Commento di p. Livio al messaggio di Medjugorje del 25/05/2013

Posté par atempodiblog le 31 mai 2013

“Cari figli,
oggi vi invito ad essere forti e decisi nella fede e nella preghiera affinché le vostre preghiere siano tanto forti da aprire il Cuore del mio amato Figlio Gesù.
Pregate, figlioli, senza sosta affinché il vostro cuore si apra all’Amore di Dio.
Io sono con voi, intercedo per tutti voi e prego per la vostra conversione.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Commento di p. Livio al messaggio di Medjugorje del 25/05/2013 dans Medjugorje Madonna

Commento di Padre Livio di Radio Maria al messaggio del 25 maggio

Per capire l’importanza di questo messaggio, bisogna tener presente che questo messaggio ci accompagna, ci introduce nel mese di Giugno, che è il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, festa che tra poco celebreremo, preceduta dalla festa del Cuore Immacolato di Maria.

Quindi non dobbiamo meravigliarci se al centro di questo messaggio ci sia da una parte “il Cuore del mio amato Figlio Gesù”, dall’altra i nostri cuori che si devono aprire all’Amore di Dio.

Quindi la Madonna ci invita, in questo mese di Giugno, all’incontro dei cuori, cioè del nostro cuore col Cuore di Gesù in modo tale che, come ha detto in un altro messaggio: “il nostro cuore, il suo Cuore, il Cuore di Gesù siano un solo cuore di amore e di pace”.

Questa è la prospettiva dunque, però quello che colpisce in questo messaggio è che la Madonna ci invita ad “essere forti e decisi nella fede e nella preghiera”, cioè la Madonna si rende conto, lo sa benissimo, ce lo ha ripetuto attraverso il Papa più volte, specialmente quando il Papa si è rivolto ai giovani e ha detto: “oggi dovete essere forti e decisi per andare contro corrente”, la Madonna sa che viviamo in un mondo che “è immerso nelle tenebre della menzogna e della morte”, come ha detto in tanti messaggi. Nell’ultimo messaggio a Mirjana ha detto: “non correte sulla via della perdizione”.

Quindi la Madonna vede questa deriva del mondo che rischia di trascinare con sé molti cristiani, perché non sono forti e decisi nella fede, non hanno detto il loro “sì, sì!”. Come la Madonna ci ha detto più volte, rimangono come canne sbattute dal vento, si lasciano influenzare dalle menzogne del mondo, dalle false luci, dalle false gioie, dai falsi proclami, dai falsi profeti!

Molto spesso noi cristiani cerchiamo da una parte di accontentare il mondo che è dentro di noi e quindi schiacciamo l’occhio al mondo e dall’altra cerchiamo di tener buono Dio, perché abbiamo paura che ci manchi la Sua benedizione.

Cioè sono i famosi cristiani tiepidi di cui parla l’Apocalisse e di cui appunto Gesù dice: “poiché non sei né freddo, né caldo, ma sei tiepido, io ti rigetto, ti vomito fuori” e questa è la tentazione nella quale spesso molti di noi che abbiamo risposto alla chiamata viviamo, ma non abbiamo ancora preso una decisione irrevocabile, totale, radicale e cioè non abbiamo deciso per la preghiera, non abbiamo deciso per Dio, non abbiamo deciso per la conversione, non abbiamo deciso per il Paradiso, non abbiano deciso di combattere il peccato, non abbiamo ancora dato quella svolta radicale alla nostra vita per cui sbandiamo: un po’ siamo di Dio, un po’ siamo del mondo e così, in questo modo, non siamo né carne né pesce!

Il tempo che ci aspetta è un tempo di prova, c’è un vento forte, una bufera, gli alberi che non hanno radici profonde vengono sradicati, le case che non sono costruite sulla roccia vengono spazzate via.

Andiamo incontro a tempi in cui la bufera satanica sarà sempre più intensa, la seduzione sempre più forte, le prove sempre più dure e perciò dobbiamo essere saldi, radicati nella fede, forti nella fede.

Come si diventa forti e radicati nella fede? Mediante la preghiera. Mediante la preghiera con la quale decidiamo la conversione, perché è nella preghiera che noi vediamo che non siamo né carne né pesce, che siamo incerti, che viviamo nel compromesso, un po’ Dio, un po’ il mondo, un po’ zolfo, un po’ acqua santa!

In questo modo il diavolo ci sradica come niente fosse. La Regina della Pace ha detto una volta: “vi agita come foglie al vento”, o peggio ancora, “satana si prende gioco di voi ed Io non posso aiutarvi, perché vi siete allontanati dal mio Cuore”.

Quindi la Madonna vuole che nella preghiera, nella preghiera continua, nel bussare al Cuore di Cristo senza interruzione, senza mai stancarsi, noi chiediamo la grazia della fortezza, della decisione, della perseveranza, della radicalità, in modo tale da entrare nella forza dell’amore. Come si entra nella forza dell’amore?

Si entra nella forza dell’amore aprendo il cuore all’amore di Gesù, vedendo il Suo amore intenso, vedendo come siamo amati e quindi anche noi aprirci al Suo amore, dedicare a Lui la nostra vita, amarLo sopra ogni cosa, fare i sacrifici che ci richiede, fare le battaglie che ci richiede, fare le rinunce che ci richiede, fino a dare la nostra vita per Lui, questa è una grazia troppo grande, però, se il Signore la dà, la prendiamo volentieri, perché questo, cari amici, è il seguace che la Madonna vuole, cioè vuole gente “forte e decisa nella fede e nella preghiera”. Se non abbiamo questa fortezza, questa decisione, dice la Madonna, non stanchiamoci di bussare al Cuore del suo amato Figlio, finché anche il nostro cuore si apra all’Amore di Dio.

Poi quando c’è l’amore di Dio dentro il cuore, per Dio si fa qualsiasi cosa! Tutte le grandi imprese, tutte le grandi conversioni, tutte le imprese più nobili, tutte le cose più belle, nascono dall’Amore di Dio, dal fatto che abbiamo deciso che l’Amore di Dio si impossessi dei nostri cuori e allora le cose più grandi sono alla nostra portata, perché Dio ce le fa fare, diventiamo strumenti della Sua gloria!

