• Accueil
  • > Archives pour le Lundi 15 juillet 2013

Buone vacanze!!

Posté par atempodiblog le 15 juillet 2013

 Il tempo della libertà dans Don Luigi Giussani buonevacanze

Atempodiblog prende una pausa estiva.

Gli aggiornamenti saranno meno frequenti, ma potrebbe anche esserci qualche novità nelle prossime settimane… quindi occhio al blog. f4.png

Buone vacanze con Gesù e Maria sempre nel vostro cuore!

Publié dans Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Supplica alla Madonna del Carmine

Posté par atempodiblog le 15 juillet 2013

Supplica alla Madonna del Carmine
Si prega il 16 luglio a mezzogiorno.

5ndn.png

O Maria, Madre e decoro del Carmelo, in questo giorno solenne innalziamo a te la nostra preghiera e, con fiducia di figli, imploriamo la tua protezione.
Tu conosci, o Vergine santa, le difficoltà della nostra vita; volgi sopra di esse il tuo sguardo e donaci la forza di superarle. Il titolo con il quale oggi ti celebriamo, richiama il luogo scelto da Dio per riconciliarsi con il suo popolo quando, pentito, volle ritornare a lui. È stato dal Carmelo, infatti, che il profeta Elìa innalzò la preghiera che ottenne la pioggia ristoratrice dopo una lunga siccità. Fu un segno del perdono di Dio, che il santo Profeta annunciò con gioia quando vide levarsi dal mare la piccola nube che in breve ricoprì il cielo. In quella nuvoletta, o Vergine Immacolata, i tuoi figli hanno visto te, che t’innalzi purissima dal mare dell’umanità peccatrice e che ci hai dato con Cristo l’abbondanza di ogni bene. In questo giorno sii per noi ancora una volta sorgente di grazie e di benedizioni.

Salve Regina

Tu riconosci, o Madre, come simbolo della nostra devozione filiale lo scapolare che portiamo in tuo onore; per dimostrarci il tuo affetto tu lo consideri come veste tua e come segno della nostra consacrazione a te, nella particolare spiritualità del Carmelo. Ti ringraziamo, o Maria, per questo scapolare che ci hai dato perché ci sia di difesa contro il nemico della nostra anima. Nel momento della tentazione e del pericolo ci richiami il pensiero di te e del tuo amore.
O Madre nostra, in questo giorno che ricorda la tua continua benevolenza verso di noi, ripetiamo commossi e fiduciosi la preghiera che da secoli ti rivolge l’Ordine a te consacrato:

«Fior del Carmelo, o vite in fiore,
splendore del cielo,
Tu solamente sei Vergine e Madre.
Madre mite e intemerata,
sii propizia ai Carmelitani,
stella del mare».

Questo giorno che ci riunisce ai tuoi piedi segni uno slancio nuovo di santità per tutti noi, per la Chiesa e per il Carmelo. Vogliamo rinnovare con la tua protezione l’antico impegno dei nostri padri, perché anche noi siamo convinti che «ciascuno deve vivere nell’ossequio di Gesù Cristo e servire fedelmente a lui con cuore puro e buona coscienza».

Salve Regina

È grande, o Maria, il tuo amore per i devoti dello scapolare del Carmelo. Non contenta di aiutarli a vivere la loro vocazione cristiana in terra, ti prendi cura anche di abbreviare loro le pene del Purgatorio, per affrettarne l’ingresso in Paradiso. Davvero ti dimostri pienamente Madre dei tuoi figli, perché ti prendi cura di loro ogni volta che ne hanno bisogno.
Mostra dunque, o Regina del Purgatorio, la tua potenza di Madre di Dio e degli uomini e soccorri quelle anime che sentono la pena purificatrice della lontananza da quel Dio ormai conosciuto e amato. Noi ti supplichiamo, o Vergine, per le anime dei nostri cari e per quanti in vita furono rivestiti del tuo scapolare, cercando di portarlo con devozione e impegno. Ma non vogliamo dimenticare tutte le altre anime che aspettano la pienezza della visione beatifica di Dio. Per tutte ottieni che, purificate dal sangue redentore di Cristo, siano ammesse quanto prima alla felicità senza fine.
Ti preghiamo anche per noi, specialmente per gli ultimi momenti della nostra vita, quando si decide la scelta suprema del nostro destino eterno. Prendici allora per mano, o Madre nostra, quale garanzia della grazia della salvezza.

