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Un pensiero mariano di san Giuseppe Moscati

Posté par atempodiblog le 6 mai 2013

Un pensiero mariano di san Giuseppe Moscati dans Citazioni, frasi e pensieri Blessed-Moscati

O Maria, ricordateVi che siamo vostri, proteggeteci Voi, rendeteci penitenti, convertiteci.

dagli scritti del Prof. G. Moscati

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Il mese di maggio con Don Bosco e Domenico Savio

Posté par atempodiblog le 6 mai 2013

Il mese di maggio con Don Bosco e Domenico Savio dans Mese di maggio con Maria domenicosaviodonbosco

«Sul finire del mese di aprile (1856), Domenico Savio si era presentato a don Bosco, chiedendogli come avrebbe potuto celebrare santamente il mese di Maria.

- Lo celebrerai, gli rispose don Bosco, con l’esatto adempimento dei tuoi doveri, raccontando ogni giorno ai compagni un esempio in onore di Maria e procurando di regolarti in modo da poter fare in ciascun giorno la santa comunione.

- Ciò procurerò di fare puntualmente; ma qual grazia dovrò domandare?

- Domanderai alla santa Vergine che ti ottenga da Dio sanità e grazia per farti santo.

- Sì! Che mi aiuti a farmi santo!» (cfr MB V, 462).

Tratto da: donbosco.it

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Il Santo Rosario

Posté par atempodiblog le 6 mai 2013

Il Santo Rosario dans Citazioni, frasi e pensieri Maria-e-il-santo-Rosario

Il Rosario è un colloquio con Lei (la Madonna). Noi lo recitiamo alla Sua presenza. Se non la vediamo come Bernadette con gli occhi della carne, possiamo però vederLa con gli occhi del cuore. Se preghiamo con fede, Lei ci ascolta. Mentre scorriamo la corona, passando in rassegnai misteri della redenzione, Lei ci rafforza nella fede, purifica il nostro cuore e fortifica la nostra volontà sulla via del bene.

Padre Livio Fanzaga

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Il senso delle preghiere mariane

Posté par atempodiblog le 6 mai 2013

Il senso delle preghiere mariane dans Citazioni, frasi e pensieri josemariaescrivbambini

Guardate: per Maria, nostra Madre, saremo sempre piccoli, perché la Madonna  ci apre la strada del Regno dei Cieli, che sarà donato a chi si fa bambino [Cfr  Mt 19, 14]. Dalla Madonna non ci dobbiamo mai separare. E come le renderemo  onore? Frequentandola, parlandole, esprimendole il nostro affetto, meditando nel  nostro cuore le scene della sua vita terrena, raccontandole le nostre lotte, i  nostri successi e i nostri insuccessi.

In questo modo scopriremo — come  se le recitassimo per la prima volta — il senso delle preghiere mariane, che da  sempre si recitano nella Chiesa. Che cosa sono l’Ave Maria e l’Angelus se non le lodi ardenti alla Maternità divina? E nel santo  Rosario — meravigliosa devozione che non mi stancherò mai di raccomandare a  tutti i cristiani — passano per la nostra mente e per il nostro cuore i misteri  dell’esistenza mirabile di Maria, che sono anche i misteri fondamentali della  fede.

San Josemaría Escrivá de Balaguer

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La sofferenza

Posté par atempodiblog le 6 mai 2013

La sofferenza dans Citazioni, frasi e pensieri bimbacroceges

O Madre di Dio, la Tua anima è stata immersa in un mare di amarezze: guarda alla Tua bambina ed insegnale a soffrire e ad amare nella sofferenza. Fortifica la mia anima, in modo che il dolore non la spezzi. O Madre della grazia, insegnami a vivere con Dio. Una volta mi venne a trovare la Madonna. Era triste, aveva gli occhi abbassati verso il suolo, mi fece capire che aveva qualche cosa da dirmi, ma nello stesso tempo si comportava come se non volesse parlarmene. Quando lo compresi, cominciai a pregare la Madonna che me lo dicesse e volgesse lo sguardo verso di me. In un attimo Maria si rivolse a me sorridendo cordialmente e disse: «Dovrai soffrire a causa di una malattia e dei medici. Inoltre avrai sofferenze per quell’immagine. Ma non aver paura di nulla». Il giorno dopo mi ammalai e soffrii molto, proprio come mi aveva detto la Madonna, ma la mia anima è preparata alle sofferenze. La sofferenza è la compagna costante della mia vita.