La Madonna poi dopo aver indicato quello che dobbiamo fare in questo mese di Giugno, cioè metterci davanti al Cuore di Cristo, bussare a questo Cuore, chiedere la forza e la decisione di essere radicali nel Suo amore, dice: “Io sono con voi, intercedo per tutti voi e prego per la vostra conversione”, “vi accompagno, vi proteggo, vi prendo per mano, vi sollevo, vi consolo, vi guarisco, vi tengo sul Mio petto, vi tengo sulle Mie ginocchia, vi prendo per le mani”, insomma, tutte espressioni che la Madonna ci ha detto, perché è la Madre, è la Madre che ha il compito di portare tutti noi suoi figli a suo Figlio Gesù!

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

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Corigliano e il fattore peccato originale

Posté par atempodiblog le 31 mai 2013

Corigliano e il fattore peccato originale
di Roberta Vinerba – La nuova Bussola Quotidiana

Corigliano e il fattore peccato originale dans Articoli di Giornali e News fabianaluzzifoto

“Anche lui è una povera vittima”. Siamo abituati ad udire queste parole in bocca ai genitori dell’assassino. Poco invece sulle labbra della madre della vittima. Ho sobbalzato nel leggere le parole della madre di Fabiana, la sedicenne di Corigliano massacrata da quello che le cronache chiamano “fidanzatino”. Ho sobbalzato perché in un tempo nel quale i genitori di un ragazzo che si macchia di delitti anche efferati sogliono sempre scusarlo, il dolore che si colora di compassione, diventa uno schiaffo in pieno viso a noi, uomini e donne eredi di quei cattivi maestri che ci hanno insegnato che il peccato non esiste, che l’uomo nasce buono e che è la società che lo peggiora, che con una buona teoria si può costruire sulla terra il paradiso.

Sì, ascoltando le parole di quella donna mi sono chiesta: di cosa è vittima questo ragazzo? La tragedia è talmente grande, il mistero del male che racchiude il fatto è talmente profondo che qualunque contributo, sociologico, pedagogico, psicologico è ben accolto. Eppure sento che le spiegazioni che si possono dare – pur tutte lecite perché contengono una scintilla di verità – non colgono l’abisso, non attingono a quel “pozzo dell’abisso” che è il cuore umano.

Cosa nasconde in sé un ragazzo che ha la freddezza di dire ai coetanei di dover andare a comprare la benzina sapendo in cuor suo della ragazza agonizzante sulla quale l’avrebbe cosparsa? È sufficiente ragionare di valori che mancano? Ci basta parlare della scuola che latita? E ancora: la solita argomentazione, giusta certamente, della crisi della famiglia?
Non c’è forse qualcosa di più profondo, di più oscuro, di più antico e originario che sta all’uomo come una ferita putrescente dalla quale si sprigionano gas sulfurei, dolore, cancrena che prende possesso di tutto il corpo fino a farne una enorme massa decomposta?

La questione è tutta qui: ci stupiamo ogni volta della profondità dell’abisso della malvagità umana perché ci dimentichiamo che l’uomo è ferito nella libertà, nella volontà, nella conoscenza. Dimentichiamo, perché ci fa comodo crederci onnipotenti, buoni, liberi, adulti, emancipati, che l’essere umano è un poveraccio che ai piedi dell’albero del bene e del male ha scelto il male. Vogliamo dimenticarci che il peccato originale esiste, che agli albori del mio essere vi è una impossibilità, quella di amare, di essere libero per amare.

Senza la rivelazione della redenzione operata da Cristo che come una lama di luce incide la realtà del peccato e la mostra nel mentre l’annienta; senza la grandezza inaudita di un Dio che muore, non potremmo mai intuire – non dico comprendere, ma almeno intuire – l’enormità della ferita del peccato che spinge l’uomo alla malvagità e alla distruzione.

Se Dio è diventato peccato per annullare nella sua carne il peccato, vuol dire che vi è nell’uomo una forza che lasciata a sé lo annienta. Senza questa verità sull’uomo, non si capisce l’uomo. Senza attingere alla natura ferita e redenta, ferita ma redenta, come è possibile tenere insieme, ad esempio, il realismo e la speranza educativa? Come la colpa e la redenzione? Come il delitto e il riscatto? Come la giustizia e il perdono? Solo il realismo cristiano che conosce il Nuovo Adamo, sa trattare col vecchio Adamo.

Il ragazzo di Corigliano è vittima, sì, nel modo più radicale e atroce: vittima del peccato. Vittima e carnefice, ma carnefice perché vittima. L’uomo è questo: ogni carnefice è tale perché prima è vittima. E se è vittima è anche riscattabile, anzi, già riscattato. Da qui si apre il discorso sulla responsabilità: prima di tutto personale, poi familiare e sociale. Ma se non ammettiamo la grandezza di una coscienza ottenebrata dal peccato non ammettiamo neppure la grandezza della possibilità del riscatto. Se non si scende negli inferi di quello che si è commesso, se non si guarda senza pietà fin dove ci si è spinti, come potrà emergere l’altra grandezza, quella che risplende nella croce del Signore che vuole salvare anche questo ragazzo, anche lui, figlio Suo?

E infine, non posso parlare di questo assassino senza dire di me. Non posso stare davanti allo schermo a guardare, come se questo fatto non riguardasse anche me, non fosse una tragica ma concreta possibilità anche per me. L’antropologia cristiana, così cruda, così tragica, così magnifica, dice a me che la bestia dorme anche dentro di me. Dice che non ho nessuna assicurazione che mai si sveglierà. So anzi, molto bene che sbuffi del suo sonno leggero ne odo a volontà: le mie ire, le mie avarizie, i miei tradimenti, il mio orgoglio, la mia lussuria, la mia ipocrisia, la mia pigrizia, che cosa sono se non i segni della presenza della bestia in me? Devo guardarla negli occhi e non rifuggirla, chiamarla per nome e non negarla. Dai miei inferi posso allora dire: siano rese grazie a Dio che mi salva, mi ha già salvata da me stessa, dal mio inferno personale. Lui, diventato vittima per me. E mai come quando mi inginocchio davanti a questa Vittima – riconoscendo il mio peccato nel Suo perdono – divento grande, risplende la bellezza della natura umana nella sua verità.

