La sorella maggiore…

Posté par atempodiblog le 17 mai 2013

“Chi di voi vorrà essere il più grande, chi di voi vorrà essere il primo, si faccia servo di tutti… servo di tutti”. ♪♫ ♪

La sorella maggiore... dans Sorriso s6614y

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Veni sancte Spiritus, Veni per Mariam

Posté par atempodiblog le 16 mai 2013

Veni sancte Spiritus, Veni per Mariam dans Citazioni, frasi e pensieri mariaelospirito

Veni Sancte Spiritus, perché Spiritus est Dominus, Spiritus est Deus (Dio è Spirito, lo Spirito è Dio).

Lo Spirito è Dio, a cui apparteniamo.

Perché lo Spirito è autocoscienza; e se questa è in noi bene applicata fa capire: l’uomo capisce che appartiene, che è appartenenza a un Altro.

È l’appartenenza a una Presenza, a una Presenza, anche qui, misteriosa (misteriosa perché non è nostra, questa Presenza, in un certo senso non lo è; perché se è da un’altra fonte, non è della nostra fonte).

«Vieni Santo Spirito» in ogni mia azione, «Vieni Santo Spirito» in ogni mio momento.

Veni per Mariam, e questo è proprio…

la Madonna è proprio il tocco più potentemente umano e persuasivo che Dio abbia fatto verso il Suo agire sull’uomo.

(Dall’intervento conclusivo di Luigi Giussani agli Esercizi spirituali della Fraternità di Comunione e liberazione Rimini, 20 maggio 2001)

Tratto da: Anna Vercors

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Gesù per Maestro

Posté par atempodiblog le 15 mai 2013

Gesù per Maestro dans Citazioni, frasi e pensieri fuastinaviacrucis

Una volta che avevo una pena nel cuore per un certo motivo e me ne lamentavo col Signore, Gesù rispose: «Figlia Mia, perché dai tanta importanza agli insegnamenti ed ai discorsi degli uomini? Voglio istruirti Io Stesso, perciò dispongo le circostanze in modo che tu non possa essere presente a quelle conferenze. In un momento solo ti farò conoscere più di quanto gli altri riescano a fare, affaticandosi per molti anni».

Santa Faustina Kowalska

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150mila firme per una domenica “libera” dal lavoro

Posté par atempodiblog le 15 mai 2013

150mila firme per una domenica libera” dal lavoro

150mila firme per una domenica “libera” dal lavoro dans Riflessioni ricordatidisantificarel

Centocinquantamila no alle aperture domenicali. Tre volte tante le firme che sarebbero bastate per una legge d’iniziativa popolare. La campagna “Libera la domenica”, promossa da Confesercenti e Federstrade, e sostenuta da tante altre associazioni del mondo cattolico e sindacale, ha raggiunto il suo primo traguardo. Tantissime firme, depositate ieri in Parlamento, per restituire alle Regioni il potere di regolamentare gli orari degli esercizi commerciali. E soprattutto la necessità di adattarli alle esigenze territoriali, aprendo la domenica solo se necessario.

La liberalizzazione nelle aperture introdotta dal decreto Salva Italia del governo Monti, infatti, non ha portato gli sperati aumenti dei consumi e nemmeno dell’occupazione. Anzi, secondo Confesercenti, nel 2012 hanno chiuso 135mila piccole imprese e nel solo primo trimestre di quest’anno altre 23mila. E la prospettiva a cinque anni è ancora nera: 80mila Pmi in meno. In più le famiglie, che hanno speso lo scorso anno 40 miliardi in meno, nel 2013 tireranno la cinghia per altri 13 miliardi (-1,6%). Aprire sette giorni su sette, insomma, ha avvantaggiato, secondo i commercianti, solo la grande distribuzione, togliendo tempo inoltre al riposo, alla famiglia, alla cura dello spirito. Per questo le associazioni del commercio e il mondo cattolico si sono mobilitate, perché si torni a considerare la domenica il giorno della festa e degli affetti e non un altro semplice giorno di lavoro. A discapito di figli e nipoti. L’iniziativa ha anche un altro obiettivo: consentire, chiudendo alla domenica, alle piccole botteghe di vicinato di sopravvivere. Cioè non alzare la saracinesca la domenica, per continuare ad aprire domani. Impossibile per i piccoli esercizi delle città, difatti, competere con la turnazione dei grandi centri commerciali e con l’aumento dei costi dovuto ai dipendenti che lavorano nei festivi. I dati, ma anche le testimonianze di quasi l’80% dei commessi, confluite nel libro bianco Il profumo della domenica, lo dimostrano: la vendita al dettaglio è scesa del 25% lo scorso anno e nei primi mesi del 2013 è già al -6%.

Va restituito il valore alla domenica e a tutti qui momenti della vita diversi dal lavoro. Il messaggio del presidente di Confesercenti, Marco Venturi, è semplice: va messo su una bilancia ciò che si guadagna aprendo alla domenica, in termini economici, e ciò che si perde, non solo nel bilancio dell’attività, ma nelle gioie dalla vita in comunità. «L’esistenza è fatta di tanti momenti diversi – dice – la famiglia, il lavoro, gli amici, la religione, la città in cui vivi», che vanno coltivati e salvaguardati. In più, già nel 1994 gli italiani hanno detto no con un referendum alle liberalizzazioni degli orari nel commercio, «una decisione ignorata» e dimenticata dalla politica, sostiene. Ed oggi si è davanti ad «uno scippo di competenze del governo Monti», che ha assegnato a livello centrale una opzione in realtà attribuita alle Regioni. «Chiediamo di far tornare il potere di intervento a livello locale – precisa – anche perché sinora l’unico risultato avuto con le liberalizzazioni è stato quello di spostare quote di consumi dai piccoli negozi alla grande distribuzione». Tra i primi ad aderire all’iniziativa anche il nuovo ministro per lo Sviluppo Economico Fabio Zanonato. Per questo i promotori, sperano di poter «coinvolgere anche il resto del nuovo esecutivo, fino a far arrivare al premier Enrico Letta questa volontà popolare».

