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Per evangelizzare

Posté par atempodiblog le 3 février 2013

Per evangelizzare dans Citazioni, frasi e pensieri chavezdonbosco

Per evangelizzare è necessario avere un motivo: essere innamorati di Dio”.

Don Pascual Chávez Villanueva

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Pensieri sul diavolo della Beata Caterina Emmerick

Posté par atempodiblog le 3 février 2013

Pensieri sul diavolo della Beata Caterina Emmerick
Un araccolta di pensieri su una realtà di cui si parla poco: il demonio e la sua nefasta azione. “Una volta, mentre ero ammalata il diavolo mi aggredì in modo spaventoso e dovetti lottare con tutte le mie forze contro di lui…”

Ho letto  tutti gli scritti sulla mistica tedesca, la monaca  agostiniana Anna Caterina Emmerick, beatificata da Giovanni Paolo II e  ho raccolto alcuni suoi pensieri su una realtà di cui si parla poco  nella Chiesa Cattolica odierna: il demonio e la sua nefasta azione.
di Don Marcello Stanzione – Don Bosco Land

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“Il  diavolo si rivolge alla nostra mente con una tale familiarità che è  capace di ispirarci immediatamente certi pensieri che, a volte, la  stessa ragione ritiene grotteschi e abominevoli”.

“A  volte, il nemico malvagio mi smuoveva dal sonno, mi stringeva il  braccio e mi scuoteva come se volesse strapparmi dal letto. Ma gli  resistevo pregando e facendomi il segno della croce”.

“Il  diavolo ci toglie ogni vergogna nel momento in cui commettiamo il  peccato, e, quando abbiamo intenzione di confessarlo, pretende di  restituirci questa vergogna. Ma non ne ha il diritto!”.

“Una  volta, mentre ero ammalata (il diavolo) mi aggredì in modo spaventoso e  dovetti lottare con tutte le mie forze contro di lui, con il pensiero  le parole e la preghiera. Ringhiava contro di me, come se mi volesse  pestare e fare a pezzi, sputandomi contro la sua rabbia. Ma mi feci il  segno della croce e, tendendogli con coraggio il pugno, gli dissi: «Và e  mordi!». A questo punto scomparve”.

“Vidi  poi alcuni Angeli uscire fuori dai cori e contemplare la propria  bellezza; avevano preso coscienza di possedere una volontà propria e  iniziavano a distaccarsi da quella divina. Gli altri Angeli erano  rimasti silenziosamente uniti nei cori furono ricomposti, vidi quegli  Angeli, che si erano ribellati alla volontà divina, cadere dalle  altitudini celesti e finire in un disco oscuro molto più sotto delle  altezze celesti. Caddero così in una zona profonda e oscura  dell’universo dover furono costretti a rimanervi; avevano perduto tutta  la loro luminosità e la loro bellezza. Il mio Angelo custode mi disse  che essi erano stati condannati da Dio a vivere nelle tenebre in uno  stato di perenne impazienza”.

“Compresi  che le forme di superstizione del regno di Satana, quali la magia, il  magnetismo, la scienza  e l’arte mondana, sono tutti mezzi per  addormentare la coscienza degli uomini, per adornare e addolcire la  morte e i loro peccati. Queste arti vengono praticate da coloro che  vogliono allontanare dai  cuori dei fedeli la venuta del regno di Dio.  Così essi  cercano anche d’infrangere la celebrazione dei misteri divini  della Chiesa cattolica”.

“Vidi  che Satana tormentò con mille illusioni Giobbe per deviare la sua  fiducia verso Dio, addirittura gli inviò spiriti maligni che si  presentarono sotto spoglie angeliche e lo tentarono. I suoi discepoli  persero più volte la fiducia in lui pensando che egli non fosse giusto  con Dio. Ma l’Onnipotente volle solo provargli che Egli invia le  sofferenze ai suoi prediletti per rinforzarli nello spirito. Comunque  Giobbe non tradì mai Dio nonostante le dure prove a cui fu sottoposto;  egli aspettò nostalgico la venuta del Salvatore e contribuì alla  crescita della generazione di Davide, alla quale si riallacciava per  mezzo della madre di Abramo”.