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A Maria SS. della perpetua visitazione

Posté par atempodiblog le 31 mai 2013

A Maria SS. della perpetua visitazione
del Beato Giustino Russolillo
Tratta da: Il Granellino

A Maria SS. della perpetua visitazione dans Don Giustino Maria Russolillo Visitazione

Ci uniamo, o Santa Vergine Maria, alla riverenza e alla gioia muta di S. Zaccaria, di S. Elisabetta, al gaudio e all’esultanza del Battista, alla festa di tutte le anime e i popoli nell’accogliere le Vostre visite inaspettate tanto salutari per la gloria eterna.

Voi ci portate Gesù! Prima che si offra per noi nel mistero del Suo Sacrificio, prima che si doni a noi nel mistero della Sua dottrina, prima che ci conquisti nell’operazione de’ Suoi prodigi.

Egli si offre per noi nel Vostro seno verginale, viene a noi nella Vostra visitazione, ci parla con le Vostre parole, ci santifica con la Vostra presenza. Da quale misteriosa ragione ci viene l’onore e il beneficio ineffabile della Vostra visita? Come mai Voi lasciate la solitudine di Nazareth e il raccoglimentodella santa Casa?

Voi Vi mettete nelle vie del mondo, verso le nostre case di peccatori, proprio quando, divenuta Madre di Dio, sembrava che doveste starvene maggiormente in Dio solo.

Ma venendo a noi, Voi non uscite dal Vostro rapimento nel Signore! Voi maggiormente Vi sprofondate nel mistero della Redenzione cominciata con l’Incarnazione in Voi del Verbo Divino!

Voi Vi portate le anime con la forma più gloriosa di ringraziamento alla grazia divina, qual è questa della Vostra cooperazione all’opera divina.

Da quale misteriosa ragione ci viene l’onore e il beneficio inestimabile della Vostra visita? Non dalla solita carità e umiltà del Vostro cuore, o Vergine amatissima e umilissima!

Esso ci viene dalla carità e umiltà dello stesso Cuore di Gesù che palpita in Voi e eleva la Vostra umiltà e carità, alla suprema somiglianza e unione con l’umiltà e carità Sua divina.

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Nella visitazione di Maria ricevo quella di Gesù

Posté par atempodiblog le 31 mai 2013

Nella visitazione di Maria ricevo quella di Gesù dans Citazioni, frasi e pensieri Magnificat

“Tu mi porti Gesù, nella Tua santa visitazione, ricevo quella di Gesù, vieni e resta sempre con me, Santa Maria” .

Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

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Offerta del cuore a Maria

Posté par atempodiblog le 31 mai 2013

Offerta del cuore a Maria dans Don Dolindo Ruotolo madonnamaggioges

L’anima: O Maria, o Madre mia cara, sono giunta alla fine del tuo mese, e mi sento nel cuore un rammarico: in questo tempo mi affidai a te, e tu, da buona Mam­ma mia, mi conducesti per mano e mi inse­gnasti tante verità. Ora che è terminato il mese mi pare quasi di rimanere abbando­nata a me stessa. Sono inesperta, debole, miserabile, ho bisogno sempre di te, Mam­ma mia, e perciò Ti affido e Ti consacro tutto il mio cuore.
Eccolo, lo metto nelle Tue mani, lo affido alla Tua misericordia. Lo accetti Tu, o buona Mamma? Io Te lo do senza riserve, perché so bene che dandolo a Te lo do a Dio. Tu sei mediatrice tra Lui e la creatura, Tu sei l’Avvocata dei poveri peccatori, Tu sei la speranza nostra!

La Madonna: Vieni, o mia piccola figlia, io Ti ricevo e Ti accolgo nel mio Cuore. Qui è il tuo rifugio, il tuo asilo di pace; Io ti suggello in esso… Vieni a Me! Questo Mio Cuore è la via del Cielo; Io ti faccio passare per Me per condurti un giorno in seno a Dio. Confida in Me, confortati. Passerà il tuo esilio penoso, e ti accompagnerò Io stessa nella Patria celeste.

Il mese di Maggio è terminato, ma non è terminato il Mio amore per te: Io ti be­nedico. Vivi in pace, in comunione con Gesù Eucaristia, vivi una vita di rassegnazione alla Volontà di Dio, di preghiera e di ca­rità; fuggì il peccato, ama la virtù… un giorno Mi vedrai in Cielo e finiranno tutte le tue ansietà e le tue pene. Amen.

Giaculatoria: Dolce Cuore di Maria, siate la salvezza mia.

Fioretto: Passate questo giorno in atto di fiducia incondizionata a Maria.

di Don Dolindo Ruotolo
Una profonda riforma del cuore alla scuola di Maria – Casa Mariana

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Preghiera a Gesù Sacramentato

Posté par atempodiblog le 30 mai 2013

Preghiera a Gesù Sacramentato dans Citazioni, frasi e pensieri corpusdomini

O Amore eterno, o Gesù, che Ti sei chiuso in quest’Ostia, celando la Tua divina Maestà e la Tua bellezza, lo fai, per darTi tutto alla mia anima, e non spaventarLa con la Tua immensità.

O Amore eterno, o Gesù, che Ti sei nascosto nel pane, Eterno splendore, inimmaginabile sorgente di felicità e di gioia, che vuoi essere il mio paradiso in terra, e lo sei quando mi comunichi il Tuo amore divino.

Santa Faustina Kowalska

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Giovanna d’Arco: il martirio sulla piazza di Rouen (30 maggio 1430)

Posté par atempodiblog le 30 mai 2013

Giovanna d'Arco: il martirio sulla piazza di Rouen (30 maggio 1430) dans Libri 2utiyig

Pierre Cauchon ha pilotato il processo in modo tale che arrivasse alla conclusione voluta dagli inglesi: la condanna per eresia e la pena capitale. In un primo momento Giovanna, spaventata da una morte in mezzo alle fiamme, ritratta. Poi però si riprende e afferma: “Dio mi ha trasmesso, per bocca di Santa Caterina e Santa Margherita, una grande pietà per questo grave tradimento, al quale ho acconsentito facendo abiura e ritrattazione per salvare la vita”. “Responsio mortifera” (risposta mortale), afferma il cancelliere.

