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Buon mese di maggio!!

Posté par atempodiblog le 1 mai 2013

Sii tu l’Angelo del mio Rosario, fa che ogni “Ave Maria” sia un fiore immortale, e ogni “posta” una conquista di Cielo!

Buon mese di maggio!! dans Citazioni, frasi e pensieri Madonna

O Maria facci sempre sperimentare i benefici del Tuo Cuore di Madre, della Tua sovrana protezione.

Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

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Marija Pavlovic Lunetti risponde alle critiche su Medjugorje

Posté par atempodiblog le 1 mai 2013

Estratto di un’intervista a Marija Pavlovic Lunetti su Medjugorje
Marija Pavlovic Lunetti risponde alle critiche su Medjugorje
Tratta da: 
Sette”, inserto del Corriere della Sera – di Michele Brambilla (22/11/2002)
Fonte: Blog Lourdes

Marija Pavlovic Lunetti risponde alle critiche su Medjugorje dans Medjugorje marijapavloviclunetti

Michele Brambilla: La Chiesa non ha ancora riconosciuto le apparizioni. Per lei è un problema, questo?
Marija: No, perché la Chiesa si è sempre comportata così. Finché le apparizioni continuano, non può pronunciarsi.
M.B: Quanto dura una delle sue apparizioni quotidiane?
Marija: Cinque, sei minuti. L’apparizione più lunga è durata due ore.
M.B: Lei La” vede sempre uguale?
Marija: Sempre uguale. Come una persona normale che mi parla, e che possiamo anche toccare.
M.B: Molti obiettano: i fedeli di Medjugorje seguono i messaggi che voi riferite più delle Sacre Scritture.
Marija: Ma la Madonna nei messaggi ci ha detto proprio questo: mettete le Sacre Scritture bene in vista nelle vostre case, e leggetele tutti i giorni”. Ci dicono anche che adoriamo la Madonna e non Dio. Anche questo è assurdo: la Madonna non fa altro che dirci di mettere Dio al primo posto nella nostra vita. E ci dice di stare nella Chiesa, nelle parrocchie. Chi torna da Medjugorje non diventa un apostolo di Medjugorje: diventa un pilastro delle parrocchie.
M.B: Si obietta anche che i messaggi della Madonna che voi riferite sono piuttosto ripetitivi: pregare, digiunate.
Marija: Evidentemente ci ha trovati con la testa dura. Evidentemente vuole svegliarci, perché oggi preghiamo poco, e nella vita al primo posto non mettiamo Dio, ma altre cose: la carriera, il denaro…
(…)
M.B: Nessuno di voi è diventato prete, o suora. Cinque di voi si sono sposati. Questo vuol forse dire che oggi è importante fare famiglie cristiane?
Marija: Per tanti anni ho pensato che sarei diventata suora. Avevo cominciato a frequentare un convento, il desiderio di entrarvi era fortissimo. Ma la madre superiora mi ha detto: Marija, se tu vuoi venire, sei la benvenuta; ma se il vescovo decide che non devi più parlare di Medjugorje, devi obbedire. A quel punto ho cominciato a pensare che forse la mia vocazione era quella di testimoniare ciò che ho visto e sentito, e che avrei potuto cercare la via della santità anche fuori dal convento.
M.B: Che cos’è per lei la santità?
Marija: Vivere bene la mia vita di tutti i giorni. Diventare una madre migliore, e una sposa migliore.
(…)
M.B:  Che cosa ha provato quando ha visto che i giornali cattolici come Jesus vi hanno attaccati?
Marija: Per me è stato uno choc vedere che un giornalista abbia potuto scrivere certe cose senza cercare di conoscere, di approfondire, di incontrare qualcuno di noi. Eppure io sto a Monza, non avrebbe dovuto fare mille chilometri.
M.B: Ma lei avrà messo in preventivo che non tutti possono crederle, no?
Marija: Certo, è normale che ciascuno sia libero di credere o no. Ma da un giornalista cattolico, vista la prudenza della Chiesa, non mi sarei aspettata un simile comportamento.

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“La scorciatoia per il Cielo? È Maria”

Posté par atempodiblog le 1 mai 2013

“La scorciatoia per il Cielo? È Maria”
di Maria Di Lorenzo – Madre di Dio

“La scorciatoia per il Cielo? È Maria” dans Padre Pio padrepiomadonnages

Padre Pio da Pietrelcina fu un grande maestro di devozione mariana, espressa con accenti teneri e straordinari nelle molte lettere che egli ha scritto ai suoi figli spirituali, dove la Madonna viene definita la “purissima conchiglia da cui è venuta fuori la Persona divina del Verbo incarnato”.