“Ho  passato una notte spaventosa. Ho visto avvicinarsi al mio letto un  gatto, che è saltato sulle mie mani. L’ho preso per le zampe e l’ho  buttato fuori dal letto, desiderando di ucciderlo, ma mi è scappato di  mano ed è fuggito. Ero sveglia, e vedevo tutto quello che mi succedeva  intorno. Vidi la bambina [sua nipote] addormentata e inquieta, e temetti  che vedesse il mio stato pietoso. Per tutta la notte, fino alle tre del  mattino, il nemico continuò a torturarmi, sotto le sembianze di  qualcosa di nero e spaventoso. Mi diede botte e mi buttò giù dal letto,  in modo tale che con le mani toccavo il pavimento. Mi scagliò in avanti  con i cuscini e mi premette con molta violenza. Tutto questo, e l’avermi  sollevato in alto, mi provocò un’angoscia indicibile. Vedevo con  assoluta chiarezza che tutto questo non era un sogno , e sapevo tutto  quello che facevo; ma non ebbi risposta. Scongiurai il nemico in nome di  tutti i santi che mi dicesse quali diritti aveva su di me. Non mi  rispose nulla, ma continuò a tormentarmi. Mi afferrava per la nuca, o  metteva sulle mie spalle i suoi artigli freddi come la neve. Alla fine,  dopo essere riuscita ad arrivare, trascinandomi per terra, fino  all’armadio che si trova ai piedi del letto, presi la stola del  confessore che era lì custodita, e me la misi al collo. E allora smise  di picchiarmi”.

“Appresi  che la magia egiziana era legata alle forze occulte sotterranee, e gli  spiriti malvagi erano intrisi di potenza tellurica. Vidi un sacerdote  pagano praticare la magia contemplando gli odiosi idoli degli animali,  mentre un sottile vapore scuro entrava nella sua bocca. Subito dopo  l’estatico iniziò a profetare. Era come se si fosse svelato  improvvisamente in lui un mondo dimenticato nelle profondità della sua  anima. Egli poteva vedere vicino e lontano i paesi e gli uomini, tutte  le cose nascoste, velate e segrete. Durante l’estasi prese contatto con  gli spiriti che avevano relazione con tali cose. La magia egiziana dei  tempi seguenti, invece, mi apparve più  dipendente dall’influsso degli  spiriti dell’aria. Quello che i maghi vedevano per mezzo di questi  spiriti appariva come riflesso delle loro azioni. Vidi gli spiriti del  male come ombre indefinite”.

“Vidi  Gesù pregare nella grotta, inginocchiato e con le braccia levate,  implorò il Padre celeste di dargli coraggio tra le sofferenze che  avrebbe dovuto sopportare. Allora vidi apparire nella grotta decine di  Angeli bellissimi, trasparenti, e pieni di luce; essi si accostarono al  Signore per consolarlo e rassicurarlo che Dio Padre l’avrebbe sollevato  da tutte le pene. Allo stesso tempo gli mostrarono la croce, la corona  di spine e tutti gli strumenti della sua futura Passione. Poi gli  mostrarono tutte le miserie dell’umanità e la cattiveria che dimora nei  cuori umani e che Egli avrebbe dovuto sperimentare: tradimento, ironia,  gelosia e calunnia; allora lo vidi piangere con gli Angeli bellissimi.  Egli seppe che la sua missione era quella di fondare la prima Chiesa sul  sangue delle sue sofferenze, iniziando quaranta giorni di digiuno. Alla  fine, per consolarlo, il coro angelico gli mostrò come l’umanità  sarebbe stata salvata grazie al suo sacrificio”.

“Dinanzi  agli occhi dell’anima mi apparvero le immagini delle tentazioni che  Satana fece a Nostro Signore. Vidi quando Satana giunse nel deserto e si  preparò in tutti i modi a tentare il Signore. Siccome il demonio  ignorava la divinità di Cristo, avendo udito le divine parole durante il  battesimo: “Questo è il mio diletto Figlio”, considerava il Redentore  un profeta privilegiato di Dio. Così il demonio, non immaginando quanto  grande fosse la forza del Cielo, gli preparò una serie di tentazioni  illusorie per farlo cadere in grave peccato e distruggerlo. Chiesi  all’Angelo custode come mai il demonio non riconoscesse la divinità del  Salvatore, allora mi fu risposto in questo modo: “Come uomo Gesù non  sapeva che il serpente tentatore fosse Satana, così quest’ultimo non  doveva sapere che Gesù, il Redentore dell’umanità , fosse Dio. Seppi poi  che Satana riconobbe la divinità di Gesù solo quando Egli discese il  limbo per liberare le anime dei Santi Padri”.