Salve Regina

Vorremmo domandarti tante altre grazie, o dolcissima Madre nostra! In questo giorno che i nostri padri hanno consacrato alla gratitudine per i tuoi benefici, ti chiediamo di continuare a mostrarti generosa. Impetraci la grazia di vivere lontani dal peccato.
Liberaci dai mali dello spirito e del corpo. Ottienici le grazie che ti chiediamo per noi e per i nostri cari. Tu puoi esaudire le nostre richieste e abbiamo fiducia che le presenterai a Gesù, tuo Figlio e nostro fratello. E ora benedici tutti, Madre della Chiesa e decoro del Carmelo. Benedici il Papa, che in nome di Gesù guida la sua Chiesa. Benedici i vescovi, i sacerdoti e quanti il Signore chiama a seguirlo nella vita religiosa. Benedici coloro che soffrono nell’aridità dello spirito e nelle difficoltà della vita. Illumina gli animi tristi e riscalda i cuori inariditi.
Sostieni quanti portano e insegnano a portare con frutto il tuo scapolare, quale richiamo all’imitazione delle tue virtù. Benedici e libera le anime del Purgatorio. Benedici tutti i tuoi figli, o Madre nostra e nostra consolatrice. Resta con noi sempre, nel pianto e nella gioia, nella tristezza e nella speranza, ora e nel momento del nostro ingresso nell’eternità. Questo nostro inno di ringraziamento e di lode diventi perenne nella felicità del cielo. Amen.

Ave Maria

 Tratta da: Il Giornalino di Radio Maria

Publié dans Preghiere | Pas de Commentaire »

Vacanze cristiane

Posté par atempodiblog le 15 juillet 2013

Il cattolico si distingue anche dal modo in cui si riposa e si diverte. Il Timone propone ai suoi lettori un vademecum di consigli utili per una vacanza da cristiani. Per non dimenticarci che, anche sotto l’ombrellone o in cima a una montagna, la meta della vita non è un pacchetto turistico, ma il Paradiso
Tratto da: Il Timone

Vacanze cristiane dans Articoli di Giornali e News an1xuh

Arriva l’estate e l’uomo moderno si misura con un appuntamento obbligato quasi per tutti: le vacanze. Faccenda profana, ma che ha a che fare con i temi della fede e dell’apologetica. Perché il cattolico si riconosce anche dalle vacanze che fa.
Ovviamente, c’è una grande libertà di scelta tra le molte opzioni che abbiamo a disposizione, in una forbice che va da Borghetto Santo Spirito alle Antille. Ma dentro questa libertà ci sono alcuni punti fermi che ci dovrebbero guidare anche durante le nostre ferie. Proviamo a stilare un piccolo vademecum per “la vacanza cattolica”.

1. Continua a essere cristiano anche in vacanza.
Questo dovrebbe essere il punto di partenza di ogni cattolico che progetta il suo tempo di riposo e di divertimento. Andare tre settimane in Patagonia non è un delitto per un cristiano. Ma lo diventa se uno nemmeno si pone la domanda: e la Messa? In tempi di turismo globale, e di pacchetti turistici che ci portano agevolmente ovunque, bisogna stare attenti a non dimenticarsi l’essenziale: che non è il passaporto, ma Gesù Cristo. Che si incontra innanzitutto a Messa, almeno la domenica e nelle feste comandate.

2. Riposa ma non oziare.
Vacanza è, semplicemente, cambiare attività. Questo è vero anche solo dal punto di vista umano. C’è qualcosa di patologico nell’idea di “bruciare” il tempo delle ferie nel nulla assoluto, in un’abulia senza costrutto che è, notoriamente, l’anticamera del vizio e del peccato. Per questo motivo anche una giornata di vacanza richiede una certa disciplina, cioè un programma di vita nel quale ci siano tanto riposo e divertimento, il fermo proposito di lasciare da parte il lavoro di ogni giorno, ma anche il tempo per gli altri, a cominciare dai nostri familiari.