Espressivo dipinto della devozione di Padre Pio alla Vergine.Un bambino di sette anni, Matteo Pio Colella, figlio di un medico dell’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, viene colpito improvvisamente da una meningite fulminante. È il 20 gennaio 2000. Dopo una nottata di febbrili tentativi per salvargli la vita, i medici si arrendono, visto il progressivo e inarrestabile deterioramento delle funzioni vitali. La letteratura scientifica internazionale in questi casi documenta la mortalità quando cinque organi vengono compromessi e nel piccolo Matteo sono ben nove gli organi collassati: non resta che pregare.
Nel Santuario di San Giovanni Rotondo si organizza una veglia di preghiera, una catena orante a cui partecipano tante persone, tutti devoti di Padre Pio. Si invoca il miracolo per questo bambino in fin di vita. E il miracolo, per intercessione del beato, arriva. Il bimbo si sveglia dal coma e dopo un po’ è lì che gioca tutto tranquillo con la sua playstation nel reparto di rianimazione. Nonostante i danni che ha subìto, il suo fisico non presenta strascichi e, quel che risulta veramente incomprensibile, non ha nessuna lesione cerebrale. Matteo risulta guarito, in maniera subitanea e perfetta, dopo le preghiere al Beato di Pietrelcina.
È questo il miracolo ufficialmente riconosciuto dalle Autorità vaticane che lo condurrà presto alla gloria degli altari, la notizia attesa lungamente dai fedeli di tutto il mondo: Padre Pio diventa Santo.

Figlio dell’obbedienza
Francesco Forgione nasce a Pietrelcina, provincia di Benevento, il 25 maggio 1887. I suoi genitori, Grazio e Giuseppa, sono poveri contadini, ma assai devoti: in famiglia il rosario si pregava ogni sera in casa tutti insieme, in un clima di grande e filiale fiducia in Dio e nella Madonna.
I
l soprannaturale irrompe assai presto nella vita del futuro Santo: fin da bambino egli riceveva visite frequenti di Gesù e Maria, vedeva demoni e angeli, ma poiché pensava che tutti avessero queste facoltà non ne faceva parola con nessuno. Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entra in Convento e da francescano cappuccino prende il nome di fra Pio da Pietrelcina. Diventa sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Vuole partire missionario per terre lontane, ma Dio ha su di lui altri disegni, specialissimi.
I primi anni di sacerdozio sono compromessi e resi amari dalle sue pessime condizioni di salute, tanto che i Superiori lo rimandano più volte a Pietrelcina, nella casa paterna, dove il clima gli è più congeniale. Padre Pio è malato assai gravemente ai polmoni. I medici gli danno poco da vivere. Come se non bastasse, alla malattia si vanno ad aggiungere le terribili vessazioni a cui il demonio lo sottopone, che non lasciano mai in pace il povero frate, torturato nel corpo e nello spirito.

Padre Pio rapito nella contemplazione dell'Ostia mentre celebra l'Eucarestia nel Convento di San Giovanni Rotondo.
Padre Pio rapito nella contemplazione dell’Ostia mentre celebra l’Eucarestia
nel Convento di San Giovanni Rotondo.

Nel 1916 i Superiori pensano di trasferirlo a San Giovanni Rotondo, sul Gargano, e qui, nel Convento di S. Maria delle Grazie, ha inizio per Padre Pio una straordinaria avventura di taumaturgo e apostolo del confessionale. Un numero incalcolabile di uomini e donne, dal Gargano e da altre parti dell’Italia, cominciano ad accorrere al suo confessionale, dove egli trascorre anche quattordici-sedici ore al giorno, per lavare i peccati e ricondurre le anime a Dio. È il suo ministero, che attinge la propria forza dalla preghiera e dall’altare, e che Padre Pio realizza non senza grandi sofferenze fisiche e morali.
Il 20 settembre 1918, infatti, il Cappuccino riceve le stimmate della Passione di Cristo che resteranno aperte, dolorose e sanguinanti per ben cinquant’anni. Padre Pio viene visitato da un gran numero di medici, subendo incomprensioni e calunnie per le quali deve sottostare a infamanti ispezioni canoniche; il frate delle stimmate si dichiara “figlio dell’obbedienza” e sopporta tutto con serafica pazienza. Infine, viene anche sospeso a divinis e solo dopo diversi anni, prosciolto dalle accuse calunniose, può essere reintegrato nel suo ministero sacerdotale.
Quando muore, il 23 settembre 1968, a 81 anni, le stimmate scompaiono dal suo corpo e, davanti alle circa centomila persone venute da ogni dove ai suoi funerali, ha inizio quel processo di santificazione che ben prima che la Chiesa lo elevasse alla gloria degli altari lo colloca nella devozione dei fedeli di tutto il mondo come uno dei Santi più amati dell’ultimo secolo.

Camera da letto nella masseria dei Forgione, a Piana Romana (Pietrelcina).
Camera da letto nella masseria dei Forgione, a Piana Romana (Pietrelcina).

