I “tre effetti” dello Spirito Santo
Posté par atempodiblog le 23 mai 2013
Papa Francesco individua “tre effetti” dovuti all’azione dello Spirito. Il primo è la “comunione”. Se Babele, constata, è il monumento alla superbia che provocherà divisione e chiusura tra gli uomini, la Pentecoste, osserva, è il suo opposto. “La lingua del Vangelo – afferma il Papa – è la lingua della comunione”:
“A volte sembra che si ripeta oggi quello che è accaduto a Babele: divisioni, incapacità di comprendersi, rivalità, invidie, egoismo. Io cosa faccio con la mia vita? Faccio unità attorno a me o divido, divido, divido con le chiacchiere, le critiche, le invidie? Cosa faccio? Pensiamo a questo! Portare il Vangelo è annunciare e vivere noi per primi la riconciliazione, il perdono, la pace, l’unità, l’amore che lo Spirito Santo ci dona”.
Secondo effetto, per l’appunto, il “coraggio”. L’esempio che Papa Francesco porta è quello di Pietro, che dopo i giorni della paura si alza in piedi la mattina di Pentecoste e parla pubblicamente di Cristo “a voce alta”. Quel coraggio viene dallo Spirito Santo, dal quale – ribadisce il Pontefice – “si sprigionano nuove energie di missione”:
“Non chiudiamoci mai a questa azione! Viviamo con umiltà e coraggio il Vangelo! Testimoniamo la novità, la speranza, la gioia che il Signore porta nella vita. Sentiamo in noi ‘la dolce e confortante gioia di evangelizzare’. Perché evangelizzare, annunziare Gesù ci dà gioia! Invece l’egoismo ci dà amarezza, tristezza, ci porta giù! Evangelizzare ci porta su!”.
Il terzo effetto, prosegue Papa Francesco, è direttamente connesso alla nuova evangelizzazione ed è chiaro: non c’è “fuoco” dello Spirito se non è invocato nella preghiera. La Chiesa deve chiederlo come gli Apostoli lo invocarono nel Cenacolo:
“Senza la preghiera il nostro agire diventa vuoto e il nostro annunciare non ha anima e non è animato dallo Spirito (…) Lasciamoci guidare da Lui, siamo uomini e donne di preghiera, che testimoniano con coraggio il Vangelo, diventando nel nostro mondo strumenti dell’unità e della comunione con Dio”.
di Alessandro De Carolis – Radio Vaticana
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