La crisi continua a colpire famiglie ed imprese. Il mercato dell’illegale è sempre più una piaga da estirpare. Aprire più ore alla settimana, in questo quadro, non è così più garanzia di maggiori consumi e di ripresa dell’economia. Sulla crescita, poi, pesa una pressione fiscale nel nostro Paese vicina al 54% e, continua Confesercenti, perciò va scongiurato l’aumento dell’Iva al 22%, perché deprimerebbe il Pil «con una perdita di due miliardi attraverso la flessione dei consumi» e ridurrebbe il gettito fiscale di 300 milioni di euro. Le aperture domenicali non aiutano affatto a far vendere, sottolinea il segretario generale Mauro Bussoni, «rischiano invece di far aumentare la desertificazione commerciale dei nostri centri cittadini». Va capito, in sostanza, che tipo di geografia commerciale si vuol dare all’Italia, «noi contestiamo i presupposti di questo cambiamento – conclude infatti Bussoni – va ripristinato il diritto al riposo, alla vita in famiglia almeno alla domenica».

liberaladomenica dans Stile di vita

Domenica libera, il Libro bianco dei lavoratori

Molti sono messaggi anonimi lasciati sui social network nelle pagine dedicate a “Libera la domenica”. Altri sono lettere che descrivono i pensieri delle commesse dei centri commerciali e delle vie dello shopping nelle città d’arte. Il libro bianco che raccoglie oltre ottocento messaggi di dipendenti contrari alle aperture selvagge dei negozi sono, come lo definisce in apertura del volume monsignor Giancarlo Maria Bregantini, il presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, «un grido di dolore» che spiega come possano sentirsi i genitori a lasciare in casa i figli nel giorno in cui invece potrebbero passare del tempo insieme. «Il cuore di una madre è straziato – dice il vescovo metropolita di Campobasso-Boiano – e il suo lavoro sarà un costante nervosismo». Da queste pagine, in cui tante storie di adolescenza, di passeggiate nel parco, di momenti vissuti in casa si scontrano con la necessità di dover lavorare sette giorni su sette, trapela tanta malinconia. «Si sente la nostalgia – continua il prelato – per una bella Messa vissuta insieme, di una passeggiata carica di emozioni d’amore, di un abbraccio più prolungato».

C’è bisogno di rendere la società a misura d’uomo, sembrano dire le testimonianze del libro “Profumo della domenica”. Serve un giorno di riposo «da dedicare alla famiglia – scrive infatti Mauro Rendina, orologiaio – bisogna lavorare per vivere, non vivere per lavorare». Casa, riposo, figli, ma anche preghiera. «Il Signore ha fatto il settimo giorno per riposare e nutrire la fede», ricorda Anna Veltro, responsabile di una sanitaria. Sulla stessa lunghezza d’onda Emanuele Tomassetti: «L’uomo è anche chiamato al riposo e alla festa. Per noi la festa è e deve restare la domenica». Contro le aperture domenicali, quasi tutte le mamme. I toni sono accorati, vogliono restare a casa almeno nei giorni festivi per non perdersi «i momenti più belli della crescita dei figli», sostiene Valentina Pancaldi.

Le richieste possono apparire banali: portare nel parco i figli, giocare con loro, uscire a visitare un museo. «Chiedo semplicemente di non dover rinunciare ai miei bambini – scrive in forma anonima una dipendente di un negozio -. E questo può accedere solo la domenica». Vorremmo vedere almeno un giorno a settimana i nostri figli, supplica il team di commessi del negozio di scarpe di via Candia nella Capitale, «oggi si apre dal lunedì alla domenica e i negozi sono vuoti. Qualcosa non torna». Ripesca invece immagini del suo passato Maria Lembo, a capo di una bottega in via Eritrea a Roma, ricordando «i pranzi in famiglia, la condivisione delle idee, il dialogo in casa che oggi viene a mancare. Quante volte non posso accompagnare nemmeno i miei bimbi a Messa, perché debbo correre in negozio!». Non solo i genitori, ma anche i nonni ci perdono dal lavoro domenicale. «Ricordo con gioia e malinconia le passeggiate a Villa Borghese con i miei – scrive Mario Carbutti che a Roma gestisce un ingrosso di biciclette – oggi tutto questo per i miei nipoti è messo in discussione».

Stare insieme la domenica, significa anche, per chi crede, nutrire l’anima. Ridare senso al Giorno del Signore, è una costante nei messaggi dei lavoratori. «Ritorniamo al valore cristiano della domenica dedicata alla preghiera» sottolinea così il tabaccaio Antonio Lala.

di Alessia Guerrieri – Avvenire

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L’arte

Posté par atempodiblog le 15 mai 2013

L’arte dans Bernard Lonergan bernardlonergan

“L’arte presenta [rende presente] la bellezza, lo splendore, la gloria, la maestà, il plus che è nelle cose e che si ritira quando dite che la luna è solo terra e le nuvole sono solo acqua”.