Il vescovo non aspetta altro e così, all’indomani, Giovanna vede entrare nella sua cella due frati domenicani, incaricati di prepararla alla morte e al rogo. “Quando alla povera donna fu annunciata la morte di cui quel giorno doveva morire, ella incominciò a gridare in modo straziante e a strapparsi i capelli da fare pietà”. “Povera me  – grida – venire trattata con tanto orrore e crudeltà da dover vedere il mio corpo, assolutamente puro, che mai ha conosciuto la corruzione, consumarsi e ridursi in cenere! Ah, preferirei centro volte essere decapitata che essere bruciata in questo modo!”. Pierre Cauchon, che entra nella prigione in quel momento, si sente dire: “Vescovo, io muoio per mano vostra… E’ per questo che mi affido a Dio, perché vi giudichi”. Giovanna si confessa e chiede la comunione, che non le viene negata.

Mentre recitava “le sue lodi e le lamentazioni devote a Dio” fu condotta legata al rogo, in mezzo a due ali di folla. Chiede un crocifisso e un frate corre a prenderlo in una chiesa vicina e lo tiene davanti ai suoi occhi fino alla fine. E’ lui che ci descrive gli ultimi istanti: “Giovanna, fra le fiamme, non cessò
mai di pronunciare e confessare ad alta voce il santo nome di Gesù, implorando e invocando senza sosta l’aiuto dei santi e delle sante del Paradiso. E ancora, rendendo il suo spirito e reclinando la testa, ella pronunciò il nome di Gesù, mostrando di avere una fede fervente in Dio”. Era il 30 maggio 1430; aveva superato da cinque mesi i diciannove anni.

Tratto da: Pellegrino a quattro ruote — Padre Livio Fanzaga

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Sacerdoti, canali di grazie e di vita

Posté par atempodiblog le 29 mai 2013

“Figli miei, pregate per i pastori. Che le vostre labbra siano chiuse ad ogni condanna, perché non dimenticate: mio Figlio li ha scelti, e solo Lui ha il diritto di giudicare. Vi ringrazio”. (Medjugorje, 2/01/2013)
Sacerdoti, canali di grazie e di vita dans Don Dolindo Ruotolo sacerdotem
E’ purtroppo facile sentir mormorare contro coloro che guidano la Chiesa Cattolica. Spesso anche anime che si dicono pie, e persino qualche ministro dell’Altare, non se ne fanno scrupolo, illudendosi di separare le persone dall’ufficio che compiono e di parlare per amore di giustizia.

E’ una suggestione diabolica, che tende a sottrarre le anime dei fedeli, e molto più quelle dei Sacerdoti dal centro della vita, dal cuore stesso della Chiesa. La mormorazione è di per sé un peccato; anche quando è dissimulata sotto l’orpello della deplorazione del male e dello zelo, non può venire che dal nemico: è zizzania soprasseminata al grano per soffocarne la vita.

Nel Clero superiore e dirigente ci possono essere anche delle persone censurabili; ci sono state, ci saranno, perché la Chiesa è formata anche Essa da viatori fragili e capaci di colpe; il censurarle però non significa migliorarle, ma sottrarsi invece ai raggi benefici della loro potestà, per immergersi nella fuligginosa nube delle loro debolezze; è un errore gravissimo che porta la morte ed intacca l’unità del Corpo Mistico del Redentore. Sarebbe mortale per un bambino che avesse una certa percezione delle cose, badare al naso lungo o adunco della mamma e staccarsi dal suo petto vivificante sol perché il naso gli ripugna; non è il naso che lo nutre ma il latte, ed il latte viene dalle profondità della vita materna, non dalle sue particolari fattezze.

E’ un errore staccarsi dalla vivificante unione coi capi del Corpo Mistico di Gesù, per mormorare delle loro miserie personali; è un errore, perché essendo essi canali di grazie e di vita, non ce la trasmettono se noi non l’attingiamo, come la mamma non nutre il piccino se egli stesso non succhia. La storia ci mostra che anche superiori non santi hanno potuto guidare ed alimentare anime sante anzi le hanno santificate, perché queste attingevano da essi la vita della quale erano canali ed istrumenti, senza badare alle loro debolezze personali.

Don Dolindo Ruotolo

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La Chiesa ci porta a Cristo

Posté par atempodiblog le 29 mai 2013

La Chiesa ci porta a Cristo dans Misericordia papafrancesco

«Ancora oggi qualcuno dice: “Cristo sì, la Chiesa no”. Come quelli che dicono “io credo in Dio ma non nei preti”. Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci porta a Dio; la Chiesa è la grande famiglia dei figli di Dio. Certo ha anche aspetti umani; in coloro che la compongono, Pastori e fedeli, ci sono difetti, imperfezioni, peccati, anche il Papa li ha e ne ha tanti. Ma il bello è che quando noi ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia».

divisore dans Medjugorje

iconarrowti7 A me basta sapere che la Chiesa è divina… (di Léon Bloy)

iconarrowti7 Pensieri sul Sacramento dell’Ordine (del Santo Curato d’Ars)

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La Cattedrale di Reims

Posté par atempodiblog le 29 mai 2013

La Francia Medievale
La Cattedrale di Reims
Luogo privilegiato di incontro fra arte e storia, la cattedrale di Reims è uno dei preziosi scrigni in cui l’Europa custodisce tuttora le sue radici cristiane.
di Michela Gianfranceschi – Radici Cristiane

La Cattedrale di Reims dans Apparizioni mariane e santuari reimscattedrale

La città di Reims, nella regione della Champagne-Ardenne, nella Francia settentrionale, custodisce alcuni tesori dell’arte, musei e monumenti, simboli ancora oggi delle importanti vicende storiche cui la città fece da sfondo. Particolarmente la Cattedrale di Notre Dame rappresenta un simbolo della cultura storica e artistica della Cristianità tutta.