3. Stai allegro, divertiti ma non peccare.
Era uno dei consigli fondamentali di don Bosco. La vacanza è un grande privilegio, che i nostri antenati non hanno praticamente conosciuto. Chi dice che è un diritto, esagera. È piuttosto un grande dono, un talento, a patto di saperlo trafficare bene. È innanzitutto un tempo di rigenerazione, e quindi di meritato riposo. È legittimo anche divertirsi, purché questo obiettivo non travolga il primo: infatti, quale riposo è possibile se cerchiamo solo la confusione, la folla assordante, il rumore; se, in altre parole, ricreiamo a centinaia di chilometri di distanza lo stesso scenario confuso e dissipato in cui siamo costretti a vivere ogni giorno? Ci sono ambienti e divertimenti che in sé non sono illeciti, ma che costituiscono l’humus ideale per il peccato. Sono le famose occasioni, e già ricercarle e non fuggirle diventa una colpa grave.

4. Datti delle norme di vita.
Sappiamo benissimo che in vacanza è molto più difficile rispettare un certo ordine nella giornata. Paradossalmente, il lavoro, la scuola e la famiglia impongono un ritmo, degli orari, e dentro questa cornice il cattolico può inserire le sue pratiche di pietà, la Messa, il rosario. Con le vacanze, questi schemi inevitabilmente saltano, e c’è il rischio – spesso la certezza – che vada a farsi benedire anche la vita di fede. Invece che avere più tempo per il Signore, ci dimentichiamo di lui. Anzi: potremmo addirittura aver vergogna di mostrare a parenti e amici che, anche a Cortina o a Ischia, vorremmo andare a Messa in settimana, o prenderci un quarto d’ora per l’orazione. Tenendo sotto controllo l’eccesso opposto – l’ostentazione – dobbiamo invece difendere questi spazi sacri, senza essere d’ostacolo ai legittimi progetti di svago della nostra compagnia.

5. Fai la vacanza proporzionata al tuo tenore di vita.
Non è una questione di dottrina ma di buon senso. Quanti soldi è giusto investire nelle nostre vacanze? Ovviamente non esiste una tabella o una soglia dell’esagerazione. C’è però un criterio sempre buono: evitare gli eccessi, mantenendo una proporzione fra il nostro tenore di vita ordinario e l’investimento per il viaggio di piacere o la settimana al mare o ai monti. Inseguire una vacanza al di sopra delle proprie normali possibilità può essere il sintomo di un’esistenza triste, nella quale si passa l’anno aspettando quei quindici giorni come se fossero l’unica ragione per cui vale la pena vivere. Gli eccessi sono sempre ingiustificati, per ragioni morali e di stile. Inoltre, chi esagera si priva della possibilità di fare, con quel denaro, qualche opera di bene per la Chiesa e per i poveri.

6. Non lasciare che i tuoi figli vadano dove vogliono e con chi vogliono. Vacanze autonome per i figli?

Anche qui, mode e abitudini contemporanee talvolta fanno a pugni con le esigenze della morale. Ad esempio, è assolutamente da riprovare la leggerezza con cui i genitori tollerano o incoraggiano le vacanze congiunte di ragazzi e ragazze; prassi che diviene addirittura “istituzionale” quando due giovani sono più o meno fidanzati. Mandare in vacanza un gruppo di ragazzi e ragazze significa incoraggiarli alla promiscuità; mandarci due fidanzati è “istigazione al peccato”. Significa costruire una generazione di persone senza forza di volontà, appassita prima di fiorire nella freschezza degli anni più belli della vita. Pianificare vacanze cristiane significa anche far ragionare i nostri figli sulla opportunità di certe comitive, e sul primato che comunque la famiglia merita – almeno fino a una certa età – anche in materia di vacanze. Si dice: durante l’anno non c’è nemmeno il tempo per guardarsi un po’ in faccia. Ma se poi arrivano le vacanze e i figli vanno da una parte, e i genitori dall’altra, quando la famiglia sta insieme? E chi l’ha detto che ognuno deve andare in vacanza solo dove ci sono i divertimenti adatti alla sua età, sennò “che vacanza è?” Non conformarsi alla mentalità del tempo, come ammonisce San Paolo, significa anche spezzare questi luoghi comuni e re-imparare a stare insieme nel tempo delle ferie.