Itinerario mistico con Maria
La sua celletta, la numero 5, portava appeso alla porta un cartello con una celebre frase di S. Bernardo: “Maria è tutta la ragione della mia speranza”. Maria è il segreto della grandezza di Padre Pio, il segreto della sua santità. A Lei, nel maggio 1956, dedica la “Casa Sollievo della Sofferenza”, una delle strutture sanitarie oggi più qualificate a livello nazionale e internazionale, con 70.000 ricoveri l’anno, attrezzature modernissime e collegamenti con i principali istituti di ricerca nel mondo.
Negli anni ‘40, per combattere con l’arma della preghiera la tremenda realtà della seconda guerra mondiale, Padre Pio diede avvio ai Gruppi di Preghiera, una delle realtà ecclesiali più diffuse attualmente nel mondo, con oltre duecentomila devoti sparsi in tutta la terra. Con la “Casa Sollievo della Sofferenza” essi costituiscono la sua eredità spirituale, il segno di una vita tutta dedicata alla preghiera e contrassegnata da una devozione ardente alla Vergine.

Matteo Pio Colella tra mamma Maria Lucia Ippolito e babbo Antonio. Sulla destra, il fratello maggiore Alessandro.
Matteo Pio Colella tra mamma Maria Lucia Ippolito e babbo Antonio. 
Sulla destra, il fratello maggiore Alessandro.

Da lei il frate si sentiva protetto nella sua lotta quotidiana col demonio, il “cosaccio” come lo chiamava, e per ben due volte la Vergine lo guarisce miracolosamente, nel 1911 e nel 1959. In quest’ultimo caso i medici lo avevano dato proprio per spacciato quando, dopo l’arrivo della Madonna pellegrina di Fatima a San Giovanni Rotondo, il 6 agosto 1959, Padre Pio fu risanato improvvisamente, tra lo stupore e la gioia dei suoi devoti.
“Esiste una scorciatoia per il Paradiso?”, gli fu domandato una volta. “Sì”, lui rispose, “è la Madonna”.Essa – diceva il frate di Pietrelcina – è il mare attraverso cui si raggiungono i lidi degli splendori eterni”. Esortava sempre i suoi figli spirituali a recitare il Rosario e a imitare la Madonna nelle sue virtù quotidiane quali l’umiltà, la pazienza, il silenzio, la purezza, la carità. “Vorrei avere una voce così forte – diceva – per invitare i peccatori di tutto il mondo ad amare la Madonna”.
Lui stesso aveva sempre la corona del Rosario in mano. Lo recitava incessantemente per intero, soprattutto nelle ore notturne. “Questa preghiera – diceva – è la nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità”.
Il suo testamento spirituale, alla fine della sua vita, fu: “Amate la Madonna e fatela amare. Recitate sempre il Rosario”.

Veduta esterna della Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, monumento della carità dei devoti di Padre Pio in tutto il mondo.
Veduta esterna della Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo,
monumento della carità dei devoti di Padre Pio in tutto il mondo.

La “clientela” mondiale di Padre Pio
Su di lui in questi anni si sono scritti molti fiumi di inchiostro. Un incalcolabile numero di articoli e tantissimi libri; si conta che, approssimativamente, sono più di 200 le biografie a lui dedicate solo in italiano. Fra le più belle segnaliamo Padre Pio. Fede Sofferenza Amore (Edizioni Dehoniane, Roma), frutto della penna di P. Gabriele Amorth, famoso esorcista e mariologo, che di Padre Pio è stato figlio spirituale e lo ha conosciuto molto bene. Altrettanti numerosi sono video e cd-rom dedicati alla sua figura, audiovisivi realizzati in maggior parte dalla San Paolo, fra cui Padre Pio, il frate delle stimmate, a cura di Bruno Simonetto, con interessanti testimonianze di coloro che conobbero in vita il “crocifisso” del Gargano.
“Farò più rumore da morto che da vivo”, aveva pronosticato il Padre con la sua solita arguzia. Quella di Padre Pio è veramente una “clientela” mondiale: per la sua canonizzazione in piazza San Pietro si attende una folla oceanica, pari se non superiore a quella che il 2 maggio 1999 partecipò al rito della sua beatificazione.
Perché tanta devozione per questo san Francesco del Sud? Padre Raniero Cantalamessa lo spiega così: “Se tutto il mondo corre dietro a Padre Pio – come un giorno correva dietro a Francesco d’Assisi – è perché intuisce vagamente che non sarà la tecnica con tutte le sue risorse, né la scienza con tutte le sue promesse a salvarci, ma solo la santità. Che è poi come dire l’amore”.

 Padre Pio bacia la statua della Madonna di Fatima.
Padre Pio bacia la statua della Madonna di Fatima.

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