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Teresa maestra di teologia

Posté par atempodiblog le 10 novembre 2012

Una “rivoluzione” per una delle sante più conosciute. Quel «del Bambin Gesù» rendeva la sua “piccola via” una pratica spirituale, ma Teresa è stata grande in dottrina, non semplice modello di spiritualità: lo attesta con un’indagine storiografica e filologica di Gianni Gennari, qui noto per i suoi “Lupus in pagina”, teologo con studi a Roma, Parigi e Friburgo. Esce questa settimana da Lindau Teresa di Lisieux. Il fascino della santità: i segreti di una dottrina ritrovata (pp. 616, euro 38), con la traduzione letterale dagli originali dei Manoscritti.
di Lorenzo Fazzini – Avvenire

Teresa maestra di teologia dans Fede, morale e teologia teresadilisieux

Teresa non più la Santa dell’«infanzia», ma della divinizzazione dell’uomo. Un vero «rovesciamento teologico»?
«La via di Teresa, che lei dice “piccola”, è sì ispirata a l’Enfant, ma questo vuol dire Figlio e il modello è Gesù, Enfant de Dieu, un Dio che in Lui si offre alla creatura invadendola con il suo Amore infinito e “divinizzandola” per grazia. Teresa parla di “appropriazione” del Fuoco divino, lo Spirito Santo che “brucia nel Cuore della Chiesa” e che la possiede trasformandola in sé: “Nel Cuore della Chiesa mia madre io sarò l’Amore, così sarò tutto!”. Per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI questo è lo specifico di Teresa, così aperta all’invasione di Dio da essere capace di amarLo con il suo stesso amore anche nella “notte” dello spirito: sorella dei peccatori, dei lontani, degli atei, dei disperati. Una dottrina ecclesiale e per nulla clericale, ove la Chiesa è vista come Corpo Mistico anticipando di 55 anni la Mystici Corporis di Pio XII. La sua mariologia vede Maria “più madre che regina”. C’è anche una visione liberante dell’essenza profonda della preghiera».

La vicenda dei Manoscritti di Teresa manipolati sembra un copione di Dan Brown. Perchè tutto è stato così ingarbugliato?
«Le sorelle l’avevano sempre vista come la piccola, guidata da loro, ma il suo unico “direttore” è stato Gesù. Dopo 50 anni il primo a rendersene conto fu l’abbé André Combes, teologo all’Institut Catholique e alla Sorbona di Parigi e alla Lateranense nei 4 anni di studi a Lisieux (1946-1950), ove scoprì le manipolazioni compiute in buona fede che hanno portato tutti all’interpretazione di Teresa come la santa dell’“infanzia spirituale” sul modello del bimbo, e non su quello del “Figlio”, Gesù. Infatti Teresa mai ha parlato di “infanzia spirituale”, e tra le mille e più sue citazioni bibliche non c’è il celebre “se non diventerete come bambini” di Matteo 18, 3. Per occultare questo fatto, oggi dimostrato ed ammesso, sono stati commessi dei veri “crimini” storiografici in buona fede, ma falsando tutta la visione teologica di Teresa, poi recuperata da Combes e oggi accolta da Giovanni Paolo II che ha voluto Teresa “Dottore della Chiesa”, contraddicendo un forte “no” di Pio XI e del cardinale Pacelli, poi Pio XII, nel 1932. La nuova via di Teresa, con una teologia non cattedratica, è sostenuta da una sua visione dell’azione dello Spirito Santo».

Dunque, quella del suo libro è un’operazione-verità…
«Dal 1956, cioè dal momento in cui, realizzando il progetto di Combes, che nel 1950 proprio per questo fu cacciato dal Carmelo, si recuperano i veri scritti, la verità si è imposta, anche se permangono resistenze, come documento nel libro, nascondendo documenti e fatti anche gravi del passato. Perciò il volume ha un duplice fine: la storia della vicenda complessa dei testi di Teresa e la dottrina spirituale e teologale della Santa di Lisieux, Patrona delle Missioni, “Dottore dell’amore” come ha proclamato Giovanni Paolo II e “maestra specialmente dei teologi”, come disse Benedetto XVI, nell’Udienza del 6 aprile 2011, che mi ha dato la spinta decisiva a riprendere il discorso, per me vitale da più di 50 anni, come si legge nel Postscriptum».

