Faustina e l’Amore Misericordioso di Dio

Posté par atempodiblog le 7 avril 2013

Faustina e l’Amore Misericordioso di Dio
di Maria Di Lorenzo – Madre di Dio

Nella prima domenica dopo Pasqua, la Chiesa celebra la Festa della Divina Misericordia, secondo le rivelazioni di Santa Faustina Kowalska, la mistica polacca la cui figura è legata indissolubilmente al culto dell’Amore Misericordioso di Dio e alla venerazione di Maria, Madre della Divina Misericordia.

Domenica della Divina Misericordia dans Beato Michele Sopocko Ges-Misericordioso

Un giorno, mentre era assorta in preghiera davanti al tabernacolo, sentì una voce che le ordinava di partire per Varsavia e di entrare in convento. Con grandi sacrifici andò a servizio per pagarsi un corredo e finalmente, dopo molti rifiuti, il 1° agosto 1925 fu ammessa come postulante nella Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia.

Vissuta all’inizio del secolo appena trascorso, a cavallo fra le due guerre mondiali, e per soli 33 anni, soltanto molto tempo dopo la sua morte se ne è potuta conoscere tutta la grandezza spirituale. Questa grande mistica, una delle più grandi nella storia della Chiesa, era nata il 25 agosto 1905 a Glogowiec, un piccolo villaggio di contadini, terza di dieci figli. Fu battezzata col nome di Elena nella chiesa parrocchiale di Swinice Warckie.

Già a 15 anni aveva chiesto il permesso di entrare in convento, ma i suoi erano stati irremovibili: lei non aveva neanche la dote necessaria, in casa sua c’erano soltanto debiti. Quando, finalmente, poté entrare nella vita religiosa visse tredici anni nella sua Congregazione, soggiornando in diverse Case e svolgendo lavori di cuoca, giardiniera e portinaia, sempre con molto zelo e osservando fedelmente la regola religiosa.

Una vita nascosta, la sua, quasi insignificante; ma il Diario in cui la santa descrisse le sue visioni è diventato un best-seller della devozione popolare, ed anche sotto il profilo teologico ha suscitato non poca sorpresa negli studiosi per la profondità dei suoi scritti, tanto più straordinaria in una suora che non aveva neppure terminato le Scuole elementari.

Questo Diario, tradotto oggi in tutto il mondo, è il resoconto fedele della sua esperienza spirituale.

Gesù, confido in te!”

Il 22 febbraio 1931, mentre stava nella sua cella, Suor Faustina ebbe una visione di Gesù vestito di bianco che teneva una mano alzata per benedire e l’altra sul petto, da cui uscivano due grandi raggi, uno rosso e l’altro bianco.

E Gesù le disse: «Dipingi un quadro secondo l’immagine che vedi, con sotto la scritta: ‘Gesù, confido in te!’. Voglio che l’immagine venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua: questa domenica deve essere la festa della Misericordia… In questo giorno saranno aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine».

La festa della Divina Misericordia deve essere preceduta da una novena da iniziarsi il Venerdì Santo assieme alla coroncina della Misericordia. Il Signore le dice: «Figlia mia, esorta le anime a recitare la coroncina che ti ho dato. Per la recita di questa coroncina mi piace concedere tutto ciò che mi chiederanno».

Nessuno però, inizialmente, prende sul serio Suor Faustina: intorno a lei c’è solo incredulità. Ma Gesù stesso la sprona e incoraggia a farsi strumento per la diffusione di questa devozione, facendo di lei, un’umile e sconosciuta suorina polacca, l’apostola dell’Amore Misericordioso di Dio.

Dice Gesù a Suor Faustina: «Io porgo agli uomini il recipiente con il quale devono venire ad attingere le grazie alla sorgente della misericordia. Il recipiente è quest’immagine con la scritta: Gesù confido in te!… Scrivi queste parole, figlia mia, parla al mondo della mia misericordia. Questo è un segno per gli ultimi tempi, dopo i quali arriverà il giorno della giustizia… Figlia mia, di’ al genere umano sofferente che si stringa alla Misericordia del mio Cuore ed Io lo colmerò di pace… La piaga del mio Cuore è la sorgente della Misericordia senza limiti».

Nel Vangelo di Giovanni si legge molto chiaramente come il Cuore di Cristo venne trafitto e come da esso fuoriuscirono il sangue e l’acqua (cfr. Gv 19,34). Ciò richiama la visione avuta da S. Faustina sui due raggi, uno rosso e l’altro pallido, scaturiti dal Cuore di Gesù: essi stanno a significare il sangue e l’acqua sgorgati dal suo petto aperto dalla lancia sulla Croce, e sono l’acqua che ‘giustifica’ le anime con il Battesimo ed il sangue che è vita per l’anima, l’Eucarestia.

Faustina Kowalska, bisogna dire, fu per tutta la sua vita un’anima eminentemente eucaristica e mariana. La Vergine Maria le apparve molte volte, per confortarla e istruirla nel suo cammino di fede: «Figlia Mia, per raccomandazione di Dio debbo esserti Madre in modo esclusivo e speciale, ma desidero che anche tu mi sia figlia in modo particolare», le raccomandava. «Desidero, figlia mia carissima, che ti eserciti in tre virtù che per me sono le più care e a Dio le più gradite. La prima è l’umiltà, l’umiltà, e ancora una volta l’umiltà. La seconda virtù è la purezza. La terza virtù è l’amore per Dio. In qualità di figlia mia devi risplendere in modo particolare per queste virtù».