Santa Faustina Kowalska

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I suicidi? Uno choc. Ma non nei numeri

Posté par atempodiblog le 6 mai 2013

I suicidi? Uno choc. Ma non nei numeri dans Articoli di Giornali e News vittoriofeltri

Ieri ci siamo occupati di omicidi e abbiamo scoperto, non senza sorpresa, che noi italiani siamo scarsi anche come criminali, benché la mafia, la ‘ndrangheta e la camorra ci diano una mano per non «sfigurare» troppo nelle statistiche: i delitti diminuiscono a vista d’occhio e negli ultimi lustri siamo scesi sotto quota 3.000 l’anno. Fra l’altro abbiamo appurato che tra i morti ammazzati sono più numerosi gli uomini delle donne, quindi parla a vanvera chi invoca pene particolarmente severe per coloro i quali commettono femminicidio.
Certamente fa più notizia una ragazza sgozzata dopo uno stupro che non un pensionato fatto secco da un rapinatore: della prima si occupano le televisioni importanti; del secondo – che finendo all’altro mondo alleggerisce il deficit dell’Inps – si cura al massimo qualche gazzetta locale, un trafiletto in cronaca e pedalare. In ogni caso, chi dipinge – lo facciamo tutti – il nostro Paese come la culla della delinquenza, altro che del diritto, sbaglia sapendo di sbagliare. Transeat.
Oggi, per completare l’opera di controinformazione, ci dedichiamo ai suicidi, di cui abbiamo esaminato le cifre finora trascurate dai giornali, impegnati come sono a dare spiegazioni sociologiche degli «insani gesti» compiuti da poveracci soccombenti nelle liti con il fisco. Anche in questo tragico campo c’è l’abitudine di raccontare frottole, ma senza l’aggravante della cattiva fede.
Secondo l’Istat, gli italiani che si sono tolti la vita nel 2012 sono stati 3.048 ovvero 5,6 ogni 100mila abitanti, media nazionale. In assoluto, sono troppi, ne conveniamo. Ma se compariamo i dati di casa nostra con quelli della Francia, dove i suicidi sono stati 11mila nello stesso periodo, dobbiamo ammettere di essere un popolo strafelice, nonostante Equitalia, la disoccupazione crescente, l’economia che langue, lo spread altalenante e la penuria di euro. Si dirà che i transalpini costituiscono un’eccezione negativa. Può darsi. Ma che dire allora dell’invidiata e stimata Germania che, grazie ad Angela Merkel, domina i mercati e fa la voce grossa in Europa? I tognini che hanno optato di affidare l’anima al barcaiolo Caronte sono stati 10mila, poco meno dei francesi e oltre tre volte i nostri compatrioti.
Nulla da obiettare? Le statistiche che riportiamo non provengono dalla mutua, ma dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e dal Centro culturale Die Kulturinitiative. I tedeschi che si uccidono volontariamente superano quelli che crepano per incidenti, violenze e droghe. Si vede che non stanno meglio di noi sotto il profilo della serenità. Idem, a maggior ragione, i francesi.
Altra statistica illuminante. Rispetto agli anni Novanta, gli italiani suicidi sono calati in misura assai considerevole, passando da una media di 8,3 ogni centomila abitanti, a 5,6. Da notare che il tasso di suicidi nel mondo è salito negli ultimi 45 anni del 60 per cento. Sapete perché? Uomini e donne hanno cominciato a sopprimersi anche nei cosiddetti Paesi in via di sviluppo. Probabilmente è il benessere che danneggia la salute mentale, non la miseria.
Nella speciale classifica internazionale di chi si è dato la morte, noi siamo al 64° posto, la Francia al 24°, la Germania al 47°. Da qui si evince che nemmeno in questa lugubre materia eccelliamo; difatti, tra i Paesi della Ue, siamo piazzati in fondo alla graduatoria. Inutile addentrarsi in complicate analisi: noi preferiamo tirare a campare in qualche modo di qua, piuttosto che trasferirci nell’aldilà con la speranza di trovarci il Paradiso. O, forse, abbiamo adottato la filosofia partenopea: piangere e fottere. A morire c’è sempre tempo. Non lo dico così per dire. In effetti, il più basso tasso di suicidi nella penisola si registra in Campania: 2,6 ogni 100 mila abitanti. Mentre in Friuli Venezia Giulia si riscontra un’impennata: 9,8; idem in Valle d’Aosta (9) e in Trentino Alto Adige (8,7). Rammento che la media nazionale è di 5,6. Nel Mezzogiorno non ci sarà lavoro, i redditi saranno da fame, si pagherà il pizzo, però non manca il buonumore che aiuta a sopportare la fatica di vivere.
C’è solo un’osservazione da aggiungere. La nostra propensione a non cedere alla depressione non è solamente caratteriale; è accertato: qui si mangia meglio che altrove, il clima è buono, non siamo ancora riusciti a distruggere l’ambiente, le case (anche le più bruttine) sono ospitali. Soprattutto, abbiamo imparato nei secoli ad arrangiarci. È un’arte che, se esercitata bene, tiene lontano dalla tomba.