sanremigioreims dans Viaggi & Vacanze

Storia e architettura intrecciate
La Cattedrale di Reims, gioiello dell’arte e della cultura gotica, fu innalzata all’inizio del XIII secolo su un sito consacrato che aveva fino a quel momento ospitato numerosi altri edifici sacri. L’area è identificabile con l’antica Durocortorum gallo-romana in cui sorse il primitivo tempio cristiano, in seguito sostituito nel IV secolo dalla costruzione della prima cattedrale, consacrata nel 401 dal vescovo Nicasio.
Costui, quando nel 407 Reims subì il terribile assedio dei vandali, si rifiutò di abbandonare la cattedrale e anzi spronò la popolazione a restare nella città e a pregare per il nemico, accettando con serenità anche il sacrificio della vita.
Il racconto agiografico giunto fino a noi principalmente tramite le parole dello storico Flodoardo nella sua Historia Remensis ecclesiae (X sec.) descrive il giovane e coraggioso Nicasio immobile davanti all’entrata della cattedrale insieme alla sorella, la vergine Eutropia, pronto a fronteggiare l’orda di barbari pregando ad alta voce.
La testa di Nicasio fu mozzata senza pietà e ruzzolando sul sagrato continuò a scandire la preghiera rivolta al Signore «Vivifica me, Domine, secundum verbum tuum» (Salmo 118) che aveva iniziata, gettando nel terrore gli invasori sanguinari che abbandonarono a causa di ciò la città. San Nicasio divenne perciò patrono di Reims.
Alla fine del V secolo, durante la notte di Natale del 496, all’interno di quella stessa prima cattedrale di Reims il vescovo san Remigio incoronava il re merovingio Clodoveo, convertitosi alla fede cattolica. Da allora la cattedrale, consacrata secondo la leggenda dalla presenza dello Spirito Santo giunto in occasione di quell’originario rito, divenne il luogo eletto per le successive incoronazioni dei Re di Francia.
Alla metà del IX secolo l’edificio venne ampiamente restaurato e nuovamente consacrato alla Vergine Maria, titolo che secondo alcune fonti trova origine fin dal tempo di Nicasio. Nel 987, alla morte dell’ultimo rappresentante regale della dinastia di Carlo Magno, l’incoronazione di Ugo Capeto, membro della famiglia dei conti di Parigi, segna un altro fondamentale passaggio storico, dando inizio alla dinastia reale dei Capetingi, principale ramo dei Re di Francia.
Le cronache medievali segnalano alla metà del X secolo un imponente rinnovamento edilizio nei territori del regno francese e i lavori promossi a Reims dall’arcivescovo Adalberone (969-989) ne sono un fulgido esempio, stando al racconto del monaco Richerio nella sua Storia di Francia.
Ovviamente le nuove acquisizioni tecniche, relative soprattutto ai sistemi di copertura, non mutarono eccessivamente l’elemento stilistico, ma anzi favorirono una continuità ideologica tra gli stili, dal carolingio, maestoso e rappresentativo (un esempio per tutti il ricchissimo complesso palaziale di Aquisgrana), passando per il preromanico, fino a giungere al primo stile romanico, saldo e concreto, che affondava fortemente nella terra i muri delle proprie chiese e, con essi, i pilastri della Fede. Sempre più frequentemente si usava la pietra come principale materiale costruttivo; la distribuzione delle imponenti masse dava a questo iniziale stile romanico un aspetto monumentale e volutamente concentrato sui volumi.
Il rinnovamento edilizio, che coincise proprio con il regno di Ugo Capeto, fu principalmente sostenuto dalle più importanti gerarchie ecclesiastiche che si sobbarcarono le immani spese della riedificazione e del restauro di numerose chiese abbaziali e cattedrali, oltre alla promozione di una fioritura decorativa, in particolare scultorea, che determinò una nuova sensibilità artistica.
Accanto ai potenti prelati si distinguono tuttavia anche molte figure di mecenati laici, principi e ricchi signori del tempo, desiderosi di partecipare, in accordo con la Chiesa di Roma, a tale ondata di ripristino dei luoghi della Fede.
Una architettura innovativa e una imponente produzione di apparati e arredi liturgici costituiscono il principale benvenuto dell’Europa al nuovo millennio, latore di rafforzata speranza, che, invece, precedentemente era mancata a causa del timore per l’imminente fine di un’era, rendendo anche l’operato artistico decadente e poco convinto. Tale lettura vuole ovviamente indicare una tendenza e non un sistema definito, ma va tenuta presente nell’analisi dell’architettura religiosa di quel periodo.

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Il messaggio cristiano nelle forme del gotico francese
Nel 1210 un incendio sviluppatosi nel centro cittadino di Reims rase al suolo la cattedrale antica fino a quel momento luogo santo e teatro di vicende storiche. Fu subito chiaro che la chiesa doveva risorgere ancora una volta in quello stesso punto per un senso di continuità con il passato, e dunque i lavori, promossi dall’arcivescovo Aubry de Humbert, cominciarono poco tempo dopo nel 1211.
Prese allora forma la cattedrale così come oggi la conosciamo, anche se i secoli trascorsi hanno lasciato spietati segni nella sua struttura: il cantiere che si protrasse durante tutto il XIII secolo portò alla luce uno dei più spettacolari emblemi dell’architettura gotica francese.
La cattedrale, a croce latina, si articola su tre navate che, giunte all’altezza del coro, vengono affiancate da una doppia fila di navatelle che accompagnano le tre principali, movimentando e allargando ulteriormente lo spazio del transetto e culminando nella zona dell’abside in cinque cappelle radiali. L’effetto scenografico è ulteriormente ribadito dalla navata principale che supera in lunghezza le altre due, rimarcando il senso longitudinale della pianta.
La cattedrale rimase tuttavia incompiuta: delle sette torri che secondo l’originario progetto si sarebbero dovute innalzare, due in corrispondenza di ogni facciata e una a coronamento dell’incrocio fra la navata principale e il transetto, ne furono costruite solo due, collocate ai lati della facciata occidentale. L’opera fu portata a termine solo nel 1475.
Alle tre navate della chiesa corrispondono, all’esterno, tre portali sulla facciata occidentale profondamente strombati, secondo la tradizione del gotico francese, con al centro un rosone. Più in alto ancora un enorme rosone, originariamente ricolmo di vetri colorati, e finestre dalla forma molto allungata, quasi dei tagli nella parete, garantiscono superbi effetti di luce all’interno.
Le ricche decorazioni scultoree che rivestono l’edificio internamente ed esternamente raccontano le storie sacre, insieme alle vicende che resero nel tempo la cattedrale di Reims un luogo di culto così speciale.
La porta centrale narra le storie della Vergine Maria cui la chiesa è dedicata, mentre i portali laterali presentano brani del Giudizio finale e della Passione di Cristo. Allo stesso modo sono decorati anche i portali dei bracci del transetto con le raffigurazioni dei vescovi della città e di Gesù (portali a nord) e con figure di santi e profeti (portali a sud). Al di sopra del rosone principale, nella facciata occidentale, si sviluppa tra le due torri campanarie una lunga galleria con le rappresentazioni dei re, culminante nella figura al centro di Clodoveo nell’atto di ricevere il battesimo.