Lei scrive che Teresa è una risposta ai “maestri del sospetto”, Marx Freud Nietzsche. Perchè?
«Sì, anche questo, e non solo. Teresa annuncia che la grandezza di Dio si è offerta tutta alla creatura che si lascia divinizzare dalla Grazia. Il detto “Tutto è grazia”, divulgato da Bernanos ne Il diario di un curato di Campagna, è proprio di Teresa. L’uomo-creatura diventa figlio di Dio nell’invasione dello Spirito: il teologo Von Balthasar scrisse che la dottrina di Teresa è una vera pneumatologia. L’uomo, creatura che si lascia divinizzare dall’invasione, è tutt’altro che “alienato” (come sostenevano Feuerbach e Marx), tutt’altro che rivale di un Padre che lo “castra” negandogli felicità e amore (vedi Freud), tutt’altro che Superuomo che annuncia la morte di Dio (cfr. Nietzsche). Cristologia e antropologia vanno di pari passo: una modernità di Teresa in anticipo di quasi un secolo. Alcuni testi del Vaticano II, di Paolo VI e in particolare di Benedetto XVI (penso al n. 10 di Caritas in veritate), paiono ispirati a Teresa, sorella dei peccatori, dei disperati, degli atei in ricerca della verità, per i quali offre la sua prova finale».

È però un dato che gli ultimi due papi hanno rivalutato Teresa in chiave teologica. Vero?
«Sì. Essi l’hanno esaltata come Dottore e Maestra dei teologi proprio grazie alla riscoperta dei veri testi ed al superamento di tante resistenze che per rispetto del Carmelo e anche di certa tradizione avevano per tanti anni prodotto i malintesi dell’“infanzia spirituale” a sfondo psicologistico, sentimentale e fatto solo di piccole cose. La rivalutazione è restituzione a Teresa dei doni di luce e di grazia che il Signore le ha elargito e che Lei ha accolto senza riserva: questa è la santità cristiana…».

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“Satana vuole utilizzare il vostro tempo libero a suo vantaggio”

Posté par atempodiblog le 10 novembre 2012

“SATANA VUOLE UTILIZZARE IL VOSTRO TEMPO LIBERO A SUO VANTAGGIO”
di Padre Livio Fanzaga
Tratto da: Maria a Medjugorje

“Satana vuole utilizzare il vostro tempo libero a suo vantaggio” dans Anticristo medjugorjedinotte

