Povertà, umiltà, obbedienza: Francesco ci insegna che sono tre virtù collegate
Posté par atempodiblog le 21 mars 2013
Povertà, umiltà, obbedienza: Francesco ci insegna che sono tre virtù collegate
Per quanto riguarda la scelta volontaria della povertà, bisogna dire che, se Gesù a tutti ha chiesto il distacco interiore, ad alcuni ha chiesto anche una rinuncia concreta alle proprie ricchezze.
[...] Oltre agli apostoli e ai missionari del Vangelo ai quali è chiesto di essere totalmente liberi per Dio, anche singoli cristiani possono sentire questa chiamata di Gesù non solo al distacco interiore, che è obbligatorio per tutti, ma anche una effettiva povertà volontaria.
[...] E’ bene mettere in evidenza che san Francesco porta avanti questa “rivoluzione” in assoluta obbedienza alla Chiesa, in un periodo in cui la predicazione della povertà aveva un carattere di forte protesta nei confronti della gerarchia ecclesiastica e addirittura di eresia, come nei catari, negli albigesi, nei valdesi e in altri movimenti, i quali non si limitavano a deplorare gli abusi dei prelati ricchi, ma ne traevano motivo per contestare la legittimità stessa della Chiesa.
Francesco, invece, non critica, non attacca: non usa l’ideale della povertà per combattere la Chiesa. Egli vive semplicemente l’imitazione di Cristo povero in umiltà e in obbedienza.
Gli eretici usavano l’ideale della povertà per scardinare la Chiesa, ma il loro non era l’ideale evangelico. Infatti, la povertà nel Vangelo non è mai soltanto uno stato sociale, ma un atteggiamento umile del cuore. Francesco, vero povero di Cristo, quindi umile di cuore, rinnova la Chiesa senza contestarla.
Povertà, umiltà, obbedienza: Francesco ci insegna che sono tre virtù collegate. La povertà degli eretici, invece, non era ne umile ne obbediente: era soltanto uno strumento di lotta – di una lotta ricorrente nei secoli, anche ai nostri tempi – contro la Chiesa gerarchica.
La Chiesa dei poveri, ci ricorda san Francesco, lo è in un senso ben preciso: è la Chiesa che innanzitutto si sforza in se stessa l’esigenze di Cristo, povero, umile, obbediente, e per ciò stesso può stare affianco con amore ai poveri del suo tempo.
Con la sua solo vita, san Francesco smaschera l’inganno degli eretici: gente orgogliosa e arrogante che, per scardinare la Chiesa, faceva un uso strumentale dei poveri ma non li amava veramente.
San Francesco ha indicato la via della vera riforma della Chiesa, sempre esposta alle tentazioni del mondo: è la via che parte innanzitutto dalla propria conversione personale a Cristo umile, povero, obbediente.
Da questa radice nascono nuovi germogli di vita per la Chiesa di ogni tempo.
di Padre Livio Fanzaga – Radio Maria
Laisser un commentaire
Vous devez être connecté pour rédiger un commentaire.