L’infanzia rapita: i ragazzini che si prostituiscono in strada a Napoli
Posté par atempodiblog le 26 août 2013
L’infanzia rapita: i ragazzini che si prostituiscono in strada a Napoli
Ogni notte la vergogna della tratta dei minori. E spunta anche un piccolo di sei anni
di Amalia De Simone – Corriere della Sera.it
Per vedere il servizio realizzato dalla giornalista Amalia De Siamone, per il Corriere della Sera, cliccare qui L’infanzia rapita: i ragazzini che si prostituiscono in strada a Napoli
Seduto su una transenna, le gambe penzoloni e lo sguardo che segue il richiamo ai clienti delle due ragazze sedute con lui, prostitute abituali di Piazza Garibaldi a Napoli. Loro sono molto giovani. Lui non sembra avere più di 11 anni.
IL SUK DEL SESSO – Succede nella piazza della stazione centrale, dove dalle otto di sera in poi lungo il perimetro del cantiere della ferrovia si svolge il suk del sesso e c’è la fila di auto in attesa per alcune ragazze. Cosa ci fa un bambino tra le prostitute? Qualsiasi risposta è un pugno nello stomaco. Purtroppo non è un caso.
Pochi giorni dopo dietro quella stessa transenna i ragazzini erano tre. Poco distante, al corso meridionale, strada lungo la quale da anni si prostituiscono gli uomini, ora ci sono tanti giovanissimi: quindici, sedici, diciassette anni, quasi sempre stranieri, spesso rumeni o rom, a volte bulgari o nord africani. Berretti, bermuda e telefonino aspettano le auto e si alternano nei check point tutta la notte. Ce ne sono alcuni che hanno la postazione fissa nei pressi di una concessionaria di auto.
IL BAMBINO – Tra loro, una sera, spunta anche un bambino. Sembra non avere più di sei anni, quasi certamente rom. Accanto a lui un uomo grosso e adulto. Ripassiamo di continuo, per capire se resta tra i prostituti. Lui c’è sempre. Sta lì per tutta la serata. Qualche giorno dopo avviciniamo con una scusa i due ragazzi che «lavorano» abitualmente su quella strada. Sono dei veri e propri operai della prostituzione: il loro turno è dalle 19.30 in poi.
«Minorenni? Si, ce ne sono. Non sempre però. Dipende dalle famiglie, sono loro che li mettono sulla strada. Io ne conosco qualcuno, sono rom del campo di Gianturco (un enorme discarica/bidonville nella zona orientale della città e poco distante dalla stazione ndr). Ci sarà anche qualcuno che lo fa di nascosto ma in generale sono le famiglie a mandarli».
LA PROSTITUZIONE MINORILE - Il fenomeno della prostituzione minorile è una nuova forma di tratta: i bambini vengono venduti, o usati dalle famiglie per fare soldi. «Purtroppo è così – spiega Deborah Divertito, operatrice sociale da anni impegnata sul fronte della prostituzione e dei minori – e Napoli è diventata una meta allettante per questi traffici perché è facile ottenere documenti falsi tramite le organizzazioni criminali o anche attraverso laboratori clandestini del centro città o della zona flegrea. Inoltre i controlli sono pochissimi e c’è molta tolleranza». Con Deborah facciamo un vero e proprio tour, durante il quale veniamo anche bersagliati con dei sassi.
«Le postazioni sono quasi sempre le stesse, per gli uomini spesso i clienti sono abituali. Sulla strada ci sono per lo più adolescenti, sia maschi che donne. Offrono prestazioni sessuali a prezzi bassi. I ragazzi si riconoscono più facilmente mentre le ragazzine si truccano molto e si vestono in modo da attirare i clienti, quindi sembrano più grandi. Sono quasi sempre ragazze dell’est o nigeriane, quasi sempre vittima di tratta, entrate in Italia con dei sogni e buttate per strada con violenze e ricatti. I ragazzi sono per lo più rom o bulgari e partono dai 13 anni. Molto spesso si prostituiscono nei cinema a luci rosse dove per entrare esibiscono documenti falsi».
Decidiamo di entrare in qualche cinema: in effetti la sala per le visioni è praticamente deserta, mentre nei corridoi, nella hall e verso i bagni è pieno di persone. In effetti ci sono tanti ragazzini, le loro facce e i berretti tradiscono la giovanissima età. Li senti contrattare con altri clienti del cinema. Qualche coppia si dirige verso le «cabine»: si tratta di stanzette piccolissime in cui, pagando un’extra si può vedere un film in totale privacy. Cosa possa succedere in quelle salette è facile immaginarlo. Questo tipo di prostituzione avviene in genere di mattina e nel pomeriggio. Anche quella nei pressi del Corso Meridionale e del Centro Direzionale avviene alla luce del sole.
LO SCEMPIO – «Sono qui già dalle nove del mattino – racconta Alessandro Gallo, consigliere della IV municipalità – spesso incrociano i bambini che vanno a scuola qui al Centro Direzionale. Questa vergogna è sotto gli occhi di tutti: qui ci sono le principali sedi istituzionali della città, ci sono gli uffici della Regione Campania e del Consiglio Regionale, c’è il tribunale. Solo il pensiero che intorno a questa zona si aggirano pedofili ma fa rabbrividire. Se parcheggi l’auto da queste parti sei costretto a scendere su un tappeto di preservativi usati e fazzoletti. La gente della zona e dei quartieri limitrofi come il rione Luzzatti, è molto colpita da questo fenomeno e così ho promosso una raccolta di firme, ce ne sono quasi duemila con tanto di documento, per chiedere al sindaco di Napoli un consiglio comunale monotematico per affrontare e risolvere la questione. Va salvaguardata la sicurezza dei residenti e il diritto dei bambini ad essere semplicemente bambini e non costretti a prostituirsi. Qui è pieno di sottopassaggi e anfratti e quindi i clienti di prostitute e prostituti hanno gioco facile, anche se proprio i ragazzini spesso si mettono proprio sui muretti del centro direzionale ad aspettare i clienti. L’area è completamente videosorvegliata anche se molte telecamere non sono funzionanti». C’è una telecamera anche alla fine del Corso meridionale, proprio dove c’è uno dei più frequentati check point. Facciamo un po’ di giri dopo mezzanotte anche nel centro direzionale: ci sono ancora bambini che giocano a pallone o con le biciclette. Tutti sono accompagnati dai genitori. Cento metri più in là, per strada, altri bambini, invisibili, a cui hanno rubato l’infanzia.
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