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Un racconto appassionato della Cristianità
La chiesa così riccamente realizzata sui più noti modelli dell’architettura gotica d’oltralpe, fu luogo privilegiato per le cerimonie di incoronazione dei Re di Francia, da san Luigi IX nel 1226 all’ultimo re Borbone Carlo X nel 1825.
Nel frattempo, i nefasti effetti della Rivoluzione Francese, che avevano trasformato per un breve lasso di tempo l’edificio in “Tempio della Ragione”, si mostravano nella dispersione e distruzione di molte sculture e arredi sacri, tra cui la venerata Santa Ampolla, parte del tesoro della cattedrale, che costituiva la memoria dell’antica fiala con il crisma utilizzato durante le incoronazioni.
Anche in seguito la chiesa andò incontro a un destino di rovina, quando l’artiglieria tedesca nel corso della Prima Guerra Mondiale distrusse intere parti dell’edificio, fra cui la copertura e le vetrate, ma sempre si risollevò e, grazie all’interessamento di molti, come era accaduto fin dall’epoca medievale, venne restaurata e ricostruita.
Questo perché la cattedrale di Reims, con le sue numerose statue e raffigurazioni scultoree che ancora oggi si affacciano tra gli elementi architettonici delle facciate e delle pareti interne, accendendo di vita la fredda pietra, e con le vicende storiche che nei secoli l’hanno attraversata, rappresenta ancora oggi un racconto appassionato della cristianità.

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Preghiera a San Giuseppe di don Tino Rolfi

Posté par atempodiblog le 28 mai 2013

Preghiera a San Giuseppe di don Tino Rolfi dans Don Tino Rolfi San-Giuseppe

O glorioso Patriarca San Giuseppe,

che hai avuto l’onore di essere sposo

della Vergine Maria,

e di assistere e proteggere,

come padre affettuoso,

lo stesso Figlio di Dio sceso sulla terra,

prega Iddio per noi.

Donaci le Tue virtù:

la pazienza, la mitezza,

l’umiltà, la fede, l’amore vero.

Guidaci in ogni passo e

difendici da ogni pericolo.

Sostienici nella lotta quotidiana

contro lo Spirito Maligno,

affinché un giorno noi possiamo

vederTi e contemplarTi,

e godere con Te la visione beatifica di Dio.

Amen.

di Don Tino Rolfi

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Gesù Eucaristico

Posté par atempodiblog le 28 mai 2013

Gesù Eucaristico dans Citazioni, frasi e pensieri 5a6hs

“Dalla Tua intercessione mi aspetto, o S. Maria, quella perfetta comunione col divino Cuore Eucaristico di Gesù, col quale possa pervenire all’unione con la SS. Trinità!”.

“Il mio Signore Gesù è il Vivente. Lo cercherò Vivente! Lo avrò Vivente. Vivente nell’Eucarestia. Vivente nella Sua Chiesa. Vivente nei Suoi servi. Vivente alla destra del Padre. Vivente in cerca delle Sue pecorelle smarrite. Lo cercherò soprattutto nell’Eucarestia e nei peccatori”.

Beato Giustino Maria della Santissima Trinità Russolillo

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Il Papa: chi si avvicina alla Chiesa trovi porte aperte e non controllori della fede

Posté par atempodiblog le 27 mai 2013

Il Papa: chi si avvicina alla Chiesa trovi porte aperte e non controllori della fede dans Don Dolindo Ruotolo dondolindoruotolo

“…lo zelo, fiore della carità è prima di tutto misericordia, non si sdegna, non irrompe, non si sente diviso da colui che vuol curare, ma lo guarda fraternamente. Lo zelo che viene dalla natura è demolizione, è uragano; lo zelo che viene dalla carità spirituale è invece generazione di anime, è pioggia fecondante, è sole che penetra placidamente e vivifica le piante, senza strapparle, è tenerezza spirituale che rende il cuore dolce e materno verso chi ha bisogno di rivivere, di risanarsi…”.

Don Dolindo Ruotolo – Veni, Sancte Spiritus

tenerezzapapafrancesco dans Fede, morale e teologia

Il Papa: chi si avvicina alla Chiesa trovi porte aperte e non controllori della fede
Quanti si avvicinano alla Chiesa trovino le porte aperte e non dei controllori della fede: è quanto ha affermato il Papa durante la Messa a Santa Marta. Ha concelebrato il cardinale Agostino Cacciavillan, presidente emerito dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Era presente un gruppo di sacerdoti.
di Sergio Centofanti – Radio Vaticana

