Sui passi di Bernadette
Posté par atempodiblog le 5 février 2013
La straordinaria figura di Bernardette Soubirous, la veggente di Lourdes. Una vita spesa nella preghiera, nella carità e nella sofferenza offerta. Dalla morte (1879) il suo corpo si conserva perfettamente intatto.
di Padre Livio Fanzaga – Il Timone
La credibilità di una apparizione poggia su molteplici elementi, di cui la Chiesa tiene conto per esprimere, quando lo ritiene necessario, il suo autorevole giudizio. Innanzi tutto esamina l’evento in se stesso, nel nostro caso la figura della Madonna e il suo messaggio, per valutarne la conformità con la fede cattolica. Poi ne verifica gli effetti nella gente che accorre, soprattutto per quanto riguarda il risveglio della fede, la pratica dei sacramenti e il fervore della vita cristiana.
Tuttavia il tramite fra l’evento soprannaturale e il popolo cristiano è la persona del veggente, la cui capacità di testimoniare risulta fondamentale. Forse è per questo motivo che la Madonna sceglie preferibilmente dei bambini o dei ragazzi, non di rado ignoranti nelle cose della fede, perché nella loro semplicità e schiettezza risultano più attendibili.
Non vi è dubbio che una delle ragioni più convincenti della credibilità delle apparizioni di Lourdes è la figura di Bernadette.
Anzi, potremmo dire che la risonanza mondiale che hanno avuto queste apparizioni e la loro straordinaria fecondità nella Chiesa è dovuta all’alto grado di santità a cui la piccola fanciulla dei Pirenei è arrivata. Quando la Madonna l’ha scelta era forse la creatura più emarginata di Lourdes: povera, malata, tanto ignorante da non saper leggere e scrivere, e così digiuna nelle cose della fede da non essere stata ammessa alla prima comunione nonostante i suoi quattordici anni.
Eppure, fin dall’inizio la sua testimonianza colpisce e coinvolge la gente semplice, mentre lascia interdette e senza parola le autorità civili ben decise a soffocare il fenomeno. Pur nella sua fragilità e mancanza di cultura, Bernadette risponde con coraggio, precisione e straordinaria intelligenza agli interrogatori, non lasciandosi minimante impressionare dalle minacce su di sé e la sua famiglia. Si realizza così ciò che dice Paolo, quando afferma che Dio sceglie i deboli per confondere i forti e si serve degli ignoranti per confondere quelli che il mondo ritiene sapienti. Nel subbuglio suscitato a Lourdes dall’evento delle apparizioni, con atti di violenza e di repressione che porteranno a innalzare una palizzata davanti alla grotta, Bernadette conserva una straordinaria serenità, non indietreggia minimamente nella sua testimonianza ed è solo preoccupata di adempiere fedelmente i compiti che la Madonna le affida.
Fra questi vi è anche quello di recarsi dal parroco, per riferire che Aquerò (come lei chiama la visione) vuole che si costruisca la cappella e si vada in processione. Bernadette teme il parroco più del capo della polizia e del giudice.
Tuttavia prende il coraggio a due mani e si reca in canonica per avanzare la richiesta. Il burbero Peyramale ne è toccato, ma non lo dà a vedere. Apostrofa la fanciulla che né è quasi atterrita, ma poi se ne va a casa contenta, perché, come lei dice, “ho fatto la mia commissione”. Umiltà e obbedienza, trasparenza e coraggio nella testimonianza: ecco i semi di santità che incominciano a sbocciare e che rendono le apparizioni credibili e ricche di frutti.