Dietro le cose effimere che il mondo offre si nasconde l’azione ingannatrice del serpente. Maria è una madre, anzi a Medjugorje è in modo tutto speciale la Madre dei giovani. Non c’è quindi da meravigliarsi se entra nel concreto per indicare ai suoi figli i pericoli che corrono. “Satana – avverte – vuole utilizzare il vostro tempo libero a suo vantaggio”. Mi ha sempre molto colpito questa allusione così pertinente a una precisa situazione di vita in cui si trovano i nostri ragazzi.
Infatti, finché un giovane è impegnato nello studio o nel lavoro è ben difficile che subisca delle gravi deviazioni. L’opera della seduzione incomincia col tempo libero, il quale non è in se stesso qualcosa di negativo, ma l’eterno ingannatore vi scorge un’opportunità per dispiegare la sua opera di seduzione. Che cosa fanno i nostri giovani nel loro tempo libero? Una volta la Madonna ha invitato tutti ad andare nella natura. C’è quindi anche un modo positivo di impiegare i momenti di libertà, ritemprando noi stessi nel fisico e nello spirito.
Il tempo libero però diviene un’opportunità satanica quando viene utilizzato per danneggiare il corpo e l’anima. Tutto ciò che è diabolico ha l’apparenza di bene, ma in realtà ci impoverisce, ci svuota e ci distrugge. Non è difficile identificare nelle discoteche, nella droga, nel sesso libero e nel denaro facile gli strumenti con cui satana si impadronisce della vita dei nostri ragazzi per portarla alla rovina.
Vorrei soffermarmi un momento sulla discoteca, riguardo alla quale non mancano purtroppo voci che ne minimizzano gli effetti negativi. Come consolidate statistiche dimostrano, la discoteca è il luogo in cui molti ragazzi si drogano, incominciando quell’opera di demolizione di se stessi che li porta a diventare dei cadaveri ambulanti. Ma anche quando non induce alla droga, la discoteca manifesta ugualmente la sua opera deleteria con la musica che stordisce, con l’alcol che ubriaca e il sesso degradato a istinto.
Fa riflettere il fatto che per un terzo dei giovani italiani la discoteca è la ragione stessa di vita, che dà senso alla loro settimana e senza la quale non potrebbero vivere. L’inganno satanico è perfetto in quanto colui che è “omicida e menzognero fin dal principio” ha rinchiuso gran parte della nostra gioventù in queste immense camere a gas, illudendola di trovarsi in paradiso. Non è un caso che molte discoteche portino proprio questo nome. Ma non vi è dubbio che nei paradisi satanici si avverte ben presto l’odore di zolfo del vuoto, della scontentezza e della disperazione.
Come si fa a non vedere la trappola del demonio nello spettacolo funereo di questi giovani che tornano a casa inebetiti all’alba della domenica per stramazzare come zombi sul letto, incapaci di vedere il sole nel giorno del Signore e di condividere con la famiglia la gioia dello stare insieme? Il giorno della luce per loro è divenuto il giorno del buio; il giorno della vita si è cambiato in giorno della morte; il giorno del Signore si è trasformato nel giorno del maligno.
Mi pare opportuno segnalare in modo più circostanziato un altro inganno col quale satana si impadronisce dei nostri figli, utilizzando il loro tempo libero. Vorrei alludere al sesso libero. A questo riguardo vi è nella predicazione e nella catechesi ordinaria di molti uomini di Chiesa un silenzio che stupisce, come se la lussuria non fosse uno dei sette vizi capitali. Non vi è dubbio che attraverso i disordini sessuali satana porta alla degradazione gran parte della nostra gioventù, impedendo ad essa di scoprire la bellezza del disegno di Dio sull’amore e sulla sessualità e quindi sul matrimonio e la famiglia.
La Madonna a Medjugorje non ha mancato di dare ai sei veggenti e attraverso di loro a tutti i giovani dei richiami ben precisi, che li aiutino a non farsi sedurre da una società sprofondata nella più miserabile immoralità che la storia del mondo conosca. Nel cammino dell’umanità sono sempre esistiti i disordini sessuali, anche i più gravi, ma mai si era giunti all’esaltazione del sesso libero come nel nostro tempo, inneggiando all’immoralità e irridendo la virtù con la potenza sfacciata degli odierni mezzi di comunicazione. Ieri il male si nascondeva, oggi si esibisce. Scomparsa la vergogna, imperversa ovunque la sfrontatezza. La turpitudine e l’oscenità sono i maestri osannati della nostra gioventù.
Mi ha molto impressionato l’immagine con cui la Madonna ha caratterizzato l’inferno. Infatti oltre alle persone che, entrando nel fuoco, si trasformano in orribili animali, ciò che ha colpito di più i veggenti è la figura di una giovane donna dai capelli lunghi e biondi, indubbiamente simbolo di chi commette i peccati di lussuria. La veggente Marija al riguardo così si esprime: “Infine abbiamo visto l’inferno. Abbiamo visto come un grande fuoco e al centro una ragazza giovane e molto bella che èentrata in questo fuoco e poi è uscita diventando simile a una bestia…”.