Bernard Lonergan

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Umorismo

Posté par atempodiblog le 14 mai 2013

Auguri Benedetto  dans Articoli di Giornali e News benedettoxvipapaemerito

“La gioia profonda del cuore
è anche il vero presupposto dello ‘humour’;
e così lo ‘humour’,
sotto un certo aspetto,
è un indice,
un barometro della fede”.

(Benedetto XVI)

Umorismo dans Citazioni, frasi e pensieri maritain

“Una civiltà senza umorismo si prepara il suo funerale”.

Jacques Maritain

fryderykfranciszekchopi dans Sorriso

“Chi non ride mai non è una persona seria”.

Fryderyk Franciszek Chopin

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La vanità spirituale

Posté par atempodiblog le 13 mai 2013

La vanità spirituale dans Anticristo f00y7b

“E quando viene un po’ la vanità, e uno crede di essere un po’ il Premio Nobel della Santità, anche la memoria ci fa bene: ‘Ma… ricordati da dove ti ho preso: dalla fine del gregge. Tu eri dietro, nel gregge’. La memoria è una grazia grande, e quando un cristiano non ha memoria – è duro, questo, ma è la verità – non è cristiano: è idolatra. Perché è davanti ad un Dio che non ha strada, non sa fare strada, e il nostro Dio fa strada con noi, si mischia con noi, cammina con noi. Ci salva. Fa storia con noi. Memoria di tutto quello, e la vita diventa più fruttuosa, con questa grazia della memoria”.

Papa Francesco

315fyfr dans Fede, morale e teologia

Un interessantissimo scritto di un autore ignoto, La Vita di Santa Syncletica, sviluppa l’intuizione di Evagrio Pontico, che l’orgoglio è il pericolo supremo, l’ultima arma che il demonio usa contro chi, ormai avanti nel cammino di santità, ha dominato tutte le altre passioni. Il demonio ti persuade che sei riuscito a fare questo grazie alle tue penitenze. Ti fa dimenticare i tuoi peccati perché tu non abbia la misura della tua reale miseria, ti rende altero nei confronti dei tuoi fratelli più difettosi. Magari ti prospetta poteri soprannaturali, come quello di guaritore, o altri. Alletta la tua fantasia facendo dire a te stesso che meriteresti cariche o missione ecclesiastiche importanti, commisurate alla tua santità. In questo modo il demonio riesce a vincere con l’orgoglio chi è giunto a un alto grado nel dominio degli altri vizi capitali.

Padre Livio Fanzaga

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Francesco e il diavolo

Posté par atempodiblog le 13 mai 2013

Francesco e il diavolo
Lo cita in continuazione. Lo combatte senza risparmio. Non lo ritiene affatto un mito, ma una persona reale, il più insidioso nemico della Chiesa
di Sandro Magister – chiesa.espressonline.it

Francesco e il diavolo dans Anticristo serpenteantidio

Nella predicazione di papa Francesco c’è un soggetto che ritorna con sorprendente frequenza: il diavolo.

È una frequenza pari a quella con cui lo stesso soggetto ricorre nel Nuovo Testamento. Ma nonostante questo, la sorpresa resta. Se non altro perché con i suoi continui richiami al diavolo papa Jorge Mario Bergoglio si distacca dalla predicazione corrente nella Chiesa, che su di lui tace oppure lo riduce a metafora.

Anzi, è tanto diffusa la minimizzazione del diavolo, che essa proietta la sua ombra sulle stesse parole del papa. L’opinione pubblica sia cattolica che laica ha registrato finora con noncuranza questo suo insistere sul diavolo, o al più con indulgente curiosità.

Invece una cosa è certa. Per papa Bergoglio il diavolo non è un mito, ma una persona reale. In una delle sue omelie mattutine nella cappella della Domus Sanctae Marthae, ha detto che non solo c’è un odio del mondo verso Gesù e la Chiesa, ma che dietro a questo spirito del mondo c’è « il principe di questo mondo »:

« Con la sua morte e resurrezione Gesù ci ha riscattati dal potere del mondo, dal potere del diavolo, dal potere del principe di questo mondo. L’origine dell’odio è questa: siamo salvati e quel principe del mondo, che non vuole che siamo salvati, ci odia e fa nascere la persecuzione che dai primi tempi di Gesù continua fino a oggi ».

Al diavolo bisogna reagire – dice il papa – come ha fatto Gesù, che « ha risposto con la parola di Dio. Con il principe di questo mondo non si può dialogare. Il dialogo è necessario fra noi, è necessario per la pace, è un atteggiamento che dobbiamo avere tra noi per sentirci, per capirci. E deve mantenersi sempre. Il dialogo nasce dalla carità, dall’amore. Ma con quel principe non si può dialogare; si può soltanto rispondere con la parola di Dio che ci difende ».

Francesco parla del diavolo mostrando di avere chiarissimi in testa i suoi fondamenti biblici e teologici.

E proprio per rinfrescare la mente su tali fondamenti, è intervenuto su « L’Osservatore Romano » del 4 maggio il teologo Inos Biffi, con un articolo che ripercorre la presenza e il ruolo del diavolo nell’Antico e nel Nuovo Testamento, sia in ciò che è rivelato e palese, sia in ciò che ancora appartiene a un « panorama nascosto » e in definitiva alle « inaccessibili vie » di Dio.

L’articolo è riprodotto qui di seguito e si conclude con una critica all’ideologia corrente che « banalizza » la persona del diavolo.

