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Le prove di Bernadette

Posté par atempodiblog le 10 avril 2013

Le prove di Bernadette
Tratto da: Loudes Magazine
Fonte:
Sanctuaires Notre-Dame de Lourdes

Le prove di Bernadette dans Lourdes 29440mq

Parlare di chi si era schierato contro Bernardetta, non è così difficile, c’è che l’imbarazzo della scelta. Salvo una sola eccezione, tutte le autorità si erano opposte, o quanto meno, esigevano la sua promessa di non tornare alla Grotta.
All’inizio furono i genitori, specialmente la mamma. Questa donna energica si chiedeva, ogni giorno, come fare per sfamare la famiglia. Aveva anche vissuto la vergogna del marito portato in prigione accusato ingiustamente di furto. Inutile aggiungere a questo problema, la fama di delirio
mistico o di macchinazione a cambio di un po’ di pubblicità o di soldi.
Nella scuola che Bernardetta inizia frequentare, per di più senza troppo esito, le Suore la spingono subito a mettere fine queste sue «carnevalate», parola usata nel momento giusto per il fatto che le apparizioni erano iniziate poco prima del Martedì Grasso.
Sono poi arrivate, quasi immediatamente, le contrarietà da parte delle autorità civili. Il Commissario di polizia, il Giudice e il Procuratore imperiale interrogano a più riprese e a lungo Bernardetta con l’intento di scoprire l’inganno nelle sue dichiarazioni. Cercarono di spaventarla, di minacciarle
la prigione. Addirittura il Prefetto, voleva far rinchiudere Bernardetta in un asilo psichiatrico. I giornali locali si erano dichiarati ostili.
Il parroco aveva proibito ai suoi vicari di recarsi alla Grotta e i primi incontri con Bernardetta non furono certo molto promettenti. Anzi il primo impatto, il 2 marzo, fu addirittura penoso. Fu solo il 25 marzo, quando finalmente Bernardetta ascoltò il nome della Signora e lo riferì al parroco che questi si convinse dell’autenticità delle apparizioni.
L’unico, all’inizio, a non ritenere Bernardetta una bugiarda, fu il cappellano della scuola, il rev. Pomian, quando lei gli aveva parlato il sabato 13 febbraio. Il 22 febbraio, giorno nel quale la Signora non apparve, Bernardetta si chiede: potrò continuare ad andare alla Grotta, dato che tutte le autorità glielo proibiscono? Il rev. Pomian la tranquillizza: «Nessuno te lo può impedire».
La contrarietà si materializza per alcune settimane per mezzo di una staccionata che impedisce di accedere alla Grotta. La staccionata non è rimasta lì a lungo, ma comunque non sono sparite altrettanto velocemente tutte le contrarietà. Anche in questo, Lourdes è davvero un segno del Vangelo. Ma è anche giusto non mettere in ridicolo l’atteggiamento delle autorità. Andiamo in ordine.
Preoccupati per quanto avrebbe potuto accadere, i genitori di Bernardetta hanno però sempre sostenuto che lei era sincera… fino ad acconsentire a lasciarla andare alla Grotta. Una volta il papà, e un altro giorno la mamma, l’hanno anche accompagnata dal Commissario di polizia.
Il 28 febbraio, Bernardetta si presenta davanti al Giudice che di nuovo minaccia di metterla in prigione. L’addetto municipale che era presente alla scena riferisce: «Allora una suora dell’asilo… la grassa, la superiora, è arrivata a risolvere il problema. Disse piangendo: ‘Vi prego, Signori, ridateci la bambina. Non la fate morire’».

Da parte delle autorità civili, il sindaco fa’ del suo meglio per calmare la situazione e acconsente, ma senza fretta, a compiere gli ordini del Prefetto, che vorrebbe far cessare i disordini pubblici… dato che in realtà non c’è alcun disordine. I dottori spediti dal Prefetto per stabilire se Bernardetta fosse una pazza, rispondono, con tutta onestà, che la salute mentale di Bernardetta non corre nessun rischio.
Pochi notabili prendono le difese di Bernardetta particolarmente dopo averla vista pregare alla Grotta. Tra questi, un dottore, molto infatuato del valore della Scienza. Il presidente del collegio forense, consigliere municipale, ritiene Bernardetta addirittura una «santa». Un giornalista di Pau osa, nel mese di marzo, parlare delle sue virtù di semplicità e naturalezza.
Anche il parroco non è così chiuso come poteva sembrare. Anche lui è un essere onesto. Si vede obbligato a costatare che la sua parrocchia sta vivendo una Quaresima eccezionalmente fervente. Non sa spiegarselo. Ne parla con il Vescovo, che però non gli da nessun ordine preciso. La sua sfuriata del 2 marzo di mattina, mostra soltanto una faccia della sua personalità. Ma, da quella sera stessa, è più calmo mentre interroga Bernardetta, e sono presenti anche i suoi vicari.
Semplicemente: come avremmo reagito noi stessi dinanzi ad avvenimenti così sorprendenti? E’ troppo facile, dopo i fatti, ritenere ridicoli e ottusi gli spiriti di quanti non hanno saputo vedere altro che illusioni nei gesti e nelle parole di Bernardetta. Chiediamoci: cosa avremmo pensato noi ascoltando le parole di Gesù e inoltre vederlo crocifisso?