7. Fate letture utili ed edificanti.
In vacanza si cerca un po’ di evasione, anche nei libri. Naturale. Tuttavia è consigliabile portarsi al mare o ai monti almeno una lettura edificante che ci faccia conoscere meglio la nostra fede: la vita di un santo, un romanzo apologetico, il saggio di un autore cattolico affidabile, un testo sulla preghiera o sulla dottrina, il Vangelo, il Timone. Insomma: c’è molta scelta, basta volerlo.

8. Visita i luoghi della fede.
Alcuni trascorrono le loro vacanze in un monastero o in un’oasi di preghiera. Bello, ma praticamente impossibile per molti, e certamente per una famiglia. Si può però inserire sapientemente in ogni vacanza la visita ai luoghi della fede più vicini al nostro soggiorno estivo: un santuario, una cattedrale, la città di un grande santo, una comunità di religiosi, un sacerdote amico o il parroco del paesino di villeggiatura. Un modo semplice per insegnare anche ai propri figli che il nostro cuore è con Cristo anche quando ci stiamo rilassando e divertendo.

9. Ricordati degli altri.

La vacanza ci fa pensare che stiamo “incassando” una ricompensa meritata con un anno di lavoro stressante, o di studi faticosi, e guai a chi ce la tocca. C’è il rischio di guardare solo a sé stessi e di abbandonarsi all’egoismo; il mondo ci sussurra suadente che ci meritiamo un po’ di attenzione tutta per noi, e gli altri si arrangino. Ma il cristiano non può dimettersi durante le vacanze: San Josemaria Escrivà scriveva che «la santità e l’autentico desiderio di raggiungerla non si concede né soste né vacanze » (Cammino, n. 129). Allora, teniamo lo sguardo vigile e attento sugli altri, chiediamoci che cosa possiamo fare per aiutarli e se possibile mettiamo loro davanti alle nostre aspirazioni. Gesù ci ripagherà con vacanze bellissime, dove la gioia degli altri diventa la nostra gioia.

10. Non tralasciare i sacramenti.
Durante l’anno diciamo sempre: non ho tempo. Di pregare, di fare direzione spirituale, di confessarmi, di fare una visita in chiesa. In vacanza non abbiamo alibi, e allora approfittiamone. Non c’è fede cattolica senza sacerdote e senza sacramenti. Parafrasando una vecchia, celebre pubblicità di un’agenzia di viaggi, potremmo concludere dicendo: «Cristiano fai da te? No Chiesa? Ahiahahiahi!».

Publié dans Articoli di Giornali e News, Riflessioni, Stile di vita, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Il pellegrinaggio

Posté par atempodiblog le 15 juillet 2013

A piedi, in treno o in auto, il pellegrinaggio è una metafora della vita umana, che è un cammino dal tempo all’eternità, dalla terra al cielo, dall’effimero all’assoluto. Per pregare, purificarsi, nutrire l’anima e prepararsi alla meta finale del Cielo.
di Padre Livio Fanzaga – Il Timone

Il pellegrinaggio dans Libri 5k0a

Il pellegrinaggio è una pratica presente in molte esperienze religiose, in particolare nell’ebraismo, nel cristianesimo e nell’Islam, le tre religioni che fanno riferimento ad Abramo, il pellegrino di Dio per eccellenza. Il Signore disse ad Abramo: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò» (Gn 12,1). In questo comando vi sono già compresi quegli elementi che distinguono il pellegrinaggio in senso stretto dal semplice turismo, sia pure quello che non disdegna le mete religiose. Infatti, nella dinamica del pellegrinaggio vi è innanzi tutto una rottura con la vita di ogni giorno: «Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre». All’origine vi è una spinta ad uscire fuori dagli ingranaggi di un’esistenza soffocata dagli affanni del vivere, dalle paure e dalle preoccupazioni del futuro e dai limiti angusti della finitezza. Non si tratta però di una fuga da se stessi e dalle proprie responsabilità. Infatti, l’abbandono del quotidiano è per cercare qualcosa di più grande e di eterno: «Verso il paese che io ti indicherò», dice il Signore.

