Santo Anello della Vergine
Posté par atempodiblog le 23 janvier 2013
[...] La tradizione orale ha sempre dato notizia dell’esistenza dell’Anello della Vergine, ma le prime testimonianze scritte – finora pervenute – si hanno dall’anno 985, quando un ebreo romano vendette l’anello con altri gioielli a un orafo di Chiusi, Ranieri, il quale la donò alla Chiesa di Santa Mustiola.
Nel 1473 il frate Winter di Magonza, con precisione scientifica, intrecciando vari documenti e facendo un’analisi della reliquia ne attestò la veridicità, e decise di portarla nel suo paese, ma durante la strada fu bloccato da una nebbia prodigiosa a Perugia, e decise di lasciare in quel luogo il Santo Anello. Le Autorità Cittadine di allora lo custodirono per alcuni anni (dal 10 Luglio 1473) nella Cappella dei Decemviri del Palazzo dei Priori, ma quando la nuova cattedrale fu pronta, lo affidarono ai Canonici della Compagnia di San Giuseppe. Così la reliquia, dal 30 luglio 1488, è custodita nel Duomo di Perugia.
Il Santo Anello, sebbene ritenuto di onice, è più probabilmente di calcedonio e il colore verde della pietra simboleggia la vita e la fertilità. Lo si può ammirare, gelosamente custodito, all’interno di un prezioso reliquiario commissionato al celebratissimo orafo perugino detto “Il Roscetto” ed è protetto da due casseforti, l’una in legno e l’altra in ferro, con ben 14 chiavi, di cui otto sono conservate dal Comune, una dal Collegio della Mercanzia, una dal Collegio del Cambio, una dall’arcivescovo, e tre dal Capitolo della Cattedrale. Il reliquario è in rame dorato, argentato e cesellato, ed è a forma di ciborio con cupola su quattro colonne che poggiano su statuette. Il tutto è collocato all’interno di una residenza a forma di tempietto, in argento, realizzata nel 1662 da Giovanni Antonio Vicenti (1636-1695).
Le fonti cittadine ci raccontano che il luogo fu sempre meta di pellegrinaggio proprio per la presenza del Santo Anello, reliquia che ci ricorda non solo l’importanza e l’indissolubilità del Sacramento del Matrimonio, ma anche che il matrimonio fondamento della Sacra Famiglia è l’esempio che ogni famiglia cristiana deve seguire ispirandosi a ciò che scrisse San Paolo agli Efesini (5,22-33): «tutti i cristiani devono essere sottomessi gli uni agli altri nella carità; in particolare, nel matrimonio la moglie è chiamata ad essere sottomessa al marito come la Chiesa lo è a Cristo, e il marito ad amare la moglie come Cristo ama la Chiesa, ed ha sacrificato se stesso per Lei».
di Emanuele Pressacco – Radici Crisitane
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