L’ideologia contro la quale Bergoglio vuole richiamare tutti alla realtà.

 iconarrowti7 Come le scritture parlano del demonio, di Inos Biffi

divisore dans Medjugorje

Inoltre iconarrowti7 Forma subdola di falsa profezia

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13 maggio 1944, la Regina della famiglia appare a Ghiaie di Bonate

Posté par atempodiblog le 13 mai 2013

Padre Angelo M. Tentori: “tremenda attualità dei messaggi della Madonna delle Ghiaie”
La Madonna clandestina Regina della famiglia

Il 13 maggio è l’anniversario delle apparizioni della Madonna di Fatima. Anche in Italia il 13 maggio si ricorda un’apparizione, quella della Madonna delle Ghiaie di Bonate, in provincia di Bergamo. L’apparizione non e’ ancora stata riconosciuta dalla Chiesa ma ogni giorno migliaia di pellegrini vanno a pregare alla Cappella…
di Raffaella Frullone
Tratto da: Don Bosco Land

13 maggio 1944, la Regina della famiglia appare a Ghiaie di Bonate dans Apparizioni mariane e santuari Ghiaie-di-Bonate

Oggi, 13 maggio, la Chiesa ricorda le apparizioni della Madonna di Fatima, ma in Italia c’e’ qualcuno che ricorda la “Fatima italiana” ovvero le apparizioni avvenute in località Ghiaie di Bonate, in provincia di Bergamo, nel maggio 1944 e mai riconosciute dalla Chiesa.

Il giudizio espresso nei confronti delle apparizioni, firmato dall’allora Vescovo Adriano Bernareggi, è sospensivo e si esprime con la formula “costa che non”. Non essendo il giudizio definitivo c’è sempre la possibilità che il caso venga riaperto e le apparizioni possano essere riconosciute, possibilità alla quale si appellano le migliaia di fedeli che ogni giorno, da ogni parte d’Italia, accorrono a Ghiaie a pregare, nonché diversi gruppi di sostegno alle apparizioni che si sono formati nel corso degli anni,  alcuni mariologi e sacerdoti, storici, studiosi.

Al momento dalla curia di Bergamo non giungono segnali che possano fare pensare ad una  riapertura del caso. Tuttavia negli ultimi due anni le richieste dei fedeli e dei gruppi di devoti si sono fatte più pressanti poiché alla guida della Diocesi è c’è Monsignor Francesco Beschi, arrivato da Brescia, che ha preso il posto di Monsignor Roberto Amadei, bergamasco e da molti considerato troppo legato ai sacerdoti che avevano emesso il “giudizio sospensivo”, o comunque erano coinvolti nella vicenda, per poterne sconfessare l’operato.

Le apparizioni risalgono al 1944, in piena guerra. Adelaide, la piccola veggente, ha soltanto 7 anni quando, mentre sta raccogliendo fiori con due amiche, viene sorpresa da una luce che scende verso di lei. Lentamente la luce si fa sempre più grande fino a farle scorgere la Sacra Famiglia. Scriverà Adelaide «Le tre persone erano avvolte in tre cerchi ovali di luce e rimasero sospese nello spazio poco distante dai fili della luce. La Signora, bella e maestosa, indossava un vestito bianco e un manto azzurro; sul braccio destro aveva la corona del Rosario composta da grani bianchi; sui piedi nudi aveva due rose bianche. Il vestito al collo aveva una finizione di perle tutte uguali legate in oro a forma di collana. I cerchi che avvolgevano le tre persone erano luminosi con sfumature di luce dorata. Al primo momento ebbi paura e feci per scappare, ma la Signora mi chiamò con voce delicata dicendomi: “Non scappare ché sono la Madonna!”. Allora mi fermai fissa a guardarla, ma con senso di paura. La Madonna mi guardò, poi aggiunse: “Devi essere buona, ubbidiente, rispettosa col prossimo e sincera: prega bene e ritorna in questo luogo per nove sere sempre a quest’ora”».

Questa è la prima delle 13 apparizioni ad Adelaide alle Ghiaie di Bonate. La Madonna apparirà alla piccola Adelaide ogni sera dal 13 al 21 maggio e poi  dal 28 al 31. La Vergine appare con una veste purpurea e di un manto verde, tra le mani ha due colombi, simbolo dell’unione dei coniugi e su un braccio la corona del Rosario. Durante le apparizioni esorta a pregare molto e a offrire sacrifici, chiede penitenze e digiuni, promette protezione e guarigioni e annuncerà con esattezza la fine della guerra “Se gli uomini faranno penitenza la guerra finirà fra due mesi, altrimenti poco meno di due anni”.

In pochissimo tempo la voce delle apparizioni si sparge in tutta la provincia di Bergamo, tanto che a Ghiaie verrà invasa da 300mila pellegrini, un numero impressionante di persone, ancor piu’ se si considera la scarsità di mezzi di trasporto e il fatto che molti dei pellegrini sono gravemente malati o infermi. A documentare la straordinarietà dell’evento ci sono i filmati di Vittorio Villa, che  nelle immagini riprenderà anche la bambina in estasi nel corso di un’apparizione e gli esperimenti di medici ed esperti, che per verificare lo stato di trance, non esitavano a pungerle il viso con degli aghi.

Come a Fatima durante le apparizioni moltissime persone vedranno il sole girare, anche a kilometri di distanza.