Sappiamo con quale sollecitudine Bernadette, dopo la straordinaria apparizione del 25 Marzo, è corsa di nuovo dal parroco ripetendo il nome che Aquerò le aveva confidato, pur non comprendendo affatto che cosa significassero le parole «Io sono l’Immacolata Concezione». Per il sacerdote fu un fulmine a ciel sereno e il colpo che fece crollare i suoi dubbi e le sue esitazioni: come poteva una fanciulla ignorante esprimersi in quei termini di altissima teologia? La Madonna aveva dato un segno di credibilità ben più forte di quello del rosaio in fiore, che Peyramale aveva chiesto. Ma se fu credibile il messaggio, non fu certo meno credibile la messaggera. È straordinario come i veggenti abbiano una grazia speciale nell’adempiere i compiti che la Madonna affida loro. La loro trasformazione nel momento del racconto dell’apparizione colpisce credenti e non credenti.
Dopo le apparizioni, durante otto anni che è rimasta a Lourdes per rendere testimonianza ai pellegrini e i tredici che ha trascorso a Nevers, dove è andata a “nascondersi”, come lei stessa ha affermato, Bernadette ha intrapreso uno straordinario cammino di santità, che è indubbiamente il più alto sigillo di credibilità che è stato posto sulle apparizioni di Lourdes. La preghiera e la penitenza, che sono il cuore del messaggio della Madonna, sono diventate carne e sangue nella vita della giovane religiosa. A Nevers Bernadette non ha più potuto parlare delle apparizioni, ma le ha rese vive e palpabili nella sua persona. Lei stessa era in un certo senso una “apparizione”, perché portava impresso in tutto il suo essere “lo stampo” di Maria, come si esprimerebbe il Monfort: la sua umiltà, la sua purezza, la sua preghiera e il suo ardente amore per Dio e per il prossimo.
Possiamo senza dubbio affermare che se Lourdes è divenuta nel tempo la cittadella della santificazione della sofferenza questo è dovuto a Suor Maria Bernarda, come la piccola veggente si chiamò entrando in religione. A Nevers, Bernadette ha svolto in primo luogo la mansione di infermiera. La sua sollecitudine e la sua carità sono diventate esemplari per tutti coloro che attendono al servizio dei malati. Il mondo della sofferenza ci è donato da Dio come grande occasione di carità. In un secondo tempo Bernadette, divenendo lei stessa malata, ha insegnato come la sofferenza può essere vissuta come grazia e come cooperazione all’opera della redenzione. Pregare e soffrire per la conversione dei peccatori è il messaggio di Lourdes che la vita di Bernadette ha consegnato alla Chiesa.
Nulla più della santità tocca il cuore e convince la mente. Tuttavia la Madonna ha voluto lasciare a Nevers un segno ulteriore che ha scosso i contemporanei e attira anche oggi numerosi pellegrini: quando trent’anni dopo la morte (1909) si procedette alla prima ricognizione del corpo, esso fu trovato in perfetto stato di conservazione, “con la pelle aderente ai muscoli e i muscoli attaccati alle ossa”, come afferma la dichiarazione firmata sotto giuramento dal chirurgo e dal medico. Nella seconda ricognizione (1919) e nella terza (1925) il corpo di Bernadette ha manifestato il medesimo stupefacente stato di conservazione. Ora, sempre perfettamente conservato, è racchiuso in un’urna di vetro situata nella cappella del convento di Nevers. I pellegrini che vi entrano sono colpiti come da una visione celeste contemplando la fedele serva di Maria raccolta nella contemplazione della preghiera e nella grande pace di Dio.
LOURDES
«Uno dei cardini dell’avvenimento di Lourdes è in questa frase chiave del Vangelo: “Beati i poveri” (Mt 5,3). Ai detrattori dei Soubirous, a tutti quelli che, in modo ancor più radicale, ignorano “questa gente poco interessante”, la Vergine fa scoprire concretamente in essi tale beatitudine. La folla va a riverire quella piccola emarginata. Invidia la sua beatitudine, se ne augura qualche briciola. Si stupirà dello stato di miseria in cui la società di quaggiù lascia marcire l’eletta del cielo».
(René Laurentin, Lourdes. Cronaca di un mistero, Mondadori, Milano 1996, p. 248).
BIBLIOGRAFIA
Livio Fanzaga, Sui passi di Bernadette, Sugarco, Milano 2000
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