Il Vangelo del giorno ci parla di Gesù che rimprovera i discepoli che vogliono allontanare i bambini che la gente porta al Signore perché li benedica. “Gesù li abbraccia, li baciava, li toccava, tutti. Ma si stancava tanto Gesù e i discepoli” volevano impedirlo. E Gesù s’indigna: “Gesù si arrabbiava, alcune volte”. E dice: “Lasciate che vengano a me, non glielo impedite. A chi è come loro, infatti, appartiene il Regno di Dio”. “La fede del Popolo di Dio – osserva il Papa – è una fede semplice, è una fede forse senza tanta teologia, ma con una teologia dentro che non sbaglia, perché c’è lo Spirito dietro”. Il Papa cita il Concilio Vaticano I e il Vaticano II, laddove si dice che “il popolo santo di Dio … non può sbagliarsi nel credere” (Lumen Gentium). E per spiegare questa formulazione teologica aggiunge: “Se tu vuoi sapere chi è Maria vai dal teologo e ti spiegherà bene chi è Maria. Ma se tu vuoi sapere come si ama Maria vai dal Popolo di Dio che lo insegnerà meglio”. Il popolo di Dio – prosegue il Papa – “sempre si avvicina per chiedere qualcosa a Gesù: alcune volte è un po’ insistente in questo. Ma è l’insistenza di chi che crede”:

“Ricordo una volta, uscendo nella città di Salta, la Festa patronale, c’era una signora umile che chiedeva a un prete la benedizione. Il sacerdote le diceva: ‘Bene, ma signora lei è stata alla Messa!’ e le ha spiegato tutta la teologia della benedizione nella Messa. Lo ha fatto bene … ‘Ah, grazie padre; sì padre’, diceva la signora. Quando il prete se ne è andato, la signora si rivolge ad un altro prete: ‘Mi dia la benedizione!’. E tutte queste parole non sono entrate, perché lei aveva un’altra necessità: la necessità di essere toccata dal Signore. Quella è la fede che troviamo sempre e questa fede la suscita lo Spirito Santo. Noi dobbiamo facilitarla, farla crescere, aiutarla a crescere”.

Il Papa cita poi l’episodio del cieco di Gerico, rimproverato dai discepoli perché gridava verso il Signore: “Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!”:

“Il Vangelo dice che volevano che non gridasse, volevano che non gridasse e lui gridava di più, perché? Perché aveva fede in Gesù! Lo Spirito Santo aveva messo la fede nel suo cuore. E loro dicevano: ‘No, non si può! Al Signore non si grida. Il protocollo non lo permette. E’ la seconda Persona della Trinità! Guarda cosa fai…’ come se dicessero quello, no?”.

E pensa all’atteggiamento di tanti cristiani:

“Pensiamo ai cristiani buoni, con buona volontà; pensiamo al segretario della parrocchia, una segretaria della parrocchia… ‘Buonasera, buongiorno, noi due – fidanzato e fidanzata – vogliamo sposarci’. E invece di dire: ‘Ma che bello!’. Dicono: ‘Ah, benissimo, accomodatevi. Se voi volete la Messa, costa tanto…’. Questi, invece di ricevere una accoglienza buona – ‘E’ cosa buona sposarsi!’ – ricevono questo: ‘Avete il certificato di Battesimo, tutto a posto…’. E trovano una porta chiusa. Quando questo cristiano e questa cristiana ha la possibilità di aprire una porta, ringraziando Dio per questo fatto di un nuovo matrimonio… Siamo tante volte controllori della fede, invece di diventare facilitatori della fede della gente”.

E’ una tentazione che c’è da sempre – spiega il Papa – che è quella “di impadronirci, di appropriarci un po’ del Signore”. E racconta un altro episodio:

“Pensate a una ragazza madre, che va in chiesa, in parrocchia e al segretario: ‘Voglio battezzare il bambino’. E poi questo cristiano, questa cristiana le dice: ‘No, tu non puoi perché non sei sposata!’. Ma guardi, che questa ragazza che ha avuto il coraggio di portare avanti la sua gravidanza e non rinviare suo figlio al mittente, cosa trova? Una porta chiusa! Questo non è un buon zelo! Allontana dal Signore! Non apre le porte! E così quando noi siamo su questa strada, in questo atteggiamento, noi non facciamo bene alle persone, alla gente, al Popolo di Dio. Ma Gesù ha istituito sette Sacramenti e noi con questo atteggiamento istituiamo l’ottavo: il sacramento della dogana pastorale!”.

“Gesù si indigna quando vede queste cose” – sottolinea il Papa – perché chi soffre è “il suo popolo fedele, la gente che Lui ama tanto”:

“Pensiamo oggi a Gesù, che sempre vuole che tutti ci avviciniamo a Lui; pensiamo al Santo Popolo di Dio, un popolo semplice, che vuole avvicinarsi a Gesù; e pensiamo a tanti cristiani di buona volontà che sbagliano e che invece di aprire una porta la chiudono … E chiediamo al Signore che tutti quelli che si avvicinano alla Chiesa trovino le porte aperte, trovino le porte aperte, aperte per incontrare questo amore di Gesù. Chiediamo questa grazia”.

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Alla SS. Trinità per Maria

Posté par atempodiblog le 26 mai 2013

Alla SS. Trinità per Maria dans Citazioni, frasi e pensieri Maria-e-la-Trinit

Frequenta le tre Persone, Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo. E per arrivare alla Trinità Beatissima, passa attraverso Maria.
Forgia, 543 

Come piace agli uomini sentirsi ricordare la loro parentela con personaggi della letteratura, della politica, delle armi, della Chiesa…!
—Canta davanti alla Vergine Immacolata e ricordale: ave Maria, Figlia di Dio Padre; ave Maria, Madre di Dio Figlio; ave Maria, Sposa di Dio Spirito Santo… Più di te, soltanto Dio!
Cammino, 496

di San Josemaría Escrivá de Balaguer

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Donne, ideologia travestita da solidarietà

Posté par atempodiblog le 26 mai 2013

Donne, ideologia travestita da solidarietà
di Donata Fontana – La nuova Bussola Quotidiana

Donne, ideologia travestita da solidarietà dans Aborto chimeforchange

In questi giorni la tv trasmette lo spot di “Chime For Change”, fondazione patrocinata dal noto marchio di moda Gucci e impegnata per lo sviluppo e la tutela delle donne, in ogni parte del mondo. Bellissime del cinema e della musica hanno prestato volto e voce come testimonial delle iniziative promosse dalla fondazione, si spera non a scopo di lucro: Salma Hayek, Beyoncè e tante altre raccontano alla telecamera che sì, le donne sono forti, hanno una voce che va ascoltata e possono farcela persino «a diventare Presidente degli Stati Uniti», ma devono essere protette e aiutate, riconoscendo loro dignità, libertà, istruzione e salute.

