Tutti si schierino sui principi non negoziabili

Posté par atempodiblog le 29 janvier 2013

Magistrale prolusione di Bagnasco da Gesù alle elezioni: tutti si schierino sui principi non negoziabili
La splendida prolusione di Angelo Bagnasco al Consiglio Permanente della Cei iniziato ieri rimarrà, a mio parere, uno degli interventi più significativi della sua Presidenza.

di Assuntina Morresi – Tempi.it

Tutti si schierino sui principi non negoziabili dans Articoli di Giornali e News cardangelobagnascofamig

La splendida prolusione del Card. Bagnasco al Consiglio Permanente della Cei  iniziato ieri rimarrà, a mio parere, uno degli interventi più significativi  della sua Presidenza. Un testo da leggere, rileggere e meditare in tutti i suoi  tantissimi spunti e suggestioni, nelle riflessioni che propone e nella strada  che indica da percorrere. Nella confusione cupa che il nostro paese sta  attraversando si percepisce nettamente la certezza delle fede cristiana nelle  parole del Cardinale, insieme alla lucidità di un giudizio di cui è evidente  l’origine.

L’inizio è quasi disarmante: “No, non finiremmo mai di parlare di Gesù” e il  Cardinale già immagina che non saranno queste le parole che saranno riprese  dalla stampa, e che il richiamo alla Persona di Cristo potrebbe sembrare ovvio,  e lo dice, per ribadire che “si sappia però che è questo, è Gesù Cristo che noi  vogliamo porgere, il Suo nome far risuonare”.

E proprio per questo scopo – far risuonare il Suo nome – la prolusione  diventa una lunga e interessante lettura del tempo che stiamo attraversando.  Tante le questioni affrontate, nessuna in modo scontato. Dura la denuncia delle  persecuzioni dei cristiani, con la distrazione dell’Occidente che “ proclama sì  i diritti umani ma poi sembra volerli applicare ed esigere con pesi e misure  diversi”, ed è forte l’invito alla “sistematica memoria” dei fratelli  perseguitati. E poi la crisi alimentare e quella economica, e l’importanza del “capitale umano”: la persona sempre al centro, insomma, a partire dalla vita  delle parrocchie, per le quali si raccomanda la cura dei sacramenti, fino al  giudizio sulla situazione sociale e politica del nostro paese.

Nel bel mezzo della campagna elettorale il capo dei vescovi italiani racconta  del “senso di smarrimento”, della “percezione di un paese perennemente  incompiuto”:  espressioni di chi sa ascoltare la sua gente e sa farsi  interprete del suo sentire. E delle prossime elezioni il Cardinale affronta la  questione fondante, quella antropologica, riassumibile nei principi non  negoziabili, ai quali è dedicata quasi l’intera seconda metà della prolusione,  con un rilievo enorme, forse mai così intenso come in questa occasione.

Difficile adattare il testo a piccole convenienze di campagna elettorale: è  detto forte e chiaro che “quando la Chiesa si interessa dell’inizio e della fine  della vita, lo fa anche per salvaguardare il “durante”, perché ciò che le sta a  cuore è tutto l’uomo”, e soprattutto che non “ci si può illudere di  neutralizzare in partenza il dibattito, acquisendo all’interno delle varie  formazioni orientamenti così diversi da annullare potenzialmente le posizioni, o  prevedere al massimo il ricorso pur apprezzabile all’obiezione di coscienza. […] quando si giunge di fronte alla grande porta dei fondamentali dell’umano, non è  possibile il silenzio da parte di alcuno, persone e istituzioni: si è arrivati  al “dunque”. Reticenze e scorciatoie non sono possibili: bisogna dire il volto  che si vuole dare allo Stato”.

Ricorrono nel testo il significato e il valore della famiglia basata sul  matrimonio, senza ombra di retorica, perché “nulla può esserle equiparata”. L’agenda politica deve avere come priorità questi princìpi, basati sulla ragione  e sulla costituzione, che definiscono la radice dell’umano, perché “se la natura  dell’uomo non esiste, allora si può fare tutto, non solo ipotizzare il  matrimonio tra persone dello stesso sesso”. Una lectio magistralis per chi vota  e per chi è votato, in nome della verità della natura umana. Da un pastore al  popolo tutto.

Laisser un commentaire