Al termine delle apparizione  Adelaide viene affidata  alla custodia di un professore del Seminario di Bergamo, don Luigi Cortesi, che, come lei stessa dichiarerà, la sottoporrà ad una serie di pressioni psicologiche e restrizioni, che la portarono ad abiurare quanto dichiarato. Nonostante poi la veggente ribadirà di avere visto la Madonna e di averlo negato “per obbedienza a Don Cortesi”, questo peserà come un macigno nel processo di riconoscimento delle apparizioni: il 18 aprile del 1948  la Chiesa di Bergamo si pronuncia con un decreto firmato dall’allora vescovo Adriano Bernareggi con un giudizio sospensivo “non consta della soprannaturalità”, un giudizio che non nega le apparizioni, anche se di fatto, al momento, la gran parte del clero bergamasco considera la vicenda chiusa definitivamente.

«L’espressione “non consta della realtà” – spiega Padre Angelo Maria Tentori, mariologo che da anni segue la vicenda Ghiaie – non ha un valore negativo, bensì un valore sospensivo e significa che in quel momento non c’erano elementi probativi sufficienti per approvare; il decreto quindi non chiude definitivamente il caso, altrimenti sarebbe stata utilizzata, la formula “consta che non”. Purtroppo dobbiamo registrare un forte equivoco, perché molti, anche nel campo ecclesiale, quindi anche da parte di sacerdoti, ritengono che quel giudizio che mons. Bernareggi nel 1948 diede riguardo a queste apparizioni, sia da considerarsi negativo, ossia che significhi che  le apparizioni non sono mai avvenute, e purtroppo questo equivoco porta molte persone che vanno a pregare alla Cappella a sentirsi in stato di disobbedienza. Non è così. La formula usata si limita a dire che l’autorità ecclesiastica non riconobbe sufficiente valore probativo agli argomenti portati a favore delle apparizioni. Quindi che con questa formula  non si nega che le apparizioni possano essere vere, semplicemente si dice che il giudizio definitivo rimane in sospeso, in attesa di maggiore studio e valutazione dei fatti».

Oggi sono diversi i gruppi e i fedeli che premono per il riconoscimento delle apparizioni della Regina della Famiglia, qualcuno usando toni che poco hanno a che fare con la delicatezza della Madre Celeste, i piu’ pregando nel silenzio della Cappella. Nel silenzio c’è anche la veggente, Adelaide, che dopo essersi sposata, ha deciso di non esposi più sulle apparizioni nella piena obbedienza alla Chiesa di Bergamo e vivendo nel nascondimento.

Da Padre Tentori, oggi anche una forte perplessità: “Non riesco prorpio a capire come si possa rimanere inermi di fronte alla tremenda attualità dei messaggi della Madonna delle Ghiaie, della Regina della Famiglia.  Assistiamo ad una terribile crisi della famiglia: conflitti tra coniugi, distanza insanabili tra genitori e figli, separazioni, divorzi, la famiglia è fragile al punto di non riuscire più ad assolvere ai compiti che le erano propri”.

In effetti la nona apparizione, è emblematica e racchiude tutti gli insegnamenti circa la santità della famiglia evidenziandone le quattro virtù indispensabili: la pazienza, la fedeltà, la mitezza e il silenzio familiare. È un autentico capolavoro di divina bontà. Si tratta dell’unica apparizione in cui la Madonna non parla ma appare con una coppia di colombi che rappresenta i due coniugi. Il cavallo, o capo famiglia, dominato dalla tentazione, abbandona la preghiera, si alza, passa dietro le spalla della Madonna, infila la porta aperta (la libertà che Dio dona ad ogni creatura), e si dirige verso un campo di gigli che vuole calpestare. La pecora bianca, l’altro coniuge, resta nella chiesa, in preghiera con le due virtù: il cane macchiato (la fedeltà tradita), l’asino grigio (la pazienza penitente che devono esercitare i coniugi). La preghiera, il valore della fedeltà offesa e della pazienza penitente scuotono Dio che manda in aiuto San Giuseppe che va a sorprendere l’animale in fallo e a riportarlo con dolcezza al perdono e alla preghiera. Così si ricompone l’unità e la santità della famiglia.

“Il matrimonio – prosegue Padre Tentori – è una grossa responsabilità verso Dio e verso il prossimo. Educare i figli, non è facile. Con i suoi messaggi la Regina della Famiglia esorta ad attingere da lei amore, e lo fa in un luogo silenzioso e intimo per ricreare l’intimità della Famiglia, in cui le crisi e le difficoltà possono essere affidate alle materne della Madonna”.

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Santa Teresina e la Vergine del sorriso (13 maggio 1883)

Posté par atempodiblog le 13 mai 2013

Santa Teresina e la Vergine del  sorriso (13 maggio 1883) dans Riflessioni teresinaelaverginedelso

Spesso si dice che santa Teresa del Bambin Gesù non ebbe mai segni, nulla di straordinario, nella sua vita… in realtà non è vero. Dio da a ogni anima dei segni… chi fa un sogno, chi vede gli occhi di un immagine muoversi e così via… i segni sono importanti, come afferma anche padre De la Potterie.

Teresa di Lisieux, gravemente ammalata, tanto da far temere per la sua vita, fu miracolosamente guarita il 13 maggio 1883, domenica di Pentecoste, dall’intervento della Santissima Vergine.

Teresina vide la statua viva e maternamente sorridente, nello splendore della sua eterna giovinezza. Anche su questa vita eccezionale la Santa Vergine ha posto il sigillo di santità. D’altra parte come avrebbe potuto essere la santa dell’infanzia spirituale senza avere la Madonna come Maestra? E non è forse la Madonna colei che ci dona il Bambino Gesù?