In questa prospettiva il pellegrinaggio è una metafora della vita umana, che è un cammino dal tempo all’eternità, dalla terra al cielo, dall’effimero all’assoluto. Alla radice della decisione del pellegrino di mettersi in viaggio non vi è tanto un bisogno di evasione, quanto invece il desiderio di infinito. Potremmo dire che il pellegrinaggio religioso è una testimonianza sull’uomo e sul suo destino.

L’uomo non è un animale più evoluto di altri, che si esaurisce nel ciclo finito della materia. In lui vi è una dimensione eterna, che invano si cercherebbe di sopprimere. Nella sua decisione di mettersi in viaggio verso una meta santa, il pellegrino attesta che il cuore dell’uomo è affamato di eternità e che il cielo è la meta a cui siamo stati predestinati.

Il cristianesimo ha ereditato il pellegrinaggio dalla ricca tradizione di Israele. Per ogni buon Israelita era necessario recarsi tre volte all’anno davanti al Signore nel suo santuario (Es 23, 14-19). Infatti là si trova «la casa di Dio» e «la porta del cielo», dove vi è il punto di contatto e di incontro fra Dio e l’uomo. Nel santuario ci si reca innanzi tutto per cercare «il volto di Dio». Alla partenza il cuore si ricolma di gioia: «Quale gioia quando mi dissero: andremo alla casa del Signore» (Sal 122,1). Anche il viaggio, per quanto faticoso e non di rado esposto a pericoli, viene percorso festosamente: «verso la casa di Dio camminavamo in festa» (Sal 55,15). Giunti al santuario ci si riposa non solo e non tanto il corpo quanto l’anima, finalmente giunta alla meta dei suoi desideri: «Questo è il mio riposo per sempre, qui abiterò perché l’ho desiderato» (Sal 132, 13-14). Gesù stesso si è fatto pellegrino, salendo a Gerusalemme con i genitori all’età di dodici anni, per obbedire alla legge (Lc 2,41ss) e, nel corso della sua missione, vi sale ancora in occasione di diverse festività.

La tradizione biblica è rimasta viva nel cristianesimo e ha avuto un impulso notevole a partire dal IV secolo, quando la religione cristiana diviene lecita. In questo periodo incomincia la costruzione di grandiosi edifici nei luoghi santi della redenzione, che inaugurano quel pellegrinaggio in Palestina che fino ai nostri giorni è rimasto il «pellegrinaggio» per eccellenza, nonostante le difficoltà dovute all’invasione mussulmana.
Nel medioevo il pellegrinaggio cristiano raggiunge il suo apogeo. Esso è l’espressione di quello straordinario fervore religioso che ha innalzato in tutta Europa della mirabili cattedrali, capolavori di arte, ma soprattutto espressione di fede granitica e di carità operosa.

Accanto a Gerusalemme sono Roma e Santiago de Compostela le mete dei pellegrini nell’ambito della «Respublica christiana», come allora veniva chiamata l’Europa, unita da un’unica fede e un’unica lingua, il latino, mentre fioriscono ovunque pellegrinaggi regionali e locali, in modo particolare laddove sono conservate le reliquie e i corpi dei santi. A partire dall’VIII fino al XVI secolo il pellegrinaggio è stata una pratica altamente espressiva della concezione cristiana dell’esistenza umana. Molti pellegrini lo vivevano come una preparazione al momento estremo della vita, quando l’anima abbandona la scena di questo mondo e compare davanti al Giudice divino. Prima di partire vi erano quelli che vendevano tutti i loro averi per darli ai poveri e iniziare in povertà il cammino purificatore verso l’eternità. Altri facevano il testamento, ben consapevoli dei pericoli che li attendevano lungo vie infestate da briganti e attraverso territori devastati dalla guerra. Nel cuore di tutti vi era un desiderio di purificazione attraverso la preghiera e la dura penitenza del viaggio, oltre al lavacro rigeneratore del luogo santo da raggiungere, con i sacramenti, l’intercessione dei santi e le loro reliquie, ritenute onnipotenti.