“Il  diavolo presentò al Signore l’immagine di alcuni discepoli, credo  fossero nove o sette. Essi si presentarono al Signore uno per volta  nella grotta, dissero che Eustachio aveva loro rivelato il luogo  dov’Egli si era ritirato. Essi dissero che erano venuti per  consigliargli timorosamente che non doveva rovinarsi la salute e non  doveva lasciarli. Gesù, riconoscendo in quelle false immagini il  demonio, non disse altro che queste parole: “Allontanati da me Satana,  non è giunto ancore il tempo”.

“Un  altro giorno il demonio apparve al Signore nelle vesti di un vecchio  esseno stanco per aver scalato la montagna. Il vecchio aveva una lunga  barba ed era mezzo nudo, cingeva ai lombi una pelle d’animale e si  lamentava per la stanchezza. Gesù non lo guardò neppure. Il vecchio  disse di essere un eremita del monte Carmelo e pregò quindi il Salvatore  di istruirlo sul mondo celeste. Ma Gesù gli disse: “Allontanati da me,  ti riconosco, tu sei Satana a queste parole il diavolo subito scomparve  con una risata orrenda”.

“Vidi  Gesù orante mentre soffriva la fame, allora gli apparve Satana nelle  belle vesti di un Angelo di Dio. Aveva una veste scintillante e due  grosse ali, un volto soave ma molto pallido. Non era però trasparante e  la luce che emanava era morta, il Signore lo riconobbe subito e non lo  guardò. Il falso angelo apparve dalla parte orientale della grotta dove  non c’era nessun ingresso. Lo spirito del male disse che l’aveva inviato  Dio per consolarlo dalle sue pene. Ma Gesù continuava a non  rispondergli e non guardarlo. Allora il falso angelo apparve dalla parte  dell’ingresso della grotta dove Gesù era rivolto. Gli disse che era un  angelo di Dio e che Egli avrebbe dovuto guardarlo come di librava sulla  roccia. Quando Gesù, ancora una volta, non lo guardò e non gli rispose  Satana mostrò il suo vero volto e scomparve”.

“Vidi  Gesù stanco e affamato, era a piedi nudi e indossava la sua lunga e  larga tunica senza cintura. A terra c’erano il suo mantello e un paio di  borse. Compresi che non beveva e digiunava da parecchi giorni. Vidi una  gloria luminosa emanare dalla figura del Signore, diventava radiosa  ogni volta che Gesù pregava e supplicava il padre celeste. Questa volta  Satana assunse le sembianze di un notabile di Gerusalemme; l’uomo  distinto invitò Gesù a recarsi con lui al Palazzo di Erode per ricevere  il riconoscimento della sua missione. Satana gli disse che doveva  seguirlo subito perché erano attesi. Gesù non lo guardò e nemmeno gli  rivolse la parola, allora il diavolo disparve pieno di rabbia”.

“Siccome  Satana era cieco come i farisei e credeva che Gesù fosse un pio uomo,  lo tentava sempre in una nuova maniera credendo che prima o poi sarebbe  caduto in tentazione. L’ultimo tentativo lo fece presentandosi come uomo  di grande sapienza e tentando Gesù ad interrompere il digiuno, giunto  ormai quasi al quarantesimo giorno. Il redentore mostrava segni di  sfinimento ed aveva fame e sete. Il diavolo, assumendo le spoglie di un  grande saggio presentò a Gesù una cesta piena di primizie della natura,  frutta ed uva grossa e appetitosa. Gesù non lo guardò, ma rivolse lo  sguardo verso l’ingresso della caverna continuando a pregare; appena gli  voltò le spalle il demonio disparve”.

“Quando  ero ancora una bambina percepivo il suono delle campane benedette come  se fossero raggi di benedizione. Credo sicuramente che le campane  benedette mettano in fuga Satana. Quando in gioventù pregavo nel campo  durante la notte, vedevo spesso i demoni che mi circondavano, ma appena  le campane di Coesfeld suonavano il mattutino, sapevo che scappavano…  Gesù ha elargito la sua benedizione ai sacerdoti perché questa  benedizione arrivi a tutte le cose penetrando e lavorando in esse da  vicino e da lontano per il suo servizio…Il suono delle campane benedette  è per me più santo, più gioioso, più vigoroso e dolce di tutti gli  altri suoni”.

“La discordia che regnava in una famiglia a Coesfeld mi addolorava  molto. Pregai per quegli infelici e feci la Via Crucis il Venerdì Santo  nella chiesa, alle nove di sera. Mi apparve il maligno in figura umana,  in una via stretta, e voleva uccidermi. Chiamai Dio con tutto il cuore e  il maligno fuggì. Da allora il capo di quella famiglia si comportò  meglio con la moglie”.

