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La preghiera è onnipotente presso Dio

Posté par atempodiblog le 24 novembre 2012

La preghiera è onnipotente presso Dio dans Citazioni, frasi e pensieri Curato-d-Ars

“Cè un uomo più potente di Dio: è l’uomo che prega.
La preghiera è onnipotente presso Dio. Dio si conquista facilmente con la preghiera. E’ impossibile che Egli possa rifiutarci ciò che gli chiediamo nella preghiera”.

S. Giovanni M. Vianney – Curato d’Ars

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Dalla morte alla resurrezione

Posté par atempodiblog le 24 novembre 2012

Dalla morte alla resurrezione dans Fede, morale e teologia ilmiracolodellaconversi

La storia del cristianesimo è popolata da una moltitudine di convertiti, molti dei quali negli ultimi istanti. Il primo a entrare con Gesù in paradiso non è forse stato un malfattore pentito? Aveva dissipato la sua esistenza su un cammino di perdizione. Nell’ultima ora, quando tutto sembrava perduto, la situazione si è radicalmente capovolta. Non dire mai a te stesso che non sei più in tempo. In un giorno, in un’ora, in pochi minuti la tua situazione esistenziale può essere ribaltata e passare dalla morte alla resurrezione.

Padre Livio Fanzaga – Il Miracolo della conversione, Ed. PIEMME

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Cristo al primo posto nella nostra vita

Posté par atempodiblog le 24 novembre 2012

Cristo al primo posto nella nostra vita dans Fede, morale e teologia padreslavkobarbaric

Mentre pensiamo a Cristo Re, è opportuno farci nuovamente la domanda: “Chi è davvero al primo posto nella nostra vita, chi la orienta?”. Vedete, se ci ricordiamo della preghiera e del digiuno di Cristo, e delle tentazioni con cui satana l’ha provato, nella terza tentazione ha detto a Gesù: “Ti darò tutti i regni della terra, se prostrato mi adorerai”. Gesù ha risposto: “Vattene satana! Adora solo il Signore e servi solo Lui!”. Gesù si è deciso completamente per il Padre, Lui è l’Inviato dal Padre per salvarci. Gesù non dimentica il suo ruolo e il suo compito e dice: “Mio Padre è al primo posto!”.
Nella nostra vita può facilmente accadere che diciamo che siamo battezzati, che siamo di Cristo, ma nella nostra vita regna qualcun altro: può essere l’orgoglio, cioè può capitare che in realtà noi adoriamo noi stessi o che cerchiamo che gli altri ci adorino. Se accade che l’uomo mette se stesso al primo posto nella propria vita, Cristo non ha posto in quel cuore. Se ci guardiamo con umiltà possiamo capire chi per noi è al primo posto. E se vediamo che non riusciamo a perdonare qualcuno, diciamo a Gesù che ci comanda di perdonare settanta volte sette: “Signore, sai che per me è difficile perdonare, ma mi decido per questo: ti presento i miei dolori, ferite, la mia mancanza di pace, mi allontano da ogni sentimento cattivo e metto chiaramente te al primo posto!”. Se invece capita che siamo nervosi nelle parole o nei comportamenti, allora siamo noi al primo posto. Vedete quante volte i nostri dolori vengono dal metterci al primo posto! Certamente l’uomo deve amarsi, rispettarsi, difendersi, ma l’uomo non può adorare se stesso. Tutti
i Cristiani e ciascuno di noi deve mettere chiaramente dei limiti anche a tutto ciò che è bello per deciderci chiaramente per Gesù e non per noi stessi o per quello che noi crediamo bene. Noi Cristiani dobbiamo continuare la nostra lotta perché Cristo sia al primo posto come ci chiede Maria!

