Beato Pier Giorgio Frassati
Un foglio dedicato al Beato Pier Giorgio Frassati (1901 – 1925), con una breve storia della sua giovane vita e alcuni pensieri tratti dalle sue lettere.
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Il Beato Pier Giorgio Frassati (6 aprile 1901 - 4 luglio 1925) è un giovane torinese di soli 24 anni, proclamato Beato da Giovanni Paolo II nel 1990 e presto divenuto uno dei Santi più amati dai giovani di tutto il mondo. La sua famiglia, una delle più ricche di Torino, era proprietaria del quotidiano “La Stampa”, ma Pier Giorgio decise ben presto che avrebbe diviso la sua eredità con i poveri. Per loro intraprese i difficili studi di ingegneria, sognando di servire Cristo fra i minatori. Egli avrebbe potuto essere l’idolo dell’alta società torinese, scelse invece il sacrificio e l’amore per gli ultimi. I suoi investimenti non erano di questo mondo: Pier Giorgio aveva una banca in Cielo che, secondo le sue stesse parole, rendeva il mille per cento. Avrebbe potuto vivere la sua giovinezza tra ricevimenti e feste da ballo, ma preferì essere il facchino dei poveri, trascinando per le vie di Torino i carretti carichi di masserizie degli sfrattati, o recapitando loro, in squallide soffitte, grossi pacchi colmi di cibo e indumenti. Egli, il figlio dell’Ambasciatore d’Italia a Berlino, il figlio del Senatore, con sorprendente umiltà si fece questuante per i suoi poveri, fino a ridursi al verde, così da rincasare spesso fuori orario per non avere neppure i pochi centesimi per il biglietto del tram.
Il segreto della santità di Pier Giorgio fu il suo grande amore per l’Eucaristia e per la Madonna. In breve tempo Gesù e Maria lo trasformarono, preparandolo per il Cielo, tanto da farlo esclamare:
“Il giorno della mia morte sarà il più bello della mia vita… Se Dio mi chiamerà, ubbidirò volentieri”.
L’Eucaristia quotidiana era il centro della sua giovane vita: per questo appuntamento si alzava molto presto, rinunciando perfino alle gite, se gli impedivano di partecipare alla S. Messa. Partecipava anche alle adorazioni notturne, notti intere passate in preghiera in una chiesa da cui usciva con gli amici alle prime luci dell’alba, urlando la sua gioia di vivere.
La sua preghiera preferita era il S. Rosario, sgranato per strada o camminando sui sentieri di montagna, in compagnia di altri giovani o inginocchiato accanto al letto. Per ricordare loro l’impegno della preghiera e la devozione alla Vergine, che egli onorava in modo speciale nel Santuario di Oropa, Pier Giorgio amava regalare rosari.
Avrebbe potuto condurre un’esistenza spensierata e brillante, ma sentì più forte dentro di sé l’invito di Cristo “Vieni e seguimi”. Fino alla fine. Fino alla morte, avvenuta nel 1925, due mesi prima della laurea, per una poliomielite fulminante, contratta proprio assistendo uno dei suoi malati. I funerali furono un accorrere di amici e soprattutto di poveri. I primi a restare allibiti, al vederlo tanto amato e tanto noto, furono i suoi familiari, che per la prima volta capirono dove Pier Giorgio avesse veramente abitato nei suoi pochi anni di vita, nonostante avesse una casa confortevole e ricca, dove arrivava sempre in ritardo a causa degli innumerevoli impegni in favore dei più bisognosi.
Nel 1989 Giovanni Paolo II, recatosi a pregare sulla tomba di Pier Giorgio, affermò:
“Volevo rendere omaggio ad un giovane che ha saputo testimoniare Cristo con singolare efficacia… Anch’io nella mia giovinezza ho sentito il benefico influsso del suo esempio e, da studente, sono rimasto impressionato dalla forza della sua testimonianza cristiana”.
E ancora, il 20 maggio 1990, giorno della sua Beatificazione, il Santo Padre disse:
“Egli se ne è andato giovane da questo mondo, ma ha lasciato un segno nell’intero secolo e non soltanto in questo secolo… Tutta immersa nel mistero di Dio e tutta dedita al costante servizio del prossimo: così si può riassumere la sua giornata terrena”.
La Chiesa ne celebra la memoria il 4 luglio, giorno della sua nascita al Cielo.
Preghiera al Beato Pier Giorgio Frassati
O Padre, Tu hai donato al giovane Pier Giorgio Frassati la gioia di incontrare Cristo e di vivere con coerenza la sua fede, nel servizio dei poveri e dei malati; per sua intercessione concedi anche a noi di salire come lui lungo i sentieri delle beatitudini evangeliche e di imitare la sua generosità per diffondere nella società lo spirito del Vangelo. Per Cristo Nostro Signore. Amen.