“Ieri,  27 ottobre 1821, fui portata da una donna che era sul punto di  perdersi. Lottai con Satana davanti al letto della malata, ma il demonio  mi buttò fuori. Era troppo tardi…Questa donna era sposata e aveva tre  figli. Era considerata molto bella e viveva secondo il mondo e la moda.  Aveva un rapporto illecito con un sacerdote, e aveva taciuto in  confessione questo peccato. Aveva ricevuto i santi sacramenti e tutti  facevano grandi elogi della sua buona preparazione e disposizione per  ben morire…Tutti i miei sforzi risultarono vani. Era troppo tardi, non  mi fu possibile avvicinarmi a lei e morì. Era atroce vedere Satana che  si portava via quell’anima. Piansi e gridai. Una donna anziana e  indiscreta entrò e consolò i parenti della defunta, parlando loro della  sua bella morte. Passando per un ponte per andare in città incontrai  molte persone che volevano andare a casa della defunta, e io dicevo a me  stessa: «Se avessero visto quello che ho visto io, certamente  fuggirebbero dalla sua presenza»”.

“Una  volta che andavo di notte in chiesa mi si presentò una figura simile a  un cane. Misi la mano davanti e ricevetti un colpo così forte al viso da  buttarmi fuori strada. In chiesa mi si gonfiò la faccia e le mani si  riempirono di bolle. Fino al ritorno a casa fui irriconoscibile. Mi  lavai con acqua benedetta. Sulla strada della chiesa c’era un cerchio  che bisognava attraversare saltando sopra una tavola. Quando tornai lì  di mattina presto, il giorno di san Francesco, vidi una grande sagoma  nera che cercava di trattenermi. Lottai con essa finché passai, senza  provare angoscia né paura del nemico. Sempre mi viene incontro nel  cammino e vuole che io faccia un giro lungo con lui; ma non lo ottiene”.

“Quando  ero bambina, un giorno i mie genitori erano fuori casa. Mia madre mi  aveva ordinato di pulire la casa e di non uscire. Venne una donna molto  anziana che mi disse: «Vai al mio pero e raccogli le pere, presto, prima  che torni tua madre». Caddi in tentazione; mi dimenticai di quello che  mia madre mi aveva ordinato e corsi nell’orto di quella donna tanto in  fretta che mi colpii al petto con un aratro che era nascosto tra la  paglia e caddi a terra senza sensi. Così mi trovò mia madre, e mi fece  tornare in me con una punizione corporale. A lungo sentii il dolore del  colpo preso. In seguito seppi che il maligno si era servito della  cattiva volontà di quella donna per mettere alla prova la mia obbedienza  con l’appetito sregolato e che, essendo caduta in tentazione, mise in  pericolo la mia vita. Questo mi fece diventare molto cauta nei confronti  della gola, e mi fece riconoscere quanto sia necessario all’uomo  mortificarsi e vincere se stesso”.

“Quando  tornai a pregare in quel posto, fui presa come se venissi gettata in  una grotta che era lì vicino. Mantenni però una salda fiducia in Dio e  dissi: «Non puoi nulla contro di me, Satana», e il demonio fuggì.  Continuai a pregare con fervore, e da allora non ho più visto le ombre, e  tutto è rimasto tranquillo”.

“Non  lontano da casa nostra c’era un lungo complementare sterile, posto in  mezzo ad altre terre che producevano frutti. Quando da bambina passavo  di lì provavo sempre angoscia e mi sembrava di essere sempre estranea a  quel luogo; varie volte caddi per terra senza sapere come. Vedevo due  specie di ombre nere che vagavano, e i cavalli si imbizzarrivano quando  si avvicinavano. Avendo provato tante volte quanto fosse spaventoso quel  luogo, ne chiesi il motivo, e la gente mi rispose che avevano visto lì  cose strane. Una notte mi misi a pregare in quel luogo, con le braccia  in croce. La prima volta questo mi costò una grande violenza; la seconda  venne una figura con la forma di un cane, che poneva la testa sulla mia  spalla. Io lo guardai e vidi i suoi occhi di fuoco e il suo grugno.  Ebbi paura ma non mi turbai, anzi dissi: «Oh Signore, Tu che hai pregato  nell’orto degli ulivi in mezzo alle angosce più grandi, Tu stai con me  il demonio non può nulla contro di me». Poi ripresi a pregare e il  nemico si allontanò”.

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