Padre Slavko Barbaric

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Gesù bambino raccontato da Giuseppe

Posté par atempodiblog le 24 novembre 2012

Gesù bambino raccontato da Giuseppe
Arriva nelle librerie il volume di papa Joseph Ratzinger sull’infanzia del Messia nei Vangeli. È “storia vera” e non pura costruzione teologica, sostiene.
di Sandro Magister – chiesa.espressonline.it

Gesù bambino raccontato da Giuseppe dans Articoli di Giornali e News geslibropapa

“L’infanzia di Gesù” di Joseph Ratzinger – Benedetto XVI è da domani in vendita nell’originale tedesco e in altre otto lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, brasiliano, polacco, croato. La tiratura globale di lancio supera il milione di copie. Nei prossimi mesi, il volume sarà tradotto in altre undici lingue e diffuso in 72 paesi.

È un libro breve e scritto in forma semplice e lineare. Più facile da leggersi, rispetto ai due più grossi tomi del “Gesù di Nazaret”. E uscito per ultimo, ma nell’intenzione dichiarata dell’autore “è una specie di piccola ‘sala d’ingresso’ ai due precedenti volumi sulla figura e il messaggio di Gesù di Nazaret”.

Prima che il libro uscisse, l’incognita maggiore era su come Benedetto XVI avrebbe risposto alla domanda se la nascita verginale, l’adorazione dei Magi e gli altri racconti dell’infanzia di Gesù, nei Vangeli di Matteo e di Luca, siano “veramente storia avvenuta” oppure “soltanto una meditazione teologica espressa in forma di storie”.

L’autore inclina decisamente per la prima delle due risposte. Ma senza negare cittadinanza nella Chiesa alla seconda posizione.

Al termine del capitolo sui Magi, Benedetto XVI dà ragione a Jean Daniélou quando scriveva in “Les Évangiles de l’Enfance”:

“A differenza del racconto dell’annunciazione a Maria, l’adorazione da parte dei Magi non tocca alcun aspetto essenziale per la fede. Potrebbe essere una creazione di Matteo, ispirata da un’idea teologica: in questo caso niente crollerebbe”.

“Daniélou stesso, però – prosegue papa Ratzinger –, giunge alla convinzione che si tratti di avvenimenti storici il cui significato è stato teologicamente interpretato dalla comunità giudeo-cristiana e da Matteo”.

E continua:

“Per dirla in modo semplice: questa è anche la mia convinzione”.

Benedetto XVI riconosce che “nel corso degli ultimi cinquant’anni” si è affermata tra gli esegeti la tendenza a non riconoscere la storicità dell’adorazione dei Magi. Questa opinione – nota – “non si fonda su nuove conoscenze storiche, ma su un atteggiamento diverso di fronte alla Sacra Scrittura e al messaggio cristiano nel suo insieme”.

A riprova di questo cambiamento, il papa fa notare che mentre il protestante Gerhard Delling, nella voce “Mágos” del “Theologisches Wörterbuch zum Neuen Testament, ancora nel 1942 “riteneva la storicità del racconto sui Magi assicurata in modo convincente”, successivamente “anche esegeti di chiaro orientamento ecclesiale” come i cattolici Ernst Nellessen o Rudolf Pesch si sono detti “contrari alla storicità” o almeno hanno “lasciata aperta tale questione”.

Di fronte a tutto ciò, tuttavia, Benedetto XVI consiglia di “considerare attentamente” la presa di posizione di un altro esegeta cattolico contemporaneo, Klaus Berger, che nel suo commento del 2011 al Nuovo Testamento scrive:

“Bisogna supporre – fino a prova contraria – che gli evangelisti non intendono ingannare i loro lettori, ma vogliono raccontare fatti storici. Contestare per puro sospetto la storicità di questo racconto va al di là di ogni immaginabile competenza di storici”.

E conclude:

“Non posso che concordare con questa affermazione. I due capitoli del racconto dell’infanzia in Matteo non sono una meditazione espressa in forma di storie. Al contrario: Matteo ci racconta la vera storia, che è stata meditata e interpretata teologicamente, e così egli ci aiuta a comprendere più a fondo il mistero di Gesù”.

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