Il discepolato spirituale e la libertà dei figli di Dio
Posté par atempodiblog le 20 septembre 2012
Il discepolato spirituale e la libertà dei figli di Dio
Tratto da una catechesi di padre Livio Fanzaga
C’è oggi una tendenza molto pericolosa per quanto riguarda il discepolato spirituale. Nelle religioni orientali c’è la figura del guru, sia nel buddismo, sia nell’induismo. Sono figure interessanti e in un certo senso positive, ma come vengono portate qui in Occidente e come vengono vissute? Ci sarebbero molte osservazioni da fare… Tra i Padri del deserto il rapporto tra il discepolo e l’anziano è sempre molto libero. L’anziano si concede poco, raramente, permette al suo discepolo si di andarlo a trovare anche tutte le volte, tutti i giorni e tutte le notti se ci fosse una situazione di emergenza, per esempio una gravissima tentazione, ma normalmente è una volta alla settimana, una volta all’anno, una volta ogni qualche anno… e comunque l’anziano da il suo consiglio, indica la sua via e poi lascia il discepolo totalmente libero davanti a Dio di prendere le sue decisioni. In questo rapporto con gli anziani, emerge, nei Padri del deserto, una grandissima libertà spirituale. Tanto è vero che a un dato momento Antonio (Sant’Antonio Abate) lascia l’anziano per andare da solo nel deserto. Il nostro rapporto con il padre spirituale , per quanto intenso possa essere, mai dimenticare che deve sempre conformarsi alla libertà dei figli di Dio. Non deve mai essere un rapporto di eccessiva dipendenza, ma deve sempre lasciarsi la capacità di giudicare e di scegliere liberamente davanti a Dio. Non c’è mai nei Padri del deserto quella forma di dipendenza che oggi vediamo spesso anche all’interno dei gruppi cristiani. Molte volte ci sono i leader carismatici, i leader del gruppo di preghiera, pur essendo gruppi cristiano-cattolici c’è un po’ uno spirito di setta. C’è uno spirito di dipendenza totale come avveniva nelle comunità pitagoriche della Grecia pagana antica, dove quanto diceva il maestro era indiscutibile, di Pitagora si diceva “autos epha”, “ipse dixit” ,“lui lo ha detto” e tutti dobbiamo rinunciare alla nostra intelligenza e alla nostra coscienza… questo non si può accettare! All’interno della spiritualità dei Padri del deserto l’anziano non prevarica mai. L’anziano consiglia, ma non si impone mai al discepolo. Il discepolo nei confronti dell’anziano conserva quella medesima libertà che noi abbiamo di fronte a una fontana d’acqua, ne beviamo se ne abbiamo voglia. Ben diverso da quelle forme di dipendenza che avvengono molte volte sia nell’ambito delle religioni orientali, sia nell’ambito delle sette ma anche di gruppi cristiani dove l’intelligenza individuale, il giudizio personale, la coscienza personale non sono adeguatamente salvaguardati. E molte volte si fa del leader del gruppo di preghiera, o del leader di un movimento – non parlo dei grandi movimenti ecclesiali, ma parlo soprattutto del sottobosco anche all’interno del cattolicesimo – se ne fanno degli idoli e si rinuncia a valutare per conto proprio e a decidere per conto proprio. Quindi attenzione, il padre spirituale, il confessore, colui che dirige il gruppo, colui che ha delle responsabilità… ci offrono dei consigli che noi valutiamo attentamente, magari confrontiamo con altri e poi decidiamo. Ed effettivamente questi discepoli non andavano sempre dal medesimo padre spirituale, cambiavano anche anziano, andavano a consigliarsi anche da altri anziani e questo indica, cari amici, una grandissima libertà spirituale che fa parte della libertà cristiana.
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