Vicka, che con Jakov è stata portata fisicamente dalla Madonna a vedere il Paradiso, il Purgatorio e l’inferno, usa un linguaggio assai più colorito, ma identico nella sostanza: Sembrano tutti diavoli. Soffrono. Dio ce ne preservi e basta… Non ho riconosciuto nessuno. Solo che ho visto di nuovo quella donnaccia bionda e con le corna. Lei soffre in mezzo a quel fuoco; e i diavoli intorno a lei. Orribile e basta”. La prima volta Vicka aveva visto questa “donnaccia” quando, qualche tempo prima, la Madonna aveva mostrato l’inferno in visione a lei, Marija e Jakov. Mirijana a sua volta è stata protagonista di una esperienza assai singolare, che io però non ho udito dalla sua bocca, ma da quella di Vicka, la quale l’ha raccontata più volte ai pellegrini. Mentre si stava preparando all’apparizione della Madonna ecco che improvvisamente le è comparso un giovane dall’aspetto attraente, il quale cercava di persuaderla a non seguire la Madonna e i suoi messaggi, ma al contrario la spingeva a godersi la vita nel mondo. Mirjana faticava a sostenere il suo sguardo, ma poi reagiva respingendolo con molta decisione. Poco dopo le appariva la Madonna la quale le spiegava come satana cerchi di attirarci a sé presentandosi sotto apparenze seducenti.
A prima vista potrebbe sembrare un racconto d’altri tempi, scarsamente credibile all’uomo d’oggi. In realtà attraverso questo episodio la Madonna dimostra di conoscere molto bene i pericoli in cui incorrono i nostri giovani. Con molta facilità essi sono trascinati sulla via del male dalle cattive compagnie, lasciandosi facilmente persuadere dai coetanei a seguire la via facile e larga, lungo la quale invano cercano la libertà e la felicità.
Di fronte a questa imponente opera di seduzione dispiegata dal mondo contemporaneo, dietro la quale opera la forza e l’astuzia del nemico, come reagire? Quali armi usare per vincere la battaglia e riportare la gioventù a Dio? La preghiera, l’esempio, l’amore.
La Madonna non si limita a renderci consapevoli della difficile situazione dei giovani nel mondo contemporaneo e a mettere in guardia dai pericoli che incontrano. Nei suoi messaggi ci suggerisce anche i mezzi per prevenire i loro sbandamenti e per aiutarli a ritrovare il cammino quando si sono persi.
Il punto focale è la famiglia. I responsabili della formazione dei figli sono innanzi tutto i genitori. Sono loro che devono educare alla fede e alla preghiera, fin da quando i bambini sono piccoli: “Cari figli – esorta la Madonna -, oggi vi invito a rinnovare la preghiera nelle vostre famiglie. Cari figli, spronate anche i più piccoli alla preghiera e che i bambini si rechino alla santa Messa” (14.03.1985). La famiglia anche se poi il cammino di fede trova il suo sbocco naturale nella parrocchia.
Ci sarebbe molto da riflettere su questo punto. Infatti se nelle famiglie si pregasse tutti insieme, genitori e figli, e se ogni giorno si leggesse qualche versetto della Bibbia, i nostri figli avrebbero il loro nutrimento spirituale quotidiano, senza il quale la fede si indebolisce e muore. In realtà nella maggior parte delle famiglie, anche in quelle cristiane, ci si preoccupa di tante cose come la salute, lo studio, i vestiti e i divertimenti dei nostri ragazzi, ma mancano l’educazione alla preghiera, la formazione alla virtù e alla vita cristiana. I nostri ragazzi crescono pasciuti e vuoti, perché non viene dato loro il nutrimento spirituale.
La Madonna ricorda ai genitori tre doveri fondamentali nei confronti dei figli: l’insegnamento, l’esempio e il dialogo. L’insegnamento riguarda innanzi tutto la preghiera. I genitori devono insegnare ai figli a pregare e devono pregare insieme a loro. Sappiamo quanto la Madonna abbia insistito su questo punto, fino a minacciare di non dare più messaggi se non si fosse accolto l’invito a pregare in famiglia.
Inoltre i genitori devono insegnare la fede, attingendo alla sorgente stessa della fede che è la parola di Dio: “Figlioli, mettete la Sacra Scrittura in un posto visibile nelle vostre famiglie, leggetela e vivetela. Insegnate ai vostri figli, perché se voi non siete un esempio per loro i figli si allontanano nell’assenza di Dio” (25.08.1996).
Qui la Regina della pace tocca un punto molto dolente. Non è possibile educare i figli alla fede se i genitori non sono impegnati in prima persona in un cammino di fede. Come si può pretendere che i figli siano dei cristiani ferventi quando i genitori sono cristiani indolenti? Come possono i figli pregare se i genitori non pregano? Come possono i figli aprirsi a Dio se i genitori lo hanno messo al bando nella loro vita? Come possono i figli apprezzare la vita spirituale se i genitori sono preoccupati solo di quella materiale?