Sunto di una riflessione di padre Livio Fanzaga

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La missione profetica di Fatima non è conclusa

Posté par atempodiblog le 13 mai 2013

La missione profetica di Fatima non è conclusa dans Apparizioni mariane e santuari Benedetto-XVI

Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162).

Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della terra, in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna. Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità.

Benedetto XVI (13 maggio 2010)

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Marcia per la Vita: 40mila in piazza, con papa Francesco benedicente

Posté par atempodiblog le 12 mai 2013

Marcia per la Vita: 40mila in piazza, con papa Francesco benedicente dans Aborto papafrancescomarciaperl

Marcia per la Vita ha portato oggi a Roma 40mila persone, che il Papa ha salutato al Regina Coelie ha poi incontrato avvicinandosi al corteo sulla papamobile in via della Conciliazione. L’accoglienza di Papa Francesco rappresenta, secondo i promotori dell’evento, il più alto riconoscimento per l’iniziativa e la conferma della sensibilità del Pontefice ai principi non negoziabili, a cominciare dal diritto alla vita.

La Marcia per la Vita è iniziata al Colosseo con i saluti dei numerosi rappresentanti di movimenti pro-life giunti da tutto il mondo, tra i quali Jeanne Monahan, presidente della March for Life di Washington, Lila Rose, considerata dall’organizzazione abortista Planned Parenthood come la nemica numero uno, Geoffrey Strickland, di Priest for Life, il dottor Xavier Dor, medico condannato 15 volte in Francia per aver lottato contro l’aborto, Blondine Serieyx, rappresentante della Manif pour tous francese, Antony Burkhard, rappresentante di Droit de naitre, altra associazione francese impegnata nella difesa della vita e Federica Iannace Swift, dell’irlandese Youth Defence .

La nostra Marcia è quella di un popolo della vita che, difendendo la vita, vuole infondere nuova vita in una società che si decompone e muore“, ha detto Virginia Coda Nunziante, portavoce dell’evento, nel suo discorso di apertura. Ha parlato anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che ha denunciato la “strage degli innocenti” che si consuma con l’aborto. Il primo cittadino ha seguito il corteo fino a Piazza Venezia. Ha percorso invece  tutto il tragitto della Marcia, dal Colosseo a Castel Sant’Angelo, Sua Emin. il card. Raymond Leo Burke, il quale, nell’adorazione eucaristica tenutasi alla vigilia, ha definito la manifestazione “espressione di fede cattolica e atto di servizio alla società in cui viviamo e al suo bene comune“.

La Marcia si è svolta in un clima pacifico e festoso, in un tripudio di bandiere, di slogan e di cartelli grandi e piccoli inneggianti alla vita e contro la legislazione abortista vigente in Italia e altri Paesi del mondo. Tantissimi i giovani e le famiglie con bambini, a testimoniare che non di battaglia di retroguardia si tratta, ma di lotta per un avvenire e una società più giusti.

Foltissimo il numero dei religiosi presenti, tra i quali l’Istituto del Verbo Incarnato, i Francescani dell’Immacolata e gli Orionini, questi ultimi guidati dal loro superiore generale don Flavio Peloso. ,

Hanno partecipato alla Marcia, rigorosamente apartitica e senza slogan e simboli politici, diversi parlamentari, tra cui Maurizio Gasparri, Giorgia Meloni, Maurizio Sacconi, Eugenia Roccella, Carlo Giovanardi, Stefano De Lillo, Carlo Casini e Paola Binetti.

La manifestazione si è conclusa in piazza san Pietro, dove il Papa, che già aveva salutato la Marcia per la Vita nel suo Regina Coeli, è sceso tra la folla incontrando i partecipanti.

Fonte: Marcia Nazionale per la Vita

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Proclamati santi i martiri di Otranto

Posté par atempodiblog le 12 mai 2013

E’ più facile staccare la mia testa dal mio corpo, che il cuore dal mio Signore”. (Duca di Gordon)

Proclamati santi i martiri di Otranto  dans Stile di vita martiriotrantovaticano

I Martiri di Otranto ufficialmente santi. La gioia di una comunità in festa

Nella celebrazione in Piazza San Pietro la canonizzazione di Antonio Primaldo e Compagni, uccisi dai turchi nel 1480. Papa Francesco nell’omelia: “Dove trovarono la forza? La fede fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano”

Tratto da: OtrantoToday – Lecceprima.it

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Messaggio del Papa per la “Mariatona” mondiale di Radio Maria

Posté par atempodiblog le 12 mai 2013

Messaggio del Papa per la “Mariatona” mondiale di Radio Maria dans Papa Francesco I radiomaria

Messaggio audio di Papa Francesco per l’Iniziativa della prima Mariatona” mondiale di Radio Maria che si conclude oggi. Il messaggio è rivolto alle emittenti che ritrasmettono in spagnolo i programmi di Radio Vaticana. La “Mariatona” è un grande evento radiofonico che prevede il collegamento delle 65 Radio Maria operanti nei 5 continenti per alcuni momenti di preghiera e di condivisione con lo scopo di promuovere il sostegno spirituale e materiale di queste emittenti. La mobilitazione ha come slogan: “Aiutiamo la Madonna ad aiutarci!”. Di seguito il messaggio del Papa:

“Queridos hermanos, hijos queridos, sobre todo los enfermos…
Cari fratelli, figli carissimi, soprattutto i malati, carcerati, anziani, persone abbandonati, poveri, maltrattati e sfruttati. In tante periferie esistenziali, si ascolta la Voce del Vescovo di Roma, attraverso Radio Vaticana, la Radio del Papa. A tutti voi desidero di cuore avvicinarmi e accarezzarvi con l’amore e la speranza che ci regala Gesù risorto. In questa occasione benedico specialmente la Mariatona della famiglia mondiale di Radio Maria. Incoraggio tutte le persone di buona volontà di questi 65 Paesi del mondo nei 5 continenti che partecipano a queste giornate missionarie”.