di Vittorio Feltri – Il Giornale

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Voci su Ratzinger a Medjugorje. Il mio sogno

Posté par atempodiblog le 6 mai 2013

Voci su Ratzinger a Medjugorje. Il mio sogno
di Antonio Socci – Libero

Voci su Ratzinger a Medjugorje. Il mio sogno dans Antonio Socci gospamadonnamedjugorje

Col ritorno del papa emerito in Vaticano ho fatto una sorta di sogno, uno di quei sogni a occhi aperti che sono talora ispirati da voci e boatos che circolano in diversi ambienti.
Ho dunque “sognato” di ricevere la notizia secondo cui Joseph Ratzinger intende recarsi a Medjugorje.
Un simile clamoroso evento sarebbe considerato bellissimo da milioni di pellegrini e devoti della “Regina della pace”. Ma – è ovvio – solleverebbe anche molte opposizioni.
Perché tanto clamore? Anzitutto perché una simile visita potrebbe essere considerata da alcuni come un’implicita approvazione delle apparizioni della Madonna che da trent’anni avvengono nel villaggio della Bosnia Erzegovina.
Già questo susciterebbe alcuni malumori. Tuttavia c’è una risposta che confuta tali obiezioni: Ratzinger infatti non è più il Pontefice in carica e Medjugorje è pur sempre una parrocchia della Chiesa Cattolica, anzi un Santuario mariano, che vede arrivare tantissimi sacerdoti, pellegrini e anche diversi vescovi.
Quindi la visita privata del vescovo emerito di Roma di per sé non significherebbe uno “strappo”. Da Papa non avrebbe potuto farlo con un viaggio ufficiale. Come non poté farlo Giovanni Paolo II. E’ noto che papa Wojtyla credeva all’autenticità delle apparizioni di Medjugorje (lo ha dichiarato più volte, durante colloqui personali, a tanti interlocutori diversi).
Tuttavia – pur desiderandolo – non si è mai recato nel villaggio proprio perché il suo arrivo lì come Papa avrebbe significato una sorta di riconoscimento formale, mentre gli eventi erano (e sono) tuttora in corso.
Un giorno ad alcuni vescovi e sacerdoti da lui ricevuti in udienza, che dopo sarebbero andati in pellegrinaggio a Medjugorje, papa Wojtyla disse: “Medjugorje, Medjugorje. E’ il centro spirituale del mondo”. Tante volte manifestò il suo desiderio di recarvisi.
Ratzinger è sempre stato più cauto su queste apparizioni. Io stesso nell’ottobre 2004 ne parlai a lungo, personalmente, con lui. Mi sembrò che non avesse pregiudizi, ma fosse anche molto attento a valutare tutte le testimonianze e le diverse posizioni (positive e negative) in campo.
Mi parve molto toccato dalle tante conversioni. Ma il suo atteggiamento era improntato a grande cautela.
Proprio per questa prudenza, per questo suo atteggiamento che vuole capire, da papa aveva istituito una commissione di studio su quegli eventi. Commissione che ha lavorato e sta lavorando con molta serietà e attenzione.
Ripensando a queste premesse il “sogno” di un suo eventuale viaggio, se si realizzasse, sorprenderebbe. E si potrebbe interpretare in diversi modi.
Una prima ipotesi: andare a vedere di persona, a verificare con i propri occhi, nel luogo dove – ancor prima dei miracoli – si verificano tantissime conversioni.
Oppure – seconda ipotesi – Ratzinger potrebbe voler ringraziare là dove la Madonna ha incessantemente chiesto ai fedeli digiuni e preghiere per i pastori della Chiesa, in primis per i pontefici.
Tuttavia questo potrebbe significare che qualcosa di clamoroso è accaduto. Infatti cosa potrebbe provocare una svolta e una decisione così stupefacente se non un segno soprannaturale inequivocabile che Joseph Ratzinger potrebbe aver ricevuto, cioè una ‘chiamata’ che non si può non ascoltare”?
Riflettendoci mi sono tornate in mente le parole del suo ultimo Angelus da papa, il 24 febbraio 2013, che – alla luce di questo mio “sogno” – acquisterebbero una risonanza tutta particolare.
Spiegando ai fedeli a cosa si sentiva chiamato, dopo la rinuncia al pontificato, prendendo spunto dal Vangelo di quella domenica, sulla Trasfigurazione, Benedetto XVI disse:

