Quel messaggio dal cielo: “Amatevi e non giudicate”

Posté par atempodiblog le 25 mai 2013

Quel messaggio dal cielo: “Amatevi e non giudicate”
Milioni di pellegrini ogni anno pregano la Madonna a Medjugorje. Parole segrete rivelate dai veggenti. Un posto mistico, dove il vero miracolo è la fede
di Maurizio Carvezan – Il Giornale

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Piedi nudi sulla roccia. Procedono lentamente. Una donna accompagnata da un’amica, forse una sorella. A piedi scalzi, sulla nuda pietra. Sugli spuntoni della pietra. Sulla roccia viva. Salgono, senza fiatare. Nel silenzio della notte. Sono vestite di scuro, né giovani né vecchie.

Sostano davanti alle stazioni della via Crucis. Sulla pietraia delle apparizioni. Una collina appena illuminata. Mezz’ora di ascesa, poco più. Forse per un voto. Sulla pietraia impervia, tra i cespugli. Il posto delle apparizioni, sopra il villaggio di Bijakovici, frazione di Medjugorje, Erzegovina. Il Podbrdo che domina la valle. Qui, dal 24 giugno 1981, «una figura femminile luminosa» si mostra a sei veggenti. Affida loro dei messaggi. In continuità con le apparizioni di Fatima. Contengono dei segreti sulle sorti del mondo. In una visione escatologica, di scontro fra il potere delle tenebre e il regno della luce.
I veggenti erano bambini e ragazzi. Ora sono adulti, uomini e donne sposati. La Jugoslavia era una Repubblica socialista federale. Si è divisa in piccoli Stati. C’è stata una guerra sanguinosa. Le apparizioni sono continuate e Medjugorje è stata risparmiata. Il regime comunista non poteva tollerarle. La polizia politica le ha osteggiate come ha potuto. Si calcola che dal 1981 al 1990 venti milioni di persone siano venute fin qui, pellegrine. Nonostante le difficoltà del viaggio. Nonostante l’ostilità dei governi. Nonostante l’assenza di pellegrinaggi ufficiali. Per Vittorio Messori quanto accaduto in questo paesino è «il maggior movimento di masse cattoliche del postconcilio». Ma non vengono solo cattolici. Anche curiosi, gente di tutti i tipi.

Le due donne sono arrivate. Si inginocchiano davanti alla statua della Regina della Pace. Una statua semplice. Eretta per ricordare le prime rivelazioni. C’è un giardino nel quale i devoti depositano foglietti con le invocazioni. Non sono tantissimi. A Medjugorje si viene per chiedere guarigioni spirituali più che miracoli per la salute. I lampioncini sono candele sulla pietraia. Si prega. Silenzio tutto intorno. La donna a piedi nudi si alza. Quella che la segue, forse una sorella, le porge le scarpe per scendere. Domattina, davanti alla croce blu un po’ più in basso, è attesa l’apparizione a Mirjana. Come avviene ogni secondo giorno del mese da quando la Madonna le affidò il decimo segreto, il 25 dicembre 1982. La notte sarà una lunga meditazione. Per migliaia di pellegrini l’attesa è cominciata quando sono saliti sui pullman che li hanno portati qui. Da Trento, da Cuneo, da Senigallia, da Como. Dalla Spagna, dalla Francia, dalla Germania, dalla Polonia. Molti hanno trascorso la notte in pullman. Ora si muovono a frotte, al seguìto di un sacerdote. Visitano le bancarelle. Sul piazzale dietro il santuario retto da frati francescani è in corso l’adorazione al Santissimo. Migliaia e migliaia di persone in silenzio. Code lunghissime per confessarsi, in tutte le lingue. Nei confessionali, ma anche all’aperto. Si alza il lamento di un violino. Ave marie e mercatini di souvenir. Come in tutti i luoghi di religiosità popolare. Devozione e negozi. Canti e bazar. Processioni, alberghi, pizzerie, code alle toelette, taxi. Bar con «lo spritz alla veneta». Campane che suonano. Inizia la messa in croato. Libriccini di preghiere, icone, boccette d’incenso, fazzoletti ricamati, articoli da campeggio, acquesantiere, medagliette, catenine, cartoline, gelati, crocifissi in legno pietra metalli vari, candele benedette, fotografie dei veggenti, ritratti dei veggenti, opuscoli con i segreti, manifesti con i segreti, la sede di Radio Maria, liquori e grappe di prugne, quadri a tema religioso, fotografie di Papa Francesco, rosari dovunque. Ci si può scandalizzare. Troppo mercato, troppo commercio. Folclore. Un evento religioso muove l’economia di un’ex villaggio: dov’è il male? Gestire una bancarella di rosari e immagini sacre è lavoro. Serve per mantenere una famiglia. Così come guidare il pullman che scarica in piazza i pellegrini. Quello di Chieti ha un display sul parabrezza dove scorre il testo di un messaggio: «Se sapeste quanto vi amo piangereste di gioia». Vendere vestiti, biancheria e giornali va bene, vendere icone e candele no. Se si acquista un souvenir sul Mar Rosso o a Barcellona va bene, se lo si compra a Medjugorje no. Così pensa il mondo. «Non conformatevi», dice San Paolo.

È cominciata la notte che porterà all’appuntamento tra Mirjana e la Vergine. Sulla pietraia ci sono diversi gruppi, organizzati tra loro. Sacchi a pelo, chitarre, termos. Ognuno segue un proprio copione. Il risultato è confuso. Si sovrappongono i canti di un gruppo e quelli di un altro. Le pietre ammaccano. Arriva altra gente alla spicciolata. Gli spazi si restringono. Le ore trascorrono lente. Ci si appisola. Alle cinque un sacerdote inizia a guidare la recita del rosario. Canti ingenui, semplicissimi. Persino un Romagna mia trasformato in «Madonna mia». Persino un archeologico Glory glory alleluia. Si susseguono le ave marie: in croato, italiano, francese, inglese, tedesco, polacco. In cinese, in arabo, in una lingua africana. Tutto il mondo è qui. Si prega per «quelli che non amano, non credono, non adorano». E anche «per i nostri sacerdoti». Qualcuno lo fa con trasporto, con enfasi. Come ispirato. Sembra trasognato, occhi e mani rivolti verso l’alto, in un’estasi preventiva. Accenni di fanatismo. Finalmente, dopo le otto arriva una donna bionda con occhi chiari. Mirjana Dragicevic ha 48 anni, è sposata, madre di due figlie. [...] L’intenzione di preghiera che la Vergine le ha consegnato negli anni è «per i non credenti, quelli che non conoscono l’amore di Dio». Assembramenti, macchine fotografiche, telefonini. Poco prima delle nove la preghiera s’interrompe. Quasi tutti, migliaia e migliaia, sono in ginocchio. Dopo qualche minuto viene letto il messaggio che la Madonna le ha rivelato. In croato, in inglese, infine in italiano. «Cari figli, vi invito nuovamente ad amare e a non giudicare…». Il raduno si scioglie. Ci si accalca in discesa. Esodo verso il paese. Gente di tutte le etnie, in maggioranza donne. Gente dimessa. «Ti ringrazio Padre, perché hai nascosto queste cose ai grandi e ai sapienti e le hai fatte conoscere ai piccoli» (Matteo, 11, 25).
«Il messaggio di stamattina è molto forte», riflettono tra loro due ragazzi. Laggiù le due donne vestite di scuro camminano svelte.

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