Mons. Jacques Perrier
Vescovo di Tarbes e Lourdes

2mgqtk5 dans Riflessioni

Storia
Bernardetta ha avuto molta difficoltà a rispettare le disposizioni familiari o pubbliche che le volevano impedire di ubbidire a Colei che le era apparsa quell’11 febbraio 1858 e che le aveva chiesto di venire alla Grotta per quindici giorni. Per questo, dovrà anche affrontare degli interrogatori dei giudici. Dinanzi ad essi si sottomette alle loro richieste ma non cede sul rettificare il senso delle sue risposte, che venivano [volutamente] distorte: «Signore, avete cambiato tutto!». Bernardetta si era anche consultata con il suo confessore, il rev. Pomian, sul comportamento da tenere e la risposta era stata: «Nessuno può impedirti di andarci». Lei non è stata perciò una «disobbediente» e la Madonna l’ha premiata rivelandole il suo nome.

Dom Bernard Billet, monaco dell’abbazia Notre-Dame de Tournay (Hautes-Pyrénées)

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Esercizio pratico
Quale può essere il mio «sì» oggi?
La parola «accusatore» qui viene applicata al demonio, il calunnatore. E’ talmente vero che Gesù “deve” prometterci un «difensore», lo Spirito Santo. «L’accusatore dei fratelli», al quale Lui fa riferimento nell’Apocalisse (12,10), è l’avversario della libertà dell’uomo, colui che invidia il privilegio che abbiamo di far parte della vita divina, mediante il mistero dell’Incarnazione e la grazia dei sacramenti.
Analizziamo un po’ noi stessi: noi pure, e più di quanto crediamo, siamo strumentalizzati dall’accusatore, ci opponiamo al piano di Dio che si va realizzando negli altri, spesso con tutte le migliori intenzioni di questo mondo! «Non si tirano pietre se non sull’albero che porta frutti» dice un proverbio… Cosa avremmo fatto noi al tempo di Bernardetta? Saremmo stati forse migliori o peggiori di quelli che si erano schierati contro di lei?
E’ il momento di smettere di fare il gioco del «non so» contrariando in modo sterile al bene che lasciamo sfuggire; scegliamo di costruire, di essere «con» invece che «contro». Facciamo con Maria, la Madre di Dio la decisione del «sì» che feconda e che unisce. Quale può essere il mio «sì» oggi?

François Vayne

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Madre Vauzou e Bernadette
Una opposizione sottile e difficile per Bernardetta, sarebbe stata la sua maestra delle novizie: Madre Marie-Thérèse Vauzou. Era figlia di un notaio, tenuta molto in considerazione nella Congregazione, della quale diventerà poi Superiora Generale, per la sua educazione e il suo genere di sensibilità, era [o sembrava] in totale contrasto con Bernardetta. Fu molto dura con questa ragazza che aveva ricevuto tre segreti che non poteva svelare, al punto che le compagne giungevano a dire: «Che fortuna quella di non essere Bernardetta!».
Una frase la descrive: a un Padre gesuita che le racconta le meraviglie di Lourdes, nel 1878, lei [Suor Vauzou] osserva: «Ma sì! Io non ci capisco nulla. Se la Madre di Dio ha voluto scendere sulla terra, perché non ha scelto una religiosa virtuosa e istruita piuttosto che una ragazza ignorante e rozza!». Quando Roma richiederà che si approfondisca il caso della veggente, lei dirà: «Aspettate che io sia morta!». Morirà a Lourdes, il 15 febbraio 1907; e allora cominciarono le inchieste.
Quanto a Bernardetta, sostenuta dallo Spirito di Dio, dice unicamente: «Le devo moltissima riconoscenza per tutto il bene che ha fatto alla mia anima».

P. André Doze

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Attorno al mondo
Alcune riproduzioni della Grotta di Lourdes hanno provato anch’esse delle contrarietà. A volte a causa delle intemperie che le hanno distrutte. Per esempio, negli Stati Uniti, a  Menlo Park, in California, la grotta di Lourdes è crollata per un terremoto. Ma la statua della Madonna che era rimasta intatta, è ancora oggi su un piedestallo di pietra, segno della protezione divina verso la Madre. Purtroppo, il più delle volte sono gli uomini che si accaniscono contro le grotte di Lourdes. Così è avvenuto per la riproduzione fatta (dopo il loro viaggio di nozze a Lourdes) a un conte e la contessa, nel giardino della loro residenza di Palanga, in Lituania. Nell’epoca del comunismo, questa grotta era stata sconsacrata, anche se continuava ad essere un luogo di raduno e incontri dato che venivano organizzati concerti e rappresentazioni teatrali. Oggi, quella grotta, che ha di nuovo una statua della Madonna di Lourdes, è ritornato ad essere un luogo di preghiera, al centro del parco municipale. Anche a Gray, nella regione francese della Haute-Saône, una grotta di Lourdes era stata sconsacrata, con il pretesto che non era più nel giardino di una scuola privata, ma in un luogo  pubblico: ora è area di parcheggio per macchine.

P. Régis-Marie de La Teyssonnière

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