Lungo il corso dei secoli il pellegrinaggio era fatto a piedi, o in barca o sul dorso di animali. La fatica del viaggio era una componente penitenziale essenziale. Il pellegrinaggio a piedi ha conservato il suo fascino anche al giorno d’oggi, ma si tratta sopratutto di imprese solitarie e non di una prassi comune come nei secoli andati. Nei tempi moderni ha preso un certo vigore il pellegrinaggio in bicicletta, che ha il vantaggio di comportare anch’esso una certa dose di penitenza corporale, pure essendo assai più rapido di quello a piedi. Si è invece affermato a livello di massa il pellegrinaggio in treno o in corriera. Se ben preparato e guidato produce indubbiamente gli effetti spirituali desiderati, anche se i disagi del viaggio sono minimi.

Personalmente ho scoperto il fascino segreto e la straordinaria efficacia del pellegrinaggio in macchina. Con una quattroruote ho percorso l’Europa da un capo all’altro, visitando i santuari mariani, i luoghi delle apparizioni del Signore e della Madonna, le grandi cattedrali e le innumerevoli sorgenti di santità di cui il nostro continente è punteggiato. Mi è bastato ritagliarmi ogni anno una decina di giorni di ferie per poter tracciare itinerari ricchi di spiritualità, di arte, di cultura e di bellezze naturali. I vantaggi del pellegrinaggio su una quattroruote sono innumerevoli, sia che si compiano da soli che in compagnia. In macchina infatti si può viaggiare pregando e meditando, ottenendo così uno degli obbiettivi primari del pellegrinaggio stesso. Inoltre in macchina si può riposare, mangiare e persino dormire, coniugando le esigenze delle penitenza con quelle del risparmio. Sopratutto in macchina si può andare dove e quando si vuole, senza la schiavitù dei gruppi e degli orari e senza i limiti di distanza e di tempo imposti dal pellegrinaggio a piedi e in bicicletta.

Le componenti di un pellegrinaggio vero in ultima istanza sono: il pellegrino, la strada e la meta. Queste tre componenti sono presenti anche nel pellegrinaggio sulla quattroruote. I giovani e le famiglie in particolare possono inaugurare una stagione nuova e originale del pellegrinaggio cristiano. Le radici dell’Europa non possono restare sulla carta. Vanno riscoperte e rinverdite per una nuova stagione della fede.

divisore dans Medjugorje

DA NON PERDERE
Padre Livio Fanzaga,
Pellegrino a quattroruote – sulle strade d’Europa, Sugarco Edizioni

Nostra Signora de La Salette dans Apparizioni mariane e santuari pellegrinoaquattroruote

Questo libro è la testimonianza di un vissuto personale. Racconta i pellegrinaggi effettuati in automobile durante le vacanze estive in alcuni dei luoghi di grazia dell’Europa (esclusa l’Italia), santificati dalle apparizioni di Gesù Cristo e della Santa Vergine, oppure dalla presenza dei santi. Si tratta di un’esperienza accumulata nel corso di decenni e che alla fine ha preso la forma di un reportage in prima persona. Tuttavia il protagonista non è tanto il pellegrino, quanto quei luoghi dell’Infinito che egli ha incontrato e che ritiene utile fare conoscere agli altri, affinché possano attingere una nuova forza spirituale da sorgenti d’acqua viva che non cessano di zampillare. Numerosi sono i luoghi descritti per le loro bellezze artistiche, per la memoria storica e soprattutto per le straordinarie ricchezze spirituali: Medjugorje, Cracovia, Wadovice, Auschwitz, Czestochowa, Lourdes, Avignone, Taizé, Paray le Monial, Nevers, Parigi, Ars, Domremy, Reims, Rouen, Chartres, Lisieux, Alencon, Dozulé, Mont-Saint-Michel, Montligeon, Pontmain, Monfort-sur-Meu, Saint-Laurent-sur-Sèvres, Pellevoisin, Issoudun, La Salette, Laus, Banneuux, Beauring, Amsteerdam, Montserrat, Barcelleona, Saragozza, Torreciudad, Peralta del la Sal, Avila, Alba de Tormes, Santiago de Compostela, Fatima.