Maria Madre di Misericordia

Il Giovedì Santo del 1934 Suor Faustina si offre vittima, secondo la richiesta divina, per i peccatori che non conoscono ancora la misericordia di Dio. Le vessazioni diaboliche fanno violentemente irruzione nella sua vita.

Ripetutamente punzecchiata dalle consorelle, incompresa dai superiori, fra sospetti e tribolazioni, l’umile conversa destinata sempre alle mansioni più infime riuscì comunque a sviluppare una straordinaria unione mistica con Dio che l’arricchì di doni eccezionali: visioni, stimmate nascoste, partecipazione alla Passione di Cristo, profezia e discernimento delle anime, carisma di intercessione per gli spiriti purganti.

In preparazione alla festa del Natale del 1936 la Madonna le disse: «Figlia mia, procura di essere mite ed umile affinché Gesù che dimora continuamente nel tuo cuore possa riposare. Adoralo nel tuo cuore. Non uscire dal tuo raccoglimento interiore. Ti otterrò, figlia mia, la grazia di questo genere di vita interiore di modo che, senza che abbandoni la tua intimità, possa adempiere all’esterno tutti i tuoi doveri con maggior precisione. Rimani continuamente con Lui nel tuo cuore. Egli sarà la tua forza. Sei un’abitazione gradita del Dio vivente, nella quale Egli dimora continuamente con amore e compiacimento; e la viva presenza di Dio che senti in maniera più viva ed evidente ti confermerà, figlia mia, in ciò che ti ho detto. Cerca di comportarti così fino al giorno di Natale, ed in seguito Egli ti farà conoscere come tu dovrai trattare con Lui e come unirti a Lui…».

Continuamente vessata dal Maligno, bollata in convento come isterica e visionaria, Faustina patisce molte accuse e incomprensioni, ma non si lamenta mai. Nel suo Diario scrive di volersi consumare totalmente per la salvezza delle anime. Prega molto e coltiva un’intensa vita interiore.

La Madre della Misericordia, che Faustina amava profondamente, le fu guida e sicuro conforto nelle molte sofferenze fisiche e spirituali della sua brevissima vita. «Lo so quanto soffri, ma non temere, io partecipo e parteciperò sempre alle tue sofferenze… Sappi che, sebbene io sia stata innalzata alla dignità di Madre di Dio, sette spade dolorose mi hanno trafitto il cuore. Non far nulla a tua difesa; sopporta tutto con umiltà. Dio stesso prenderà le tue difese… Oh, quanto è cara a Dio l’anima che segue fedelmente l’ispirazione della sua grazia!… Non aver paura di nulla: sii fedele fino alla fine. Io ti accompagno con la mia tenerezza».

Una missione che non finisce

Consumata dalla tisi, Faustina muore a Lagiewniki, presso Cracovia, il 5 ottobre 1938, all’età di 33 anni, come Gesù a cui desiderava essere conforme. Sul letto di morte aveva detto: «Io sento chiaramente che la mia missione non finisce con la morte, ma comincia…».

La fama della santità della sua vita crebbe insieme alla diffusione del culto alla Divina Misericordia sulla scia delle grazie ottenute tramite la sua intercessione.

Negli anni 1963-67 si svolse a Cracovia il processo informativo relativo alla sua vita e alle sue virtù e nel 1968 iniziò a Roma il processo di beatificazione che si concluse nel dicembre del 1992. La sua causa fu promossa dall’allora Vescovo Ausiliare di Cracovia Karol Wojtyla, che da giovane operaio e seminarista clandestino negli anni ’40 si fermava a pregare sovente, andando al lavoro nella fabbrica Solvay, nel Monastero, oggi Santuario, di Lagiewniki.

Ed è stato proprio lui, salito al soglio pontificio col nome di Giovanni Paolo II, a scrivere una enciclica, Dives in Misericordia, la seconda del suo pontificato (1980), interamente dedicata alla devozione appresa dall’umile suora polacca. Ed è stato sempre lui che l’ha prima proclamata Beata, il 18 aprile 1993, e successivamente Santa, il 30 aprile 2000, davanti a una folla di oltre duecentomila pellegrini convenuti a piazza San Pietro. In quell’occasione il Papa ha stabilito che la Festa della Divina Misericordia sia celebrata ogni anno nella prima domenica dopo Pasqua.

Sempre a Roma, proprio a due passi da San Pietro, in via dei Penitenzieri 12, è attivo il Centro di Spiritualità della Divina Misericordia, retto da don Jozef Bart, un dinamico sacerdote polacco che opera nella vicina Chiesa di Santo Spirito in Sassia (per informazioni, rivolgersi a mezzo tel. 06.6879310 o per e-mail: s.spiritoinsassia@tin.it). Il Centro, creato nel 1994, è un vero polo di irradiazione spirituale, fucina di molteplici iniziative legate al culto della Divina Misericordia ed è, per così dire, il «cuore pulsante» della devozione di tante migliaia di fedeli, in Italia e nel mondo, a Santa Faustina Kowalska.

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