+ Giovanni Saldarini, Arcivescovo di Torino
Pensieri del Beato Pier Giorgio Frassati
“Ho provato come sono vere le parole di S. Agostino: Signore, il nostro cuore non ha pace finché non riposa in Te. Infatti stolto è colui che va dietro alle gioie del mondo perché queste sono sempre passeggere e arrecano dolori, mentre l’unica vera gioia è quella che ci dà la fede… La fede è per me la prima cosa e per essa farò qualsiasi sacrificio… Solo la fede ci dà la possibilità di vivere”.
“Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma vivacchiare… Anche attraverso ogni disillusione dobbiamo ricordare che siamo gli unici che possediamo la Verità”.
“Finché la fede mi darà la forza sarò sempre allegro. Ogni cattolico non può non essere allegro; la tristezza deve essere bandita dagli animi dei cattolici”.
“La fede datami dal Battesimo mi suggerisce con voce sicura: Date solo non farai nulla, ma se Dio avrai per centro di ogni tua azione allora arriverai fino alla fine”.
“Io vi esorto, o giovani, con tutte le forze dell’anima, ad accostarvi il più possibile alla Mensa Eucaristica; cibatevi di questo Pane degli Angeli e di là trarrete la forza per combattere le lotte interne, contro le passioni e contro tutte le avversità!”.
“Gesù mi fa visita ogni mattina nella Comunione, io la restituisco nel misero modo che posso, visitando i poveri”.
“Non bisogna dare degli stracci ai poveri!… Non dimenticare mai che, anche se la casa è sordida, tu ti avvicini a Cristo, che ha detto: il bene fatto a loro è fatto a Lui. Intorno al miserabile io vedo una luce che noi non abbiamo… Il nostro servizio fa maggior bene a noi che ai poveri… Dovunque si può sempre fare un po’ di bene”.
“La pace sia nel tuo animo; ogni altro dono che si possegga in questa vita è vanità, come sono vane tutte le cose del mondo”.
“La nostra vita, per essere cristiana, è una continua rinunzia, un continuo sacrificio, che però non è pesante, quando solo si pensi che cosa sono questi pochi anni passati nel dolore, in confronto all’eternità felice, dove la gioia non avrà misura e fine, dove godremo una pace che non si può immaginare”.
“Bello è vivere in quanto al di là v’è la nostra vera Vita, altrimenti chi potrebbe portare il peso di questa esistenza? Se non vi fosse un premio alle sofferenze, un gaudio eterno, come si potrebbe spiegare la rassegnazione ammirabile di tante povere creature che lottano con la vita e spesse volte muoiono sulla breccia, se non ci fosse la certezza della Giustizia di Dio?”.
“La vita degli onesti è la più difficile, ma è la più breve per raggiungere quella del Cielo… La morte, unico mistero, non guarda in faccia nessuno, e dissolverà il mio corpo e in poco tempo lo renderà in polvere. Ma, oltre al corpo, c’è l’anima a cui bisogna che dedichiamo tutte le nostre forze, perché possa presentarsi al Tribunale di Dio senza colpa… D’ora in poi cercherò di fare ogni giorno una piccola preparazione alla morte per non dovermi trovare impreparato in punto di morte e dover rimpiangere gli anni belli della gioventù, sprecati sul lato spirituale… La vita deve essere una preparazione continua per l’altra, perché non si sa mai il giorno e l’ora del nostro trapasso”.
“Questa vita è breve; soltanto dopo viene la vera Vita, nella quale trionferà la Giustizia… Nel giorno il cui il Signore vorrà, ci ritroveremo insieme nella nostra vera Patria a cantare le lodi di Dio”.
“L’avvenire è nelle mani di Dio e meglio di così non potrebbe andare”.
“Che enorme valore ha l’essere in salute come lo siamo noi! Perciò la nostra salute deve essere messa al servizio di chi non ne ha, ché altrimenti si tradirebbe il dono stesso di Dio e la sua benevolenza”.
“Non bisogna dimenticare che se gli esercizi fisici irrobustiscono il corpo, è necessario che altrettanto sani e forti principi morali affinino e irrobustiscano l’anima”.
“Non chi subisce deve temere, ma chi usa la prepotenza. Quando Dio è con noi, non si deve aver paura di nulla e di nessuno… C’è Dio che ci difende e ci dà forza”.
“Ci trattarono male, ma noi abbiamo risposto recitando il S. Rosario… Il mio testamento (il S. Rosario) lo porto sempre con me”.