Tratto da: Radio Vaticana

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Maria nostra Madre

Posté par atempodiblog le 12 mai 2013

Maria nostra Madre
Maria è madre di Cristo ma anche Madre nostra e di tutta la Chiesa
di Don Aldo Galli – Holy Queen

Maria nostra Madre dans Fede, morale e teologia Auguri-Regina-della-Pace

Il viaggio della nostra vita sarà sempre più bello se fatto in compagnia di Maria, Madre di Cristo. Il Figlio di Dio non solo ci ha donato il suo Spirito per la nostra pace, ma anche la Madre quale canale di ineffabile letizia spirituale. Come discepoli della dottrina cattolica vibrano in noi sentimenti di gioia nel constatare che la Madonna è un mistico arcobaleno che attraversa e illumina, con la dolcezza e la soavità del suo fulgore, la vita e la missione della Chiesa nonché la storia delle singole anime, dei popoli e delle intere nazioni. Se la maternità fisica di Maria si estende dal momento della annunciazione fino alla nascita del Salvatore, la sua maternità spirituale si dispiega senza limiti di spazio e di tempo su tutto l’arco della desiderata alleanza tra Dio e l’umanità sempre in vista di una letizia perenne e tutta divina. S. Bernardo sintetizza dicendo che il Figlio di Dio, pensiero di pace nel cuore del Padre divenne la nostra pace tra le braccia di Maria.

Maria, madre della Chiesa
Non c’è bisogno di sottolineare come Maria sia stata inserita per volontà divina nella realtà della Chiesa perché Maria è la Vergine fatta Chiesa. Cristo, Chiesa e Maria formano come una trinità terrestre di salvezza la cui sorgente è la trinità del cielo: Padre, Figlio e Spirito Santo. Rimane per noi consolante il fatto che la stassa Chiesa si è sempre dimostrata mariana: Maria è il suo respiro e la sua gioia.
A
l riguardo giova ricordare alcune tra le più importanti date di questo trionfo ecclesiale di Maria attraverso i secoli. Il 22 giugno 431 la Chiesa, nel Concilio di Efeso in Asia Minore glorificava la Madonna nella sua missione dichiarandola Madre di Dio (teotokos). L’8 dicembre 1854 Papa Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata Concezione, esaltando la Vergine nella sua anima tutta pura e piena di grazia.
Il 1 novembre 1950 Papa Pio XII la Madonna viene glorificata anche nel suo corpo mediante il riconoscimento dell’Assunzione al Cielo. Nel 1954, sempre ad opera di Papa Pacelli, la Madonna viene celebrata come Regina dell’Universo”, mentre Paolo VI il 21 novembre 1965 dichiarò Maria Madre della Chiesa”.
Come l’aurora tende a diventare pieno giorno, così anche la presenza di Maria tra il suo popolo di elezione continua ad espandersi provvidenzialmente. Nel 1984 Papa Giovanni Paolo II, a conclusione dell’anno santo straordinario, affida tutto il mondo a Maria Madre degli uomini e dei popoli” mentre il 1 febbraio 1985 nella sua visita in Perù incorona la Vergine come Nostra Signora dell’Evangelizzazione”. Il 7 giugno 1987 viene indetto uno speciale anno mariano perché la Vergine della Fiducia e della Tenerezza possa preparara l’umanità ad una nuova nascita spirituale di Cristo nelle anime in vista dell’anno 2000, principio del terzo millennio della storia della salvezza.