Publié dans Libri, Padre Livio Fanzaga, Riflessioni, Stile di vita, Viaggi & Vacanze | Pas de Commentaire »

Consigli sulla lotta spirituale rivelati a Santa Faustina Kowalska

Posté par atempodiblog le 15 juillet 2013

Consigli sulla lotta spirituale rivelati a Santa Faustina Kowalska

g5g.png

«Figlia Mia, voglio istruirti sulla lotta spirituale.

1. Non confidare mai in te stessa, ma affidati completamente alla Mia volontà.

2. Nell’abbandono, nelle tenebre e nei dubbi di ogni genere ricorri a Me ed al tuo direttore spirituale, che ti risponderà sempre a Mio nome.

3. Non metterti a discutere con nessuna tentazione, chiuditi subito nel Mio Cuore ed alla prima occasione rivelala al confessore.

4. Metti l’amor proprio all’ultimo posto, in modo che non contamini le tue azioni.

5. Sopporta te stessa con molta pazienza.

6. Non trascurare le mortificazioni interiori.

7. Giustifica sempre dentro di te l’opinione dei superiori e del confessore.

8. Allontanati dai mormoratori come dalla peste.

9. Lascia che gli altri si comportino come vogliono, tu comportati come voglio Io da te.

10. Osserva la regola nella maniera più fedele.

11. Dopo aver ricevuto un dispiacere, pensa a che cosa potresti fare di buono per la persona che ti ha procurato quella sofferenza.

12. Evita la dissipazione.

13. Taci quando vieni rimproverata.

14. Non domandare il parere di tutti, ma quello del tuo direttore spirituale; con lui sii sincera e semplice come una bambina.

15. Non scoraggiarti per l’ingratitudine.

16. Non indagare con curiosità sulle strade attraverso le quali ti conduco.

17. Quando la noia e lo sconforto bussano al tuo cuore, fuggi da te Stessa e nasconditi nel Mio Cuore.

18. Non aver paura della lotta; il solo coraggio spesso spaventa le tentazioni che non osano assalirci.

19. Combatti sempre con la profonda convinzione che Io sono accanto a te.

20. Non lasciarti guidare dal sentimento poiché esso non sempre è in tuo potere, ma tutto il merito sta nella volontà.

21. Sii sempre sottomessa ai superiori anche nelle più piccole cose.

22. Non t’illudo con la pace e le consolazioni; preparati a grandi battaglie.

23. Sappi che attualmente sei sulla scena dove vieni osservata dalla terra e da tutto il cielo; lotta come un valoroso combattente, in modo che Io possa concederti il premio.

24. Non aver troppa paura, poiché non sei sola».

Tratto da: Christus Veritas

Publié dans Fede, morale e teologia, Santa Faustina Kowalska, Stile di vita | Pas de Commentaire »

Insegnamenti di Gesù sulla vita interiore

Posté par atempodiblog le 15 juillet 2013

w2zm.jpg

Oggi durante l’ora santa ho chiesto a Gesù che si degni d’istruirmi sulla vita interiore. Gesù mi ha risposto: «Figlia Mia, metti in pratica fedelmente le parole che ti dico:

Non valutare troppo nessuna cosa esteriore, anche se ti sembra molto preziosa.
Abbandona te stessa e rimani continuamente con Me.    
Affida tutto a Me e non far nulla di tua iniziativa ed avrai sempre una grande libertà di spirito; nessuna circostanza, nessuna vicenda riuscirà a turbartela.    
Non badare molto a quello che dice la gente, lascia che ognuno ti giudichi come gli piace.
Non giustificarti, ciò non ti recherà alcun danno.
Dai tutto al primo accenno di richiesta, anche se si trattasse delle cose più necessarie; non chiedere nulla senza esserti consigliata con Me.
Lascia che ti tolgano anche ciò che ti appartiene, la stima, il buon nome; il tuo spirito sia superiore, al di sopra di tutto questo.
E così, affrancata da tutto, riposa accanto al Mio Cuore, non permettere che alcunché turbi la tua pace.
Mia discepola, medita le Mie parole, quelle che ti ho detto».

Publié dans Fede, morale e teologia, Santa Faustina Kowalska, Stile di vita | Pas de Commentaire »