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Noam Chomsky, “ecco 10 modi per capire tutte le menzogne che ci dicono”

Posté par atempodiblog le 6 juin 2013

Noam Chomsky, “ecco 10 modi per capire tutte le menzogne che ci dicono”
Dino Nicolia – LinkIesta
Tratto da: Anna Vercors

Noam Chomsky, “ecco 10 modi per capire tutte le menzogne che ci dicono” dans Riflessioni noamchomsky

Noam Chomsky, padre della creatività del linguaggio, definito dal New York Times “il più grande intellettuale vivente”, spiega attraverso dieci regole come sia possibile mistificare la realtà.

La necessaria premessa è che i più grandi mezzi di comunicazione sono nelle mani dei grandi potentati economico-finanziari, interessati a filtrare solo determinati messaggi.

1 - La strategia della distrazione, fondamentale, per le grandi lobby di potere, al fine di mantenere l’attenzione del pubblico concentrata su argomenti poco importanti, così da portare il comune cittadino ad interessarsi a fatti in realtà insignificanti. Per esempio, l’esasperata concentrazione su alcuni fatti di cronaca (…..).

2 - Il principio del problema-soluzione-problema: si inventa a tavolino un problema, per causare una certa reazione da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far accettare. Un esempio? Mettere in ansia la popolazione dando risalto all’esistenza di epidemie, come la febbre aviaria creando ingiustificato allarmismo, con l’obiettivo di vendere farmaci che altrimenti resterebbero inutilizzati.

3 - La strategia della gradualità. Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80 e 90: stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati applicati in una sola volta.

4 - La strategia del differimento. Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, al momento, per un’applicazione futura. Parlare continuamente dello spread per far accettare le “necessarie” misure di austerità come se non esistesse una politica economica diversa.

5 -Rivolgersi al pubblico come se si parlasse ad un bambino. Più si cerca di ingannare lo spettatore, più si tende ad usare un tono infantile. Per esempio, diversi programmi delle trasmissioni generaliste. Il motivo? Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni, in base alla suggestionabilità, lei tenderà ad una risposta probabilmente sprovvista di senso critico, come un bambino di 12 anni appunto.

6 - Puntare sull’aspetto emotivo molto più che sulla riflessione. L’emozione, infatti, spesso manda in tilt la parte razionale dell’individuo, rendendolo più facilmente influenzabile.

7 - Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità. Pochi, per esempio, conoscono cosa sia il gruppo di Bilderberg e la Commissione Trilaterale. E molti continueranno ad ignorarlo, a meno che non si rivolgano direttamente ad Internet.

8 -Imporre modelli di comportamento. Controllare individui omologati é molto più facile che gestire individui pensanti. I modelli imposti dalla pubblicità sono funzionali a questo progetto.

9 - L’autocolpevolizzazione. Si tende, in pratica, a far credere all’individuo che egli stesso sia l’unica causa dei propri insuccessi e della propria disgrazia. Così invece di suscitare la ribellione contro un sistema economico che l’ha ridotto ai margini, l’individuo si sottostima, si svaluta e addirittura, si autoflagella. I giovani, per esempio, che non trovano lavoro sono stati definiti di volta in volta, “sfigati”, choosy”, bamboccioni”. In pratica, é colpa loro se non trovano lavoro, non del sistema.

10 - I media puntano a conoscere gli individui (mediante sondaggi, studi comportamentali, operazioni di feed back scientificamente programmate senza che l’utente-lettore-spettatore ne sappia nulla) più di quanto essi stessi si conoscano, e questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un gran potere sul pubblico, maggiore di quello che lo stesso cittadino esercita su sé stesso.

Si tratta di un decalogo molto utile. Io suggerirei di tenerlo bene a mente, soprattutto in periodi difficili come questi.

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La verità nella carità

Posté par atempodiblog le 6 juin 2013

La verità nella carità dans Fede, morale e teologia papamisericordioso

«Il matrimonio precede lo Stato, è il fondamento della famiglia, la cellula della società, e viene prima di qualunque legge e della Chiesa stessa. Di conseguenza, l’adozione di un progetto di legge [che legalizzi i matrimoni omosessuali, ndr] sarà un grave passo indietro antropologico. Il matrimonio (formato da un uomo e una donna) non è uguale all’unione di due persone dello stesso sesso. Distinguere non significa discriminare, ma rispettare; differenziare per discernere vuol dire valutare correttamente, non discriminare (…).
Noi non possiamo insegnare alle generazioni future che prepararsi a sviluppare un progetto familiare fondato sull’impegno di una relazione stabile tra un uomo e una donna sia uguale a vivere con una persona dello stesso sesso. (…) Io vi scongiuro di non ospitare, né nelle vostre parole né nei vostri cuori, alcun segno di aggressività o di violenza nei confronti di nessun vostro fratello».