Tanto di cappello all’iniziativa, specie se queste Very Important signore hanno devoluto a scopo benefico il loro compenso per aver girato lo spot; ma, a guardar bene, la retorica trionfa ancora, se pensiamo alla misura sicuramente spropositata di tale compenso che, probabilmente, una donna “normale” guadagna sì e no in un anno. Forse, alle donne che lavorano ogni giorno poco interessa che quelle attrici dicano loro che è possibile farcela, perché – a ben vedere – ce la fanno già da sole ogni giorno, con o senza mariti accanto, con uno, due o tanti figli a carico e mille e uno problemi da risolvere.

Quando sentiamo, poi, che il programma della fondazione è “Giustizia, educazione e salute per ogni donna e ragazza” ci si drizzano le orecchie perché – se sulle prime due si può essere d’accordo – quando si tratta di salute femminile e materna si rischia spesso di parlare lingue ben diverse.
Andando, infatti, sul sito di “Chime For Change”, si scopre che tutto è frutto di una collaborazione di Gucci con le varie agenzie ONU in difesa dei diritti femminili e dei bambini: chi ha a mente l’agenda delle Nazioni Unite sull’educazione (pornografica) sessuale dei bambini, sull’accessibilità all’aborto per le minorenni e sulla distribuzione dell’RU486, intuisce già che “diritti riproduttivi” fanno spesso rima con pianificazione familiare e contraccezione.

E così ci si chiede se, anche questa volta, due più due farà di nuovo quattro. “Chime for Change” si autodefinisce come una «catapulta globale» per le iniziative di tante Ong. Una sorta – cioè – di piattaforma per la pubblicizzazione e la raccolta fondi a favore dei progetti in cantiere, in ogni angolo del mondo, per la promozione dell’istruzione femminile nel Malawi, per la lotta ai matrimoni di bambine in India, contro le mutilazioni tribali dei genitali femminili in Africa, contro la mortalità neonatale e materna nei Paesi in via di sviluppo, per fermare il traffico di bambine a scopo di prostituzione in America Centrale o la violenza domestica a Lima.
Progetti ben strutturati, come l’accesso al microcredito in alcune zone dell’Africa per donne artigiane, o come la ricostruzione di alcune scuole ad Haiti; altri davvero lungimiranti come la formazione di una futura generazione di donne leader dell’economia e della politica, in collaborazione con l’Onu. A un rapido calcolo, le iniziative presentate da “Chime for Change” risultano essere più di una cinquantina e, forse, si rischia la dispersione delle energie e dei fondi.

Accanto a tanto buon cuore e impegno, ci si imbatte presto in ben noti equivoci, specialmente riguardo alla tutela della salute femminile: ecco, infatti, l’abbondante pagina dedicata alla diffusione di programmi di pianificazione familiare non naturale, alla diffusione di contraccettivi e metodi abortivi. Ecco che la priorità diventa l’educazione sessuale delle ragazze, per spiegare loro come non si rimane incinta, e la consapevolezza raggiunta da ogni donna che del proprio corpo può disporre, anche a discapito del figlio che porta in grembo. Ecco, quindi, tutti i neologismi mutuati dai Millennium Development Goals delle Nazioni Unite in tema di “aborto terapeutico” e “diritti riproduttivi”.

Cliccando su un progetto qualsiasi, non si hanno più dubbi sull’ideologia partigiana del tutto: in Guatemala – leggiamo nella presentazione – molte donne hanno anche sei o sette figli, alcuni dei quali non voluti, proprio perché non hanno accesso ai contraccettivi. Addirittura «ci sono prove evidenti che mettono in relazione il numero di figli con la salute della famiglia, ecco perché controllare il numero di gravidanze per ogni donna riduce le malattie e può migliorare il suo futuro».
Nessuno ci spiega però, perché non si sceglie di introdurre metodi naturali di controllo delle nascite, educando alla monogamia e alla fedeltà, perché non si cerca di garantire la salute attraverso l’educazione bensì, solo attraverso la contraccezione. Il progetto, in definitiva, «si impegna a informare i giovani sull’uso dei contraccettivi così che essi possano posticipare le loro gravidanze».

Col beneficio del dubbio – non saranno tutti così, questi progetti, vero? – ne approfondiamo un secondo, supportato, neanche a dirlo, dalla “Marie Stopes International”, nota catena di cliniche abortiste. Partendo dal dato che, in Papua Nuova Guinea, per ogni 231 nascite una donna muore durante il parto, la soluzione pare essere quella di ridurre il numero di nuovi nati «assicurando e incrementando l’accesso ai diritti riproduttivi di ogni donna», che la “Stopes International” intende promuovere assieme al family planning.
La lista dei partner è lunga e variopinta, ma ricorrono sempre i soliti noti come il “Global Fund for Women” il cui più grande successo – apprendiamo sul sito – «è quello di aver compiuto grandi sforzi per la legalizzazione dell’aborto nel Messico e aver costituito i primi gruppi di outing per lesbiche in Cina, Libano, India e Turchia»; o come “Path” e “Women Deliver”, entrambi forti sostenitori del 5° MDGoals dell’ONU su aborto e sterilizzazione femminile.

Quella di “Chime for Change” è chiaramente l’intenzione di fare rete, creare consapevolezza e dare visibilità ai molti (alcuni validissimi) progetti per lo sviluppo della donna, ma, in definitiva, ciò che emerge a un occhio attento, è il delinearsi di una fittissima trama di Ong, fondazioni e gruppi internazionali che spingono politica ed economia globale contro la vita e contro la maternità. Passa così, nella vulgata, il concetto che curare (con il c.d. aborto terapeutico) è meglio che prevenire (con l’educazione la consapevolezza), che di fronte alla vita nascente si può scegliere, che la propria identità sessuale si decide, che la mortalità materna si diminuisce non aiutando le madri, ma evitando che una donna lo diventi.
Ancora una volta, dunque, due più due fa quattro.

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