Maria, madre dei cristiani
Qualora volessimo poi leggere la mediazione della Madonna in prospettiva individuale saremmo costretti ad ammettere che Maria è elemento indispensabile per la vita e per la gioia del cristiano. Papa Paolo VI parlando ai fedeli di Cagliari radunati nel loro santuario di Bonaria disse che non possiamo essere cristiani se non siamo mariani. Il Divin Redentore volle sul Calvario legare sua madre a ogni singolo uomo, rappresentato da Giovanni (cf. Gv 19,27) per cui fin da quel momento la Madre di Gesù ha abbracciato e abbraccia continuamente nel suo inesauribile amore tutti coloro che le sono stati affidati.
Il cristiano e il santo, quale prolungamento di Cristo nel tempo, è la combinazione di due componenti vitali: lo Spirito Santo e Maria Vergine, similmente a Cristo concepito in Maria per opera del medesimo Spirito. In base a questi principi si può legittimamente pensare che lo Spirito Santo, primo attore della nostra santità, lavorerà tanto più in noi tanto più vi troverà la sua mistica sposa: Maria. Una delle espressioni più forti e dolci di un grande devoto di Maria, San Luigi Grignion de Montfort, è questa: «dove c’è molto amore e molta presenza di Maria si riceve molto Spirito Santo; dove c’è poco amore e poca presenza della Madonna si riceve poco Spirito Santo».
Dando ascolto al linguaggio delle nostre impressioni vien voglia di affermare che la Madonna, Madre dell’umanità, è una provvidenza dinamica di letizia anche per le singole nazioni. Secondo Papa Woytyla, il quale ha voluto cominciare il suo pontificato nel nome di Maria, la Madonna non solamente è agli inizi della salvezza, ma è all’origine di ogni tempo migliore. Nel suo primo viaggio in Polonia nel 1979, disse che il cuore di questa madre «pulsa con tutti gli appuntamenti della storia, con tutte le vicende della vita nazionale». Forse, consapevoli di questo, alcune città medievali (come Firenze e Venezia) incominciavano il loro anno civile non partendo dal primo gennaio bensì il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione. In Sicilia tale usanza durò fino al 1603.
Maria ci è stata donata da Dio in vista delle nostre più acute necessità: San Bernardo diceva: «se é piena di grazia in sé stessa, è per poter essere ripiena di favori per noi». È buona, potente, conosce i bisogni di tutti, i dolori umani, Ella è assunta in Cielo, ma non è lontana da noi. È con Cristo, ma lo è per noi. Abbiamo bisogno della vergine perché c’è tanto necessaria la semplicità e lo spirito d’infanzia, e non è da pessimisti se affermiamo che ci siamo complicati la vita strutturando l’esistenza di ipocrisia e di doppiezza tanto che qualcuno ha voluto sentenziare che la sola realtà del mondo è l’apparenza. Per questo sentiamo di ritornare nell’anima trasparenti e sinceri come quando eravamo bambini, come quando – vicini alla mamma terrena – si invocava la Madonna con l’Ave Maria. La Vergine tutta piena di luce e di trasparente bellezza ci invita a questa innocenza interiore. Abbiamo bisogno di ritrovare Dio come nostro amico e salvatore, Dio fonte di luce e di ogni bene, norma di giustizia, garanzia di pace, sorgente di grazia e di gaudio.
La Madonna è l’ostensorio dell’altissimo. Il suo ufficio, anche dal cielo, è quello di farci una continua donazione del suo figlio Gesù. Un nostro primo dovere verso di Lei è dunque quello della preghiera: dobbiamo pregare la Madonna e invocarla perché Ella, come nel Vangelo, interviene per noi presso il Figlio Divino e ottiene da lui miracoli che l’andamento ordinario delle cose per sé non ammetterebbe. Molti teologi sostengono infatti che Maria sia la mediatrice di tutte le grazie. Lo stesso ha detto Papa Benedetto XVI: «Non c’è frutto della grazia nella storia della salvezza che non abbia come strumento necessario la mediazione di Nostra Signora» (Omelia per la canonizzazione di fra Antônio de Sant’Ana Galvão). Antonio Rosmini, grande filosofo e grande devoto della Vergine, ci spiega che «se Gesù non può negare nulla a Maria è perché Ella è sua Madre e se Maria non può negare nulla a noi è perché siamo suoi figli». Se dunque le siamo sinceramente devoti, possiamo restare certi che non ci verrà meno quanto abbiamo bisogno per la nostra salvezza.

Divisore dans San Francesco di Sales

I DOCUMENTI PONTIFICI MARIANI DOPO IL VATICANO II

Freccia dans Viaggi & Vacanze DOCUMENTO CONCILIARE Lumen Gentium” (1964) – Capitolo VIII: La Beata Vergine Maria madre di Dio nel mistero di Cristo e della Chiesa (52-69). Sul filo della Sacra Scrittura e con riferimenti ai testi più significativi della secolare tradizione della Chiesa, il testo presenta Maria nel disegno divino della salvezza, la relazione tra Maria e la Chiesa, il culto che per lei si ha nella Chiesa.

Freccia dans Viaggi & Vacanze PAOLO VI: Signum magnum (1967) – In questa esortazione apostolica, Papa Paolo VI approfondisce due punti della dottrina e della devozione mariana che gli stanno particolarmente a cuore: i dati biblici su Maria e il vero senso della devozione a Maria nella dottrina della Chiesa.
Quindi definisce la Maternità spirituale universale di Maria come una verità di fede cattolica e, come tale, creduta e accettata dalla Chiesa.

Freccia dans Viaggi & Vacanze PAOLO VI: Marialis cultus (1974) – Scopo di questa esortazione apostolica è richiamare il popolo cristiano alla giusta devozione verso la Vergine Maria in un momento storico particolare, quando in alcuni ambiti della chiesa le pie pratiche mariane vengono trascurate. Nella liturgia il culto della Madre di Dio occupa un posto di rilievo, che non può essere dimenticato. Maria è un modello di donna forte, di piena umanità, ben diversa da come certe immagini sentimentali la descrivono. Il papa raccomanda poi di riprendere in modo più consapevole la recita del santo rosario, secondo una tradizione molto diffusa prima del Concilio Vaticano II, ma che ora deve essere meglio motivata.

Freccia dans Viaggi & Vacanze GIOVANNI PAOLO II: Redemptoris Mater (1987) – In questa enciclica dettata da una precisa occasione storica (l’indizione ufficiale dell’Anno Mariano 1987-1988) vengono approfonditi alcuni fondamentali aspetti della persona di Maria e della sua funzione nel mistero di Cristo e della Chiesa. Il Papa si ricollega con questa Enciclica al magistero dettato dal Concilio Vaticano II, secondo cui Maria è lo strumento offerto da Dio per aiutare l’uomo a comprendere il mistero di Cristo e della Chiesa; inoltre, lo stesso Concilio indicava la Madonna come la compagna prediletta dalla Chiesa nel suo pellegrinaggio terreno verso Cristo Signore.

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