Card. Jorge Mario Bergoglio, da “Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco. Solo l’amore ci salverà” (ed. Parole et Silence, Editions du Rocher, La Librairie éditrice vaticane, 190 pp., 15 euro).

Tratto da: Una casa sulla Roccia

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L’umiltà sincera

Posté par atempodiblog le 6 juin 2013

L'umiltà sincera dans Citazioni, frasi e pensieri cuoretrasparente

La vanagloria è una forma di idolatria per cui l’io sta al posto di Dio e si agisce non per Dio ma per avere una lode; pertanto Dio è eliminato dalla vita, e siamo di fronte a un ateismo pratico, potremmo dire a un ateismo psicologico, in cui l’io non è più polarizzato da Dio. […] quando noi, invece di cercare la gloria di Dio, cerchiamo la gloria che viene dagli altri, ci mettiamo nell’impossibilità di credere, e anche se diciamo di credere, la nostra fede è vuota: in realtà non ci interessa nulla di Dio. […]
San Giovanni Crisostomo sviluppa un concetto che avrà molto seguito nella spiritualità monastica: il demonio attacca proprio chi compie opere buone, inducendo astutamente il giusto a compiacersi con se stesso di essere ritenuto santo dal prossimo e a cercare il plauso della gente. Egli scrive: “gli altri vizi crescono in noi a causa della nostra negligenza; l’orgoglio si sviluppa anche quando noi agiamo bene. Nulla è così propizio alla crescita dell’orgoglio come la compiacenza di essere giusti, per cui occorre stare continuamente in guardia”. Perfino l’umiltà, quando non è veramente sincera, e invece di cercare l’approvazione di Dio cerca quella degli uomini, apre spiragli all’orgoglio. A volte pratichiamo l’umiltà per essere lodati e perché si abbia una buona opinione di noi. Ecco le parole di San Giovanni Crisostomo in proposito: “hai compiuto un atto di umiltà: non esserne fiero, perché il frutto sarebbe bacato. Infatti, inorgoglirsi per le buone azioni compiute significa perderne il beneficio, come se si gettassero tutte le ricchezze dalla finestra”.

Tratto da: Padre Livio Fanzaga, I Vizi Capitali e Le Contrapposte Virtù. Ed. Sugarco

divisore dans Medjugorje

Spesso diciamo che non siamo nulla, anzi che siamo la miseria in persona, la spazzatura del mondo; ma resteremmo molto male se ci prendessero alla lettera e se ci considerassero in pubblico secondo quanto diciamo. E’ proprio il contrario: fingiamo di fuggire e di nasconderci solo perché ci inseguano e ci cerchino; dimostriamo di voler essere gli ultimi, seduti proprio all’ultimo angolino della tavola, ma soltanto per passare con grande onore a capotavola.
L’umiltà vera non finge di essere umile, a fatica dice parole di umiltà; perché è suo intendimento non solo nascondere le altre virtù, ma soprattutto vorrebbe riuscire a nascondere se stessa; se le fosse lecito mentire, o addirittura scandalizzare il prossimo, prenderebbe atteggiamenti arroganti e superbi, per potercisi nascondere e vivere completamente ignorata e nascosta.
Eccoti il mio parere, Filotea: o evitiamo di dire parole di umiltà, oppure diciamole con profonda convinzione, profondamente rispondente alle parole. Non abbassiamo gli occhi senza umiliare il cuore; non giochiamo a fare gli ultimi se non intendiamo esserlo per davvero.

Tratto da: Filotea di San Francesco di Sales

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Il pericolo dell’idolatria

Posté par atempodiblog le 6 juin 2013

Il pericolo dell’idolatria dans Citazioni, frasi e pensieri papafrancescoi

“Non basta dire: ‘Ma io credo in Dio, Dio è l’unico Dio’. Va tutto bene, ma come vivi tu questo nella strada della vita? Perché noi possiamo dire: ‘Il Signore è l’unico Dio, soltanto, non ce ne è un altro’, ma vivere come se Lui non fosse l’unico Dio e avere altre divinità a nostra disposizione… C’è il pericolo dell’idolatria: l’idolatria che è portata a noi con lo spirito del mondo. E Gesù, in questo, era chiaro: lo spirito del mondo, no. E chiede al Padre che ci difenda dallo spirito del mondo, Gesù, nell’ultima cena, perché lo spirito del mondo ci porta all’idolatria”.
“Possiamo chiedere oggi a Gesù: ‘Signore, tu sei tanto buono, insegnami questa strada per essere ogni giorno meno lontano dal Regno di Dio, questa strada per cacciare via tutti gli idoli’. E’ difficile, ma dobbiamo incominciare… Gli idoli nascosti nelle tante cavalcature, che noi abbiamo nella nostra personalità, nel modo di vivere: cacciare via l’idolo della mondanità, che ci porta a diventare nemici di Dio. Chiediamo questa grazia a Gesù, oggi”.

Papa Francesco
Fonte: Radio Vaticana

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