Perché pur coperti di ferite mormoriamo?
Posté par atempodiblog le 26 février 2013
Un fratello chiese al padre Giovanni: «Come mai la mia anima, pur essendo coperta di ferite, non si vergogna di parlare male del prossimo?». L’anziano gli raccontò questa parabola sulla maldicenza: «C’era un uomo povero; aveva moglie, ma ne vide un’altra che era attraente, e la prese. Entrambe erano ignude. In occasione di una festa in un luogo vicino, lo pregarono dicendo: – Portaci con te. Le prese tutte e due, le mise in una botte, e, imbarcatosi, giunse in quel luogo. Nell’ora del calore meridiano, mentre tutti si riposavano, una delle due guardò fuori e, non vedendo nessuno, saltò su un mucchio di rifiuti, raccolse dei vecchi stracci, se li cinse attorno alla vita, e si aggirava quindi con libertà. L’altra, rimasta seduta ignuda nella botte, diceva: – Ecco, questa donnaccia non si vergogna di andare in giro nuda! Molto afflitto di questo, suo marito le disse: – Lo strano è che lei ha coperto la sua vergogna, mentre tu, che sei tutta nuda, non ti vergogni di parlare così. Ecco cos’è la maldicenza» (208d-209a).
Apoftegma dei Padri del deserto
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