In primo luogo sono i genitori che devono nutrire la loro fede leggendo la Bibbia e vivendola. Dopo di che sono in grado di comunicare ai figli qualcosa di vivo, che inevitabilmente li interessa e li attira. La Madonna fa un’affermazione che da sola vale un trattato di pedagogia: “Se voi non siete un’esempio per loro, i figli si allontanano nell’assenza di Dio”. È qui fotografata con un’esattezza impressionante la crisi della fede del nostro tempo. Avendo la generazione di mezza età tradito i grandi valori della fede, lasciandosi trascinare dal consumismo, la nostra gioventù si è allontanata da casa senza Dio. La preghiera, l’insegnamento, l’esempio e infine il dialogo. La Madonna lo ha sottolineato in modo particolare in alcuni messaggi dati al gruppo di Ivan, il quale, fra i veggenti, è forse quello che, nell’esposizione dei messaggi ai pellegrini, insiste di più sui problemi dei giovani e della famiglia. Mi ricordo di un messaggio dato dopo un incontro di preghiera sulla montagna in cui la Madonna invitava i genitori e i figli a dialogare insieme in famiglia. In quel messaggio la Regina della pace sollecitava in modo particolare i genitori ad ascoltare le esperienze di vita dei propri figli, per poterli consigliare e confortare.
Anche in questo caso la Madonna, nella sua sublime sapienza di madre, tocca un punto doloroso della vita delle nostre famiglie, dove c’è poco dialogo e perfino estraneità fra i genitori e i figli. In questo modo le nostre case divengono degli alberghi dove ognuno fa la sua vita, incurante degli altri. È chiaro che il primo dialogo deve avvenire fra i genitori stessi che devono costruire giorno dopo giorno la loro vita di coppia. Se i genitori sono affiatati, il loro dialogo con i figli è più facile e fruttuoso. Quando alla sera la famiglia si trova a tavola insieme, è bello scambiarsi reciprocamente le esperienze della giornata, consigliandosi e aiutandosi a vicenda e poi terminare con la preghiera e il rendimento di grazie a Dio. In questo modo la famiglia diviene una comunità dove ci sono la gioia, la pace e la fede.
Purtroppo la realtà della maggior parte delle famiglie è ben diversa. La vita spirituale è spenta, il dialogo è morto e i figli sono lontani. Che cosa fare? È necessario che chi ha ricevuto la grazia della conversione inizi con molta umiltà, silenzio e perseveranza il suo cammino spirituale. La conversione di una persona è una grande grazia per tutta la famiglia. A volte può essere persino un figlio, toccato da Dio, a richiamare i genitori sul cammino di fede.
Oggi molte famiglie vanno ricostruite e molti giovani riportati sulla retta via. È possibile? La Madonna afferma che è possibile solo “con la preghiera e l’amore”. I genitori che soffrono per i figli lontani da Dio non sono disarmati. Non devono dimenticare che Dio è il Signore dei cuori e che la sua grazia può richiamare in vita persone spiritualmente morte. Se satana è forte, la Madonna lo è infinitamente di più e con l’aiuto della nostra preghiera può riportare i nostri figli sulla via della salvezza: “Satana è forte – dice – e per questo chiedo le vostre preghiere e che me le offriate per quelli che stanno sotto il suo influsso, perché si salvino” (25.02.1988). “Sapete, cari figli, che con il vostro aiuto posso fare tutto e costringere satana a non indurre al male” (04.09.1986).
Quando i nostri giovani sono lontani, sulla via del peccato, teniamoli costantemente sotto la protezione della preghiera. La grazia opera già silenziosamente nella loro vita senza che se ne accorgano. Accanto alla preghiera è necessario “l’amore”. Dobbiamo avere lo sguardo della compassione divina su tanti poveri giovani sedotti dall’inganno diabolico e prigionieri del peccato. Sono persone malate spiritualmente, che vanno curate con tutte le risorse della carità cristiana.
A volte l’amore deve necessariamente essere forte ed esigente. L’importante è che sia amore. A Medjugorje tutti conoscono il “Campo della vita”, dove vivono un centinaio di giovani di diverse nazionalità sotto la guida ferma e sapiente di suor Elvira. Erano vite distrutte dalla droga e senza speranza alcuna di salvezza. Una mano ferma li ha messi in ginocchio, anche se non avevano la fede, una regola ferrea di vita ha ridato il vigore perduto della giovinezza, l’amore di una comunità ha fatto rifiorire la speranza.
Anche i nostri figli perduti possono essere ritrovati nell’abbraccio della fede. La preghiera, l’amore e la grazia possono compiere questo miracolo. Dalle famiglie nuove formate dai giovani consacrati a Maria nascerà la civiltà dell’amore.

