro presentano « Bateau Mouche Napoli », iniziativa volta a promuovere il turismo sul lungomare pedonalizzato attraverso un percorso inedito di interesse storico, ambientale e paesaggistico che dal terminal Alilauro di Mergellina viaggerà per 40 minuti lungo il litorale di Posillipo permettendo di ammirare dal mare Palazzo Donn’Anna, Villa Rosbery, Marechiaro, La Gaiola, Nisida e Castel dell’Ovo.

La corsa inaugurale del primo battello è prevista per sabato 7 settembre alle ore 13.00, seguita da altre due partenze  alle ore 15.00 e alle ore 17.00. Dal giorno successivo e per tutto il mese di settembre, poi, ogni sabato e domenica si effettueranno partenze regolari alle ore 10, 12 e 17. Ma su richiesta di Tour Operator e gruppi turistici verranno disposte anche corse suppletive.

Se in questa fase pilota il servizio incontrerà il gradimento di napoletani e turisti, l’idea è di rinnovare l’appuntamento annualmente durante la stagione estiva.

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Chesterton e il matrimonio

Posté par atempodiblog le 6 septembre 2013

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Chesterton e sua moglie Frances Blogg

“Con la benedizione del matrimonio, si riceve la forza per amarsi ed essere fedeli l’uno all’altra e in quanto sacramento, la grazia di portare su di sé i limiti e gli errori dell’altro come fossero i propri. Qualsiasi marito e qualsiasi moglie sbaglia a volte così come ogni madre a volte sbaglia col figlio. Non siamo onniscienti e onnipotenti: non vediamo tutti gli elementi, non possiamo controllare nemmeno quelli che vediamo e l’egoismo umano a volte gioca brutti scherzi inconsci anche nel cuore più adorabile. In altre parole, non siamo Dio e guai a chi venera idoli anche all’interno del matrimonio. Ma una volta che ci si rende conto di questo, una volta che Dio è messo sul trono, nel matrimonio entra un enorme potere, per cui gli errori e i peccati dei due che sono stati fatti uno, possono servire per la reciproca santificazione”.

-Gilbert Keith Chesterton-

Tratto da: Una casa sulla Roccia

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La Chiesa custodisce il matrimonio, immagine dell’unione di Cristo con la Chiesa

Posté par atempodiblog le 6 septembre 2013

Il cristiano sia sempre gioioso come quando si va a nozze. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha inoltre sottolineato che bisogna vincere la tentazione di gettare la novità del Vangelo in otri vecchi ed ha ribadito che il Sacramento del matrimonio è immagine dell’unione di Cristo con la Chiesa.
di Alessandro Gisotti – Radio Vaticana

La Chiesa custodisce il matrimonio, immagine dell'unione di Cristo con la Chiesa dans Fede, morale e teologia g69r

“Quando c’è lo sposo non si può digiunare, non si può essere tristi”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo dalla risposta di Gesù agli scribi, di cui parla il Vangelo odierno. E subito ha sottolineato che il Signore torna spesso su questa immagine dello sposo. Gesù, ha detto, ci fa vedere il rapporto fra Lui e la Chiesa come nozze. “Penso – ha osservato il Papa – che questo proprio sia il motivo più profondo perché la Chiesa custodisce tanto il Sacramento del matrimonio e lo chiama Sacramento grande, perché è proprio l’immagine dell’unione di Cristo con la Chiesa”. Il Pontefice si è dunque soffermato sui due atteggiamenti che il cristiano dovrebbe vivere in queste nozze: innanzitutto “la gioia, perché c’è una grande festa”:

“Il cristiano è fondamentalmente gioioso. E per questo alla fine del Vangelo, quando portano il vino, quando parla del vino, mi fa pensare alle nozze di Cana: e per questo Gesù ha fatto quel miracolo; per questo la Madonna, quando si è accorta che non c’era più vino, ma se non c’è vino non c’è festa… Immaginiamo finire quelle nozze, bevendo il tè o il succo: non va… è festa e la Madonna chiede il miracolo. E così è la vita cristiana. La vita cristiana ha questo atteggiamento gioioso, gioioso di cuore”.

Certo, ha aggiunto il Papa “ci sono davvero momenti di croce, momenti di dolore, ma sempre c’è quella pace profonda della gioia, perché la vita cristiana si vive come festa, come le nozze di Gesù con la Chiesa”. Ed ha ricordato come alcuni dei primi martiri andassero al martirio come se si andasse a nozze; anche in quel momento avevano “un cuore gioioso”. La Chiesa, ha poi ribadito, si unisce col Signore “come una sposa col suo sposo e alla fine del mondo sarà la festa definitiva”. Il secondo atteggiamento che deve tenere il cristiano, ha proseguito, lo troviamo nella parabola delle nozze del figlio del re. Tutti vengono invitati alla festa, buoni e cattivi. Ma quando inizia la festa, il re guarda chi non ha la veste nuziale:

“A noi viene l’idea: ‘Ma, padre, com’è? Sono stati trovati negli incroci delle strade e si chiede loro la veste nuziale? Questo non va… Cosa significa questo?’. E’ semplicissimo! Soltanto Dio ci chiede una cosa per entrare in questa festa: la totalità. Lo Sposo è il più importante; lo Sposo riempie tutto! E questo ci porta alla prima Lettura, che ci parla tanto fortemente della totalità di Gesù, primogenito di tutta la creazione. In Lui furono create tutte le cose, per mezzo di Lui sono state create e in vista di Lui. Tutto! Lui è il centro, proprio tutto!”.

Gesù, ha soggiunto, “è anche il capo del Corpo della Chiesa; Egli è principio. E Dio ha dato a Lui la pienezza, la totalità, perché in Lui siano riconciliate tutte le cose”. Se dunque il primo atteggiamento è la festa, ha detto Papa Francesco, “il secondo atteggiamento è riconoscere Lui come l’Unico!”. Il Signore, ha detto ancora, “soltanto ci chiede questo: riconoscere Lui come l’Unico Sposo”. Lui “è sempre fedele e chiede a noi la fedeltà”. Ecco perché quando vogliamo “avere una piccola festicciola nostra, che non sia questa  grande festa, non va”. Il Signore, ha ribadito, ci dice che non si possono servire due padroni: o si serve Dio o si serve il mondo:

“Questo è il secondo atteggiamento cristiano: riconoscere Gesù come il tutto, il centro, la totalità. Ma sempre avremo la tentazione di buttare questa novità del Vangelo, questo vino nuovo in atteggiamenti vecchi… E’ il peccato, tutti siamo peccatori.
Ma riconoscerlo: ‘Questo è un peccato’. Non dire questo va con questo. No! Gli otri vecchi non possono portare il vino nuovo. E’ la novità del Vangelo. Gesù è lo sposo, lo sposo che sposa la Chiesa, lo sposo che ama la Chiesa, che dà la sua vita per la Chiesa. E Gesù fa questa festa di nozze! Gesù ci chiede a noi la gioia della festa, la gioia di essere cristiani. E ci chiede pure la totalità: è tutto Lui. E se noi abbiamo qualcosa che non è di Lui, pentirsi, chiedere perdono e andare avanti. Che il Signore ci dia, a tutti noi, la grazia di avere sempre questa gioia, come se andassimo a nozze. E anche avere questa fedeltà che è l’unico sposo è il Signore”.

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