“Meditando questo brano del Vangelo, possiamo trarne un insegnamento molto importante. Innanzitutto, il primato della preghiera, senza la quale tutto l’impegno dell’apostolato e della carità si riduce ad attivismo… Inoltre, la preghiera non è un isolarsi dal mondo e dalle sue contraddizioni, come sul Tabor avrebbe voluto fare Pietro, ma l’orazione riconduce al cammino, all’azione. ‘L’esistenza cristiana – ho scritto nel Messaggio per questa Quaresima – consiste in un continuo salire il monte dell’incontro con Dio, per poi ridiscendere portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio’ (n. 3)”.

Poi concluse:

“Cari fratelli e sorelle, questa Parola di Dio la sento in modo particolare rivolta a me, in questo momento della mia vita. Il Signore mi chiama a ‘salire sul monte’, a dedicarmi ancora di più alla preghiera e alla meditazione. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi, se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze. Invochiamo l’intercessione della Vergine Maria: lei ci aiuti tutti a seguire sempre il Signore Gesù, nella preghiera e nella carità operosa”.

C’è anzitutto il tema della preghiera, il suo primato, che è pure il cuore del messaggio di Medjugorje. In secondo luogo c’è  quell’espressione “il Signore mi chiama a salire sul monte”, che già fece riflettere quando fu pronunciata.
L’eventuale pellegrinaggio a Medjugorje e la salita del papa emerito sul monte delle apparizioni darebbero un significato ancora più profondo a quelle parole. E farebbero riflettere seriamente tutti sulle apparizioni della “Regina della pace”.
Di certo possiamo dire ciò che pensano i milioni di fedeli che vanno in pellegrinaggio in questo paesino della ex Jugoslavia: la presenza quotidiana della Madonna fra noi da più di trent’anni può avere un solo significato, un soccorso straordinario alla Chiesa per un tempo terribile.
Un soccorso che forse già era stato preannunciato nel 1830 dalla Madonna stessa a santa Caterina Labouré, all’inizio delle grandi apparizioni pubbliche che hanno caratterizzato gli ultimi duecento anni.
Lì a Parigi, a Rue du Bac, disse testualmente: “Il momento verrà, il pericolo sarà grande. Tutto sembrerà perduto. Allora io sarò con voi”.
Non sembra una prefigurazione di questo nostro tempo?
Che si realizzi o meno il mio “sogno” sul viaggio del papa emerito, che si dimostrino fondate o no quelle voci, i fatti di Medjugorje e le parole che lì pronuncia la Vergine sono reali, straordinari, e inducono a meditare su noi stessi, sulla nostra vita e sull’ora presente dell’umanità.

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