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L’Ave Maria recitata bene è il nemico del demonio

Posté par atempodiblog le 10 novembre 2012

L'Ave Maria recitata bene è il nemico del demonio dans Citazioni, frasi e pensieri montfortstatuarosario
 
Ecco ciò che la Santa Vergine ha rivelato al beato Alain de la Roche, come è scritto nel suo libro De Dignitati Rosarii, riferito poi da Cartagena: “Sappi, figlio mio, e fallo conoscere a tutti, che un segno probabile e vicino di dannazione eterna sta nell’avere avversione, o nell’essere indifferenti, o negligenti, nella recita del Saluto angelico, che ha salvato il mondo intero”. Sono parole consolanti e terribili nello stesso tempo: si esiterebbe a crederle se non fossero garantite da questo santo uomo, e da san Domenico prima di lui, e poi da altri illustri autori, lungo l’esperienza di diversi secoli. Si è sempre notato infatti che coloro che portano il segno di condanna come gli eretici e i falsi credenti, gli orgogliosi e i mondani, odiano o disprezzano l’Ave Maria e il Rosario. Gli eretici accettano ancora e recitano il Padre Nostro, ma non l’Ave Maria, né il Rosario; li aborriscono: porterebbero addosso più volentieri una serpe, che una corona del Rosario. E così gli orgogliosi: pur essendo cattolici, ma avendo le stesse inclinazioni di Lucifero, loro padre, disprezzano l’Ave Maria, o ne sono indifferenti, e considerano il Rosario come una devozione da donnette, buona solo per gli ignoranti e per quelli che non sanno leggere. Al contrario invece, si è visto che, per esperienza, quelli e quelle che portano i grandi segni della salvezza, amano, gustano e recitano con gioia l’Ave Maria; e più essi sono di Dio, e maggiormente amano questa preghiera. E’ ciò che la Santa Vergine dice ancora al beato Alain, dopo le parole riferite sopra.
Io non so come e perché questo succeda, ma so che è vero; e anch’io non ho un miglior segreto per conoscere se una persona è di Dio, che quello di verificare se ama dire l’Ave Maria e il Rosario. Dico: se ama recitarla, perché può succedere che un’anima sia nella impossibilità naturale o anche soprannaturale di farlo, ma la ama sempre e la ispira agli altri.
Anime dei veri credenti, schiave di Gesù in Maria, sappiate che dopo il Padre nostro, la preghiera più bella di tutte è l’Ave Maria. E’ il complimento più perfetto che possiate rivolgere a Maria, poiché è quello che l’Altissimo le rivolse, per mezzo di un arcangelo, per conquistarne il cuore; e fu così efficace sul cuore di lei, a causa dei segreti incanti di cui è pieno, che Maria diede il proprio consenso alla Incarnazione del Verbo, malgrado la sua profonda umiltà. E’ ugualmente per mezzo di questo complimento che voi conquisterete il suo cuore infallibilmente, se lo direte come si deve.
L’Ave Maria recitata bene, cioè con attenzione, devozione e semplicità, è – al dire dei santi – il nemico del demonio, che mette in fuga, e il martello che lo schiaccia; è la santificazione dell’anima, la gioia degli angeli, la melodia dei veri credenti, il cantico del Nuovo Testamento, il gaudio di Maria e la gloria della santissima Trinità. L’Ave Maria è una celeste rugiada che rende feconda l’anima; è un bacio casto e amoroso che viene dato a Maria; è una rosa rossa che le viene presentata, una preziosa perla che le viene offerta; è una coppa di ambrosia e di nettare divino che le si porge. Sono tutte immagini usate dai santi.
Vi prego quindi vivamente, per l’amore che vi porto in Gesù e Maria: non vi basti recitare la piccola corona della Santa Vergine, ma dite il Rosario ogni giorno, anche intero se ne avete il tempo; nell’ora della vostra morte, benedirete il giorno e l’ora in cui mi avete dato retta; infatti, dopo aver seminato benedicendo Gesù e Maria, raccoglierete benedizioni eterne in cielo: “Chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà”.

San Luigi Maria Grignion de Montfort

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